Glanum era una città della Gallia Narbonese, posta sulla via che va dalla Spagna all'Italia attraverso il Monginevro, ricordata dai geografi antichi (Ptolom., vi, 20), è annoverata da Plinio (Nat. hist., iii, 36) fra quelle che godevano del privilegio latino.
L'antica Glanum era una ricca città che gode ancora oggi di un magnifico scenario, posta come è sotto una gola sui fianchi delle Alpilles (colline provenzali). Si trova a circa un Km a sud della città di Saint-Rémy-de-Provence e originariamente fu un oppidum celto-ligure, che si espanse sotto l'influenza greca prima di diventare una città romana. Glanum, ovvero le sue rovine, ritrovate nel 1921, si trovano all'entrata di una suggestiva e stretta gola della catena delle Alpilles.
Poiché dopo l'epoca romana non fu mai riedificata sui suoi insediamenti, ma fu in parte sepolta da depositi alluvionali provenienti dalle colline soprastanti, gran parte della cittadina si è conservata fino ai nostri giorni. Molti degli imponenti edifici sono stati scavati e possono essere visitati a tutt'oggi.
È nota soprattutto per due monumenti romani ben conservati del I secolo a.c., conosciuti come "les Antiques", e cioè un mausoleo e un arco di trionfo.
L'OPPIDUM CELTICO- LIGURE
Tra il IV e il II secolo a.c., i Salyens, la più grande delle tribù celto-liguri della Provenza, costruirono una fortezza di pietra sulle colline che circondavano la valle di Notre-Dame-de-Laval, intorno alla preziosa sorgente della valle, che era conosciuta per i suoi poteri curativi. Intorno alla sorgente venne infatti edificato un santuario dedicato al Dio celtico Glanis. La città crebbe e nel II secolo a.c. fu costruita una seconda cinta muraria. che salvaguardava i nuovi edifici.
La città era praticamente celtica, come dimostrano i nomi degli abitanti incisi nelle epigrafi, come Vrittakos, Eporix e Litumaros, e pure dai nomi degli Dei locali Glanis e le Glanicae, Dee simili alle Matres Romane, nonchè dai nomi delle Dee Rosmerta ed Epona. Ma si evince pure dalle statue e ceramiche, e dagli utensili da cucina reperiti, poichè i Salyens bollivano il cibo nelle pentole, piuttosto che friggerlo nelle padelle come le altre tribù, e dall'uso cruento di mostrare le teste mozzate dei nemici alle porte della città.
Gli abitanti di Glanum, entrati in contatto con la colonia greca di Massalia (Marsiglia) fondata nel 600 a.c. mutarono l'architettura e l'arte, e pure le ville furono costruite in stile ellenico. Ma nel II secolo a.c. i Salyens entrarono in guerra con i Greci di Marsiglia, che, non avendo un esercito potente, invocarono l'assistenza dei loro alleati romani.
Così nel 125 a.c. i Salyens furono sconfitti dall'esercito del console romano Marco Fulvio Flacco, e l'anno successivo di nuovo dal generale romano C. Sesto Calvino con il suo esercito. Molti dei vecchi monumenti di Glanum vennero distrutti per rappresaglia dai vincitori.
- Nel 49 a.c. Giulio Cesare, nelle sue battaglie galliche, catturò Marsiglia e, dopo un periodo di guerre civili distruttive, iniziò la romanizzazione di Provenza e Glanum. Una strada lastricata di blocchi di pietra correva da nord a sud attraverso il centro di Glanum.
Tra l'altro fece edificare sotto la strada uno scarico che portava via l'acqua piovana e le acque reflue, mentre nella montagna fece costruire uno sbarramento le cui acque, condotte verso la città da un acquedotto, erano distribuite nelle case per mezzo di una rete di canali di piombo.
- Poi nel 27 a.c. fu la volta dell'imperatore Augusto che creò la provincia romana della Gallia Narbonensis, dove Glanum ricevette il titolo di Oppidum Latinum, che conferì ai residenti lo status civile e politico dei cittadini di Roma. Un arco trionfale fu costruito fuori dalla città intorno al 10 a.c., vicino alla fine del regno di Augusto (il primo arco di questo tipo costruito in Gallia). Venne edificato anche un imponente mausoleo della famiglia Julii. Entrambi i monumenti sono conservati a tutt'oggi.
- Nel I secolo d.c. la città costruì un nuovo foro, templi e una diga ad arco in pietra curvata, la più antica diga conosciuta nel suo genere, e un acquedotto, che forniva acqua per le fontane e le terme della città.
Glanum non fu prospero come le colonie romane di Arles, Avignone e Cavaillon, ma nel II secolo d.c. fu abbastanza ricco da costruire notevoli santuari per gli imperatori, ampliare il foro e avere grandi terme e altri edifici pubblici rivestiti in marmo.
LA FINE
La bella città fu invasa e distrutta dagli Alamanni nel 260 d.c. e successivamente venne abbandonata, i suoi abitanti si spostarono a breve distanza a nord nella pianura per fondare una città che divenne l'odierna Saint-Rémy-de-Provence mentre Glanum divenne una fonte di pietra e altri materiali da costruzione per la nuova città, distruggendo dei capolavori che mai più sarebbero stati riedificati.
Il magnifico sistema romano di scarichi e fognature non venne mantenuto, per cui le rovine vennero allagate e coperte di fango e sedimenti. Invece il mausoleo e l'arco di trionfo, i cosiddetti "Les Antiques", divennero invece famosi e furono visitati dal re Carlo IX che fece ripulire e mantenere i monumenti e i loro dintorni. Alcuni scavi furono effettuati intorno ai monumenti già nel XVI e XVII secolo, trovando sculture e monete e dal Marchese de Lagoy a Vallons-de-Notre-Dame nel XIX secolo.
GLI SCAVI
I primi scavi sistematici iniziarono nel 1921, diretti dall'architetto di monumenti storici, Jules Foremigé. Invece dal 1921 al 1941, subentrò l'archeologo Pierre LeBrun, che scoprì le terme, la basilica e le residenze della parte settentrionale della città. Dal 1928 al 1933, Henri Roland (1887-1970) lavorò al santuario dell'Età del ferro, a sud, mentre dal 1942 al 1969, Roland scavò l'area dal foro al santuario. Gli oggetti che ha scoperto sono oggi in mostra all'Hotel de Sade nella vicina Saint-Remy. Nel 1982 iniziarono nuovi lavori di scavo ed esplorazione, dedicati principalmente alla conservazione del sito e all'esplorazione di siti già scoperti per opere più antiche.
IL MAUSOLEO DEGLI IULII
Il Mausoleo degli Iulii, situato sulla Via Domizia, a nord e appena fuori dall'ingresso della città, risale al 40 a.c. circa, ed è uno dei mausolei meglio conservati dell'era romana. Sull'architrave del mausoleo posto di fronte alla vecchia strada romana, c'è una dedica scolpita:
Il fregio in cima ai fornici è decorato con intagli di tritoni, che trasportano il disco del sole e con mostri marini, mentre la parte più bassa del mausoleo è decorata con ghirlande di vegetazione scolpite, maschere teatrali e amorini o putti, e con scene mitiche o leggendarie.
- Faccia nord: una battaglia di cavalieri e una vittoria alata che porta un trofeo.
Sulla faccia S-O la si vede seduta sopra un mucchio di armi, e un prigioniero gallico con le mani legate dietro di lui, secondo il tema da tempo adottato sulle monete a rappresentare le province conquistate.
Grazie alla sua posizione commercialmente utile sulla Via Domizia e all'attrazione della sua sorgente curativa, la città fiorì di nuovo e produsse le proprie monete d'argento e costruì i nuovi monumenti. La prosperità durò fino al 90 a.c. quando i Salyen si ribellarono di nuovo contro Roma.
I romani intervennero, come al solito li vinsero e gli edifici pubblici di Glanum furono nuovamente distrutti. Questa ribellione fu schiacciata questa volta dal console Cecilio, e i resti degli edifici principali furono demoliti e sostituiti da strutture più modeste.
LA CITTA' ROMANA- Nel 49 a.c. Giulio Cesare, nelle sue battaglie galliche, catturò Marsiglia e, dopo un periodo di guerre civili distruttive, iniziò la romanizzazione di Provenza e Glanum. Una strada lastricata di blocchi di pietra correva da nord a sud attraverso il centro di Glanum.
Tra l'altro fece edificare sotto la strada uno scarico che portava via l'acqua piovana e le acque reflue, mentre nella montagna fece costruire uno sbarramento le cui acque, condotte verso la città da un acquedotto, erano distribuite nelle case per mezzo di una rete di canali di piombo.
- Poi nel 27 a.c. fu la volta dell'imperatore Augusto che creò la provincia romana della Gallia Narbonensis, dove Glanum ricevette il titolo di Oppidum Latinum, che conferì ai residenti lo status civile e politico dei cittadini di Roma. Un arco trionfale fu costruito fuori dalla città intorno al 10 a.c., vicino alla fine del regno di Augusto (il primo arco di questo tipo costruito in Gallia). Venne edificato anche un imponente mausoleo della famiglia Julii. Entrambi i monumenti sono conservati a tutt'oggi.
MAUSOLEO DELLA GENS IULIA (40 A.C.) |
Glanum non fu prospero come le colonie romane di Arles, Avignone e Cavaillon, ma nel II secolo d.c. fu abbastanza ricco da costruire notevoli santuari per gli imperatori, ampliare il foro e avere grandi terme e altri edifici pubblici rivestiti in marmo.
LA FINE
La bella città fu invasa e distrutta dagli Alamanni nel 260 d.c. e successivamente venne abbandonata, i suoi abitanti si spostarono a breve distanza a nord nella pianura per fondare una città che divenne l'odierna Saint-Rémy-de-Provence mentre Glanum divenne una fonte di pietra e altri materiali da costruzione per la nuova città, distruggendo dei capolavori che mai più sarebbero stati riedificati.
Il magnifico sistema romano di scarichi e fognature non venne mantenuto, per cui le rovine vennero allagate e coperte di fango e sedimenti. Invece il mausoleo e l'arco di trionfo, i cosiddetti "Les Antiques", divennero invece famosi e furono visitati dal re Carlo IX che fece ripulire e mantenere i monumenti e i loro dintorni. Alcuni scavi furono effettuati intorno ai monumenti già nel XVI e XVII secolo, trovando sculture e monete e dal Marchese de Lagoy a Vallons-de-Notre-Dame nel XIX secolo.
I primi scavi sistematici iniziarono nel 1921, diretti dall'architetto di monumenti storici, Jules Foremigé. Invece dal 1921 al 1941, subentrò l'archeologo Pierre LeBrun, che scoprì le terme, la basilica e le residenze della parte settentrionale della città. Dal 1928 al 1933, Henri Roland (1887-1970) lavorò al santuario dell'Età del ferro, a sud, mentre dal 1942 al 1969, Roland scavò l'area dal foro al santuario. Gli oggetti che ha scoperto sono oggi in mostra all'Hotel de Sade nella vicina Saint-Remy. Nel 1982 iniziarono nuovi lavori di scavo ed esplorazione, dedicati principalmente alla conservazione del sito e all'esplorazione di siti già scoperti per opere più antiche.
Il Mausoleo degli Iulii, situato sulla Via Domizia, a nord e appena fuori dall'ingresso della città, risale al 40 a.c. circa, ed è uno dei mausolei meglio conservati dell'era romana. Sull'architrave del mausoleo posto di fronte alla vecchia strada romana, c'è una dedica scolpita:
SESSO · M · L · IVLIEI · C · F · PARENTIBVS · SVEIS
Sisto, Marco e Lucio Giulio, figli di Gaio, ai loro antenati
Si ritiene che il mausoleo fosse la tomba della madre e del padre dei tre fratelli Julii e che il padre, per servizio militare o civile, ricevette la cittadinanza romana e il privilegio di portare il nome di Julii, uno delle più illustri famiglie di Roma.
Il mausoleo è costruito in tre fasi. Lo stadio superiore, o tholos, è una cappella circolare con colonne corinzie. Contiene due statue togate, presumibilmente il padre e il nonno di Julii. (Le teste delle statue furono perse, ovvero vandalizzate e sostituite nel XVIII secolo). Il tetto conico è decorato a squame di pesce, tradizionali per i mausolei romani. Il fregio sotto il tetto conico è decorato con un arabesco con intagli di foglie d'acanto, usati nell'architettura mortuaria romana per rappresentare l'eterna rinascita.
La parte centrale, o quadrifronte, è un arco con quattro fornici. Gli archivoltes, o fasce curve di decorazione sulle cime degli archi, hanno anch'esse foglie di acanto. Nella parte superiore di ogni arco si trova la testa scolpita di una gorgone, il tradizionale protettore delle tombe romane.
- Faccia nord: una battaglia di cavalieri e una vittoria alata che porta un trofeo.
- Faccia est: un fante disarma un guerriero amazzonico, un guerriero prende trofei da un nemico morto e la figura della Fama narra la storia della battaglia a un uomo e una donna. La scena potrebbe essere ispirata all'Amazzonomachia, la mitica guerra tra Greci e Amazzoni.
- Faccia ovest - una scena dell'Iliade e della guerra di Troia, i Greci e i Troiani in lotta per contendersi il corpo di Patroclo.
- Faccia sud - I cavalieri cacciano il cinghiale in una foresta. Un cavaliere è ferito e muore tra le braccia di un compagno. Forse la leggenda della caccia al cinghiale calidoniano, condotta da Meleagro, con Castore e Polluce mostrati a cavallo.
- Faccia ovest - una scena dell'Iliade e della guerra di Troia, i Greci e i Troiani in lotta per contendersi il corpo di Patroclo.
- Faccia sud - I cavalieri cacciano il cinghiale in una foresta. Un cavaliere è ferito e muore tra le braccia di un compagno. Forse la leggenda della caccia al cinghiale calidoniano, condotta da Meleagro, con Castore e Polluce mostrati a cavallo.
L'ARCO TRIONFALE (10 - 25 a.c.)
L'arco trionfale si trovava appena fuori la porta settentrionale della città, vicino al mausoleo, come simbolo visibile del potere e dell'autorità romana. Le sculture che decoravano l'arco rappresentavano sia la civiltà di Roma sia il terribile destino dei suoi nemici. Fu costruito verso la fine del regno di Augusto Cesare (morto nel 14 d.c.), e manca la parte superiore dell'arco, compresa l'iscrizione.
Su ciascuna faccia, ad inquadrare un fornice unico, si distaccano due gruppi di prigionieri molto espressivi, di derivazione ellenistica; tre dei gruppi sono composti da un guerriero e da una donna, ambedue accostati a un trofeo d'armi; l'uomo presenta la semi-nudità gallica, mentre la prigioniera, vestita alla greca, è rappresentata in attitudine di profondo abbattimento.
L'arco trionfale si trovava appena fuori la porta settentrionale della città, vicino al mausoleo, come simbolo visibile del potere e dell'autorità romana. Le sculture che decoravano l'arco rappresentavano sia la civiltà di Roma sia il terribile destino dei suoi nemici. Fu costruito verso la fine del regno di Augusto Cesare (morto nel 14 d.c.), e manca la parte superiore dell'arco, compresa l'iscrizione.
Su ciascuna faccia, ad inquadrare un fornice unico, si distaccano due gruppi di prigionieri molto espressivi, di derivazione ellenistica; tre dei gruppi sono composti da un guerriero e da una donna, ambedue accostati a un trofeo d'armi; l'uomo presenta la semi-nudità gallica, mentre la prigioniera, vestita alla greca, è rappresentata in attitudine di profondo abbattimento.
BOULEUTERION - PIAZZA DEI NOTABILI - II-I SEC. A.C. |
Sulla faccia N-O, al posto della donna è un personaggio togato che poggia la mano sulla spalla del guerriero Gallo; è il gesto del conquistatore che mostra il nemico vinto. Sul retro dell'arco si trovano sculture di altre due coppie di prigionieri gallici.
L'archivolto è decorato con un bel festone di frutta e foglie; la vòlta a botte ha cassettoni esagonali con ricca decorazione ad alto rilievo. La costruzione dell'arco, seppure dedicato ad Augusto, non sembra legata ad un evento militare particolare.
Della struttura originaria rimane solamente la parte inferiore: l'attico in muratura è andato completamente distrutto, mentre si è conservata la volta a cassettoni dell'unico fornice presente, quello centrale. Le colonne addossate alla struttura (ora mutilate) sorreggevano probabilmente una trabeazione, andata perduta.
Secondo alcuni esperti la parte superiore doveva essere abbastanza alta per equilibrarsi con la struttura sottostante, e presentava un frontone triangolare simile a quello dell'arco di Orange. Sicuramente alla sua sommità conservava la statua bronzea di Augusto che guidava, come era usanza in tali complessi celebrativi, un quadriga di cavalli, probabilmente con la Nike che gli sorreggeva la corona di alloro sopra la testa.
- Il Bouleuterion, risalente al II - I secolo a.c., era un luogo di incontro per notabili, costruito in stile ellenico, con uno spazio aperto e con un altare al centro circondato da file di sedili a gradini su tre lati. Ad una delle stremità aveva un portico con tre colonne.
La parte settentrionale del Bouleuterion fu cancellata in epoca romana dalla costruzione dei Templi Gemelli, ma lo spazio fu preservato e usato come Curia.
- La fontana ellenica. Accanto alla strada si trova un piccolo bacino circolare in pietra del periodo di influenza greca, vale a dire del II-I secolo a.c., sicuramente una fontana, ed è una delle fontane più antiche scoperte in Francia.
COLONNE CORINZIE DI DUE TEMPLI DEL I FORO ROMANO |
IL PRIMO FORO ROMANO
Il primo Foro Romano di Glanum venne edificato intorno al 20 a.c., giusto all'epoca in cui Glanum ottenne il titolo di oppidum latinum.
I TEMPLI GEMELLI
Le caratteristiche principali del primo foro erano due templi corinzi, identici nello stile ma uno più grande dell'altro, chiusi su tre lati da un peribolo cioè da un recinto sacro che circondava il tempio tempio, nel quale si trovavano edicole, altari, statue, alberi, doni votivi che non potevano esser conservati all’interno del tempio, per ragioni di spazio.
Tre colonne e una parte della facciata, nello stile dei primi anni del regno dell'Imperatore Augusto, sono state in parte restaurate e in parte riprodotte per dare un'idea della forma impressionante dell'edificio.
LA BASILICA
Il primo foro aveva sul lato settentrionale una modesta basilica a due navate, utilizzata come sala pubblica per le transazioni sia commerciali che legali. Solo l'angolo nord del portico est di questo edificio è giunto fino a noi.
Il primo Foro Romano di Glanum venne edificato intorno al 20 a.c., giusto all'epoca in cui Glanum ottenne il titolo di oppidum latinum.
I TEMPLI GEMELLI
Le caratteristiche principali del primo foro erano due templi corinzi, identici nello stile ma uno più grande dell'altro, chiusi su tre lati da un peribolo cioè da un recinto sacro che circondava il tempio tempio, nel quale si trovavano edicole, altari, statue, alberi, doni votivi che non potevano esser conservati all’interno del tempio, per ragioni di spazio.
Tre colonne e una parte della facciata, nello stile dei primi anni del regno dell'Imperatore Augusto, sono state in parte restaurate e in parte riprodotte per dare un'idea della forma impressionante dell'edificio.
LA BASILICA
Il primo foro aveva sul lato settentrionale una modesta basilica a due navate, utilizzata come sala pubblica per le transazioni sia commerciali che legali. Solo l'angolo nord del portico est di questo edificio è giunto fino a noi.
LA FONTANA MONUMENTALE
Una fontana monumentale, risalente al 20 a.c. circa, era situata all'estremità meridionale del forum. Consisteva in una vasca rettangolare e un'abside semicircolare con colonne corinzie, che sicuramente ospitava una statua ora scomparsa. La fontana, di uso non sacro ma profano, era fornita di acqua da un acquedotto della vicina diga.
IL SECONDO FORO ROMANO
Il secondo foro romano, costruito tra il I e il III secolo d.c., era il mercato centrale, il luogo degli affari, il luogo di giustizia e il sito dei riti religiosi ufficiali. Un grande spazio aperto era racchiuso su due lati da portici colonnati.
Sul lato meridionale c'era un'edicola semicircolare, ma non sappiamo a chi fosse dedicata poichè la statua o le statue che vi furono collocate vennero abbattute dai nuovi culti.
LA BASILICA
Nella parte nord del foro c'era invece c'era la basilica, la grande sala che era il palazzo di giustizia e sede del governo. La basilica misurava 47 per 24 metri, sostenuta da 24 grandi colonne.
La facciata è scomparsa, ma esistono ancora la parete posteriore e le pareti laterali.
LA CURIA
Dietro la basilica c'era la curia, dove una statua dell'Imperatore era collocata in una nicchia nel muro. Al centro della curia c'era una stanza quadrata che fungeva da tribunale e da cappella del culto dell'Imperatore.
MASCHERONE DELLE TERME - I SEC. A.C. |
LE TERME
La parte settentrionale di Glanum, nella parte inferiore del sito in pendenza, era il quartiere residenziale: il sito delle ville e dei vasti bagni pubblici. I bagni erano il centro della vita sociale e aiutavano a romanizzare la popolazione locale.
Le terme romane furono costruite intorno al 75 a.c. Successivamente, durante il regno di Lucio Vero (161-169 d.c.) furono ricostruiti e l'edificio rivestito di marmo.
Di dimensioni modeste, consistevano in:
- una palestre, un'area di esercizio all'aperto circondata da una galleria di colonne;
- una sala con bagni freddi;
- due sale riscaldate da un ipocausto, attraverso il quale l'aria calda circolava sotto le stanze attraverso canali di mattoni. Uno era un locale ad aria calda o un laconicum, l'altro un caldarium o un bagno caldo, inclusa una piscina in muratura.
- A sud, vicino alla palestre, c'era una grande piscina. L'acqua veniva immessa nella piscina attraverso la bocca di una maschera teatrale in pietra. L'originale è ora nel vicino museo di St. Remy ma una riproduzione è nella sua posizione originale.
Il quartiere contiene le rovine di numerose ville e residenze in stile greco, antecedenti alla città romana. Tra i bagni e il foro c'era una casa con un peristilio dorico, e un'altra, chiamata Casa del Capricorno, con due sezioni sopravvissute di pavimenti a mosaico, una sezione con un capricorno circondato da quattro delfini.
IL MERCATO E IL TEMPIO DI CIBELE
Vicino alle abitazioni più o meno lussuose c'era un mercato pre-romano, circondato da colonne doriche, con quattro piccoli negozi sul lato ovest. In epoca romana metà del mercato fu trasformato in un piccolo tempio per la Bona Dea, una Dea dell'oracolo, e successivamente per Cibele. In primavera le sacerdotesse di Cibele portavano un piccolo pino nel santuario, a simboleggiare il Dio Atys.
Nel tempio c'era anche un altare dedicato alla sacerdotessa Loreia, con una scultura in pietra delle orecchie della Dea, simbolo della sua pietosa attitudine ad ascoltare e ad accogliere le preghiere ascoltare le preghiere.
LA CASA DELLE ANTEE
1) - La casa delle Antee fu costruita nello stile delle case greche del Mediterraneo. Una casa a due piani con tre ali e un portico di colonne toscane, costruito attorno a un piccolo bacino d'acqua, alimentato dall'acqua piovana dal tetto, che convogliava l'acqua in una cisterna, quindi negli scarichi che scorrevano sotto il marciapiede della strada. La Domus prende il nome da due ante scanalate che fiancheggiano la porta.
2) - La casa di Atys, del II secolo a.c., fu chiamata così per l'amante castrato di Cibele, a causa di un rilievo marmoreo di Atys (Attis) trovato tra le rovine. Aveva un atrio con un bacino poco profondo, cioè un impluvio, al centro, e un pozzo con un gradino intorno e delle panchine di pietra, ed era riccamente costruito. Probabilmente era una schola, una sala di accoglienza per il collegio dei Dendrophores, associata al tempio vicino.
LA VALLE DELLA FONTE SACRA
La fonte sacra di Glanum si trova nella parte meridionale e più alta della città. La valle era chiusa da un muro di pietra che era stato edificato alla fine del II o all'inizio del I secolo a.c., onde determinare l'area sacra.
Questo muro aveva un cancello abbastanza grande per lasciar passare dei carri, poi c'era una torre quadrata e un cancello più piccolo per i pedoni. A sinistra e a destra del cancello ci sono le vestigia delle mura più vecchie, risalenti tra il VI e il III secolo a.c., che formano un bastione alto ben 16 metri.
IL PORTICO DORICO
Appena dentro al cancello c'era un edificio con un portico di colonne doriche. Rimangono tracce della struttura originale che andò dal II al I secolo a.c. La struttura venne ricostruita intorno al 40 a.c. e parti delle colonne e del portico di questo periodo vennero restaurate. All'interno dell'edificio c'erano piccoli bacini alimentati da condotte d'acqua che uscivano dalla parete di fondo.
Evidentemente l' edificio era un luogo in cui i pellegrini si lavano e si purificavano ritualmente con l'acqua della sacra fonte, un po' come la gente va a Lourdes che del resto, prima di essere un luogo sacro cristiano fu un luogo sacro pagano.
LA SORGENTE SACRA
La sorgente e i suoi poteri curativi furono la base della reputazione e della ricchezza della città. In origine era semplicemente un bacino scavato nella roccia. Nel II secolo a.c. era già stato coperto da un edificio in pietra con una facciata decorativa di pietre a forma di squame di pesce. Una scala di pietra conduceva dalla sorgente fino alla cima della collina vicina.
Nel I secolo d.c. il legionario romano M. Licinius Verecundus costruì un altare a destra della scalinata, dedicato al Dio Glanis, alle Glannicae, e alla Fortuna Redux, la Dea responsabile del ritorno sicuro di coloro che erano lontani da casa.
L'iscrizione recita: "Per il dio Glanis, e le Glanicae, e per Fortuna Redux: Marcus Licinius Verecundus, della tribù Claudia (un distretto elettorale a Roma), veterano della XXI Legion Rapaces (Rapaces, o predatori, era il soprannome della XXI Legione, che in quel momento serviva in Germania) - ha compiuto il suo voto con gratitudine e buona fede ".
TEMPIO DI VALETUDO 39 A.C. |
IL TEMPIO DI VALETUDO
Si tratta di un piccolo tempio dedicato a Valetudo, la Dea romana della salute, soprattutto della salute personale, o almeno una delle Dee romane della salute. Infatti venne associata alla Dea Salus che divenne anche Dea Salutis Publicae, La Valetudo era una Dea della sola salute personale, ma come Sirona, altra Dea Gallica della salute, venne assimilata, come del resto la Dea Igea o la Ninfa Egeria, alla Dea romana Salus.
L'iscrizione indica che il tempio fu costruito da Agrippa, il futuro genero dell'Imperatore Augusto che, a detta di alcuni autori fece innalzare il tempio per la salute di Augusto. Le colonne corinzie sono nello stile della tarda Repubblica romana e risale probabilmente al primo viaggio di Agrippa in Gallia nel 38 a.c., visto che nel 37 a.c. divenne console a Roma.
LA CAPPELLA DI ERCOLE
I resti di una piccola cappella dedicata a Ercole, il guardiano delle sorgenti, si trovano vicino alla sorgente. L'archeologo Henri Roland scoprì che addossati contro le pareti, c'erano sei altari dedicati ad Ercole e il torso di una grande statua di Ercole, alto 1,3 metri, che portava un vaso d'acqua, evidentemente l'acqua della sorgente Glanum.
I resti di una piccola cappella dedicata a Ercole, il guardiano delle sorgenti, si trovano vicino alla sorgente. L'archeologo Henri Roland scoprì che addossati contro le pareti, c'erano sei altari dedicati ad Ercole e il torso di una grande statua di Ercole, alto 1,3 metri, che portava un vaso d'acqua, evidentemente l'acqua della sorgente Glanum.
L'iscrizione alla base della statua indica che fu posto in segno di gratitudine per l'avvenuto ritorno del tribuno Gaius Licinius Macer e dei centurioni e di tutti i legionari di Glanum reduci da una campagna militare svoltasi durante il II secolo d.c..
BIBLIO
- Glanum - éd. Guides archéologiques de la France - impr. Nationale - 1990 -
- James MacKillop - Dictionary of Celtic Mythology - Oxford: Oxford University Press - 1998 -
- Charles Loriquet - Avviso sulle antichità di Reims - scoperte recenti e misure adottate per la conservazione degli antichi monumenti della città - 1861 -
- Reims - Enciclopedia Britannica (XI ed.) - Una geografia storica della Francia - Cambridge University - 2014 -
- La France gallo-romaine - Pierre Gros - éditions Nathan - 1991 -