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I LEGIO GERMANICA

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DIVISA E SCUDO DELLA I LEGIO GERMANICA

L'emblema della legione è sconosciuta, ma si suppone fosse il toro, come tutte le legioni volute da Cesare (eccetto la V Alaudae). Cesare infatti era del segno zodiacale del toro ed era usanza abbastanza frequente porre sullo stendardo il segno del generale della legio. Così come Ottaviano porrà come emblema il capricorno che fece riportare anche sull'anello e che molto entrò in uso tra i romani, tanto che si chiamava "Il capricorno di Augusto".

La Legio I Germanica venne così chiamata per l'onorevole servizio prestato nella Germania inferiore.
La teoria più quotata è che sia stata fondata da Cesare nel 48 a.c., quando venne nominato console, per poi combattere la guerra civile contro Pompeo, e in questo caso la Germanica avrebbe combattuto pure la battaglia di Farsalo sempre nel 48 ac.

Secondo altri la legione venne recrutata da Gaius Vibius Pansa Caetronianus, un partigiano di Cesare, che morì nella battaglia del Forum Gallorum contro Marco Antonio nel 43 ac., la Legio I sarebbe stata reclutata proprio per quella battaglia. Ma questa versione è poco attendibile.



L'AUGUSTA

La Legio I fu comunque ereditata da Augusto e pertanto avrebbe dovuto avere di diritto il cognomen di Augusta dopo essersi distinta nel servizio prestato, ma non vi fu una Legio I Augusta.

Deve essere accaduto qualcosa che non ha consentito il cognomen o che lo ha fatto cancellare.

La I Augusta  non sappiamo con certezza se fu sciolta al termine delle guerre cantabriche (nel 19 a.c.) per aver perduto l'aquila oppure se fu semplicemente rinominata I Germanica.

Dopo l'assassinio di Cesare nel 44 a.c, la legione, mai dimentica del suo grande capitano, giurò fedeltà ad Ottaviano, diventando la I Augusta Germanica stanziati a Bonna in Germania inferiore; e con lui rimase fino al Azio (31 a.c.).

Inizialmente i legionari della I Germanica furono di istanza a Oppidum Ubiorum (Colonia) nella giurisdizione che doveva diventare Germania Inferiore. Per il momento, la provincia conteneva cinque legioni ed era sotto Publio Quinctilius Varo.

Nel 9 dc., Varo e tre legioni furono attirati a nord col rischio di essere distrutte nella battaglia della foresta di Teutoburgo. Fortunatamente per la Legio I Varo aveva lasciato due legioni nel campo al comando dei Legati o degli ufficiali più giovani, e la Legio I era comandata da un nipote di Varo, Asprenas Lucio.
Sembra che in Hispania, tra il 26 ed il 19 a.c. prese parte alle guerre cantabriche, con base nei dintorni di Segisama. 

L'AQUILA DELLA LEGIO


L'AQUILA PERDUTA

In seguito ad una sconfitta che le costò la perdita dell'aquila legionaria, potrebbe essere stata privata dell’appellativo di Augusta, identificabile con la legio I Germanica che prestò servizio, negli anni successivi al 19 a.c., sul Reno a fianco del futuro imperatore, Tiberio.

La carriera della Legio I successiva alla guerra civile rimane un po' oscura.

Si crede trattarsi della stessa I Legio che ha preso parte alla campagna spagnola contro i Cantabri,  tra il 26 ed il 19 a.c., condotte per Augusto da Marco Agrippa, e che la legio cadde in disgrazia in quell'occasione.

Le iscrizioni sulle monete spagnole indicano che tra il 30 e il 16 ac, alcune Legioni erano di stanza in Hispania Terraconensis, dove avrebbero combattuto nella guerra contro i Cantabri. 

Dione Cassio (54.11.5) dice che una legione venne spogliata del suo titolo di Augusta, e che dopo sofferenze iniziali riuscì a rovesciare le sorti della battaglia.
I due riferimenti devono riguardare la legione stessa, col suo primo titolo ed emblema mancanti. 

Dopo la ribellione dei Batavi (70), i rimanenti soldati della Germanica vennero aggiunti alla VII legione di Galba (legio VII Galbae), che prese il nome di VII Gemina.



CASTRA VETERE

Durante la ribellione batavica del 70, la I Germanica fu una delle legioni che portarono il loro aiuto alle truppe assediate a Castra Vetera (Germania Inferiore), ma finirono per essere intrappolate loro stesse. 

RICOSTRUZIONE
Il castrum venne edificato attorno al 16-13 a.c. come accampamento per l'esercito romano di Druso maggiore impegnato nella campagna di conquista della Germania.

Il primo castra legionario semi-permanente potrebbe appartenere ad un periodo di poco successivo al 20 a.c., quando Augusto ed il futuro imperatore Tiberio, si recarono in Gallia nel 16 a.c.

Questo primo accampamento, costruito in legno e terra, fu fondato sul Fürstenberg vicino alla moderna Birten, e rimase attivo fino alla distruzione avvenuta in occasione della Rivolta batava del 70.

Castra Vetere ospitò fino a 10.000 legionari, e fece da base per la classis germanica, la flotta imperiale romana che controllava il Reno. La posizione strategica dell'accampamento, costruito su di una altura, permetteva il controllo della confluenza del Reno e del Lippe. Qui stanziò la I Legio Germanica, utilizzata da Druso e da Tiberio.


DRUSO

Augusto affidò al suo figliastro Druso la conquista della Germania libera, e questi, utilizzando l'importante base legionaria di Castra Vetera, nel 12 a.c., penetrò nel territorio dei Batavi e devastò le terre di Usipeti e Sigambri. Discese poi il Reno con la flotta verso il Mare del Nord, si rese alleati i Frisi e penetrò nel territorio dei Cauci.
DRUSO
Intorno alla fine del secolo, la Legio I appare sulla frontiera settentrionale. Gli Annales di Tacito riferiscono che che essa abbia ricevuto gli stendardi da Tiberio, ma quando accadde non è chiaro, perché solo le nuove legioni o quelle ricostituite ricevevano gli stendardi.

La legione dovrebbe essere stata ricostituita dopo la Spagna, ma più probabilmente mantenne la sua aquila, che veniva tolta solo allo scioglimento ed ha ricevuto vexillae nuovi, o nuove norme manipolari, che indicherebbe una riorganizzazione con forse sostituzioni.

La legione si riscattò vincendo il titolo di Germanica per essersi distinta nel servizio in Germania, molto probabilmente, il titolo fu concesso nelle campagne punitive di Druso contro le tribù germaniche.

Druso era estremamente popolare ed era un onore essere al suo servizio perchè si acquisiva gloria e Druso si preoccupava che i suoi uomini fossero premiati in modo adeguato, con la stessa equità che usò a suo tempo Cesare, mentre molti comandanti si appropriavano in modo spropositato del bottino.

Dunque la I germanica prese parte alle campagne di Druso maggiore contro le tribù germaniche (dal 12 al 9 a.c.). Al termine delle campagne militari del figlio Germanico fu posizionata nel nuovo castra di Bonna, dove rimase fino a Vespasiano.



GERMANICUS

Dopo la sconfitta di Varo Tiberio (fratello di Druso) assunse il comando dell'esercito sul Reno, con un rinforzo di otto legioni. Quando Tiberio tornò in Italia nel 13 ac, Augusto nominò Germanico, il figlio di Druso, comandante di otto legioni sul Reno. L'anno dopo Augusto morì e gli succedette Tiberio.

Quando Junius Blaesus, comandante delle tre legioni del campo estivo in Pannonia, mandò gli uomini in ferie, il soldato Percennius arringò i militi sui diritti dei soldati sul contratto fisso,  un periodo di servizio di 16 stagioni invece di 25 o 30, e un aumento di stipendio. Il Pretore, Blaesus mandò suo figlio, un tribuno, da Tiberio per trasmettergli le richieste e attendere risposta.

GERMANICO
Lo spirito della rivolta si diffuse alle legioni nella vicina Nauportus. Arrestarono il loro comandante, Aufidienus Rufus, e lo costrinsero a marciare alla testa della colonna di ritorno trasportando bagagli pesanti chiedendogli se gli piaceva.

Saccheggiarono i villaggi che incontrarono e arrivati al campo sollevarono la rivolta. Blaesus si rivolse alle truppe fedeli del corpo di guardia, ma essi si erano liberati, i tribuni erano stati espulsi espulsi dal campo, e un centurione era stato assassinato.

Allora il figlio adottivo di Tiberio, Giulio Cesare Druso, arrivato in campo con alcune truppe, serrò le porte e si mise a indagare e a portare la rivolta in tribunale. Gli uomini che respinsero le sue proposte, li mandò alle loro tende e andò a parlare con loro personalmente.

A poco a poco gli uomini furono richiamati al dovere. Druso dopo aver ascoltato i capi tornò a Roma senza intraprendere alcuna azione.

La XXI Rapax, la V Alaudae, la I Germanica e la XX Valeria Victrix dell'esercito della Germania Inferiore sentirono parlare di ammutinamento al loro campo estivo tra gli Ubii.

Con nuove reclute della città di Roma, gli uomini attaccarono i centurioni di sorpresa, battendo molti a morte e gettando i corpi nel Reno.

Germanico corse al campo con un piccolo seguito, era tanto popolare quanto lo era stato suo padre.

Mescolatosi con gli uomini e sentite le loro lamentele, Germanico li persuase a dialogare con lui.

I soldati scoprirono le spalle per mostrare le cicatrici della flagellazione, allora Germanico estrasse la spada e si offrì di suicidarsi, ma venne trattenuto, mentre un altro soldato gli offrì invece una spada tagliente.

Germanico si ritirò nella sua tenda, ma gli giunse notizia che l'ammutinamento era diventato generale.
Furono inviati i ribelli a Colonia, c'erano piani per bruciare la città e mettere la Gallia a sacco.
Il nemico dall'altra parte del confine stava guardando con interesse, in attesa di intervenire.

A causa del pericolo comune si optò per l'immunità, la paga doppia (che Germanico volentieri pagò dai suoi fondi privati) e un arruolamento di sedici anni.

La I Germanica e la XX Valeria Victrix si ritirarono a Colonia, mentre Germanico andò a cercare la conferma senatoria e l'approvazione da Tiberio.

Germanico tornò a Colonia con inviati del Senato, arrivando di notte, male interpretato dagli uomini come se l'accordo fosse svanito. Trascinarono Germanico dal suo letto, ma la questione fu chiarita il giorno successivo. Sconvolto, Germanico tentava di inviare la moglie incinta e il figlio fuori per la sicurezza, ma i soldati li sentirono piangere e li bloccarono.

Qui Germanico consegnò una delle orazioni più grandi della storia, confermando la tradizione della capacità della sua famiglia anche nell'oratoria: "Per quello che non ha avuto il coraggio, per quello che avete profanato in questi giorni che nome darò a questo incontro? Devo chiamarvi soldati ... quando avete calpestato sotto i piedi l'autorità del Senato? ... "(Annales 1,46 dal sito Perseus)

I soldati consci delle loro colpe stabilirono l'ammutinamento da corte marziale generale condotta dai tribuni. I capi furono messi in catene e portati al palco, e i soldati votarono per la colpevolezza o l'innocenza con la voce. I colpevoli furono gettati fuori dal palco. Ogni centurione poi passava prima in tribunale per essere approvato o disapprovato. Gli approvati mantenevano il loro rango. I disapprovati venivano dimessi dal servizio. I termini dell'accordo furono mantenuti fedelmente. Germanico ritornò a Roma.

La I Germanica tornò al suo dovere, ma non con onore. Rimase in Germania Inferiore combattendo in tutte le importanti campagne lungo il Reno e il Danubio.



TIBERIO

STENDARDI DELLA I LEGIO GERMANICA
La I legio, tra la fine del I secolo a.c. e l'inizio del I secolo d.c., fu spostata o "riformata" lungo la frontiera renana negli anni in cui Tiberio trascorse come governatore della Gallia Comata (tra il 19 ed il 15 a.c.).

Castra Vetera fu ancora utilizzato anche per le campagne di Tiberio del 4-5, che attaccò i Bructeri penetrando fino al fiume Elba e pure nelle campagne di Germanico del 14-16.
Morto Augusto nel 14 Vetera partecipa con i suoi legionari alle successive operazioni contro i Germani di Arminio.
Nel 21 i suoi legionari presero parte alla repressione di una sollevazione nelle Gallie con le forze congiunte delle province di Germania e di Gallia. Poi condussero una nuova campagna in territorio germano nel 28 contro i Frisoni ma senza successo.


VESPASIANO

La I "Germanica" rimase nella Germania Inferiore fino al 69, l'"Anno dei quattro imperatori". Sarà Vespasiano a sconfiggere in Italia Vitellio, che era stato acclamato dalle legioni germaniche Il Senatus populusque romanus non poteva decidere una sostituzione per Nerone. I vari candidati avevano combattuto per la distinzione, introducendo confusione sulla frontiera settentrionale.

PLUBIUS CLODIUS
Il risultato è stato una fuga generale delle tribù germaniche e celtiche lungo il Reno noto come Belgio. Gli storici la chiamarono la ribellione dei Batavi dell'anno 70, al termine della quale entrambe le vexillationes lasciate a guardia del castrum (della V Alaudae e XV Primigenia), furono distrutte.

« [...] e mentre Vespasiano si trovava ad Alessandria e Tito iniziava l'assedio di Gerusalemme, una gran massa di Germani si ribellò, e i vicini Galli ebbero le stesse intenzioni al pari delle loro speranze di potersi togliere il giogo dei Romani. »
(Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, VII, 4.2.75-76.)

In sostanza le tribù lungo il Reno ritiennero che l'impero romano era finito e decisero di creare uno stato in Gallia governato a Trier da Gaio Giulio Civile. Riuscirono a convincere due legioni e la maggior parte della Gallia a giurare fedeltà a questo stato. La I Germanica era uno di loro, mentre le unità che cercarono di resistere furono attaccate.

I ribelli batavi, guidati da Gaio Giulio Civile, riuscirono a distruggere quattro legioni, infliggendo sconfitte umilianti all'esercito romano, ma poi si arresero al generale Quinto Petillio Cereale.

Chi vinse in quell'anno di tradimenti fu Vespasiano. Mandò otto legioni al comando di Quintus Petillius Cerialis sul Reno dove le due legioni rinnegate al suo arrivo fuggirono rifugiandosi nella regione corrispondente all'Alsazia-Lorenam sulla riva sinistra del Reno e la Gallia ripudiò il governo di Triers, che giunse a patti.

La Legio I non tornò allo stanziamento. Completata la pacificazione, Vespasiano stesso venne sul Reno e sciolse la  I Germanica. Probabilmente i soldati che rimasero confluirono nella Legio VII Gemina.


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