Nell'antico sacro cereale un sacerdote, il Flamen Cerialis (uno dei flamini minori), invocava Cerere (e probabilmente anche Tellus) insieme a tredici divinità ausiliarie, specializzate e minori, per assicurare aiuto e protezione divina in ogni fase del ciclo del grano, cominciando poco prima della Feriae Sementivae. Wilhelm Heinrich Roscher elenca queste divinità tra gli indigitamenta, nomi usati per invocare specifiche funzioni divine.
Gli indigitamenta erano un elenco di divinità custodite dal Collegio dei Pontefici per assicurare che nelle preghiere pubbliche venissero invocati i nomi divini esatti. Queste liste descrivevano la natura delle varie divinità che potevano essere invocate in circostanze particolari, specificando Dei e sequenza delle invocazioni. I primi indigitamenta, come molti altri aspetti della religione romana, furono attribuiti a Numa Pompilio, il II re di Roma.
Si suppone che gli Dei Indigetis fossero quel numero enorme di divinità che i romani accolsero nel loro panteon man mano che accoglievano nuove genti all'interno dell'urbe prima, e poi nell'Impero romano, quasi sempre a causa di guerre di conquista.
Annali del Museo -1 38 - "Vervactor era uno degli Dei che alla coltura della terra era il primo invocato nel sacrificio che il Flamine Cerere offriva a quella Dea ed alla Terra. Invocava egli eziandio le seguenti divinità cioè :Conditor, Convector, Imporcitor, Messor, Obarator, Occator, Reparator, Sorritor, Subruncinator, Vervactor trae il suo nome da Ver perchè presiedeva egli ai lavori di quella stagione."
"Ognuna delle fatiche dell'agricoltura avea il nume suo proprio, il proprio genio tutelare. I nomi degli lddii che invocava in Roma il flamine della Dea Dia, l'italica Cerere, erano i seguenti: Vervactor, Reparator, Abarator, Imporcitor, Insitor, Occator, Sarritor, Subruncator, Messor, Convector, Conditor, Promitor."
Fabio Pittone ha enumerato questi Dei, i quali sono invocati dal flamine nella cerimonia del Sacrum Ceriale per Tellus e Ceres: Vervactor, Reparator, Imporcitor, Obarator, Occator, Sarritor, Subruncinator, Messor, Convector, Conditor, Promitor. […] il Dio Obarator presiedeva l’azione dell’aratura.
Viene da pensare che in tempi lontanissimi, quando il mondo romano era soprattutto rurale e poco scolarizzato, le invocazioni pubbliche agli Dei aiutanti di Cerere servissero ai contadini per rammentarsi la sequenza delle cose da fare nei propri campi, dalla semina al raccolto e poi fino all'aratura per la nuova semina.
Ogni divinità degli Dei Indigetes, cioè della società agricola, disponeva di una potenza inferiore con funzione di servitore (minister)… [Serv. Aen. V, 54] Cerere ne aveva addirittura tredici (come le lune o mesi dell'antico calendario lunare).
Nel cerimoniale in onore della divinità affinché l’invocazione funzionasse davvero, tutti questi servitori dovevano essere menzionati, senza tralasciarne alcuno: solo in questo modo l’azione della divinità avrebbe potuto essere perfetta e senza ostacoli.
Attraverso questo principio possiamo spiegare la lista di indigitamenta che Fabio Pittore trae dai libri ponteficali, per una sacrum ceriale, una cerimonia in onore di Cerere, di certo compiuta in occasione delle Feriae Sementivae, riportata da Servio:
"… Vervactor, Reparator, Inporcitor, Insitor, Obarator, Occator, Sarritor, Subruncinator, Messor, Convector, Conditor, Promitor…" [Fab. Pict. Jur. Pont. Fr 3 apud Serv. Georg. I, 21]
Ogni divinità degli Dei Indigetes, cioè della società agricola, disponeva di una potenza inferiore con funzione di servitore (minister)… [Serv. Aen. V, 54] Cerere ne aveva addirittura tredici (come le lune o mesi dell'antico calendario lunare).
Nel cerimoniale in onore della divinità affinché l’invocazione funzionasse davvero, tutti questi servitori dovevano essere menzionati, senza tralasciarne alcuno: solo in questo modo l’azione della divinità avrebbe potuto essere perfetta e senza ostacoli.
Attraverso questo principio possiamo spiegare la lista di indigitamenta che Fabio Pittore trae dai libri ponteficali, per una sacrum ceriale, una cerimonia in onore di Cerere, di certo compiuta in occasione delle Feriae Sementivae, riportata da Servio:
"… Vervactor, Reparator, Inporcitor, Insitor, Obarator, Occator, Sarritor, Subruncinator, Messor, Convector, Conditor, Promitor…" [Fab. Pict. Jur. Pont. Fr 3 apud Serv. Georg. I, 21]
All’invocazione della Dea, si associa dunque quella dei suoi famuli, ciascuno preposto a una singola operazione e che per questo motivo riceve un nome d’agente, costruito semplicemente a partire dall’azione cui è preposto.
Ed ecco i nomi e i compiti delle divinità che aiutavano la Dea delle messi:
Vervactor - "Colui che ara " era il primo Dio invocato per l'inizio della stagione agricola. Ver era infatti la primavera, quando il terreno doveva essere arato. Insieme ad Obarator provvedeva all'aratura. Il lavoro durante l’aratura consisteva nel guidare la coppia di buoi che stava davanti camminandogli a lato e tenendo in mano le funicelle che erano legate al freno applicato al naso degli animali. Dietro un altro agricoltore doveva tenere l'aratro nella giusta posizione e contemporaneamente guidare i buoi attaccati all'aratro.
Obarator - "Colui che traccia la prima aratura". Ob in latino significa "per", da molti ritenuto che ara dal cielo, alcuni credono riguardi la prima aratura assoluta in quel campo, o almeno dal suo proprietario. E' un campo nuovo e quindi avrebbe bisogno più che mai di tutte le benedizioni degli Dei. L'accezione più logica è però che il grano, avendo bisogno di più operazioni, avesse nell'aratura la prima operazione che muoveva la terra.
Stercoratio (pron. Stercorazio) - "il nume che concima la terra", e cioè Stercolinus, Il concime, derivante dallo sterco, veniva steso sui campi a mano, utilizzando come contenitori dei panieri fatti da intrecci di rametti di vinco o altri vegetali flessibili, rivestiti all’interno con un panno per evitare che il concime uscisse. I contadini con una mano tenevano il paniere e con l’altra, camminando, spargevano il concime in modo più uniforme possibile.
Occator - "Colui che erpica, erpicatore" colui che usa l'erpice dopo l’aratura per spianare e sminuzzare il terreno smosso con i suoi denti, e poi per interrare semi e concimi, rompere le sottili croste superficiali del terreno, ma anche per asportare erbacce e residui vegetali. Si usava in genere prima l’erpice piano, un attrezzo di legno molto semplice, che i contadini costruivano da soli. Poi si usava l'erpice di ferro fatto in genere da due specie di gabbie in ferro che sotto avevano ciascuna 20 lunghi e grossi chiodi con la punta leggermente piegata in avanti.
Reparator - "Colui che prepara la terra" in realtà colui che ripara la terra. Vale a dire spianare o tritare la terra dei campi lavorati con l'erpice.
Imporcitor - "Colui che solca con un largo solco" Il solco largo permetteva di dare largo spazio e nutrimento alla pianta che cresceva con spighe più rigogliose. Finalmente si è alla fase in cui si solca la terra per la semina.
Serritor (o saritor) - "Colui che scava" ovvero era il Dio della zappatura e del diserbo. Anche se lo scavare sembra più appropriato allo scavo del solco. Sembra più appropriato la derivazione da sarchiatura (sarritio). La sarchiatura consiste nel taglio o nel rimescolamento del suo strato superficiale di terra, accompagnata in genere dalla rincalzatura, che si eseguiva con la zappa rimuovendo il terreno dall'interfila e addossandolo sul piede delle piante.
Insitor - "Colui che pianta i semi" era il Dio dedito alla protezione della semina e degli innesti. Tutte queste divinità provvedevano al buon andamento delle diverse azioni compiute dagli agricoltori.
Subruncinator - "Colui che semina " però più che seminatore appare come il Dio del diserbamento, l'atto di rimuovere le erbacce dai raccolti. Aveva una corrispondente Dea femminile di nome Runcina Ora il runcinator è colui che spiana, e il subruncinator è colui che spiana sotto. Un'azione che sembra più riguardare la lavorazione della terra prima della semina, più che la semina stessa.
Vervactor - "Colui che ara " era il primo Dio invocato per l'inizio della stagione agricola. Ver era infatti la primavera, quando il terreno doveva essere arato. Insieme ad Obarator provvedeva all'aratura. Il lavoro durante l’aratura consisteva nel guidare la coppia di buoi che stava davanti camminandogli a lato e tenendo in mano le funicelle che erano legate al freno applicato al naso degli animali. Dietro un altro agricoltore doveva tenere l'aratro nella giusta posizione e contemporaneamente guidare i buoi attaccati all'aratro.
Obarator - "Colui che traccia la prima aratura". Ob in latino significa "per", da molti ritenuto che ara dal cielo, alcuni credono riguardi la prima aratura assoluta in quel campo, o almeno dal suo proprietario. E' un campo nuovo e quindi avrebbe bisogno più che mai di tutte le benedizioni degli Dei. L'accezione più logica è però che il grano, avendo bisogno di più operazioni, avesse nell'aratura la prima operazione che muoveva la terra.
Stercoratio (pron. Stercorazio) - "il nume che concima la terra", e cioè Stercolinus, Il concime, derivante dallo sterco, veniva steso sui campi a mano, utilizzando come contenitori dei panieri fatti da intrecci di rametti di vinco o altri vegetali flessibili, rivestiti all’interno con un panno per evitare che il concime uscisse. I contadini con una mano tenevano il paniere e con l’altra, camminando, spargevano il concime in modo più uniforme possibile.
Occator - "Colui che erpica, erpicatore" colui che usa l'erpice dopo l’aratura per spianare e sminuzzare il terreno smosso con i suoi denti, e poi per interrare semi e concimi, rompere le sottili croste superficiali del terreno, ma anche per asportare erbacce e residui vegetali. Si usava in genere prima l’erpice piano, un attrezzo di legno molto semplice, che i contadini costruivano da soli. Poi si usava l'erpice di ferro fatto in genere da due specie di gabbie in ferro che sotto avevano ciascuna 20 lunghi e grossi chiodi con la punta leggermente piegata in avanti.
Reparator - "Colui che prepara la terra" in realtà colui che ripara la terra. Vale a dire spianare o tritare la terra dei campi lavorati con l'erpice.
Imporcitor - "Colui che solca con un largo solco" Il solco largo permetteva di dare largo spazio e nutrimento alla pianta che cresceva con spighe più rigogliose. Finalmente si è alla fase in cui si solca la terra per la semina.
Serritor (o saritor) - "Colui che scava" ovvero era il Dio della zappatura e del diserbo. Anche se lo scavare sembra più appropriato allo scavo del solco. Sembra più appropriato la derivazione da sarchiatura (sarritio). La sarchiatura consiste nel taglio o nel rimescolamento del suo strato superficiale di terra, accompagnata in genere dalla rincalzatura, che si eseguiva con la zappa rimuovendo il terreno dall'interfila e addossandolo sul piede delle piante.
Insitor - "Colui che pianta i semi" era il Dio dedito alla protezione della semina e degli innesti. Tutte queste divinità provvedevano al buon andamento delle diverse azioni compiute dagli agricoltori.
Messor - "Colui che miete, il mietitore" Dopo aver raccolto il grano si procedeva alla trebbiatura, la separazione dei chicchi dalla paglia e dalla pula
Convector (Convettore) - "Colui che porta il grano". L'operazione di trasportare il grano mietuto nei posti della battitura doveva essere fatto nel tempo giusto, così come il trasporto dei semi e della paglia.
Conditor - "Colui che immagazzina il grano". Ora immagazzinare il grano era un'arte, per la pulizia dei locali, per l'arieggiatura, per la protezione dai topi e dagli uccelli. Importante era poi mettere da parte i semi per la nuova semina che non dovevano assolutamente essere toccati anche se il raccolto era scarso pena l'impossibilità di una nuova semina. Per questo a volte gli agricoltori affidavano i loro semi a un capovillaggio che li custodiva e ne impediva l'uso prima della semina.
Promitor - "Colui che distribuisce il grano", in realtà sarebbe il promotore del grano. Sappiamo però che spesso anticamente gli agricoltori mettevano da parte del grano per la semina e lo affidavano al capovillaggio che lo raccoglieva nei silos, per ridistribuirlo poi al momento della semina. Se il raccolto era andato particolarmente bene se ne teneva anche una parte ulteriore, conservata per i futuri raccolti carenti, sostituendo naturalmente il grano vecchio con il grano nuovo. Questa operazione, come tutte le altre, erano ovviamente compiute dagli uomini ma la loro efficacia dipendeva dall'attenersi all'ispirazione di questi Dei minori che andavano ossequiati e invocati.