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CULTO DI CARNEA - APOLLO CARNEO

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APOLLO CARNEO

APOLLO CARNEO

Il culto di Apollo Carneo in tempi molto arcaici era diffuso nella maggior parte delle città greche doriche, come ad esempio a Sparta. Le feste dedicate a questo Dio comportavano l'astensione o la sospensione delle operazioni militari per tutta la loro durata.

Ne parlano Erodoto e di Tucidide, secondo cui gli Spartani non giunsero in aiuto degli Ateniesi nella battaglia di Maratona perché dovevano attendere la fine delle celebrazioni delle Carnee prima di partire (Hdt. VI 106,3); gli Spartani inviarono alle Termopili un piccolo contingente agli ordini di Leonida proprio perché in quel periodo si svolgevano le Carnee e non poteva essere inviato tutto l'esercito (Hdt. VII 206).

Altrettanto durante la guerra del Peloponneso gli Spartani interrompevano l'attività bellica durante la celebrazione delle Carnee, mentre gli Argivi cercarono, con un artificio nel computo dei giorni, di rimandare l'inizio del mese Carneo, mese sacro ai Dori secondo Tucidide, per poter concludere un'incursione nel territorio di Epidauro (Thuc. V 54; V 75; V 76,1).



DEA CARNEA

Alla divinità era addirittura dedicato un mese il che fa pensare a una primitiva Dea Madre, appunto Carnea, i cui attributi siano stati poi conferiti ad Apollo che del resto aveva già assorbito le antiche Dee Muse riducendole a sue ancelle.

CARNEA
Nella moneta di cui sopra infatti Apollo ha le corna caprine in genere riservate alla Dea Capra (vedi Giunone caprotina), la Dea che nutre gli esseri col suo latte, che diventa poi caprone e negativo nella cultura religiosa medievale.

Tutto fa pensare che nell'invasione dorica del XIII sec. a.c., che soppresse molte divinità femminili sostituendole con quelle maschili, in particolare con Giove, Apollo ed Ercole, le nuove divinità di fregiarono delle proprietà delle antiche divinità, come del resto Giove strappò l'attributo del corno caprino alla Dea Amaltea trasformandola in capra vera e propria e nutrice del Dio bambino.

Conferma ciò il fatto che la moneta di cui sopra ha nel retro una spiga e una civetta, simboli delle Dee greche  Demetra e Athena. A Roma Carnea, che era Dea della salute, e che assisteva i bambini (chiara allusione alla carne da proteggere), proteggeva la salute dei bambini confondendosi a volte con la Dea Cardea che aveva protetto il bimbo Proco dalle Arpie.

Anch'essa era Dea del biancospino si che i contadini vi recintavano i propri campi affinchè li proteggesse. Sicuramente in parte i campi venivano protetti perchè il biancospino rende siepi molto fitte e irte di grosse spine che tengono lontani gli animali.

Era molto implicata nella salute dei bambini che non solo proteggeva da incidenti ma che a volte guariva miracolosamente da malattie anche gravi. I suoi templi infatti erano colmi degli exvoto per i bambini miracolosamente salvati dalla Dea.
ARCUS MANUS CARNEA

ARCO MANUS CARNEA

Aldilà delle fantasiose favole cristiane sugli improbabili miracoli, il nome dell'antico Arco è latino e si riferisce al vocabolo manus plurale manibus, che significa mano, modalità e molto altro, e carnea che non ha senso interpretare come una aggettivo, anche perchè nella maggior parte degli scritti il vocabolo è "carneae", che non è di certo interpretabile come "mano di carne".

Con tutta probabilità ci si riferisce alla Dea Carnea protettrice dei bambini. La mano di Carnea (manus Carneae, giustamente al genitivo) antica Dea italica, potrebbe essere indicazione di una protezione divina della Dea, anche se non vi sono prove in proposito per cui per ora è solo un'ipotesi.


BIBLIO


- Mirabilia Urbis Romae - 
- Liber politicus - Ordo Romanorum -
- Graphia Aureae Urbis -
- Le Miracole de Roma -
- De Mirabilibus Civitatis Romae -


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