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COSTANTE II - FLAVIUS HERACLIUS CONSTANS

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COSTANTE II


Nome: Flavius Heraclius Constans
Nascita: 630
Morte: Siracusa, 668
Dinastia: Dinastia eracliana
Padre: Costantino III
Consorte: Fausta
Figli: Costantino IV, Eraclio, Tiberio
Predecessore: Eraclio II
Successore: Mecezio
Regno: 641 - 668


« Allevato in un'atmosfera di intrighi e di pericoli, calcolata per incoraggiare la capacità di agire autonomamente in un ragazzo forte e allo stesso tempo per produrre uno spirito di cinismo, Costante crebbe come uomo inflessibile e severo, con decise opinioni politiche e amministrative, intenzionato a agire autonomamente e senza timore delle innovazioni, sorprendentemente privo del bigottismo religioso in un'epoca bigotta. 

Per l'atto che ha suscitato più odio, l'esecuzione di suo fratello, ignoriamo i motivi e le circostanze del caso. Fu un atto non saggio per un principe non popolare tra gli ortodossi; un principe ortodosso, come Costantino il Grande, potrebbe aver compiuto atti peggiori (uccise il figlio e la moglie, quest'ultima nell'acqua bollente) con impunità. 

In due modi si oppose alle tendenze dell'epoca. In primo luogo, l'Impero romano stava diventando ogni anno sempre più tinto di un colore ecclesiastico. Quando Costante, con la promulgazione del suo tipo, affermò l'insignificanza dello scottante problema teologico del giorno, si oppose chiaramente alla tendenza della sua epoca di considerare gli affari di chiesa come gli interessi vitali del mondo. Per quanto riguarda i Saraceni, pochi territori vennero aggiunti alle loro precedenti conquiste durante il regno di Costante. »

(John Bagnell Bury - History of the Later Roman Empire from Arcadius to Irene - vol. II)



IL BARBUTO

Costante II, detto Pogonato, "il barbuto", fu un grande imperatore non sufficientemente apprezzato dai contemporanei e dai posteri. Le fonti del VII secolo sono molto scarse, ma se analizziamo i fatti, dal 641 fino alla sua morte nel 668, questi dimostrano che tutta l’azione di governo di Costante, furono ispirati da una grande logica intrinseca che, insieme a quella di suo nonno Eraclio, salvò l’impero dalla distruzione.

Il grande imperatore bizantino Costante II riuscì a fermare, seppur con gravi perdite, l'espansione araba in Oriente e lasciò alla sua morte i suoi eserciti in condizioni migliori di come li aveva trovati. Pose fine alle razzie degli Slavi nei Balcani e fu uno degli ultimi imperatori bizantini a tentare la riconquista dell'Italia; forse si deve a lui l'istituzione dei themata (suddivisione amministrativa delle province imperiali attribuita generalmente ad Eraclio I).

La riorganizzazione dell'esercito lo costrinse all'aumento vertiginoso delle tasse che, assieme al "tipo" (decreto religioso che proibiva tassativamente di discutere ulteriormente sul monotelismo e che non fu ben accolto da molti bizantini), al brutale assassinio di suo fratello Teodosio, al saccheggio del Pantheon e di altri monumenti e chiese in Italia, contribuì molto alla sua impopolarità, causando infine il suo assassinio. (Il monotelismo, considerato eresia dalla Chiesa Cattolica, affermava che Cristo, pura avendo natura umana nella volontà e nell'operatività aveva solo una natura divina).

BISANZIO


LE ORIGINI

Figlio di Costantino III e dell'Imperatrice Gregoria, come nome di battesimo ebbe Eraclio. Nel 641, alla morte del padre, che regnò solo per alcuni mesi, divenne Imperatore suo zio Eracleona (o Eraclio II) sospettato però insieme a sua madre Martina di avere avvelenato Costantino III, di modo che il generale Valentino costrinse Eracleona a nominare co-imperatore il futuro Costante II, che allora però assunse il nome di Costantino, in onore del padre, ma che cadde in disuso sostituito col nome di Costante II.

Valentino si sollevò di nuovo contro Eracleona, lo imprigionò insieme a Martina, li fece mutilare e li esiliò, così Costante II a soli undici anni venne proclamato imperatore dall'esercito. Appena incoronato Imperatore, fece un discorso al senato in cui, dopo aver ringraziato il senato per aver rovesciato Martina e Eracleona, riconosceva l'autorità del senato e dell'aristocrazia, tanto più che era minorenne.

LE MURA DI COSTANTINOPOLI


LA PERDITA DELLE PROVINCE

I longobardi invasero l'Italia conquistando tutta l'area che va dalle Alpi Marittime alla Toscana, mentre l'Armenia e Cipro dovettero pagare un tributo agli Arabi.

Costante II tentò di recuperare Alessandria e l'Egitto, cadute in mano araba e dopo aver chiesto aiuti all'Imperatore cinese Taisum, anche lui minacciato dagli Arabi in Turkistan, inviò nel 646 il generale Manuele,  a riconquistare Alessandria la cui popolazione insorse contro il governatore arabo e con l'aiuto di Manuele e le sue truppe, cacciò gli Arabi dalla città.

Allora il califfo arabo inviò il generale ʿAmr ibn al-Āṣ, che sconfisse pesantemente l'esercito bizantino a Nikiu, costringendolo a rifugiarsi ad Alessandria, ma i monofisiti aprirono le porte della città agli Arabi, preferendoli alle vessatorie misure dei melkiti (di rito bizantino) costantinopolitani.

Poi gli Arabi invasero la Libia e sconfissero l'Esarca d'Africa Gregorio nel 648 che dovette cedere loro la Tripolitania e pagare un tributo annuale. Mu'awiya ibn Abi Sufyan, governatore della Siria allestì una potente flotta facendo perdere ai Bizantini il controllo dei mari a vantaggio degli Arabi.

Costante II dovette affrontare anche le rivolte interne a cominciare da quella del generale Valentino nel 643, poi nel 647 la rivolta dell'Esarca d'Africa Gregorio, che si rese indipendente da Bisanzio, ma cadde in battaglia contro gli Arabi nel 648 e l'Esarcato divenne vassallo dei musulmani.



LA RIFORMA RELIGIOSA

Costante nel 648 promulgò un editto detto "Tipo" con cui vietava ai suoi sudditi di discutere ulteriormente sul monotelismo, dottrina che sosteneva che in Cristo ci fossero due nature (umana e divina) e una sola volontà. Questo provvedimento non piacque alla Chiesa Romana in quanto giudicata eretica ma Costante II impose a tutti la firma e quando il legato pontificio Anastasio si rifiutò, lo fece deportare a Trebisonda.

PAPA MARTINO


PAPA MARTINO

Intanto Papa Teodoro morì e venne scelto a successore Martino; ma l'elezione doveva essere ratificata dall'Imperatore che non l'avrebbe fatto senza la firma del Tipo, ma Martino si fece eleggere senza la ratifica imperiale il 5 luglio 649, poi convocò in Laterano un concilio generale, a cui parteciparono numerosi vescovi tra cui Massimo il Confessore, che era stato costretto all'esilio per non aver voluto firmare il Tipo. Il Concilio condannò il Monotelismo e il Tipo. 

Il Papa invitò Costante ad abrogare il Tipo, ma l'Imperatore nel 651 ordinò all'esarca Olimpio di assassinare il Papa. Olimpio comandò a una guardia di colpire mentre il Papa gli porgeva la comunione, ma avvenne un "miracolo divino" e il sicario non vide quando Olimpio ricevette la comunione. Così comprese che Dio non voleva quell'assassinio e confessò tutto al Papa, tuttavia alla fine chi morì fu Olimpio per essersi ribellato all'imperatore.

Nel 652 venne nominato il nuovo esarca, Giovanni Calliopa, che si recò dal Papa con un grosso esercito, lo depose e lo deportò segretamente sull'isola di Nasso, nel Mar Egeo, dove restò per alcuni mesi. In seguito venne condotto a Costantinopoli dove fu processato per aver congiurato con l'esarca Olimpio contro l'Imperatore schierandosi con i Saraceni. Per intercessione del Patriarca Paolo II la pena capitale gli venne commutata in esilio.

Venne poi preso prigioniero Massimo il Confessore, per aver ceduto agli Arabi le province africane, alla fine, nel 659, Massimo venne condannato al taglio della lingua e delle mani.

PAPA EUGENIO I


PAPA EUGENIO I

Il successore di Martino, Papa Eugenio I, tentò la riconciliazione con l'Imperatore, inviando dei legati a Costantinopoli; essi incontrarono il Patriarca Pietro, che tentò di giungere a un compromesso con i nestoriani sostenendo che nel Cristo ci fossero due volontà per ciascuna natura, più una relativa all'ipostasi, trasformando quindi il monotelismo in un tritelismo. 

Ma anche questa dottrina fu rigettata dal Papa, che però morì a breve. Il nuovo Papa, Vitaliano, tentò ancora la riconciliazione e l'Imperatore rinnovò i privilegi concessi da Giustiniano e Foca alla Chiesa Romana, per ingraziarsi il clero romano.



I TEMATA

La riforma dei temi consisteva nella formazione di eserciti permanenti detti temi a ognuno dei quali veniva assegnata una provincia (detta tema) da difendere dai nemici; il comandante supremo dell'esercito (strategos), aveva autorità sia militare che civile. I soldati (detti stratioti) non venivano pagati in denaro, ma in terre da coltivare, e vennero spostate le spese dallo Stato agli stessi soldati per armi, uniformi, foraggio e cavalli, riducendo così di 2/3 le spese militari. 

In questo modo, non solo i soldati erano equipaggiati meglio, ma avevano tutto l'interesse di difendere un territorio che era anche di loro proprietà. In questo modo Bisanzio poteva permettersi un grosso esercito nonostante la perdita di Siria ed Egitto. La riforma dei temi rallentò molto l'espansione araba ai danni di Bisanzio.

GUERRIERI ARABI


GUERRE CONTRO GLI ARABI  (648-654)

Costante II all'inizio del 648 firmò una tregua di due anni con gli arabi, al termine della quale gli arabi inviarono una spedizione in Sicilia, occupando alcune città. Nel 649 gli Arabi, saccheggiarono Cipro con una flotta di 1700 navi e imposero agli abitanti locali un tributo annuale di 7200 pezzi d'oro; ma alla notizia che i Bizantini stavano inviando un grosso esercito se ne andarono e la città venne riconquistata dai Bizantini. Gli Arabi saccheggiarono la Cilicia e l'Isauria, e poi rasero al suolo la città dell'isola di Aradus.

Nel 651 gli Arabi saccheggiarono l'Asia minore catturando circa 5000 prigionieri; Costante II firmò una costosa tregua di due anni, poi tentò di riconquistare Alessandria ma venne sconfitto. Intanto l'Armenia si rivoltò ai Bizantini sottomettendosi agli Arabi. Nel 654 i Romani persero l'isola di Rodi.

Gli Arabi, sotto il comando del generale Muʿāwiya, volevano conquistare Costantinopoli e allestirono una grande flotta a Tripoli in Siria; ma due fratelli cristiani del luogo, insieme ai loro seguaci, liberarono i prigionieri di guerra bizantini formando con essi un esercito che invase la città, uccise il governatore e incendiò la flotta araba. Muʿāwiya allestì una nuova flotta che si scontrò con l'imperatore bizantino presso il Monte Fenice in Licia.

Prima della battaglia Costante sognò se stesso a Tessalonica e chiese il significato di questo suo sogno a un interprete; questo fu il suo responso: « O Imperatore, magari tu non ti fossi mai addormentato e non avessi mai fatto questo sogno! La tua presenza a Tessalonica suggerisce la frase: “Si dia a qualcun altro la vittoria”. In altre parole, la vittoria arriderà al tuo nemico»; i Romani infatti persero non solo la battaglia ma 500 navi bizantine e 20.000 Romani.

L'Imperatore riuscì a salvarsi e a fuggire solo grazie al sacrificio di uno dei due fratelli (figli di un certo Bucinatore) che fece salire Costante II su un'altra nave che lo portò a Bisanzio, mentre lui, indossando le vesti dell'Imperatore, continuò a combattere eroicamente uccidendo molti musulmani. Alla fine morì gloriosamente, ucciso dagli Arabi convinti di aver ucciso l'Imperatore.



GUERRE CONTRO GLI SLAVI (659-663)

Costante II nel 659 si volse contro gli Slavi, che avevano invaso i Balcani, sconfiggendoli e facendo molti schiavi che vennero trapiantati in Asia contro gli Arabi.

Nel 659 Muʿawiya, che aveva bisogno di tutte le sue truppe per combattere Alī, cugino e genero di Maometto, accettò una tregua ventennale coi Bizantini, versando a Costante un migliaio di pezzi d'argento più uno schiavo e un cavallo al giorno per il tempo della tregua.

GUERRIERI LONGOBARDI


GUERRA CONTRO I LONGOBARDI

Nel 660 Costante condannò a morte il fratello Teodosio, che aveva costretto a farsi prete, con l'accusa di tradimento; o forse temeva che popolo e senato potessero eleggerlo al suo posto, secondo altri per motivi religiosi. Ciò lo rese molto impopolare e il popolò lo chiamò “caino”. Sembra che il fratricidio lo tormentasse per il rimorso si che dopo due anni lasciò Costantinopoli, invece suoi figli rimasero nella capitale perché la popolazione si era opposta alla loro partenza.

Dopo aver trascorso l'inverno a Atene e nominato suo figlio maggiore Costantino governatore di Costantinopoli, Costante salpò per l'Italia, che voleva liberare dai Longobardi. Era dalla caduta dell'Impero romano d'Occidente che un Imperatore romano non risiedeva in Italia perchè, disse Costante « La madre (Roma) è più degna delle mie cure della figlia (Costantinopoli) ». Nel 663, sbarcato a Taranto, consultò un eremita che così disse:

« La gente dei longobardi non può essere vinta da nessuno, perché una regina, venuta da altri paesi, ha costruito nel loro territorio una basilica al beato Giovanni Battista, e perciò lo stesso beato Giovanni intercede continuamente a favore di quel popolo. Ma verrà un tempo quando tale santuario non sarà più tenuto in onore, e allora quella gente perirà. »
(Paolo Diacono, Historia Langobardorum, Libro V, Capitolo 6)

Costante tentò ugualmente: strinse un'alleanza con i Franchi di Neustria, che aggredirono il regno longobardo da nord, mentre lui attaccò il ducato di Benevento conquistando e radendo al suolo Lucera. Comunque Grimoaldo, sconfitti i Franchi, accorse in aiuto del figlio e traversò gli Appennini con il suo esercito nonostante l'esarca di Ravenna lo aspettasse per impedirgli di raggiungere il ducato beneventano. Sesualdo, sulla via del ritorno, venne intercettato dai Bizantini, che seppero dell'arrivo di Grimoaldo. Costante II inviò Sesualdo da Romualdo perchè dicesse al suo re che Grimoaldo non sarebbe arrivato, pena la sua vita, ma questi disse la verità a Romualdo:

« Sta saldo e pieno di fiducia, o signore mio Romoaldo, e non essere angustiato, perché tuo padre sarà presto qui a darti aiuto: devi sapere, infatti, che questa notte egli sosta presso il fiume Sangro con un forte esercito. Ti prego solo di avere misericordia per mia moglie e i miei figli, perché questa perfida gente non mi lascerà in vita»
(Paolo Diacono, Historia Langobardorum, Libro V, Capitolo 7)

Sesualdo venne decapitato e la sua testa lanciata oltre le mura. Temendo l'arrivo di Grimoaldo, Costante firmò la pace con Romualdo, pose fine all'assedio di Benevento e andò a Napoli ma venne  sconfitto presso Limata, allora Costante II inviò a Napoli un esercito di 20.000 uomini al comando del nobile Saburro in territorio longobardo, ma venne sconfitto dai Longobardi di Romualdo a Forino.



ROMA

« L'Augusto Costante, vedendo che non era riuscito a nulla contro i Longobardi, rivolse tutte le minacce della sua crudeltà contro i suoi, cioè i Romani. Infatti, uscito da Napoli, si diresse a Roma.  Rimasto tra i Romani per dodici giorni, fece togliere tutti gli ornamenti di bronzo che erano stati collocati fin dai tempi antichi per abbellire la città, e arrivò al punto di togliere la copertura anche alla basilica della beata Maria, che una volta era chiamata Pantheon, ne tolse le tegole di bronzo e le mandò a Costantinopoli insieme agli altri ornamenti. 
Entrato in Sicilia durante la settima indizione, prese alloggio a Siracusa, e impose tali vessazioni al popolo, quali prima non si erano mai udite, separando persino le mogli dai mariti, o i figli dai genitori. Ma furono anche altre e inaudite le sofferenze che i popoli di quelle regioni dovettero subire, sicché non rimaneva ormai speranza di vita a nessuno. L'Imperatore alla fine pagò il fio di tali iniquità, e fu ucciso dai suoi mentre si lavava nel bagno. »
(P. Diacono, Historia Langobardorum, Libro 5, Capitolo 11)

L'imperatore visitò Roma per dodici giorni; fu l'ultima visita di un imperatore romano nella antica e gloriosa, dove eseguì riti religiosi e saccheggiò il Pantheon, poi andò a Siracusa, che divenne la nuova sede imperiale per organizzare un'azione militare contro i saraceni.

« In questo periodo si ebbe una delle azioni più bizzarre dell'ormai trentenne Costante II. Nell'estate del 662 egli riunì l'esercito e, passando per Tessalonica, marciò su Atene,, dove fece una breve sosta, per procedere poi verso occidente e approdare infine in Italia. Qui assediò, senza successo, la longobarda Benevento e si diresse poi verso Roma, dove fece un ingresso trionfale in quanto primo imperatore d'Oriente a recarsi in visita nell'antica capitale, dopo la divisione dell'impero nel 395! Lo scalpore fu corrispondente all'entità del fatto. Ma l'imperatore si trattenne per poco anche nella Città Eterna. Dopo aver estorto un contributo consistente a Roma (si dice che abbia portato addirittura con sé i tetti di rame delle chiese), voltò le spalle alla città e al papa e si recò in Sicilia, dove dichiarò sua capotale Siracusa e dove, nel 668, fu assassinato da un membro della sua corte. La motivazione di tutto questo è sconosciuta. »
(Ralph-Johannes Lilie - Bisanzio. La seconda Roma - Roma - Newton & Compton Editori - 2005)

In Sicilia Costante saccheggiò le chiese e alzò le tasse, ma ebbe dalla sua gli eserciti italiani e africani donando loro le terre. Intanto il re longobardo Grimoaldo con figlio Romualdo, conquistò Brindisi e Taranto, e i Romani vennero espulsi dalla Calabria (odierno Salento). La conquista longobarda dell'Italia sud-orientale era completata e ai Bizantini rimasero solo Otranto e Gallipoli.



IN AFRICA

Costante in Africa riuscì a riconquistare Cartagine e alcune città tributarie degli Arabi ma venne in odio agli abitanti esigendo un tributo superiore a quello dovuto ai saraceni. L'esarca d'Africa Gennadio rifiutò il tributo e venne deposto dai suoi stessi uomini fedeli all'Imperatore. Gennadio scappò a Damasco e chiese aiuto al califfo che nel 665 inviò un potente esercito a invadere l'Africa bizantina. 

Costante inviò rinforzi dalla Sicilia ma vennero sconfitti presso Tripoli. Gli Arabi saccheggiarono la parte meridionale dell'esarcato prima di ritirarsi e conquistarono la Tripolitania. Tuttavia sembra che Costante riuscì a riguadagnare il completo controllo dell'esarcato istituendovi il sistema dei temi.



IN ASIA

In Asia minore gli Arabi, approfittando di una rivolta delle truppe armene, il cui comandante Sapor venne proclamato Imperatore dalle sue truppe, invasero l'Asia minore, conquistando la città di Amorium, in Frigia, e lasciandovi una guarnigione di circa 5.000 uomini; ma il generale bizantino riuscì a sconfiggerli e a riprendere la città.

COSTANTINO IV CON ERACLIO E TIBERIO


LA MORTE

L'Imperatore era ormai odiato dalla gente italica per le tasse alte in Sicilia, Calabria e Sardegna, per cui molti se ne andarono a vivere in Siria dove divennero musulmani, e a Costantinopoli era odiato perchè aveva trasferito la sede dell'Impero a Siracusa.

Così nel 668 venne organizzata una congiura, e l'Imperatore morì a Siracusa a soli trentotto anni, ucciso da un servo con un porta sapone mentre faceva il bagno presso le Terme di Dafne. Il mandante dell'assassinio, secondo alcuni, venne organizzato da Mecezio, che venne proclamato imperatore.

Da Costantinopoli però il figlio Costantino IV, organizzò alcuni mesi dopo una spedizione che vendicò la morte del padre uccidendo nel 669 l'usurpatore Mecezio, e gli succedette al trono, riportando la capitale a Costantinopoli.

Costante II fu l'unico sovrano bizantino a recarsi nella parte occidentale, o quel che di essa rimaneva; a far visita al papa nell'antichissima capitale, di cui purtuttavia Bisanzio si dichiarava la continuatrice; l'unico che tentò di trasferire in Occidente la capitale, in tutto l'arco di storia che va dalla morte di Teodosio il Grande nel 395, fino alla morte in battaglia dell'ultimo imperatore Costantino XI e alla caduta di Costantinopoli in mano alle truppe turche del sultano Mohammed II, nel 1453.


BIBLIO

- J. Bagnell Bury - The Invasion of Europe by the Barbarians - 1928 -
- Kaestner - De imp. Const. III (641-668) - Lipsia - 1907 -
- Giorgio Ravegnani - La storia di Bisanzio - Roma - Jouvence - 2004 -
- Alexander A. Vasiliev - History of the Byzantine Empire - Vol. I - The University of Wisconsin Press - 1980 -
- Edward Gibbon - Storia della decadenza e rovina dell'impero romano - trad. Davide Bertolotti - vol. 13 - 1820-1824 -
- Gerhard Herm - I bizantini - Milano - Garzanti - 1985 -
- John Julius Norwich - Bisanzio - Milano - Mondadori - 2000 -
- Silvia Ronchey - Lo stato bizantino - Torino - Einaudi - 2002 -

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