A circa 10 km dal Karakuş Tümülüs (Turchia), si attraversa il fiume Cendere mediante un ponte moderno. Sulla sinistra si vede un imponente ponte romano a schiena d'asino risalente al II secolo d.c. Dalla stele con l'iscrizione latina si apprende che fu costruito in onore dell'imperatore romano Settimio Severo. Delle quattro colonne corinzie originarie (due per ogni estremità), ne sono rimaste tre.
Il ponte attraversa il Cendere Çayı (Chabinas Creek), un affluente del Kâhta Creek, sulla strada provinciale 02-03 da Kâhta a Sincik nella provincia di Adiyaman. Questo ponte fu descritto e raffigurato nel 1883 dagli archeologi Osman Hamdi Bey e Osgan Efendi.
Cendere fu anzitutto il nome di un piccolo fiume e di una località che divenne sede di un ponte romano, costruito dalla XVI legione Flavia Firma. Il ponte romano fu edificato negli ultimi anni del secondo secolo, dopo che l'imperatore Settimio Severo aveva sconfitto i Parti, aveva catturato Ctesifonte e aveva aggiunto la Mesopotamia all'Impero Romano.
La vecchia linea di difesa lungo l'Eufrate superiore non era più necessaria. L'area fu riorganizzata e il fiume Chabinas (l'attuale Cendere Suyu) fu attraversato dai soldati della sedicesima legione Flavia Firma mediante la costruzione di un ponte.
La costruzione era lunga 118 metri e fa parte della strada per Nemrud Daği, lungo cui giaceva la tomba del re Antioco I Teos di Commagene (r. 70-31 a.c.), famosa per le sue particolari sculture.
Il ponte è costruito come un semplice, maestoso, unico arco maestoso su due rocce nel punto più stretto del torrente.
LA STELE |
Su ciascuna delle due teste di ponte c'erano due pilastri con una statua, dedicata all'imperatore, a sua moglie Giulia Domna (170-2179 e ai loro figli Caracalla (186-217). e Geta (189 - 211).
Le colonne erette sulle estremità furono fatte costruire dai figli dell’imperatore, Caracalla e Geta.
Quando quest'ultimo fu assassinato dal fratello, la sua statua fu rimossa e il suo nome cancellato dalle iscrizioni per la damnatio memoria.
Presenta 34,2 m (112 piedi) di luce libera, la struttura è probabilmente per grandezza è il secondo ponte ad arco romano esistente.
È lungo 120 metri, equivalenti a 390 piedi, e 7 metri, equivalenti a 23 piedi di larghezza.
Il ponte fu ricostruito dalla Legio XVI Gallica, la legione derivata dalla XVI Flavia Firma, presidiata nell'antica città di Samosata (oggi Samsat) per iniziare una guerra con la Parthia.
Le città Commagene (del regno armeno di Commagene), costruirono sul ponte quattro colonne corinzie, in onore dell'imperatore romano Lucio Settimio Severo (193–211), della sua seconda moglie Giulia Domna e dei loro figli Caracalla e Publio Settimio Geta, come riportato sull'iscrizione in latino sul ponte.
A SINISTRA ISCRIZIONE CHE CITA LA XVI FLAVIA FIRMA |
La colonna di Geta, tuttavia, fu rimossa dopo l'assassinio da suo fratello Caracalla, che maledisse la memoria di Geta e ordinò che il suo nome fosse rimosso da tutte le iscrizioni.
Il ponte serviva anche per recarsi in vista della cima del Monte Nemrut, alto 2.150 metri, considerata la montagna più alta della Mesopotamia del nord, dove è situato il gigantesco santuario funerario eretto nel I sec. a.c. dal Re Antioco I di Commagene.
L'ingegnosità dimostrata per creare questo tumulo artificiale, fiancheggiato da terrazze ove posano le colossali statue di Apollo, Giove, Ercole, Tyche, Antioco costituiscono uno spettacolo mozzafiato.
Il tempo ha purtroppo danneggiato queste sculture che nessuno ha mai pensato di proteggere; i torsi e le teste così ben scolpiti, giacciono davanti ai loro piedi, e nessuno si è preoccupato di rialzarle, o di farne copie per porre gli originali in un museo.
Nell'antica Arsameia di Nymphaios, (Eskikale), un magnifico rilievo rappresenta Ercole che saluta Mitridate, Re di Commagene. I letterati pensano che queste vestigia siano quelle del Palazzo.
Il Severan Bridge è situato all'interno di uno dei più importanti parchi nazionali della Turchia, che contiene Nemrut Dağı con in cima i famosi resti della civiltà Commagena, dichiarati patrimonio mondiale dell'umanità dall'UNESCO. Nel 1997 il ponte fu restaurato.