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NEMI RIAFFIORA IL NINFEO DI CALIGOLA

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RICOSTRUZIONE DEL NINFEO

http://www.archeo.it/mediagallery/fotogallery/2136

ROMA - La posizione era privilegiata, quasi a voler abbracciare tutto il panorama. Da qui l’imperatore Caligola riusciva a godersi lo spettacolo mozzafiato del suo adorato lago di Nemi, a pochi metri dal Tempio di Diana. La struttura doveva essere imponente: i giochi d’acqua impreziosivano l’emiciclo, mentre filari di colonne incorniciavano la platea chiudendosi sulla fronte con due tempietti.

L’effetto scenografico era ampliato dal gioco di terrazze studiate in funzione del leggero pendio.
È così che gli studiosi della Soprintendenza ai beni archeologici del Lazio hanno ricostruito lo straordinario ninfeo di Caligola rinvenuto nel complesso del Santuario di Diana.

La scoperta è frutto dell’ultima campagna di indagini condotte nei mesi estivi dalla Soprintendenza con l'Università di Perugia (l’undicesimo anno di collaborazione) sotto la direzione scientifica di Giuseppina Ghini.



LA PLANIMETRIA

Le possenti murature indagate e studiate hanno svelato l’articolata planimetria del monumento.

RICOSTRUZIONE DEL NINFEO
«Il ninfeo appare così situato su una terrazza superiore - racconta la Ghini - e presenta un orientamento diverso rispetto alla terrazza inferiore su cui si susseguono i monumenti del tempio di Diana e del teatro.

L'analisi della pianta testimonia la presenza di un emiciclo situato sopra una platea, che era a sua volta accessibile attraverso scalinate, e sormontata da ambienti colonnati.

Gli studi permettono di datarlo all'età Giulio-claudia e quindi di attribuirlo ad un intervento da parte di Caligola».

È noto quanto Caligola, il terzo imperatore di Roma, morto assassinato a 29 anni per mano dei suoi stessi pretoriani, e di cui nel 2012 è stato celebrato il bimillenario della nascita (12 a.C.), fosse legato al Santuario di Diana a Nemi, uno dei più importanti luoghi di culto dell'antichità.

«Caligola ebbe un rapporto preferenziale con il Santuario - riflette la Ghini - le due famose navi ancorate nel lago, lunghe oltre settanta metri e larghe venti, avevano una doppia funzione: la prima era una nave palazzo, con cui dalla sua villa sul lago l'imperatore poteva raggiungere il Santuario, la seconda una nave cerimoniale, a bordo della quale sono stati rinvenuti oggetti di culto».



STATUA DI CALIGOLA
LA STORIA DEL TEMPIO

Le nuove indagini consentono oggi di ricostruire nel dettaglio, attraverso le prove archeologiche, la storia e le fasi del santuario.

E all’epoca di Caio Cesare Germanico, soprannominato Caligola per via della «caliga» il tipico sandalo che, come racconta Svetonio, amava calzare, si riferiscono le strutture del Ninfeo, così come altri interventi nell’area:

«L'imperatore ebbe un ruolo strategico nel rinnovare l'apparato decorativo del Santuario, inserendo oltre al Ninfeo anche corredi di statue della famiglia Giulio-claudia».

E prima di Caligola, il folle e trasgressivo (almeno a leggere le memorie biografiche di Svetonio) le indagini hanno consentito agli archeologi di individuare la fase arcaica del santuario, finora solo ipotizzata, fino a riconoscere gli interventi di fine IV-inizi III sec.a.C., e dell’epoca tardo-repubblicana.

IL RITROVAMENTO DELLA STATUA
Oltre alle strutture murarie sono tornati alla luce numerosi materiali, tra cui statuine in terracotta, vasi con iscrizioni sacre a Diana, oggetti votivi.

Ma l’ultima campagna ha messo in campo per la prima volta anche imprese hi-tech. Come rivela la Ghini l’intera area, infatti, è stata ispezionata con ricognizioni «a volo d’uccello» di un drone nelle ultime due settimane di settembre.

«I risultati sono ancora in corso di elaborazione», avverte la direttrice del Museo delle Navi di Nemi.

Partner strategici sono stati il Politecnico di Monaco sotto la guida di Wolfgang Filser e quello di Milano, con la direzione di Cristiana Achille e Nora Lombardini, che hanno effettuato quest'anno anche un rilevamento speciale che permetterà la ricostruzione in 3D del Tempio di Diana e di alcune aree del Santuario, compreso il Ninfeo di Caligola.

In collaborazione col Comune di Nemi, che da poco ha acquisito l’area del Tempio, sarà predisposto un percorso di visita dell’area.


Sabato 05 Ottobre 2013 -



PRECEDENTEMENTE

http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=155955

Caligola, salvata la statua fatta in pezzi
ritrovata a Nemi insieme alla sua villa


Una grande villa con un ninfeo a forma di ventaglio, giochi d'acqua e al centro la statua dell'imperatore raffigurato come Zeus: il comprensorio intorno al lago di Nemi era il vero regno dell'imperatore Caligola, che si spostava da una riva all'altra con due navi gigantesche.

FOTO DEL TRONO POCO DOPO IL RITROVAMENTO
È il quadro che riemerge dopo il recupero da parte della Guardia di Finanza di una statua monumentale di grande livello qualitativo trafugata, da cui gli archeologi sono partiti per compiere nuovi scavi e rilevamenti nell'area, trovando un nuovo sito e 250 reperti di straordinario interesse.

Statua monumentale, ma ridotta in pezzi, per poterla trasportare con maggiore facilità. Prima dissotterrata dal sito sul lago di Nemi, poi nuovamente sepolta a Isola Sacra. 

I finanzieri che tenevano d'occhio strani e ingiustificati movimenti, hanno rinvenuto i reperti nei pressi di Ostia Antica, in un tir, 
«nascosti da calcinacci e destinati - ha spiegato Rossi - a essere stivati per una destinazione straniera, probabilmente la Svizzera».

DETTAGLIO DEL TRONO
Una volta restaurata, la statua tornerà a Nemi, dove sarà conservata nel Museo delle navi romane (meravigliosi reperti andati distrutti nel 1944). 

Gli scavi hanno riportato alla luce un vasto ninfeo, a forma di ventaglio, con giochi d'acqua e presumibilmente al centro la nicchia con la statua dell'imperatore.

Nel sito sono stati rinvenuti in totale 250 reperti, di cui un centinaio sono frammenti della statua monumentale, a partire dalla testa dove, ha sottolineato la Sapelli, sono riconoscibili i tratti caratteristici della gens Giulio Claudia. 

La parte inferiore del corpo comprende anche il bellissimo 
dettaglio del trono, che da un lato 
lascia intravvedere il cuscino dalle frange pesanti, mentre frontalmente, ecco la decorazione in formelle, contenenti una Nike con vaso, e una fanciulla fiore. 

Altri dettagli sono il ricco panneggio sulla spalla sinistra, lo scettro e forse il globo, che erano i classici attributi degli imperatori quando si facevano ritrarre nei panni di Zeus.

DETTAGLIO DEL TRONO
Le indagini archeologiche stanno cercando di identificare anche il proprietario originario della dimora che ospitava il ninfeo, edificata forse in tarda epoca repubblicana. 

«Probabilmente di un Caio Iulio Siliano, nome che appare sopra una fistula». Dopo il suo insediamento nella villa che fu di Cesare, Caligola potenziò l'intera area, dal Santuario all'annessione di edifici preesistenti. 

La nave palazzo e la nave cerimoniale consentivano all'imperatore di spostarsi da una riva all'altra con la pompa adeguata. 

E nel ninfeo a ventaglio, invece di un fauno, troneggiava la sua raffigurazione in vesti divine, una villa per gli ozi, dove il giovane e folle sovrano, che calzava i sandali degli esploratori, si svagava sul lago.


Martedì 12 Luglio 2011 - 19:51




TROVATA LA TOMBA DI CALIGOLA?

La tomba perduta di Caligola è stata trovata, secondo la polizia italiana, dopo l'arresto di un uomo che cercava di contrabbandare all'estero una statua dell'imperatore romano famigerato recuperata dal sito.

Con molti dei monumenti di Caligola distrutti dopo essere stato ucciso dai suoi pretoriani a 28 anni, gli archeologi sono desiderosi di scavare alla ricerca dei suoi resti.

LE CALIGAE
I funzionari della squadra archeologica italiana di polizia fiscale la scorsa settimana hanno arrestato un uomo vicino al lago di Nemi, a sud di Roma, mentre aveva caricato su un camion parte di una statua alta 2, 5 metri.

L'imperatore aveva una villa su quel lago, come pure un tempio galleggiante e un palazzo galleggiante, alcuni dei loro manufatti erano stati recuperati al tempo di Mussolini, ma distrutti successivamente nella guerra.

La polizia ha detto che la statua aveva un paio di "caligae", gli stivali militari favoriti dall'imperatore.

La statua è stimata a un valore di 1 milione di euro. Il suo raro marmo greco, il trono di Dio e vesti ha convinto la polizia che potesse provenire dalla tomba dell'imperatore. 
Sotto interrogatorio, il tombarolo, di cui non è stata fornite le generalità, li ha condotti sul luogo, dove inizieranno gli scavi oggi.


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