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GENS SEVERA O SEVERIANA

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SETTIMIO SEVERO
Della gens severiana si hanno poche notizie sino a quando non divenne la dinastia severiana, o dei Severi, che regnò sull'Impero romano tra la fine del II e i primi del III sec, esattamente dal 193 al 235, a parte il regno di Macrino, tra il 217 e il 218, che severiano non era.

Si cita invece una gens severa che potrebbe avere a che fare con la severiana, a cui appartenne
Marcia Otacilia Severa o Otacilia Severa, moglie di Filippo I l'Arabo, Marcus Julius Philippus, che regnò dal 244 al 249. Di essa ci resta anche una testa non particolarmente avvenente ma di buona fattura.

Suo padre fu Otacilius Severus detto anche Severianus, il che confermerebbe, qualora ce ne fossero dubbi, l'equivalenza tra la gens severa e quella severiana. Ebbe inoltre un fratello chiamato Severianus.



LA DINASTIA IMPERIALE

La gens Severa è una dinastia imperiale, ovvero non se ne sa quasi nulla perchè evidentemente prima di annotare imperatori non fece nulla di notevole, o non fu abbastanza potente, nonostante la famiglia di Settimio Severo fosse piuttosto ricca.

La dinastia imperiale, uscita da un lungo periodo di guerre civili,  iniziò con Settimio Severo e finì con Alessandro Severo. La nuova dinastia comprendeva, oltre ai suoi figli, anche i parenti di sua moglie, Giulia Domna, che presero anch’essi il nome di Severo, dal loro capostipite, al momento dell’ascesa al trono. Essi ricorsero molto al lustro della dinastia degli Antonini, molto amati, anche nella titolatura imperiale:

IMPERATORI CAESARI DIVI MARCI ANTONINI PII GERMANICI SARMATICI
FILIO DIVI COMMODI FRATRI DIVI ANTONINI PII
NEPOTI DIVI HADRIANI PRONEPOTI DIVI TRAIANI PARTHICI
ABNEPOTI DIVI NERVAE ADNEPOTI LUCIO SEPTIMIO SEVERO PIO PERTINACI AUGUSTO.

Severo dichiarava così di essere figlio adottivo di Marco Aurelio (121-180), pertanto fratello di Commodo (161-192), e tutta la sua discendenza fino a Nerva (30-98), oltre al legame diretto col suo predecessore Pertinace (126-193).


IL DOMINATO

L'albero genealogico della dinastia dei Severi inizia con Settimio Macer, da cui discesero sia C. Claudius Septimius Aper che Lucius Septimius Severus (Settimio Severo), e si articola intorno alla famiglia della moglie di Settiptimio  Severo, Giulia Domna, proveniente da una famiglia sacerdotale di Emesa, in Siria, seguace del culto del Dio Eliogabalo o Elagabalo.
Per la prima volta nell'impero l'Imperatore si fece proclamare Dominus (Signore), un termine riservato alle divinità orientali. In greco era despotēs (Signore) da cui il termine despota, e in fondo era ormai un potere dispotico, non rispondendo più nè al senato nè al popolo, sostenuto soprattutto dall'esercito.



SETTIMIO SEVERO (193-211)

Lucio Settimio Severo, di padre berbero dell’ordine equestre e da madre della gens Fulvia, discendente da Tusculum, in Italia. Nato a Leptis Magna, nella provincia romana d'Africa (attuale Libia), marito di Giulia Domna di importante e ricca famiglia siriana.

Tra il 185 e il 187, quando era governatore della Gallia Lugdunensis,  e comandante della Legio IIII Scythica, aveva sposato una donna di origine siriana, Giulia Domna, figlia di un sacerdote di Emesa. Da questa unione nacquero due figli: Caracalla e Geta.

Si dice avesse sposato Giulia perchè un oracolo le aveva predetto che avrebbe sposato un imperatore. Settimio parlava latino con un forte accento punico ma dovette poi cacciare la propria sorella da Roma, poiché non parlava latino, lingua obbligatoria per tutti.

Venne nominato senatore da Marco Aurelio, per poi diventare governatore della Pannonia Inferiore, e quando nel 193, scoppiò la guerra civile per la successione al trono a Roma, le legioni della Pannonia lo proclamarono imperatore e Settimio Severo, nello stesso anno si insediò a Roma. Tutti i suoi avversari vennero uccisi nel corso degli anni successivi.
Settimio creò tre nuove legioni: le legio I, II e III Parthica, riempiendole di privilegi. Fu così il capostipite della dinastia e del Dominato, di stampo militare e dispotico. Fu però un abile condottiero, portando alla vittoria (195-198) le sue truppe contro i Parti, e conducendo fortunate campagne militari nel nord della Britannia (Scozia) contro i Caledoni (208-211) poco prima di morire.

CARACALLA

CARACALLA (211-217) E GETA (211)

Caracalla, figlio di Settimio Severo, abbellì Roma con le immense terme dette appunto di Caracalla, e, con la Constitutio Antoniniana del 212, estese la cittadinanza romana a tutti gli abitanti liberi dell'impero romano per riscuoterne le tasse.

Caracalla regnò dalla morte del padre nel 211 fino al 217 e condivise per un breve periodo con il fratello Geta il regno, fino a che lo fece assassinare nel 211.

Già sotto Marco Aurelio era iniziato l'esodo dei contadini dalle campagne ai grandi centri urbani, dovuto alle invasioni barbariche ed alla peste del 166, pertanto i territori vennero abbandonati per mancanza di braccianti e le terre caddero, fin dall'epoca di Caracalla, nelle mani di pochi, concentrando nelle mani di pochi i grandi latifondi terrieri.

A suo assassinio (217) prese parte anche il prefetto del pretorio Macrino, che non apparteneva all'ordine senatorio e che a lui successe per poco tempo (217-218), pur non appartenendo alla dinastia dei Severi.

ELIOGABALO

ELIOGABALO (218-222)

Eliogabalo, grazie al sostegno della madre, Giulia Soemia (180-222), e della nonna materna, Giulia Mesa (170-226), venne acclamato imperatore dalle truppe orientali, in opposizione all'imperatore Macrino, all'età di quattordici anni.

Egli si faceva chiamare Eliogabalo o Elagabalo (ovvero Sestio Vario Avito Bassiano, poi Marco Aurelio Antonino). Pur con eccentricità e fanatismi, forse esagerati dai critici cristiani, consolidò il proprio controllo dell'impero.

Voleva però sovvertire le tradizioni religiose romane, sostituendo a Giove il Sol Invictus, Dio solare di Emesa. A causa dell'opposizione Eliogabalo venne assassinato dalla guardia pretoriana e sostituito dal cugino Alessandro Severo.

ALESSANDRO SEVERO

ALESSANDRO SEVERO (222-235)

Alessandro Severo divenne imperatore alla tenera età di soli 13 anni, ed il suo potere fu gestito dalla madre, Giulia Mamea (180- 235), donna di notevoli virtù, che lo circondò di saggi consiglieri. Dai ritratti appare totalmente calvo, cosa insolita per quei tempi, il che può sottolineare la sua natura molto ansiosa.

Fallì comunque nel favore dei militari, e benché poi Alessandro conducesse con successo campagne in Oriente contro i Sasanidi e lungo il confine germanico-retico contro la confederazione degli Alemanni, si mise contro l'esercito.

Così venne ucciso il 18 o 19 marzo del 235, insieme alla madre, a causa dell'ammutinamento capeggiato dal futuro imperatore Massimino il Trace.

GIULIA DOMNA

GIULIA DOMNA (180-217)     

Fu imperatrice romana di origini siriana, moglie di Settimio Severo, venne nominata augusta dell'Impero romano e, molto intelligente e diplomatica,  fu detentrice di un potere mai ottenuto prima dalle imperatrici romane.



GIULIA MESA (170-226)

Fu la nonna degli imperatori Eliogabalo e Alessandro Severo. Riuscì, con il concorso di Giulia Domna, ad imporre i nipoti sul trono, eliminando Macrino che aveva interrotto i progetti dinastici dei Severi. Figlia della siriana Giulia Mesa e di Giulio Avito, nipote dell'imperatore Settimio Severo e sorella di Giulia Soemia. Sposò Marco Giulio Gessio Marciano, da cui ebbe un figlio, il futuro imperatore Alessandro Severo.  



GIULIA SOEMIA (180-222)

figlia di Giulio Avito e di Giulia Mesa, nipote dell'imperatore Settimio Severo e sorella di Giulia Mamea, sposò Sesto Vario Marcello, da cui ebbe il futuro imperatore Eliogabalo.



LA RECESSIONE ECONOMICA

Oltre ai contadini, anche gli artigiani e i piccoli commercianti per le difficoltà economiche e la svalutazione monetaria, divennero humiliores (umili, cioè poveri) con sempre meno diritti rispetto agli honestiores (onesti cioè latifondisti), mentre diventava sempre più difficile la possibilità di scalata sociale. Così l'offerta diminuì e il prezzo aumentò, causando l'inflazione e la svalutazione.

Vi fu pertanto una recessione, con aumento della povertà e una riduzione delle entrate fiscali. Alcuni imperatori, come Marco Aurelio, misero all'asta le ricchezze personali e della famiglia imperiale per finanziare le guerre marcomanniche, altri dettero a tutti i provinciali la cittadinanza romana per riscuotere più tasse come Caracalla, o elevarono la tassa sulle successioni, oppure tagliarono le spese statali, come Alessandro Severo, riducendo i costi dell'esercito, motivo per cui fu assassinato.

TONDO SEVERIANO

IL TONDO SEVERIANO

Uno straordinario documento dal passato è questa pittura detta "Tondo Severiano", attualmente conservato all’Altes Museum di Berlino. Si tratta di uno dei pochi esempi di pittura su tavola di legno conservatisi e in essa vi sono ritratti Settimio Severo, la moglie e i loro figli. La pittura doveva essere esposta in un ufficio pubblico. Vi si notano i tratti orientali di Giulia Domna e la carnagione scura di Settimio Severo, mentre il volto di Geta venne fatto cancellare da Caracalla per "damnatio memoriae".



I CAMBIAMENTI AMMINISTRATIVI

La nuova dinastia sostituì il Senatus consultum con un "Consilium Principis", sostituendo così le decisioni del Senato con quelle della corte imperiale, organo legislativo e di governo, con 50 senatori e 20 giureconsulti, molti di meno rispetto ai precedenti senatori.

Intanto la Mesopotamia settentrionale tornò sotto il controllo romano governata dal Praefectus Mesopotamiae, con due nuove legioni: la I Parthica e la III Parthica. I Severi si appoggiarono all'esercito, soprattutto non italico, le coorti pretorie furono sciolte e ricostituite con elementi delle legioni provinciali, soprattutto illiriche. La legione II Parthica, formata da Severo, fu posta nei castra Albana a pochi Km da Roma, a difesa del potere imperiale. 

Severo concesse un aumento della paga da 375 denari annui di Commodo, a 500; suo figlio Caracalla, lo portò a 675 denari annui. Inoltre concesse di contrarre matrimoni durante il servizio militare, tanto che le canabae (quartieri di civili), crescevano attorno agli accampamenti legionari permanenti. Così le carriere militari diventarono ereditarie, tramandate da padre in figlio, mentre le promozioni furono facilitate, si che un soldato semplice poteva accedere ai ranghi più alti, cosa mai più vista dai tempi di Giulio Cesare.

Sotto Alessandro Severo ritornò lo schieramento falangitico di più legioni, costituendo una massa d'urto di 6 legioni raggruppate, fianco a fianco, senza intervallo. Si ricorse spesso ad unità ausiliarie di arcieri e di cavalieri soprattutto corazzati, reclutati in Oriente ed in Mauretania; crebbe l'utilizzo presso tutte le fortezze del limes di nuovi modelli di catapulte per tenere impegnato il nemico fino all'accorrere delle "riserve strategiche".

Il periodo fu caratterizzato da guerre condotte:
- sul fronte renano e danubiano, soprattutto durante il regno di Caracalla (Catti, Alemanni e Goti dal 212 al 215) e Alessandro Severo (234-235);
- sul fronte orientale durante i regni di Settimio Severo (dal 195 al 198) e ancora Caracalla (216-217); - sul fronte della Britannia ai tempi di Settimio Severo e Caracalla (dal 208 al 211).
All'esercito romano, in vista delle campagne partiche di Settimio Severo, furono aggiunte tre nuove legioni (legio I, II e III Parthica) portando il numero totale a 33 legioni (pari a 180.000 legionari) e oltre 400 unità ausiliarie (pari a 225.000 ausiliari, di cui 70/75.000 armati a cavallo), per oltre 400.000 unità complessive.


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