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TEMPIO DI GIUNONE REGINA AL PORTICO D'OTTAVIA

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TEMPIO DI GIUNONE REGINA NEL PORTICO D'OTTAVIA EVIDENZIATO DALLA FRECCIA

Dall'Eneide, Enea entra nel tempio di Giunone Regina a Cartagine

"V'era, in mezzo alla città, un bosco rigoglioso
d'ombra, dove prima gettati dalle onde e dal turbine
i punici scavarono il segno che aveva indicato Giunone
regale, il teschio d'un cavallo da guerra; così la stirpe
sarebbe famosa in guerra e prospera in pace per secoli.


Qui la sidonia Giunone fondava un tempio maestoso
A Giunone, opulento di offerte e del nume della dea,
a cui sui gradini sorgevano soglie di bronzo,
e travi connesse di bronzo, e strideva il cardine a bronzei
battenti. 


In questo bosco dapprima l'apparire d'un fatto
inatteso lenì il timore, ed Enea osò sperare
salvezza e avere migliore fiducia nelle avverse vicende.
"


Secondo Esiodo, Hera, per i Ropmani Iunio, Giunone, sarebbe stata la terza moglie di Giove che, prima di lei, avrebbe sposato Mèti e poi Tèmi o, secondo altri, Latona o Lèto.

Quando Giove si innamorò di lei, le si sarebbe presentato sotto la forma di cuculo; ma, riconosciuto da lei, prima di cedere avrebbe chiesto d’essere sposata. In miti più antichi invece Giove la obbligava a sposarsi con il compianto delle Parche in quanto la libertà femminile era finita.

In ogni caso Giunone, in qualità di moglie di Giove era regina degli Dei, nonchè protettrice dello stato romano e pure della famiglia. Pertanto nel suo ruolo di regina molti templi le vennero dedicati nell'impero e diversi entro Roma stessa.



TEMPIO DI GIUNONE REGINA AL PORTICO D'OTTAVIA

"Due mucche bianche furono condotte in città, attraverso la porta Carmentale, dal tempio di Apollo. 
Le seguivano due officianti dei sacerdoti, recando due statuette di Giunone Regina, fatte di legno di cipresso.
 Poi avanzavano 27 fanciulle, vestite di abiti lunghi, cantando un inno in onore di Giunone Regina. 

I decemviri seguivano la processione delle fanciulle, indossando la toga pretesta e cingendo corone d' alloro. 

Dalla porta Carmentale giunsero nel foro attraverso il Vico Giugario, con grande concorso di cittadini che applaudivano e offrivano doni votivi. 
Infine il solenne corteo entrò nel tempio di Giunone Regina. Ivi pingui vittime furono immolate dai decemviri alla moglie di Giove e le statuette di legno di cipresso furono deposte nel tempio."

L'area occupata dal  Portico di Ottavia va da Via di Pescheria, Piazza Campitelli, il teatro Marcello e Teatro di Balbo. Qui nel 147 a.c. Quinto Cecilio Metello fece costruire un Tempio dedicato a Giove Statore, circondato da portici, con adiacente, sempre fornito di portici, un Tempio di Giunone.

Portici e Templi vennero interamente ricostruiti da Augusto in onore di sua sorella Ottavia nel 32 a.c., sotto la direzione degli architetti lacedemoni Sauros (lucertola) e Batrachos (rana), i quali fecero scolpire una lucertola ed una rana sopra i capitelli del portico. Uno di questi capitelli orna oggi la chiesa di San Lorenzo fuori le mura.

Danneggiati dall'incendio dell'anno 80, i Templi ed i Portici furono restaurati, nel 203 d.c. da Settimio Severo e Caracalla, i quali vi posero l'iscrizione ancora esistente sul portico, dove fu costruita nel Medioevo la Chiesa di S.Angelo in Pescheria, per l'antico vezzo di demolire o trasformare qualsiasi tempio romano in chiesa cristiana snaturando o demolendo il contesto.

Il Tempio di Giunone Regina, aveva sei colonne con duplice fila di colonne sul fronte, e fu dedicato dal Censore M. Emilio Lepido, nell'anno 179 a.c. alla Regina degli Dei. Ne restano parte del basamento, la porta della Cella (nelle cantine di una casa di Via Sant'Angelo in Pescheria), ed una grandiosa elegante colonna scanalata, corinzia, ancora in piedi nel luogo originario.

Qui fu ritrovato il piedistallo della statua di Cornelia, madre dei Gracchi (oggi al Museo Capitolino).
Molte opere d'arte decoravano i Portici d'Ottavia e i due templi, tra cui la cosiddetta Venere dei Medici, capolavoro della scultura greca, oggi alla galleria degli Uffizi di Firenze.



BIBLIO

- Eutropio - Breviarium ab Urbe condita -
- Floro - Epitomae de Tito Livio - libro I -
- Renato Del Ponte - Dei e miti italici. Archetipi e forme della sacralità romano-italica - ECIG - Genova - 1985 -


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