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SCOPERTO IL MAUSOLE DEL GLADIATORE MASSIMO

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TOMBA DEL GLADIATORE

Un assessore parigino, orgoglioso delle opere di architettura moderna che Parigi e la Francia accolgono spesso e volentieri, ebbe un moto di rimprovero verso Roma per essere carente di opere di grandi architetti moderni.

Al che il nostro Adriano La Regina, docente di Etruscologia e Antichità Italiche alla Sapienza di Roma e all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte e soprintendente alle antichità di Roma, rispose:

- Noi italiani, quando vogliamo una nuova opera d'arte basta che diamo un calcio per terra e quella esce fuori. -

Aveva pienamente ragione, il suolo italico, e in particolare Roma, ha tirato fuori appena la punta di un iceberg delle antichità romane, si calcola che solo il 5% di esse siano state messe in luce.

Per questo costruttori e comuni, purtroppo poco sensibili all'arte in genere, sono spaventatissimi di scavare il suolo romano, perchè inevitabilmente escono fuori i resti di un edificio romano, nonchè decori e statue.


Ed ecco qua:

DA ROMANO IMPERO:

MAUSOLEO di MARCO NONIO MACRINO

Nel rinvenimento archeologico, in parte prevedibile data la collocazione a margine della strada antica, è avvenuto nel 2008 in via Vitorchiano, nella zona di Saxa Rubra sulla via Flaminia.

DECORO DEL MAUSOLEO
All’altezza del Km 8,500 della via Flaminia, all’interno di un’area industriale abbandonata, è emerso il tracciato antico della via Flaminia romana segnalata dalle fonti antiche, a 7 m. più in basso del livello attuale di zona.

I grandi blocchi marmorei di colonne,  capitelli, timpani, lastre decorate ed iscrizioni vengono alla luce in gruppi monumentali scomposti ma di facile connessione con un effetto da stampa settecentesca.

L’epigrafe dedicatoria consente di identificare il mausoleo di Marco Nonio Macrino, prestigioso esponente di famosa famiglia bresciana nel II sec.d.c. che svolse parte della carriera sotto Antonino Pio concludendola poi con Marco Aurelio di cui fu compagno nella spedizione contro i Quadi ed i Marcomanni e che rivestì anche importanti ruoli sacerdotali.

Sembra che a questo personaggio si sia ispirato il film Il Gladiatore. Essendo il monumento posto in zona depressa della Flaminia è facile che gli straripamenti del Tevere l'abbiano sommerso fino a seppellirlo, altrimenti le splendide coperture marmoree non sarebbero sfuggite alle papaline fabbriche di calce che tanti rivestimenti marmorei romani hanno polverizzato.

Del mausoleo di età imperiale scoperto nel corso degli scavi preventivi realizzati dalla Soprintendenza di Roma, non rimane solo la struttura. Ma anche il rivestimento marmoreo, compreso il monumentale timpano, appoggiato accanto ai basoli dell´antica strada consolare.



MARCO NONIO MACRINO

Ma chi era?

PROBABILE STATUA DI MACRINO
Marco Nonio Macrino, ovvero Marcus Nonius Macrinus, fu un generale romano dell'epoca dell'imperatore Marco Aurelio, durante le guerre settentrionali contro Marcomanni, Quadi e Sarmati Iazigi. 

È stato console suffetto nel 154 sotto Antonino Pio, e diverse volte proconsole.

Dalle iscrizioni del monumento funerario venuto alla luce nel 2008 sulla via Flaminia in località Due Ponti a Roma, era originario di Brescia, appartenente alla facoltosa e potente famiglia dei Nonii, sposato ad Arria e gli è pure attribuita la proprietà di una grande villa a Toscolano Maderno, sulle rive del lago di Garda. 

Ricoprì la prestigiosissima carica di Comes di Marco Aurelio, e pure di proconsole delle province romane di Asia, Pannonia inferiore ( 153-154) e Pannonia superiore (159-161).

Nell'ottobre 2008 a Roma, durante la costruzione di alcuni edifici sulla via Flaminia, è stato rinvenuto il suo mausoleo a forma di tempietto, alto circa 15 metri e rivestito in marmo, edificato da suo figlio Macrino e ha suscitato l'attenzione dei media nazionali ed internazionali a causa di un fraintendimento delle parole degli archeologi che hanno paragonato la vita del generale a quella del personaggio "Massimo Decimo Meridio", protagonista del film di Ridley Scott "Il gladiatore", per somiglianza di carriera politico-militare e periodo storico di appartenenza. 

RUSSELL CROWE NE "IL GLADIATORE"
La notizia (errata) che venne diffusa parlò del rinvenimento della tomba del "Gladiatore" e che la vita dello stesso personaggio storico romano aveva ispirato il film americano.

Nella realtà non fu Marco Nonio Macrino ad ispirare il personaggio di fantasia Massimo Decimo Meridio, e inoltre, sebbene sia il generale romano che il personaggio interpretato da Russell Crowe avessero agito nello stesso periodo e avessero caratteristiche comuni come l'essere graditi e ben conosciuti dall'Imperatore Marco Aurelio, il primo ebbe una carriera di successo e morì da benestante, il secondo invece perse la sua famiglia e venne ridotto in schiavitù.



COMMENTO

C'è un certo gusto a spegnere gli entusiasmi, tutti sappiamo che il regista del gladiatore non fece nè volle fare una ricostruzione storica di un evento, ma si ispirò a un certo saggio e filosofo imperatore, Marco Aurelio, al suo crudele figlio, e al buon rapporto di Marco Aurelio coi generali che apprezzava e di certo il più apprezzato fu Macrino, che fu nominato suo luogotenente oltre alle ricche province che gli vennero assegnate come proconsole.

Sappiamo pure che il regista si documentò ampiamente per girare il suo film, e dato che questo non fu tratto da un libro (Il libro Il Gladiatore è tutt'altra storia), dovette ispirarsi alle personalità di Marco Aurelio, di Commodo e di un suo valente generale. Macrino fu di gran lunga il più valente e il più vicino a Marco Aurelio.

STATUA DELLA MOGLIE DEL GLADIATORE


ROMA, scoperto sulla via Flaminia il Tempio del Gladiatore. (14 giugno 2010)

http://www.antikitera.net/news.asp?ID=9017&TAG=Archeologia&page=28

"Nei pressi di Due Ponti, sulla via Flaminia, riemergono
la tomba di Marco N. Macrino e la statua della moglie.

Ora gli archeologi hanno trovato anche la statua della moglie del "gladiatore". E' riemersa, alle porte di Roma, accanto alla via Flaminia e al mausoleo del generale di Marco Aurelio - il senatore bresciano Marco Nonio Macrino - che giace con tutti i marmi sparsi alla rinfusa. Insieme ad una iscirzione che prova l'esistenza del personaggio che qualche mese fa era stato identificato come possibile ispiratore della figura del Gladiatore, poi interpretato da Russel Crowe.

Gli scavi della Soprintendenza speciale archeologica di Roma sono ripresi da un mese, dopo i primi ritrovamenti riemersi nel cantiere edile di via Vitorchiano a partire dal 2007. E non passa giorno che non si aggiungano sorprese. La più importante è che è riemerso ora in tutta la sua interezza il basamento del mausoleo del "generale", una struttura che misura venti metri di lunghezza per dieci larghezza.



TRASFERIMENTO SALTATO

Impossibile trasferire altrove questa scoperta archeologica, come era stato ipotizzato inizialmente.

La soluzione è rimettere in piedi il monumento, un imponente mausoleo alto una quindicina di metri, interamente in marmo comprese le tegole del tetto.

Sembra un'immagine degli scavi al Foro alla fine dell'Ottocento, quando Giacomo Boni riportò in luce il cuore del sistema imperiale.

In mezzo a lacerti di grandi dimensioni si aggirano gli archeologi, i rilevatori, i geologi, guidati da Daniela Rizzo. L'emozione è forte.



SETTE METRI SOTTO I BINARI

Sette metri sotto il livello della ferrovia, la Roma Viterbo che lì vicino ha la stazione Due Ponti, ecco il grande monumento che giace intorno al nucleo cementizio con un centinaio di grandi frammenti architettonici che andranno ricomposti. Sorge accanto a un lungo tratto dell'antica Flaminia, con i suoi basolati scuri vulcanici, ad alcuni recenti funerari in laterizio, a altri due monumenti-mausoleo a tamburo in origine merlati un po' come la tomba di Cecilia Metella sull'Appia. Due merli sono stati appena ritrovati accanto alle basi dei monumenti che mostrano i nuclei di calcestruzzo e di laterizio.

L'archeologa Daniela Rossi, responsabile dello scavo per la Soprintendenza COLONNE E TIMPANO - Poco oltre ecco il terreno disseminato di frammenti marmorei del mausoleo del "generale". Capitelli corinzi, colonne scanalate (la più luna misura quasi 7 metri), pezzi del frontone del timpano, strutture del soffitto a cassettone con rosoni, l'acroterio, cornici, fregi.

In tutta questa massa di marmo emerge superba l'iscrizione per Marco Nonio Macrino, compagno e "legatus" dell'imperatore Marco Aurelio, che fin dall'inizio dello scavo ha consentito un'attribuzione certa del monumento di cui pian piano è affiorata l'importanza progressiva.


TEMPIETTO DA 15 METRI - Spiega Daniela Rossi: "Tutto questo fa parte di un monumento a tempietto alto una quindicina di metri. Sappiamo ora che il mausoleo era provvisto di un timpano con quattro colonne sul davanti e sopra un acroterio. Il tetto a due falde è eccezionale, tutti i suoi componenti tegole comprese sono in marmo". L'interno del mausoleo è costituito da una cella sepolcrale con muri perimetrali e fregi d'acanto"


I FASCI LITTORI - "Di là dalla via Flaminia c'è poi un altro mausoleo - prosegue l'archeologa -, di cui sono state riportate in luce lastre con i fasci littori". Tutto il sito, che prevede altri due mesi di scavi, trasuda storia. La scoperta più avvincente è avvenuta quando gli archeologi hanno guardato i due cordoli di pietra rialzati che chiudono la carreggiata della Flaminia, la "crepidine".

Con stupore sono state trovate pietre messe per lungo che in realtà sono appartenute a tombe di soldati, probabilmente narbonensi, quasi certamente frutto di un cimitero nato dopo la battaglia di Ponte Milvio. Ci sono iscrizioni che riguardano soldati di Mediolanum, Como, Vienna.

Il sito copre un arco di storia che va dal I secolo avanti Cristo al II dopo Cristo. Trecento anni, con al centro la fantastica tomba di Marco Nonio Macrino, venuto da Brescia, che se non è il gladiatore è stato certamente un grande generale dell'imperatore Marco Aurelio. Con lui la moglie, colta a statura naturale nella classica posizione della "pudicizia" romana.

Paolo Brogi



LA REPUBBLICA (31 Luglio 2013)

Russell Crowe: 'Salvate la tomba del Gladiatore'

In difesa del mausoleo di Marco Nonio Macrino

L'attore di Holly wood scende in campo per salvare il monumento funerario del II secolo d. C., venuto alla luce nel 2008 alla periferia di Roma in via Vitorchiano, lungo la via Flaminia.

Considerato tra i ritrovamenti più importanti degli ultimi trent'anni per la potenza architettonica dei suoi marmi, sarà reinterrato.
Partita una petizione online, "Save the Gladiator's Tomb" di SILVIA BIZIO e LAURA LARCAN.

"Di tutte le grandi nazioni del mondo, l'Italia in particolare dovrebbe essere una guida nel promuovere l'importanza di esplorare e conservare il passato antico". Parola di Russell Crowe.

È il divo di Hollywood, che al cinema ha vestito i panni da premio Oscar de Il Gladiatore, a scendere in campo per salvare a Roma il mausoleo di Marco Nonio Macrino.

È la tomba del generale dell'imperatore Marco Aurelio che ha ispirato la star dell'arena di Ridley Scott, Massimo Decimo Meridio. Il magnifico monumento funerario del II secolo d.c., venuto alla luce nel 2008 alla periferia di Roma in via Vitorchiano, lungo la via Flaminia, considerato tra i ritrovamenti più importanti degli ultimi trent'anni per la potenza architettonica dei suoi marmi, sarà reinterrato.
Una scelta "dolorosa" e non certo presa a cuor leggero dalla Soprintendenza ai beni archeologici di Roma che, come dichiara la soprintendente Mariarosaria Barbera, "non è in grado di spendere tre milioni di euro per un progetto di valorizzazione che preveda anche la protezione e la bonifica dei 13mila metri quadrati dell'area.

E certo resta la sensazione che, fosse emerso nelle periferie di Berlino, Parigi o Washington, il mausoleo di Macrino avrebbe avuto altro destino".

Perché la "tomba del Gladiatore", con le sue colonne e trabeazioni intere, i frammenti colossali di timpani, la raffinata manifattura delle decorazioni, la gigantesca iscrizione dedicatoria, conservati negli strati millenari di fango del Tevere, potrebbe essere anche ricostruita. E dallo scavo di via Vitorchiano potrebbe partire il progetto del parco archeologico dell'antica via Flamina, un moderno museo all'aperto da godere in bicicletta o in treno.

Un "sogno" che spinge Russell Crowe, interpellato da Repubblica, a lanciare un appello: "I membri dell'amministrazione comunale di Roma dovrebbero sempre incoraggiare i cittadini italiani ad essere fieri dei successi e della gloriosa storia del loro Paese".

E per salvare il monumento è partita ieri una petizione online, "Save the Gladiator's Tomb", promossa dall'American Institut for Roman Culture che coinvolge una rete mondiale di studiosi e ricercatori. "

Vogliamo testimoniare al ministero per i Beni culturali che c'è grande interesse per questa scoperta da parte della comunità scientifica di tutto il mondo - racconta l'archeologo americano e divulgatore scientifico Darius Aarya, che al mausoleo di Macrino ha dedicato documentari per History Channel -

Non contestiamo l'operazione di reinterro perché ne comprendiamo le motivazioni, ma vorremmo che si prendessero in considerazione tutte le possibili soluzioni. Come ultima chance, puntiamo a raccogliere fondi per salvare il monumento".

D'altronde, da quando la notizia della scoperta del monumento funebre del condottiero romano ha fatto il giro del mondo, in America s'è accesa subito una grande passione nei confronti di Macrino legato al personaggio del film con Russell Crowe.

Anche la stampa d'oltremanica si è occupata del destino che incombe sul monumento, con The
Guardian che ieri ha denunciato la sorte "triste " dei beni culturali in Italia afflitti dalla scure dei tagli. Reinterrare è una "sconfitta" come la definiscono gli archeologi americani, se si considera che, conti alla mano, fino ad oggi la Soprintendenza di Roma ha speso, tra scavi, restauri, interventi d'emergenza, circa 700 mila euro e ne serviranno almeno altri 250 mila per ricoprire l'area.

Un'apertura a collaborare arriva già dalla proprietà del terreno, il Gruppo Bonifaci, che sull'area punta a realizzare tre palazzine:
"Siamo disponibili a sostenere economicamente un'operazione di valorizzazione dell'area collaborando con la Soprintendenza ad un progetto di qualità condiviso, in cui il patrimonio archeologico possa convivere in modo intelligente con i nostri interventi residenziali ", dice Cristian Toffano.

La partita potrebbe così riaprirsi, come commenta la soprintendente Mariarosaria Barbera:

"Prendo atto con soddisfazione e spero di poter valutare proposte concrete e di qualità al più presto. Prima di reinterrare, ogni ipotesi alternativa deve essere esplorata".

Ma bisogna fare in fretta. Perché, come ribadisce Russell Crowe,

"è dai dettagli delle esplorazioni archeologiche che vediamo e capiamo quello che ci lega alla nostra storia, quello che la storia ci può insegnare e cosa può essere il nostro futuro con quella conoscenza".




XX Municipio, Perina (PdL): Mausoleo Marco Nonio Macrino, una perla di Roma da salvare
12-Dicembre-2012 

Marco Perina, Vicepresidente del XX Municipio e Assessore alla Cultura, uno dei destinatari della petizione lanciata dall’American Institut for Roman Culture per salvare la “tomba del gladiatore” di via Flaminia, interviene a difesa del Mausoleo. 

“Non si può restare insensibili di fronte alla notizia che il Mausoleo di Marco Nonio Macrino corre il rischio di essere reinterrato perché mancano i fondi per erigerlo in tutta la sua magnificenza, valorizzarlo e rendere il sito di via Vitorchiano un polo museale a cielo aperto.”

“Il Mausoleo è di una bellezza unica, tutta l’area lo è considerando non solo ciò che è stato rinvenuto ma quanto altro ancora è nascosto sotto metri di terra. Nell’insieme, un piccolo Foro Romano che nulla avrebbe da invidiare al fratello maggiore.”

Così si esprime Marco Perina in merito all’ipotesi di reinterramento recentemente palesata dalla Sovrintendenza con l’obiettivo di proteggere la più importante scoperta archeologica degli ultimi 30 anni effettuata proprio in via Vitorchiano, sulla Flaminia, territorio di competenza del XX Municipio.

“Reinterrare il Mausoleo per mancanza di fondi sarebbe un suicidio storico-culturale imperdonabile per la nostra e le future generazioni. Con le dovute proporzioni, è come se si reinterrasse Pompei” continua il vicepresidente del XX Municipio sostenendo: “occorrono tre milioni di euro? Vanno assolutamente trovati.”

“Ringrazio vivamente l’American Institut for Roman Culture che ha lanciato una petizione, della quale sono uno dei destinatari, con l’obiettivo di smuovere le coscienze e anche io mi appello al Ministro per i Beni e le Attività Culturali, Lorenzo Olnaghi, al Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e a tutti quei soggetti pubblici che possano in qualche modo contribuire a raggiungere questa cifra per salvaguardare un bene così prezioso.”

“Nel Maggio 2011 - ricorda Marco Perina - il Consiglio del XX Municipio di Roma ha votato all’unanimità un documento con il quale si chiedeva al Sindaco di Roma l’apposizione del vincolo archeologico di assoluta inedificabilità su tutta l’area interessata e lo si invitava ad adoperarsi, di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, per reperire le risorse economiche necessarie a musealizzare il sito e comprenderlo nel programma, già approvato fra i progetti di Roma Capitale, di Parco Archeologico della via Flaminia, da Ponte Milvio a Malborghetto.



COMMENTO

Purtroppo non risulta a tutt'oggi che quel "vincolo archeologico di assoluta inedificabilità su tutta l’area interessata" sia mai stato applicato.


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