VEDUTA ESTERNA DELLA PORTA PINCIANA |
I bei giardini sulla collina pinciana appartennero agli Acilii Glabriones almeno dal II sec. d.c., se ne ignorano i confini esatti, ma dai resti ritrovati si presume che si estendessero da Trinità de' Monti fino alle pendici della collina a Villa Borghese, e ad est fino a Porta Pinciana.
Porta Pinciana chiudeva, ai tempi di Aureliano, la VI regio augustea nel versante settentrionale, appoggiandosi alle ripide pendici del Pincio ed utilizzando in parte i muraglioni di sostruzione delle ville, che vi sorgevano sopra.
Gli horti passarono alla gens Pincia nel IV sec., da cui presero il nome la collina e l'attuale Porta Pinciana. Gli Horti passarono poi ad Anicia Faltonia Proba e suo marito Petronius Probus, divenendo poi proprietà imperiale col nome di Domus Pinciana.
VEDUTA INTERNA DELLA PORTA PINCIANA |
I NOMI DELLA PORTA
- un tempo fu chiamata Porta Turata, perché era stata murata; venne infatti murata nel 1808 a causa della sua scarsa importanza per il transito delle merci e, la strada di accesso, l’attuale via di Porta Pinciana, fu ridotta un viottolo.
- un tempo fu chiamata Porta Turata, perché era stata murata; venne infatti murata nel 1808 a causa della sua scarsa importanza per il transito delle merci e, la strada di accesso, l’attuale via di Porta Pinciana, fu ridotta un viottolo.
Venne riaperta nel 1887 a seguito dell’urbanizzazione del quartiere a causa di Roma Capitale del regno;
- ma fu chiamata anche Porta Salaria Vetus, perché da qui usciva la più antica via Salaria che, poco più avanti, si congiungeva con il tracciato della via Salaria Nova.
La via del sale proveniva dalla Porta Fontinalis delle Mura Serviane, alle pendici del Campidoglio, costeggiava il Quirinale e con un percorso corrispondente alle attuali via Francesco Crispi e via di Porta Pinciana usciva dalla Porta Pinciana, congiungendosi, poco oltre la porta, alla "via salaria Nova", che invece usciva dalla Porta Salaria, per dirigersi poi verso la Valle dell'Aniene e la Sabina;
- nel medioevo fu detta “Porta Belisaria”, in quanto rivisitata con due torri cilindriche fatte costruire dal generale bizantino Belisario.
Secondo una leggenda il generale Bizantino Belisario, che morì in grande ricchezza, avrebbe mendicato, ormai vecchio e cieco, presso la Porta, dove era ancora visibile, all'inizio del XIX secolo, un graffito, ora scomparso, con su scritto ”Date obolum Belisario”; da ricordare che fu proprio Belisario a restaurare la grande cinta muraria aureliana.
La croce greca, raffigurata nella chiave dell’arco, è l’unica testimonianza dei restauri fatti fare da Belisario, a cui si doveva riferire anche l’iscrizione medievale perduta nell’800;
- la denominazione Pinciana, con le distorsioni dialettali dell'epoca medievale in cui il latino, per mancanza di scuole e scolarizzazione, venne man mano perduto dando luogo all'analfabetizzazione, per corruzione fu detta anche "Porciana" e "Portiniana".
- oggi si chiama Porta Pinciana dal nome dell'omonimo colle.
IL PINCIO
Il colle Pincio era collocato al di fuori dei confini originali della città e infatti non fa parte dei sette colli, tuttavia si trova all'interno delle mura costruite dall'imperatore Aureliano tra il 270 ed il 273. e molte famiglie patrizie dell'Antica Roma vi edificarono le loro dimore e i loro giardini (horti), specie nell'ultimo periodo repubblicano.
Tra i personaggi che elessero la propria dimora sulle pendici del colle ricordiamo Scipione Emiliano e forse anche Pompeo Magno. Ma soprattutto ricordiamo Lucullo, con i suoi splendidi Horti Lucullani, edificati grazie al bottino realizzato con la vittoria su Mitridate nel 63 a.c.
Vi si trovavano inoltre gli Horti Sallustiani, proprietà in origine dello storico Sallustio e in seguito unificati agli horti luculliani in un'unica proprietà detta in Pincis nell'era imperiale, poi gli Horti Pompeiani, e gli Horti Aciliorum, degli Acilii.
Proprio per la presenza di queste dimore, il colle fu noto nell'antichità come il Collis Hortulorum (il colle dei giardini). La villa dei Pincii, con quella degli Anicii e degli Acilii, occupava la parte settentrionale della collina e un resto delle sostruzioni di queste residenze è il cosiddetto Muro Torto.
In epoca augustea la regio subì un'intensa urbanizzazione: qui Agrippa fece edificare il Campus Agrippae (dedicato nel 7 a.c.), una villa e la sua tomba, mentre sua sorella Polla fece edificare la Porticus Vipsania. In prossimità di piazza Santi Apostoli si trovava la caserma della I coorte dei vigili e poco lontano era il mercato della carne suina, il Forum Suarium.
LA PORTA
La Porta venne realizzata dall'imperatore Onorio durante le operazioni di restauro delle mura aureliane operato nel 403, ingrandendo la preesistente posterula di epoca aureliana e realizzando le due torri laterali a base semicircolare, e che conserva ancora l'originale arco centrale in travertino.
Il pericolo delle invasioni barbariche era incombente si che Onorio fece anche rialzare l'intera cinta muraria, rinforzare le torri e le porte e fece costruire le torri difensive alle porte che non ne avevano, con merlature e posti di guardia, come la Pinciana, l'Asinaria e la Metronia.
LAGHETTO DEL PINCIO |
IL PINCIO
Il colle Pincio era collocato al di fuori dei confini originali della città e infatti non fa parte dei sette colli, tuttavia si trova all'interno delle mura costruite dall'imperatore Aureliano tra il 270 ed il 273. e molte famiglie patrizie dell'Antica Roma vi edificarono le loro dimore e i loro giardini (horti), specie nell'ultimo periodo repubblicano.
Tra i personaggi che elessero la propria dimora sulle pendici del colle ricordiamo Scipione Emiliano e forse anche Pompeo Magno. Ma soprattutto ricordiamo Lucullo, con i suoi splendidi Horti Lucullani, edificati grazie al bottino realizzato con la vittoria su Mitridate nel 63 a.c.
Vi si trovavano inoltre gli Horti Sallustiani, proprietà in origine dello storico Sallustio e in seguito unificati agli horti luculliani in un'unica proprietà detta in Pincis nell'era imperiale, poi gli Horti Pompeiani, e gli Horti Aciliorum, degli Acilii.
Proprio per la presenza di queste dimore, il colle fu noto nell'antichità come il Collis Hortulorum (il colle dei giardini). La villa dei Pincii, con quella degli Anicii e degli Acilii, occupava la parte settentrionale della collina e un resto delle sostruzioni di queste residenze è il cosiddetto Muro Torto.
In epoca augustea la regio subì un'intensa urbanizzazione: qui Agrippa fece edificare il Campus Agrippae (dedicato nel 7 a.c.), una villa e la sua tomba, mentre sua sorella Polla fece edificare la Porticus Vipsania. In prossimità di piazza Santi Apostoli si trovava la caserma della I coorte dei vigili e poco lontano era il mercato della carne suina, il Forum Suarium.
LA PORTA
La Porta venne realizzata dall'imperatore Onorio durante le operazioni di restauro delle mura aureliane operato nel 403, ingrandendo la preesistente posterula di epoca aureliana e realizzando le due torri laterali a base semicircolare, e che conserva ancora l'originale arco centrale in travertino.
Il pericolo delle invasioni barbariche era incombente si che Onorio fece anche rialzare l'intera cinta muraria, rinforzare le torri e le porte e fece costruire le torri difensive alle porte che non ne avevano, con merlature e posti di guardia, come la Pinciana, l'Asinaria e la Metronia.
Il suo arco in laterizio, rimase unico perchè meno passaggi c'erano più le porte erano facili da difendere, collocato fra due dei tanti contrafforti quadrati che sporgevano dalle mura, tuttavia ampliato e rinforzato, e ne vennero aggiunte le due torri cilindriche ai lati, non si sa per quale ragione asimmetriche.
L'arcata originaria, in travertino, è rimasta quella dell'epoca. La porta Pinciana passò così, grazie ad Onorio, da posterula a Porta di grande importanza strategica, posizionata com'era in cima al colle, e venne affiancata da due solide torri semicircolari. Le piccole porte su entrambi i lati sono state aggiunte nel XX secolo.
L'arcata originaria, in travertino, è rimasta quella dell'epoca. La porta Pinciana passò così, grazie ad Onorio, da posterula a Porta di grande importanza strategica, posizionata com'era in cima al colle, e venne affiancata da due solide torri semicircolari. Le piccole porte su entrambi i lati sono state aggiunte nel XX secolo.