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PUBLIO MUMMIO SISENNA RUTILIANO - P. M. SISENNA RUTILIANUS

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ESPONENTE DELLA GENS MUMMIA

Nome: Publius Mummius Sisenna Rutilianus
Nascita: -
Morte: -
Gens: Mummia
Consolato: 146 d.c.
Professione: Politico


Publio Mummio Sisenna Rutiliano, membro della gens mummia, ottenne la carica di console suffetto nel 146. Luciano di Samosata  (125 – dopo il 180)  tratta di lui in "Alexander vel Pseudomantis", dove il senatore viene descritto come "un uomo di buona famiglia e testato in molti uffici romani, ma completamente malato per quanto riguarda gli Dei", come la vittima più illustre dell'oracolo falso stabilito dall'Alessandro di Papinagonia.

Alessandro di Papinagonia era un mistico ed oracolo greco, e il fondatore del culto Glicone che brevemente raggiunse vasta popolarità nel mondo romano. Lo scrittore contemporaneo Luciano riferisce che era un frode assoluta e il Dio Glicone niente altro era che un burattino. La conferma alla narrazione della  carriera di Alessandro come grande oracolo, è confermata  da una statua di Alessandro, detto da Atenagora posta nel foro di Parium.

Luciano lo descrive come un astuto truffatore, forse anche per l'odio che aveva costui verso gli epicurei che invece Luciano molto apprezzava. a odio di Alessandro degli epicurei. Ora Rutiliano aveva sposato la figlia di Alessandro il che aveva contribuito a farlo cadere nella rete delle divinazioni.



LA BRILLANTE CARRIERA

Rutilianus fu nominato console suffetto con Tito Prifernio Paeto Rosianus Geminus come suo collega nel 146, sotto Antonino Pio. Probabilmente fu figlio di Publio Mummio Sisenna, console ordinario del 133 e costruttore del Vallo di Adriano.

LUCIANO DI SAMOSATA
Secondo due iscrizioni sopravvissute, Rutiliano iniziò la carriera senatoriale come uno dei "decemviri stlitibus judicandis", una delle quattro commissioni che formano i "vigintiviri", il primo passo verso l'ingresso al Senato. Poi gli fu commissionato un tribunato militare nella Legio V Macedonica, di stanza in Moesia Inferiore. Divenne poi questore passando poi al Senato. Seguirono altri due tradizionali magistrati repubblicani: tribuno e pretore plebeo.

Terminata la Pretura, Rutilianus sembra divenne "legatus legionis" per la Legio VI Victrix, di stanza nella Britannia romana, sotto il padre che era governatore della provincia dal 133 al 138. Certi nepotismi erano inusuali per i romani. "Questi legami stretti tra governanti e legati legionari erano anormali" commenta infatti Birley, "ma potrebbero essere interpretati come un segno di favore da Adriano". 

Il prossimo incarico fu prefetto dell'"Aerarius Saturni" ovvero del tesoro del Senato, carica che detenne per tre anni, Mireille Corbier data il suo mandato dal 141 al 143 con Lucio Coelius Festus come suo collega. Altrimenti, ad eccezione di un mandato come governatore di Mesia inferiore a qualche tempo prima del 156, il suo unico ufficio consolare sarebbe stato proconsole dell'Asia. 

Non sappiamo quando, ma comunque prima del suo consolato, Rutilianus fu accettato nel collegio di Auguri, sacerdoti interpreti della volontà degli Dei studiando il volo degli uccelli, carica che secondo Birley sarebbe una conferma alla sua "elevata posizione sociale".



IL PROCONSOLE D'ASIA

Alessandro di Abonoteichus, detto anche Alessandro il Paphlagoniano ( 105 – 170) aveva una bellezza notevole e la personalità sorprendente del ciarlatano di successo, e doveva essere un uomo dalle notevoli capacità intellettuali e dal potere di organizzazione.

IL DIO GLICONE
Non si sa molto di Alessandro se non che aveva lavorato in spettacoli di medicina itinerante in giro per la Grecia e potrebbe essere stato un profeta della Dea Soi o un seguace di Apollonio di Tyana. 

Dopo un periodo di istruzione in medicina da parte di un dottore che, secondo Luciano, era un impostore, intorno al 150 stabilì un oracolo di Esculapio nella sua città natale di Abonoteichus (più tardi Ionopolis), sull'Euxine, dove guadagnò ricchezza e grande prestigio professando per guarire i malati e rivelare il futuro.

Qualche tempo prima del 160 Alessandro formò un culto attorno al culto di un nuovo dio-serpente, Glycon, e la sua sede era in Abonoteichus. Avendo fatto circolare una profezia secondo cui il figlio di Apollo sarebbe nato di nuovo, ha escogitato che fosse trovato nelle fondamenta del tempio di Esculapio, poi in costruzione a Abonoteichus, un uovo in cui era stato collocato un piccolo serpente vivo. 

I Paflagoni avevano già fama di molta credulità, così Alexander non ebbe difficoltà a convincerli della seconda venuta del Dio sotto il nome di Glycon. Un grande serpente addomesticato con una falsa testa umana, avvolto intorno al corpo di Alessandro mentre sedeva in un santuario nel tempio, dispensando oracoli in versi anche quando non richiesti. Nel suo anno migliore si dice abbia consegnato quasi 80.000 risposte, riguardanti afflizioni fisiche, mentali e sociali, per ognuna delle quali ha ricevuto una dracma e due oboli.

Rutilianus era stato attratto dall'oracolo, apparentemente per servirlo come proconsole dell'Asia, ma invece "quasi abbandonò l'incarico affidatogli per prendere il volo per Abonoteichus". 
Luciano spiega che Rutilianus, "sebbene un uomo di nascita e di nobile casato, messo alla prova in molti uffici romani, tuttavia in tutto ciò che riguardava gli Dei sembrava malato e possedeva strane credenze su di loro. Cospargeva olio o adornava con una ghirlanda l'oracolo, sarebbe caduto ai suoi piedi immediatamente, avrebbe baciato la sua mano, e sarebbe accanto a esso per molto tempo facendo voti e chiedendogli benedizioni "

Poco dopo che Rutiliano era stato coinvolto in questo oracolo, Luciano aveva  fatto visita ad Alessandro, chiedendo all'oracolo chi Rutiliano avrebbe dovuto sposare, la risposta era che il proconsole, che aveva sessant'anni, avrebbe dovuto sposare la figlia di Alessandro, presumibilmente generata sulla Dea Selene. 

Luciano tentò di dissuadere il proconsole dal prendere la ragazza in matrimonio, ma a quel tempo Rutilianus era molto credulo e non lo ascoltò. Congedandosi, Luciano scoprì poi che l'equipaggio della barca che Alessandro gli aveva prestato per portarlo a casa aveva ricevuto l'ordine di ucciderlo, ed evitò questo destino cambiando le navi. 

Quindi Luciano decise di portare Alessandro in tribunale, ma quando presentò il suo caso al governatore di Bitinia e Pontus, Lucio Hedous Rufus Lollianus Avitus, e quest'ultimo lo convinse che sarebbe stato inutile, perché anche se Luciano avesse vinto il suo caso, Rutilianus avrebbe usato la sua influenza per impedire ad Alessandro di essere punito. Su questo inganno Luciano di Samosata, scrisse il libello critico "Alessandro o il falso profeta".



ALESSANDRO DI ABONOTEICHUS

Alessandro istituì dei Misteri come quelli di Eleusi e raggiunse una certa influenza politica e sua figlia infine sposò Publio Mummio Sisenna Rutilianus. Trovò credenti dal Ponto a Roma attraverso le arti pretese di divinazione e magia e fu venerato nonché come profeta consultato da individui notevoli della sua epoca.

MARCO AURELIO
Si diceva che avesse "fatto previsioni, scoperto schiavi fuggiaschi, individuato ladri e ladri, causato la dissimulazione di tesori, guarito gli ammalati e in alcuni casi addirittura resuscitato i morti".

Durante la pestilenza di 166 un versetto dell'oracolo fu inciso come amuleto sopra le porte delle case e un oracolo fu inviato, su richiesta di Marco Aurelio, da Alessandro all'esercito romano sul Danubio durante la guerra con i Marcomanni, dichiarando che la vittoria sarebbe seguita al lancio di due leoni vivi nel fiume. 

Il risultato fu catastrofico e Alessandro ricorse al vecchio cavillo dell'oracolo di Delfi a Creso sulla battaglia della Persia, anche questa perduta, che dette come risposta: "Qualora tu combatta contro la Persia, distruggerai un potere potente". Ma naturalmente poteva indicare tanto il potere della Persia quanto quello di Creso.

Alexandro morì secondo Lucano di cancrena alla gamba nel suo settantesimo anno ma il suo scenario gli sopravvisse per almeno un secolo, come dimostrano gli oggetti legati al suo culto fra il Danubio e l'Eufrate. 

Alessandro, dopo la morte, fu riconosciuto come figlio di Podalirio (figlio di Asclepio ed Epione), pertanto nipote di Asclepio e la sua figura associata a quella di Glicone.


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