TOMBA DEL GLADIATORE |
Un assessore parigino, orgoglioso delle opere di architettura moderna che Parigi e la Francia accolgono spesso e volentieri, ebbe un moto di rimprovero verso Roma per essere carente di opere di grandi architetti moderni.
Al che il nostro Adriano La Regina, docente di Etruscologia e Antichità Italiche alla Sapienza di Roma e all'epoca presidente dell'Istituto nazionale di archeologia e storia dell'arte e soprintendente alle antichità di Roma, rispose:
- Noi italiani, quando vogliamo una nuova opera d'arte basta che diamo un calcio per terra e quella esce fuori. -
Aveva pienamente ragione, il suolo italico, e in particolare Roma, ha tirato fuori appena la punta di un iceberg delle antichità romane, si calcola che solo il 5% di esse siano state messe in luce.
Per questo costruttori e comuni, purtroppo poco sensibili all'arte in genere, sono spaventatissimi di scavare il suolo romano, perchè inevitabilmente escono fuori i resti di un edificio romano, nonchè decori e statue.
Ed ecco qua:
MARCO NONIO MACRINO
Ma chi era?
Marco Nonio Macrino, ovvero Marcus Nonius Macrinus, fu un generale romano dell'epoca dell'imperatore Marco Aurelio, durante le guerre settentrionali contro Marcomanni, Quadi e Sarmati Iazigi.
Dalle iscrizioni del monumento funerario venuto alla luce nel 2008 sulla via Flaminia in località Due Ponti a Roma, era originario di Brescia, appartenente alla facoltosa e potente famiglia dei Nonii, sposato ad Arria e gli è pure attribuita la proprietà di una grande villa a Toscolano Maderno, sulle rive del lago di Garda.
La notizia (errata) che venne diffusa parlò del rinvenimento della tomba del "Gladiatore" e che la vita dello stesso personaggio storico romano aveva ispirato il film americano.
Nella realtà non fu Marco Nonio Macrino ad ispirare il personaggio di fantasia Massimo Decimo Meridio, e inoltre, sebbene sia il generale romano che il personaggio interpretato da Russell Crowe avessero agito nello stesso periodo e avessero caratteristiche comuni come l'essere graditi e ben conosciuti dall'Imperatore Marco Aurelio, il primo ebbe una carriera di successo e morì da benestante, il secondo invece perse la sua famiglia e venne ridotto in schiavitù.
ROMA, scoperto sulla via Flaminia il Tempio del Gladiatore. (14 giugno 2010)
http://www.antikitera.net/news.asp?ID=9017&TAG=Archeologia&page=28
"Nei pressi di Due Ponti, sulla via Flaminia, riemergono
la tomba di Marco N. Macrino e la statua della moglie.
Ora gli archeologi hanno trovato anche la statua della moglie del "gladiatore". E' riemersa, alle porte di Roma, accanto alla via Flaminia e al mausoleo del generale di Marco Aurelio - il senatore bresciano Marco Nonio Macrino - che giace con tutti i marmi sparsi alla rinfusa. Insieme ad una iscirzione che prova l'esistenza del personaggio che qualche mese fa era stato identificato come possibile ispiratore della figura del Gladiatore, poi interpretato da Russel Crowe.
Gli scavi della Soprintendenza speciale archeologica di Roma sono ripresi da un mese, dopo i primi ritrovamenti riemersi nel cantiere edile di via Vitorchiano a partire dal 2007. E non passa giorno che non si aggiungano sorprese. La più importante è che è riemerso ora in tutta la sua interezza il basamento del mausoleo del "generale", una struttura che misura venti metri di lunghezza per dieci larghezza.
TRASFERIMENTO SALTATO
Impossibile trasferire altrove questa scoperta archeologica, come era stato ipotizzato inizialmente.
La soluzione è rimettere in piedi il monumento, un imponente mausoleo alto una quindicina di metri, interamente in marmo comprese le tegole del tetto.
Sembra un'immagine degli scavi al Foro alla fine dell'Ottocento, quando Giacomo Boni riportò in luce il cuore del sistema imperiale.
In mezzo a lacerti di grandi dimensioni si aggirano gli archeologi, i rilevatori, i geologi, guidati da Daniela Rizzo. L'emozione è forte.
SETTE METRI SOTTO I BINARI
Sette metri sotto il livello della ferrovia, la Roma Viterbo che lì vicino ha la stazione Due Ponti, ecco il grande monumento che giace intorno al nucleo cementizio con un centinaio di grandi frammenti architettonici che andranno ricomposti. Sorge accanto a un lungo tratto dell'antica Flaminia, con i suoi basolati scuri vulcanici, ad alcuni recenti funerari in laterizio, a altri due monumenti-mausoleo a tamburo in origine merlati un po' come la tomba di Cecilia Metella sull'Appia. Due merli sono stati appena ritrovati accanto alle basi dei monumenti che mostrano i nuclei di calcestruzzo e di laterizio.
L'archeologa Daniela Rossi, responsabile dello scavo per la Soprintendenza COLONNE E TIMPANO - Poco oltre ecco il terreno disseminato di frammenti marmorei del mausoleo del "generale". Capitelli corinzi, colonne scanalate (la più luna misura quasi 7 metri), pezzi del frontone del timpano, strutture del soffitto a cassettone con rosoni, l'acroterio, cornici, fregi.
In tutta questa massa di marmo emerge superba l'iscrizione per Marco Nonio Macrino, compagno e "legatus" dell'imperatore Marco Aurelio, che fin dall'inizio dello scavo ha consentito un'attribuzione certa del monumento di cui pian piano è affiorata l'importanza progressiva.
TEMPIETTO DA 15 METRI - Spiega Daniela Rossi: "Tutto questo fa parte di un monumento a tempietto alto una quindicina di metri. Sappiamo ora che il mausoleo era provvisto di un timpano con quattro colonne sul davanti e sopra un acroterio. Il tetto a due falde è eccezionale, tutti i suoi componenti tegole comprese sono in marmo". L'interno del mausoleo è costituito da una cella sepolcrale con muri perimetrali e fregi d'acanto"
I FASCI LITTORI - "Di là dalla via Flaminia c'è poi un altro mausoleo - prosegue l'archeologa -, di cui sono state riportate in luce lastre con i fasci littori". Tutto il sito, che prevede altri due mesi di scavi, trasuda storia. La scoperta più avvincente è avvenuta quando gli archeologi hanno guardato i due cordoli di pietra rialzati che chiudono la carreggiata della Flaminia, la "crepidine".
Con stupore sono state trovate pietre messe per lungo che in realtà sono appartenute a tombe di soldati, probabilmente narbonensi, quasi certamente frutto di un cimitero nato dopo la battaglia di Ponte Milvio. Ci sono iscrizioni che riguardano soldati di Mediolanum, Como, Vienna.
Il sito copre un arco di storia che va dal I secolo avanti Cristo al II dopo Cristo. Trecento anni, con al centro la fantastica tomba di Marco Nonio Macrino, venuto da Brescia, che se non è il gladiatore è stato certamente un grande generale dell'imperatore Marco Aurelio. Con lui la moglie, colta a statura naturale nella classica posizione della "pudicizia" romana.
Paolo Brogi
LA REPUBBLICA (31 Luglio 2013)
Purtroppo non risulta a tutt'oggi che quel "vincolo archeologico di assoluta inedificabilità su tutta l’area interessata" sia mai stato applicato. - Noi italiani, quando vogliamo una nuova opera d'arte basta che diamo un calcio per terra e quella esce fuori. -
Aveva pienamente ragione, il suolo italico, e in particolare Roma, ha tirato fuori appena la punta di un iceberg delle antichità romane, si calcola che solo il 5% di esse siano state messe in luce.
Per questo costruttori e comuni, purtroppo poco sensibili all'arte in genere, sono spaventatissimi di scavare il suolo romano, perchè inevitabilmente escono fuori i resti di un edificio romano, nonchè decori e statue.
Ed ecco qua:
DA ROMANO IMPERO:
MAUSOLEO di MARCO NONIO MACRINO
Nel rinvenimento archeologico, in parte prevedibile data la collocazione a margine della strada antica, è avvenuto nel 2008 in via Vitorchiano, nella zona di Saxa Rubra sulla via Flaminia.
All’altezza del Km 8,500 della via Flaminia, all’interno di un’area industriale abbandonata, è emerso il tracciato antico della via Flaminia romana segnalata dalle fonti antiche, a 7 m. più in basso del livello attuale di zona.
I grandi blocchi marmorei di colonne, capitelli, timpani, lastre decorate ed iscrizioni vengono alla luce in gruppi monumentali scomposti ma di facile connessione con un effetto da stampa settecentesca.
L’epigrafe dedicatoria consente di identificare il mausoleo di Marco Nonio Macrino, prestigioso esponente di famosa famiglia bresciana nel II sec.d.c. che svolse parte della carriera sotto Antonino Pio concludendola poi con Marco Aurelio di cui fu compagno nella spedizione contro i Quadi ed i Marcomanni e che rivestì anche importanti ruoli sacerdotali.
Sembra che a questo personaggio si sia ispirato il film Il Gladiatore. Essendo il monumento posto in zona depressa della Flaminia è facile che gli straripamenti del Tevere l'abbiano sommerso fino a seppellirlo, altrimenti le splendide coperture marmoree non sarebbero sfuggite alle papaline fabbriche di calce che tanti rivestimenti marmorei romani hanno polverizzato.
Del mausoleo di età imperiale scoperto nel corso degli scavi preventivi realizzati dalla Soprintendenza di Roma, non rimane solo la struttura. Ma anche il rivestimento marmoreo, compreso il monumentale timpano, appoggiato accanto ai basoli dell´antica strada consolare.
Nel rinvenimento archeologico, in parte prevedibile data la collocazione a margine della strada antica, è avvenuto nel 2008 in via Vitorchiano, nella zona di Saxa Rubra sulla via Flaminia.
DECORO DEL MAUSOLEO |
I grandi blocchi marmorei di colonne, capitelli, timpani, lastre decorate ed iscrizioni vengono alla luce in gruppi monumentali scomposti ma di facile connessione con un effetto da stampa settecentesca.
L’epigrafe dedicatoria consente di identificare il mausoleo di Marco Nonio Macrino, prestigioso esponente di famosa famiglia bresciana nel II sec.d.c. che svolse parte della carriera sotto Antonino Pio concludendola poi con Marco Aurelio di cui fu compagno nella spedizione contro i Quadi ed i Marcomanni e che rivestì anche importanti ruoli sacerdotali.
Sembra che a questo personaggio si sia ispirato il film Il Gladiatore. Essendo il monumento posto in zona depressa della Flaminia è facile che gli straripamenti del Tevere l'abbiano sommerso fino a seppellirlo, altrimenti le splendide coperture marmoree non sarebbero sfuggite alle papaline fabbriche di calce che tanti rivestimenti marmorei romani hanno polverizzato.
Del mausoleo di età imperiale scoperto nel corso degli scavi preventivi realizzati dalla Soprintendenza di Roma, non rimane solo la struttura. Ma anche il rivestimento marmoreo, compreso il monumentale timpano, appoggiato accanto ai basoli dell´antica strada consolare.
MARCO NONIO MACRINO
Ma chi era?
PROBABILE STATUA DI MACRINO |
È stato console suffetto nel 154 sotto Antonino Pio, e diverse volte proconsole.
Dalle iscrizioni del monumento funerario venuto alla luce nel 2008 sulla via Flaminia in località Due Ponti a Roma, era originario di Brescia, appartenente alla facoltosa e potente famiglia dei Nonii, sposato ad Arria e gli è pure attribuita la proprietà di una grande villa a Toscolano Maderno, sulle rive del lago di Garda.
Ricoprì la prestigiosissima carica di Comes di Marco Aurelio, e pure di proconsole delle province romane di Asia, Pannonia inferiore ( 153-154) e Pannonia superiore (159-161).
Nell'ottobre 2008 a Roma, durante la costruzione di alcuni edifici sulla via Flaminia, è stato rinvenuto il suo mausoleo a forma di tempietto, alto circa 15 metri e rivestito in marmo, edificato da suo figlio Macrino e ha suscitato l'attenzione dei media nazionali ed internazionali a causa di un fraintendimento delle parole degli archeologi che hanno paragonato la vita del generale a quella del personaggio "Massimo Decimo Meridio", protagonista del film di Ridley Scott "Il gladiatore", per somiglianza di carriera politico-militare e periodo storico di appartenenza.
Nell'ottobre 2008 a Roma, durante la costruzione di alcuni edifici sulla via Flaminia, è stato rinvenuto il suo mausoleo a forma di tempietto, alto circa 15 metri e rivestito in marmo, edificato da suo figlio Macrino e ha suscitato l'attenzione dei media nazionali ed internazionali a causa di un fraintendimento delle parole degli archeologi che hanno paragonato la vita del generale a quella del personaggio "Massimo Decimo Meridio", protagonista del film di Ridley Scott "Il gladiatore", per somiglianza di carriera politico-militare e periodo storico di appartenenza.
RUSSELL CROWE NE "IL GLADIATORE" |
Nella realtà non fu Marco Nonio Macrino ad ispirare il personaggio di fantasia Massimo Decimo Meridio, e inoltre, sebbene sia il generale romano che il personaggio interpretato da Russell Crowe avessero agito nello stesso periodo e avessero caratteristiche comuni come l'essere graditi e ben conosciuti dall'Imperatore Marco Aurelio, il primo ebbe una carriera di successo e morì da benestante, il secondo invece perse la sua famiglia e venne ridotto in schiavitù.
COMMENTO
C'è un certo gusto a spegnere gli entusiasmi, tutti sappiamo che il regista del gladiatore non fece nè volle fare una ricostruzione storica di un evento, ma si ispirò a un certo saggio e filosofo imperatore, Marco Aurelio, al suo crudele figlio, e al buon rapporto di Marco Aurelio coi generali che apprezzava e di certo il più apprezzato fu Macrino, che fu nominato suo luogotenente oltre alle ricche province che gli vennero assegnate come proconsole.
Sappiamo pure che il regista si documentò ampiamente per girare il suo film, e dato che questo non fu tratto da un libro (Il libro Il Gladiatore è tutt'altra storia), dovette ispirarsi alle personalità di Marco Aurelio, di Commodo e di un suo valente generale. Macrino fu di gran lunga il più valente e il più vicino a Marco Aurelio.
http://www.antikitera.net/news.asp?ID=9017&TAG=Archeologia&page=28
"Nei pressi di Due Ponti, sulla via Flaminia, riemergono
la tomba di Marco N. Macrino e la statua della moglie.
Ora gli archeologi hanno trovato anche la statua della moglie del "gladiatore". E' riemersa, alle porte di Roma, accanto alla via Flaminia e al mausoleo del generale di Marco Aurelio - il senatore bresciano Marco Nonio Macrino - che giace con tutti i marmi sparsi alla rinfusa. Insieme ad una iscirzione che prova l'esistenza del personaggio che qualche mese fa era stato identificato come possibile ispiratore della figura del Gladiatore, poi interpretato da Russel Crowe.
Gli scavi della Soprintendenza speciale archeologica di Roma sono ripresi da un mese, dopo i primi ritrovamenti riemersi nel cantiere edile di via Vitorchiano a partire dal 2007. E non passa giorno che non si aggiungano sorprese. La più importante è che è riemerso ora in tutta la sua interezza il basamento del mausoleo del "generale", una struttura che misura venti metri di lunghezza per dieci larghezza.
TRASFERIMENTO SALTATO
Impossibile trasferire altrove questa scoperta archeologica, come era stato ipotizzato inizialmente.
La soluzione è rimettere in piedi il monumento, un imponente mausoleo alto una quindicina di metri, interamente in marmo comprese le tegole del tetto.
Sembra un'immagine degli scavi al Foro alla fine dell'Ottocento, quando Giacomo Boni riportò in luce il cuore del sistema imperiale.
In mezzo a lacerti di grandi dimensioni si aggirano gli archeologi, i rilevatori, i geologi, guidati da Daniela Rizzo. L'emozione è forte.
SETTE METRI SOTTO I BINARI
Sette metri sotto il livello della ferrovia, la Roma Viterbo che lì vicino ha la stazione Due Ponti, ecco il grande monumento che giace intorno al nucleo cementizio con un centinaio di grandi frammenti architettonici che andranno ricomposti. Sorge accanto a un lungo tratto dell'antica Flaminia, con i suoi basolati scuri vulcanici, ad alcuni recenti funerari in laterizio, a altri due monumenti-mausoleo a tamburo in origine merlati un po' come la tomba di Cecilia Metella sull'Appia. Due merli sono stati appena ritrovati accanto alle basi dei monumenti che mostrano i nuclei di calcestruzzo e di laterizio.
L'archeologa Daniela Rossi, responsabile dello scavo per la Soprintendenza COLONNE E TIMPANO - Poco oltre ecco il terreno disseminato di frammenti marmorei del mausoleo del "generale". Capitelli corinzi, colonne scanalate (la più luna misura quasi 7 metri), pezzi del frontone del timpano, strutture del soffitto a cassettone con rosoni, l'acroterio, cornici, fregi.
In tutta questa massa di marmo emerge superba l'iscrizione per Marco Nonio Macrino, compagno e "legatus" dell'imperatore Marco Aurelio, che fin dall'inizio dello scavo ha consentito un'attribuzione certa del monumento di cui pian piano è affiorata l'importanza progressiva.
TEMPIETTO DA 15 METRI - Spiega Daniela Rossi: "Tutto questo fa parte di un monumento a tempietto alto una quindicina di metri. Sappiamo ora che il mausoleo era provvisto di un timpano con quattro colonne sul davanti e sopra un acroterio. Il tetto a due falde è eccezionale, tutti i suoi componenti tegole comprese sono in marmo". L'interno del mausoleo è costituito da una cella sepolcrale con muri perimetrali e fregi d'acanto"
I FASCI LITTORI - "Di là dalla via Flaminia c'è poi un altro mausoleo - prosegue l'archeologa -, di cui sono state riportate in luce lastre con i fasci littori". Tutto il sito, che prevede altri due mesi di scavi, trasuda storia. La scoperta più avvincente è avvenuta quando gli archeologi hanno guardato i due cordoli di pietra rialzati che chiudono la carreggiata della Flaminia, la "crepidine".
Con stupore sono state trovate pietre messe per lungo che in realtà sono appartenute a tombe di soldati, probabilmente narbonensi, quasi certamente frutto di un cimitero nato dopo la battaglia di Ponte Milvio. Ci sono iscrizioni che riguardano soldati di Mediolanum, Como, Vienna.
Il sito copre un arco di storia che va dal I secolo avanti Cristo al II dopo Cristo. Trecento anni, con al centro la fantastica tomba di Marco Nonio Macrino, venuto da Brescia, che se non è il gladiatore è stato certamente un grande generale dell'imperatore Marco Aurelio. Con lui la moglie, colta a statura naturale nella classica posizione della "pudicizia" romana.
Paolo Brogi
LA REPUBBLICA (31 Luglio 2013)