RICOSTRUZIONE DELLA COLONNA LATTARIA |
ANTICA GRECIA
Nell'antica Grecia, l'abbandono dei neonati era ammesso, tanto che questo, col tempo, divento' pratica comune. Molti erano i motivi per cui alcuni bambini venivano rifiutati dai genitori: problemi economici creati dal nuovo nato, la presenza di una malformazione fisica, l'essere il frutto di una violenza, di un incesto o di una relazione illecita.
Le femmine erano più abbandonate dei maschi in quanto destinate a diventare comunque un peso per la famiglia: se si sposavano infatti, dovevano essere fornite di dote; ma se al contrario rimanevano nella casa d'origine, avrebbero pesato gravemente sul bilancio familiare: la legge prevedeva addirittura che un padre potesse vendere come schiava la figlia diventata vergine "attempata".
Spesso ai piedi di questa colonna, la sorte che attendeva i bambini abbandonati, era la morte per fame o la schiavitù presso chi li raccoglieva. Immaginiamo il dolore delle madri romane che dovevano staccarsi dal piccolo e dovevano continuare a vivere accanto all'assassino dei loro figli. Insieme al figlio moriva un po' anche la madre.
ANTICA ROMA
Nell'antica Roma il costume era pressoché identico, i figli venivano abbandonati per le stesse cause e motivazioni dei greci, e l'abbandono non era considerato delitto; i Romani, al padre che non voleva accettare il figlio come proprio, consentivano di portarlo ai piedi di una colonna ( la "columna lactaria"), affinchè fosse "esposto" all'attenzione e alla pietà di chi passava.
La Columna Lactaria era dunque un punto di riferimento posto nel Forum Holitorium, o mercato dei prodotti. Il grammatico romano Festo dice che era così chiamato "perché avrebbero portato i bambini lì per essere nutriti con latte".
L'area della Colonna Lattaria era una zona molto frequentata, accanto al mercato e sulla strada per il forum. Qui i bambini esposti accanto alla colonna venivano visti da molte persone, in modo che potessero essere raccolti da coppie che non potevano avere figli, per allevarli da bambini, ma potevano anche essere raccolti per essere destinati a schiavitù o prostituzione. Nel
peggiore dei casi morivano di freddo o di fame.
IL CRISTIANESIMO
Nell'antica Roma il costume era pressoché identico, i figli venivano abbandonati per le stesse cause e motivazioni dei greci, e l'abbandono non era considerato delitto; i Romani, al padre che non voleva accettare il figlio come proprio, consentivano di portarlo ai piedi di una colonna ( la "columna lactaria"), affinchè fosse "esposto" all'attenzione e alla pietà di chi passava.
La Columna Lactaria era dunque un punto di riferimento posto nel Forum Holitorium, o mercato dei prodotti. Il grammatico romano Festo dice che era così chiamato "perché avrebbero portato i bambini lì per essere nutriti con latte".
Chi infatti si commuoveva al piccolo se non poteva prenderlo poteva almeno offrirgli del latte, cosa che sicuramente faceva, se poteva, la propria madre, oppure mandava ogni giorno e in gran segreto la propria schiava. Parecchi bambini, se non malformati, venivano presi come schiavi, o per adoperarli o per rivenderli non appena cresciuti, infatti potevano costituire un'occasione per guadagnare denaro.
L'esposizione dei bambini diventò così frequente da attivare tra la popolazione addirittura la vendita di appositi panieri di vimini dove adagiare i neonati prima dell'abbandono. D'altronde la società dell'epoca attribuiva notevole importanza alla castità e alla fedeltà della donna, tanto che quella sposata, non esitava a far sparire con ogni mezzo la prova della sua libertà sessuale, così pure per una violenza subita che si sarebbe comunque riversata su di lei, pena la sua emarginazione se non l'uccisione.
L'ADOZIONE
C'erano poi alcune donne che non avevano figli, per cui qualcuna si poteva prendere cura del piccolo, adottandolo, sempre che avesse marito e questi fosse d'accordo, perchè le vedove non potevano adottare.
Naturalmente il modo c'era, perchè si facevano adottare da una coppia di schiavi che vivevano con la vedova. Poi si faceva una donazione di beni al piccolo che successivamente veniva liberato divenendo liberto.
LA COLONNA LATTARIA
La Columna Lactaria si ergeva su di un ambiente che proteggeva il piccolo dalle intemperie della pioggia e della neve o del sole cocente. Sul tetto del locale sembra vi fossero le statue delle antiche Dee Antevorta e Postvorta, antiche divinità della vita e della morte.
La colonna si trovava vicino al Tempio della Dea Pietas, che si dice contenesse un dipinto sul tema della Caritas Romana ("Carità Romana"), su una donna che dava il latte materno a un genitore anziano. Strano che si trovasse pietoso allattare il genitore ma non muovesse a pietà un piccolo affamato.
La colonna fu probabilmente distrutta dalla costruzione del Teatro di Marcello, a partire dagli anni '40 a.c., come venne raso al suolo l'adiacente Vicus Sobrius, dove gli abitanti offrivano libagioni di latte a un Dio punico romanizzato come Mercurius Sobrius.
Questa comunità avrebbe ereditato e mantenuto la Columna Lactaria e si dice che ancora all'inizio del XX secolo, in piazza Montanara adiacente al teatro, fossero ancora visibili i resti dell'antica colonna.
Plutarco ritiene la povertà dei genitori un'attenuante dell'abbandono e lo storico Musonio Rufo denuncia i genitori ricchi che in epoca imperiale, per assicurare il benessere ai figli che allevano "uccidono i loro fratelli" con l'esposizione, equiparata ad una condanna a morte. Del resto in epoca feudale i figli cadetti (non primogeniti) delle nobili famiglie verranno espulsi dalla famiglia dirottandoli nella carriera militare o in quella ecclesiastica.
I DELITTI
Altri luoghi dove in genere i neonati venivano abbandonati, erano frequentati da uomini senza scrupoli chiamati "nutricatores" perchè si impossessavano degli innocenti abbandonati, li nutrivano servendosene poi per loschi commerci di pedofilia e pratiche superstiziose.
Le femmine venivano utilizzate nei lavori domestici, a volte vendute come schiave o destinate alla prostituzione; i maschi venivano avviati alle attività gladiatorie nei circhi o evirati per farne uomini dalle così dette voci "bianche"; addirittura la mutilazione dei piccoli abbandonati, non era considerata delitto nemmeno da filosofi come Lucio Anneo Seneca, poichè i bambini "esposti", non appartenevano a nessun censo.
Secondo Seneca , in De Ira I, XV, 2 , il bambino non accettato dal padre veniva eliminato annegandolo: "portentoso feto extinimus, liberta quartina, se debole mostrosique editi sunt, mergimus; nec ira sed ratio est sanem ab inutile secernere".
"Distruggiamo i mostruosi feti, anche i nostri figli, se nascono malati o malformati, li anneghiamo; ma non la rabbia, ma la ragione, che separa l'inutile dagli elementi sani".
D'altronde un figlio maschio non sano non poteva combattere per la patria e una femmina non sana avrebbe potuto partorire figli non sani.
peggiore dei casi morivano di freddo o di fame.
L'IMPERATORE AUGUSTO
L'Imperatore Augusto inveendo con la nota esclamazione " per gli esposti sia gioia la morte e sia supplizio la vita", mostrò tutto il suo disprezzo nei confronti di questi sfortunati. E lo dimostrò coi fatti esponendo suo nipote al freddo e alla fame, pur essendo figlio di sua figlia Iulia, che condannò poi all'esilio per la sua condotta libertina. Non ebbe neppure la pietà di farlo esporre alla Colonna Lattaria dove avrebbe potuto avere una possibilità di vita.
Con l’avvento del Cristianesimo venne punto l'infanticidio e i bambini abbandonati vennero accolti nei brefotrofi, in Medio Oriente come in Occidente, ed a Milano nel 787 fu istituito il primo ospizio per i neonati abbandonati.
Purtroppo i brefotrofi furono spesso luoghi di sopraffazione ed orrore, e parecchi lo sono anche oggi, consegnati in genere alle suore che vengono rimborsate lautamente dallo stato, in genere molto più lautamente di quanto venga concesso in valore ai bambini. Spesso inoltre divennero appannaggio dei preti che ne abusarono significativamente.