ALERIA (by Jean Claude Golvin) |
Così nel 565 a.c. i coloni greci focei fondarono nel luogo un emporio col nome di Alalia (Ἀλαλίη in greco antico) e dal 546 a.c., l'emporio venne incrementato dall'arrivo dei Focei profughi dalla città ionica. Come narra Erodoto, la città entrò in contrasto con gli Etruschi ed i Cartaginesi che si confederarono per conquistarla.
La guerra sfociò nella Battaglia di Alalia svoltasi, tra il 541 a.c. e il 535 a.c., nelle acque della città e nella quale la flotta focea, con le loro 60 pentecontere (nave a propulsione mista essendo sospinta sia dalla vela che dalla voga di 50 marinai), fronteggiarono una flotta di dimensioni doppie.
Nella battaglia navale i Focei riuscirono a respingere i nemici subendo però gravi perdite: quaranta delle loro navi erano distrutte. Le rimanenti, danneggiate nei rostri, erano inservibili per la guerra.
L'esito dello scontro li convinse ad abbandonare la città per dirigersi verso l'Italia meridionale, dove fondarono Elea (poi Velia romana).
L'esito dello scontro li convinse ad abbandonare la città per dirigersi verso l'Italia meridionale, dove fondarono Elea (poi Velia romana).
Da quel momento la Corsica passò sotto il controllo cartaginese ed etrusco. I tempi che seguirono videro il delinearsi di due distinte sfere d'influenza politica, la greca e la punica, sui mari e sul suolo della penisola italica. All'interno di questi equilibri sarebbe avvenuta la formazione e l'ascesa di un nuovo soggetto politico, la potenza emergente di Roma.
La riconquista dell'egemonia greca sul Tirreno dovrà aspettare più di mezzo secolo: la battaglia navale di Cuma vinta dai siracusani nel 474 a.c., assesterà un duro colpo al dominio navale e alle mire espansive degli Etruschi, indebolendone il controllo su Roma e sulle vie commerciali verso la Campania etrusca.
Nonostante gli eventi successivi, tra cui la sconfitta dei Cartaginesi ad Imera, rimarrà ancora l'attrito tra le due residue sfere d'influenza in Sicilia e nel Mediterraneo occidentale: la greca e la punica. Toccherà a Roma il compito di annientare l'ingerenza cartaginese, affermandosi regina dei mari e quindi dei commerci. Al termine delle guerre puniche quel mare da sempre conteso, diventerà il Mare Nostrum romano.
RESTI DELLE STRADE ROMANE DI ALERIA |
SANTA DEVOTA
Il cristianesimo vi arrivò intorno al 60 d.c. e qui venne martirizzata Santa Devota, morta durante una a Mariana (Corsica) nel 304, durante la persecuzione di Diocleziano che andò dal 303 al 311.
Si dice venisse imprigionata e torturata a morte.
Il governatore romano pare avesse ordinato di bruciarne il corpo, che venne invece nottetempo trafugato da due devoti per dare una sepoltura cristiana alla giovane martire. Diretti in Africa, a causa di una tempesta furono dirottati a Les Gaumates, (oggi Principato di Monaco), e secondo la tradizione dal corpo della santa uscì una colomba che indicò la via ai due uomini.
Quando l'imbarcazione con il corpo della santa approdò, nel 312, fu trovato un inusuale roseto fiorito e, poco distante, il corpo di Devota che nel frattempo (erano passati ben otto anni) non solo non si era decomposto, ma si era volatilizzato dalla barca per riapparire tra le rose.
All'epoca le spoglie dei santi procuravano grandi benefici alla chiesa perchè i fedeli facevano senza riserve doni alla sacra spoglia di denari e di ori e argenti per ottenere le grazie. Nello stesso luogo fu costruita poi una cappella che, rifatta e ampliata, esiste ancora oggi
LA DECADENZA
L'occupazione vandala fu l'inizio del decadimento di Aleria finché la barbarie dei Saraceni non la distrusse completamente. Ma il peggio avvenne con l'impaludamento del porto e l'arrivo della malaria che costrinse gli abitanti a migrare verso l'interno.
Quando l'imbarcazione con il corpo della santa approdò, nel 312, fu trovato un inusuale roseto fiorito e, poco distante, il corpo di Devota che nel frattempo (erano passati ben otto anni) non solo non si era decomposto, ma si era volatilizzato dalla barca per riapparire tra le rose.
All'epoca le spoglie dei santi procuravano grandi benefici alla chiesa perchè i fedeli facevano senza riserve doni alla sacra spoglia di denari e di ori e argenti per ottenere le grazie. Nello stesso luogo fu costruita poi una cappella che, rifatta e ampliata, esiste ancora oggi
LA DECADENZA
L'occupazione vandala fu l'inizio del decadimento di Aleria finché la barbarie dei Saraceni non la distrusse completamente. Ma il peggio avvenne con l'impaludamento del porto e l'arrivo della malaria che costrinse gli abitanti a migrare verso l'interno.
Intorno al 1240 Aleria fu assoggettata alla Repubblica Marinara di Pisa, finché non fu conquistata dei
che nel 1572 costruirono un forte, detto poi "di Matra", a presidio della foce del Tavignano e vi insediarono abitanti del luogo.
che nel 1572 costruirono un forte, detto poi "di Matra", a presidio della foce del Tavignano e vi insediarono abitanti del luogo.
GLI SCAVI
Nel 1840 fu lo scrittore francese Prosper Mérimée a scoprire i resti dell'antica città, ma solo nel 1920 incominciarono i primi scavi veri e propri.
Attualmente è possibile visitare le rovine dell'antica città e il forte di Matra, costruito nel XIV secolo e che ospita il museo archeologico di Aleria. Classificato come monumento storico il 18 dicembre 1990, il sito archeologico è gestito dal Dipartimento di Archeologia della Collettività Territoriale della Corsica che garantisce il mantenimento, la protezione e il recupero.
VASI GRECO-ROMANI |
DESCRIZIONE
Individuato da Prosper Mérimée nel 1840, il sito archeologico di Aléria si trova su un altopiano tabulare che domina la pianura orientale della Corsica. Ma solo nella metà del XX secolo, gli scavi hanno portato alla luce il foro e gran parte della città romana che è attualmente visibile.
Nella parte superiore del promontorio, i resti architettonici corrispondono al centro della città romana, dove due templi e un pretorio incorniciano a est e ovest un foro fiancheggiato da passerelle.
Mentre il nord e l'ovest dell'altopiano sono naturalmente protetti da una forte pendenza del terreno, il limite meridionale della città è segnato da una successione di due, anche tre bastioni sovrapposti di cui due pre-romani mentre l'ultimo è Epoca romana.
LO STAGNO DI DIANA
"A pochi chilometri da Alalia, lo stagno di Diana doveva proteggere una flotta commerciale e prestarsi alle evoluzioni di una flotta di guerra. Iniziò così a emergere un impero greco nel Mediterraneo occidentale" .
(Tacito, Storie , L. II.).
In epoca romana lo stagno di Diana era il "porto di Diana", dove prestava servizio la flotta di Miseno la cui base navale romana era situata vicino a Napoli. I romani già all'epoca apprezzarono le ostriche dello stagno.
"Buoni cavalieri e buona fanteria, i corsici erano anche eccellenti marinai. La flotta di Misene aveva due stazioni sull'isola, una ad Aleria e l'altra a Mariana. Il comando della flotta è stata esercitata da un trierarca galee"
Mentre il nord e l'ovest dell'altopiano sono naturalmente protetti da una forte pendenza del terreno, il limite meridionale della città è segnato da una successione di due, anche tre bastioni sovrapposti di cui due pre-romani mentre l'ultimo è Epoca romana.
Oggi è molto visitato anche il sito archeologico che riunisce un tratto di mura dell’epoca greca, una necropoli pre-romana, e le vestigia della città e di alcune ville romane.
LO STAGNO DI DIANA |
LO STAGNO DI DIANA
"A pochi chilometri da Alalia, lo stagno di Diana doveva proteggere una flotta commerciale e prestarsi alle evoluzioni di una flotta di guerra. Iniziò così a emergere un impero greco nel Mediterraneo occidentale" .
(Tacito, Storie , L. II.).
In epoca romana lo stagno di Diana era il "porto di Diana", dove prestava servizio la flotta di Miseno la cui base navale romana era situata vicino a Napoli. I romani già all'epoca apprezzarono le ostriche dello stagno.
"Buoni cavalieri e buona fanteria, i corsici erano anche eccellenti marinai. La flotta di Misene aveva due stazioni sull'isola, una ad Aleria e l'altra a Mariana. Il comando della flotta è stata esercitata da un trierarca galee"
(Tacito, Storie , L. II.).
Il Museo dipartimentale di archeologia Girolamo Carcopino di Aleria è attualmente in fase di ristrutturazione e comprende diverse sale che raccontano più di dieci secoli di storia di Aleria e Corsica, dal X secolo a.c. al V secolo d.c..
Nella prima sala sono esposti reperti e resti di epoca romana, in particolare tutto ciò che riguarda attività economiche, vita quotidiana, ma anche religione o riti funebri (un busto in marmo che rappresenta Giove Hammon, o il diploma militare presente nelle vetrine sono tutti elementi emblematici di questo periodo).