GIOCHI GLADIATORII |
"Ogni manifestazione di vita, sia pubblica che privata, fu in Roma strettamente congiunta a idee religiose: dal nascere del cittadino alla sua educazione, al suo ingresso nella vita pubblica, alle nozze, all'adempimento di qualsiasi dovere civile e militare, fino al chiudersi del suo ciclo mortale, e fin oltre questo, nella tomba, con il profondo sentimento religioso che circondava e tutelava questa, mantenendola attraverso i tempi, quale perenne ammonitrice ai discendenti ed ai concittadini: il vero monumento, che 'monet', nel più proprio significato latino della parola. Quindi è che le più antiche manifestazioni di educazione fisica in Roma ci appaiono intimamente legate al duplice scopo di addestramento alla guerra e di espressione di culto alle divinità patrie: questa come presupposto essenziale di quello".
(GIUSEPPE MARCHETTI LONGHI - Ludi e Circhi nell'antica Roma)
I Ludi Plebei erano una festività romana religiosa, che si svolgeva dal 4 al 17 novembre, poi estesi fino al 18-19 novembre, e che come tutti i giochi (ludi) includevano sia rappresentazioni teatrali (ludi scaenici) sia competizioni atletiche. Ad essi erano preposti gli Edili Plebei ed erano tenuti nel Circo Flaminio, un'eccezione perchè la maggior parte dei giochi avvenivano nel Circo Massimo.
I Ludi Plebei erano istituiti da e per i plebei, per questo potevano essere celebrati tra la gente comune, senza la data del calendario ufficiale. Questo fino a quando i plebei non ottennero poteri maggiori per cui vennero ufficializzati.
- il 13 novembre (Idibus Novembribus) la Festa di Giove (Epulum Iovis).
- il 14 novembre una parata degli equites con gli onori militari appesi alla corazza da parata.
- Una processione simile a quella dei Ludi Romani in genere, coi Flamines che operavano i sacrifici di tori ma pure di maiali e pecore.
- Una processione simile a quella dei Ludi Romani in genere, coi Flamines che operavano i sacrifici di tori ma pure di maiali e pecore.
- le corse dei carri, ma pure i singoli cavalli con i fantini in una specie di "palio" dal 15 al 17 novembre.
- Il 18 novembre e 19 Novembre (ante diem quartum decimum Kalendas Decembres e ante diem tertium decimum Kalendas Decembres) Festa celebrata a conclusione dei Ludi Plebei. Sicuramente vi si svolgevano mercati e fiere per acquistare o vendere merci a conclusione dei Ludi Plebei.
Naturalmente prevedevano oltre alla processione (dove le donne ma non solo sfoggiavano gli abiti più belli) alcuni spettacoli, e non solo di danze e gare d'atletica perchè fu qui che Plauto presentò la prima volta la sua commedia Stichus nei giochi plebei dei 200 a.c. Tito Livio nota che i ludi furono ripetuti tre volte nel 216 a.c., a causa di un errore rituale (vitium) che interruppe il corretto svolgimento.
IL CIRCO FLAMINIO
Il circo era circolare, ma anche se non aveva una pista apposita per le corse di carri, non doveva essere difficile prepararne una attraverso transenne di legno, per le carceri e per la spina centrale. Nei tempi più antichi era lungo 500 metri e occupava gran parte dei possedimenti dei Flamini su cui era stato edificato. Il circo non aveva posti a sedere e strutture permanenti.
Ma il suo terreno faceva gola agli imprenditori edilizi tanto che nel II secolo a.c. lo spazio andò riducendosi, per la costruzione di edifici e monumenti sino a quando, nel III secolo, del circo non rimaneva che una piazza lunga 300 metri in cui venivano svolti i Ludi (giochi pubblici)
L'area venne utilizzata a volte come luogo per le assemblee e perfino come mercato. Nel 2 a.c. il circo venne tramutato in un'immensa vasca utilizzata per contenere 36 coccodrilli, uccisi durante i festeggiamenti per l'inaugurazione del foro di Augusto, e nel 9, Augusto, sempre in quest'area, assegnò la Laudatio a Druso.
SULLE CORSE DEI CARRI
Strabone non ne fa alcuna menzione quando cita il circo Flaminio. Valerio Massimo afferma che al suo interno venivano tenuti i Ludi Plebeii (giochi della plebe), ma altre fonti lo negano. Tito Livio e Marco Terenzio Varrone ricordano che alcuni giochi venivano tenuti all'interno del circo, come i Ludii Tauri, tenuti in onore degli Dei dell'oltretomba che si tenevano unicamente nel circo Flaminio, essendo legati all'area e qui correvano cavalli e non carri ma con un unico fantino, come nei pali medioevali.
Intorno al circo Flaminio sorsero vari edifici:
- Il Tempio della Pietà, presso il Foro Olitorio, di fianco al tempio di Giano, che venne distrutto durante la costruzione del teatro di Marcello.
- Il Tempio di Marte, a nord-ovest del circo.
- Il Tempio di Giove Statore ( eretto da Quinto Cecilio Metello Macedonico)
- Altri sei templi, tra cui quello di Apollo, c'erano già nel 220 a.c. nei suoi pressi.
- Una statua dedicata al Divo Augusto vi venne eretta nel 15, da Gaio Norbano Flacco nella piazza. - Il Portico di Ottavia, ricostruito sulla precedente Porticus Metelli.
- Il tempio di Giunone Regina (eretto dal censore M. Emilio Lepido nel 179 a.c.).
- Ad est sorse, tra il 45 e il 17 a.c. il Teatro di Marcello, che occupò una vasta area del circo.
Uno dei tre archi trionfali, eretti in onore di Germanico, fungeva da ingresso alla piazza. L'area venne abbandonata verso la fine del IV secolo, insieme agli edifici sorti nella zona.
L'antica area occupata dal circo sorgeva tra l'odierna via del Teatro di Marcello, piazza Cairoli, via del Portico di Ottavia e le rive del Tevere, tra l’odierna sinagoga e il quartiere ebraico.