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GIULIA MAGGIORE - IULIA MAIOR - IULIA CAESARIS

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GIULIA MAGGIORE

Nome: Iulia Caesaris filia - Iulia Maior
Nascita: 39 a.c.
Morte: 14 d.c.
Padre: Ottaviano Augusto
Madre: Sempronia
Mariti: Marco Claudio Marcello, Marco Vipsanio Agrippa, Tiberio
Figli: Gaio Vipsanio Agrippa (Gaio Cesare), Vipsania Giulia Agrippina (Giulia minore), Lucio Vipsanio Agrippa (Lucio Cesare), Vipsania Agrippina (Agrippina maggiore) e Marco Vipsanio Agrippa Postumo (nato dopo la morte del padre).



Giulia Maggiore era nata il 14 gennaio del 39 a.c. nel giorno in cui Ottaviano, il padre, ottenne il divorzio dalla madre Scribonia per impalmare il vero amore della sua vita: Livia Drusilla. Giulia crebbe nella casa del padre insieme ai figli di Livia e in seguito anche ai figli della zia Ottavia.

Il padre volle per lei un'ottima educazione, per cui non solo imparò a filare la lana, a tessere e a cucinare, ma imparò la grammatica, il greco, la letteratura e la poetica, tanto che Macrobio scrisse di lei che aveva "un «amore per la letteratura e una considerevole cultura".

Molte fonti assicurano che Augusto fosse un padre amoroso ma non sono tutti d'accordo:
«Augusto allevò la figlia e le nipoti con tale severità che vennero abituate al lavoro della lana e vietò loro di dire o fare qualcosa se non pubblicamente, perché ogni cosa potesse essere annotata nel diario quotidiano
(Svetonio, Augustus, 64.)

Questo comportamento sembrerebbe poco paterno e anche poco umano. Tuttavia Macrobio riferisce un suo commento: «Augusto affermò dinanzi ad alcuni amici che aveva due figlie dilette di cui occuparsi: la Repubblica e Giulia»

IL PADRE OTTAVIANO AUGUSTO

I DIVERSI MATRIMONI

Ma per Augusto Giulia, come sua unica figlia, era la sola che potesse assicurargli una discendenza diretta, e non solo, era anche quella che poteva assicurargli alleanze politiche. Così aveva solo due anni quando venne combinato il primo matrimonio con Marco Antonio Antillo, figlio decenne di Marcantonio e di Fulvia, per assicurarsi la fedeltà del triunviro.

Sembra però da alcuni accenni di Svetonio e Cassio Dione che la madre di Julia, e pure la sorella di Augusto, Ottavia, cercassero di influenzare la scelta dello sposo per assicurare alla gens Julia la successione, escludendo la discendenza di Livia, che di certo non amavano.

MARCO CLAUDIO MARCELLO
Quando si ruppe l’alleanza con Marco Antonio, venne rotto anche il fidanzamento di Julia con Antillo, intanto dal matrimonio di Augusto con Livia non nacquero altri figli per quanto ambedue i coniugi avessero dato prova di fertilità. Venne tuttavia ben presto organizzato un secondo matrimonio anche questo mai celebrato, quello con Cotisone, re dei Geti, al quale era stato chiesto in cambio l'assenso per il matrimonio della figlia con Augusto.

Ora era Ottaviano a preoccuparsi di avere un successore che appartenesse alla gens Julia. Pertanto venne scelto come marito di Julia Marco Claudio Marcello che già nel trionfo del 31 a.c. era apparso in pubblico con Ottaviano nella sua biga, posto a destra e quindi preferito, mentre Tiberio, figlio di Livia, stava a sinistra di Augusto.

Naturalmente Ottavia voleva la successione a suo figlio Marco Marcello ma anche Scribonia, ripudiata da Ottaviano per sposare Livia Drusilla, ne era contenta.

Pertanto all'età di quattordici anni, Giulia sposò il cugino Marco Claudio Marcello (figlio di Ottavia minore, sorella di Augusto), che aveva tre anni in più di lei. 

Augusto non era presente, impegnato in Hispania impegnato nelle Guerre cantabriche e per giunta ammalato, così alla cerimonia presenziò il suo amico Agrippa. Marcello organizzò per la cerimonia splendidi giochi, finanziati dallo stesso imperatore, ma morì nel settembre 23 a.c. senza figli.



IL MATRIMONIO CON AGRIPPA 

A 18 anni, nel 21 a.c., a Giulia toccò un nuovo matrimonio, stavolta con Marco Vipsanio Agrippa, che aveva ben venticinque anni in più di lei. Il matrimonio sarebbe stato suggerito anche da Mecenate che, riferendosi alla carriera di Agrippa che era di rango modesto, disse ad Augusto: «Lo hai reso così grande che deve divenire tuo genero o essere ucciso». In realtà molti pensarono che Agrippa potesse diventare il successore di Augusto.

Tuttavia da questo periodo, Giulia, che era pure piuttosto bella, secondo alcuni, imbastì diverse relazioni amorose, con un certo Sempronio Gracco, e pure con il fratellastro Tiberio, il figlio di Livia Drusilla e futuro imperatore. Non sappiamo se veramente tradì Agrippa, che peraltro seguì ovunque e che si dimostrò molto attaccato a lei.

Giulia diede ad Agrippa cinque figli: Gaio Vipsanio Agrippa (Gaio Cesare), Vipsania Giulia Agrippina (Giulia minore), Lucio Vipsanio Agrippa (Lucio Cesare), Vipsania Agrippina (Agrippina maggiore) e Marco Vipsanio Agrippa Postumo (Agrippa Postumo, nato dopo la morte del padre).

Dal giugno 20 a.c. alla primavera 18 a.c., Agrippa fu governatore della Gallia, e sicuramente Giulia lo seguì. Sembra inoltre che Agrippa amasse molto la moglie, lo dimostrerebbe l'aneddoto narrato sia da Nicola di Damasco che da Giuseppe Flavio secondo cui Giulia mentre viaggiava per raggiungere Agrippa durante una campagna militare, un'improvvisa alluvione la colse vicino ad Ilio, causandone quasi la morte. 

Agrippa, infuriato, decretò una multa di 100.000 dracme per la comunità locale, forse per le mancate difese alle piene del fiume, Tanto che fu il re di Giudea, Erode il Grande, a recarsi personalmente a chiedere perdono in nome della città. Nella primavera del 16 a.c., Agrippa e Giulia viaggiarono insieme per le province orientali, recandosi in visita da Erode. 

VIPSANIO AGRIPPA

LE NOZZE CON TIBERIO

Dopo l'inverno Agrippa e Giulia tornarono in Italia, ma qui, nel marzo 12 a.c., mentre si trovavano in Campania, Agrippa morì improvvisamente all'età di 51 anni, dopo nove anni di matrimonio. Augusto adottò e dichiarò suoi eredi Gaio e Lucio, che entrarono a far parte della gens Iulia, ma, non contento, fece fidanzare Giulia, prima della fine del lutto, all'età di 27 anni, e poi sposare con il suo fratellastro, Tiberio, il quale, nonostante l'amore passato con Giulia, almeno a quanto si narra, non ne fu affatto felice.

Nel 2 a.c., Giulia, madre di due eredi di Augusto (Lucio e Gaio) e moglie del terzo (Tiberio), venne arrestata per adulterio e tradimento per volontà di Augusto, che le fece recapitare una lettera a nome di Tiberio in cui il loro matrimonio veniva annullato. 



IL COMPLOTTO

Inoltre l'imperatore affermò in pubblico che Giulia aveva complottato contro di lui.

Molti dei complici di Giulia vennero esiliati, tra cui Sempronio Gracco, mentre Iullo Antonio, figlio di Marco Antonio e Fulvia, fu obbligato a suicidarsi insieme alla liberta di Giulia, una certa Febe, che avrebbe aiutato Giulia nella congiura. 

L'ESILIO DI GIULIA A VENTOTENE
Strano tuttavia che molti vennero solo esiliati, perchè una congiura si pagava con la morte, inoltre Augusto mostrò di essere a conoscenza da tempo delle manovre dei presunti congiurati, e anche questo ritardo era strano, amanti che si incontravano, si disse, al Foro Romano (cioè sotto gli occhi di tutti, anche questo è molto strano), come pure della relazione amorosa tra Iullo e Giulia, forse l'unica vera tra tutte quelle attribuite alla figlia dell'imperatore.

Augusto fu tentato di mandare a morte la propria figlia, decidendo poi per l'esilio sull'isola di Pandateria (Ventotene), dove la seguì volontariamente la madre Scribonia. 

« Quando si trattò della figlia, informò il Senato in sua assenza attraverso la comunicazione di un questore, poi si astenne dal contatto con la gente per la vergogna e pensò perfino di farla uccidere
(Svetonio, Augustus, 65.)

Sull'isola, meno di due chilometri quadrati, non erano ammessi uomini, e non era concesso a Giulia di bere vino né alcuna forma di lusso.In quanto ad Augusto, ogni qual volta veniva fatto riferimento a lui e alla figlia, soleva dire, citando l'Iliade:
«Vorrei essere senza moglie, o essere morto senza figli»
(Svetonio, Augustus, 65.)

Inoltre, si riferiva a Giulia solo chiamandola come uno dei suoi tre ascessi o cancri. Cinque anni dopo le fu permesso di tornare sulla terraferma a Reggio Calabria, ospitata nella cosiddetta Torre di Giulia (poi demolita sconsideratamente). 

Augusto non accolse mai la grazia che il popolo gli chiese con insistenza, per risposta Augusto gli augurò di avere tali figlie e tali spose e decretò che le ceneri della figlia non venissero inumate nel mausoleo di famiglia. 

GIULIA MAGGIORE

LA MORTE DI GIULIA

Ma Tiberio fece di peggio. Divenuto imperatore nel 14 d.c., tolse a Giulia le sue rendite, la fece confinare in una sola stanza e le tolse ogni compagnia umana. Giulia morì poco dopo, forse per malnutrizione, oppure fu Giulia a lasciarsi morire di fame dopo aver saputo dell'assassinio del suo ultimo figlio, Agrippa Postumo.

Infatti fra l'8 e il 14, prima della morte di Augusto, ci fu un tentativo fallito, organizzato da Lucio Audasio e Asinio Epicadio, di rapire il giovane e sua sorella Giulia minore, entrambi esiliati su due diverse isole, e portarli alle legioni per scatenare una guerra civile.



LA MORTE DI AGRIPPA POSTUMO

Alcuni mesi prima di morire sembra che Augusto, in compagnia di un amico, Paolo Fabio Massimo, abbia raggiunto segretamente Pianosa per incontrare Agrippa Postumo con cui sembrò riconciliarsi. Fabio Massimo raccontò dell'incontro alla moglie Marcia, amica di Livia, che si confidò con l'imperatrice; Fabio Massimo morì poco dopo, forse costretto al suicidio. 

Morto Augusto, Agrippa fu ucciso a Pianosa da un centurione, non si sa se per ordine di Augusto poco prima di morire, o da Tiberio, o da Livia. Uno schiavo di Agrippa Postumo, Clemente, subito dopo la morte di Augusto, cercò di liberare il giovane e, con una nave da trasporto, portarlo alle legioni in Germania, che si stavano rivoltando, dove si trovavano la sorella di Agrippa, Agrippina maggiore, e il marito di lei Germanico, ma non giunse in tempo riuscendo solo a portare con sé le sue ceneri.



FIUMICINO, TORNA ALLA LUCE IL VOLTO DI GIULIA, LA FIGLIA DELL'IMPERATORE AUGUSTO (Fonte)

Il volto è leggermente inclinato verso sinistra in una posa aristocratica, il profilo è delicato con la linea perfetta del naso. Gli occhi hanno le palpebre a rilievo e le orecchie mostrano ancora piccoli fori per gli orecchini in metallo, forse oro o argento. 

La scultura è databile all'età augustea, rinvenuta pochi giorni fa a Fiumicino, località Aranova, in una monumentale villa romana riaffiorata a dicembre durante i lavori di scavo preventivi per un progetto edilizio. Sembra si tratti di Giulia maggiore, figlia di Augusto, l'unica naturale avuta dalla prima moglie Scribonia, nata nel 39 a.c..

"Lo stile dell'acconciatura richiama modelli di personaggi illustri della famiglia Giulio Claudia - racconta la sopraintendente Russo Tagliente -

Sulla fronte due ciocche scendono in grandi onde morbide lungo le tempie, mentre sulla nuca i capelli appaiono in bande lisce divise da una riga in mezzo e raccolte in fitte trecce racchiuse in una crocchia bassa. 
Inoltre, una tenia, ossia un nastro a doppio giro intrecciato ai capelli, si annoda sul capo con un effetto diadema".

La testa, a grandezza naturale, era nascosta in una zolla di terra, ritrovata in un grande ambiente della villa che fungeva da magazzino di conservazione per il cibo.

Della villa, infatti, databile tra I sec. a.c. e II d.c., è stata individuata tutta la "pars rustica", ossia gli ambienti domestici e di servizio. 

"La villa, che si doveva articolare a terrazze sulla collina, era monumentale - racconta l'archeologa Daniela Rizzo - i muri d'età repubblica hanno, infatti, poderosi blocchi di opera quadrata. E' la prima testimonianza di una residenza imperiale sul litorale".


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