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GAIO ACILIO

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GENS ACILIA

Nome: Gaio Acilio, in latino Gaius Acilius
Nascita: 155 a.c. 
Morte: ?
Professione: Politico e storico romano

"Caius Acilius autem, qui Graece scripsit historiam, plures ait fuisse, qui in castra revertissent eadem fraude, ut iure iurando liberarentur eosque a censoribus omnibus ignominiis notatos. Sit iam huius loci finis. Perspicuum est enim ea, quae timido animo, humili, demisso fractoque fiant, quale fuisset Reguli factum, si aut de captivis quod ipsi opus esse videretur, non quod rei publicae, censuisset aut domi remanere voluisset, non esse utilia, quia sint flagitiosa, foeda, turpia."

"Gaio Acilio, invece, che scrisse una storia di Roma in greco, dice che furono molti a ritornare negli accampamenti con lo stesso inganno, per esser liberati dal giuramento, e furono bollati dai censori con ogni nota d'infamia. Mettiamo fine, oramai, a questo argomento. È chiaro, infatti, che tutto ciò che viene fatto con animo pavido, umile, depresso ed avvilito, come sarebbe stata l'azione di Regolo, se avesse proposto, riguardo ai prigionieri, quello che gli sembrava opportuno per sé, non per lo Stato, o avesse voluto restare in patria, non è utile, perché è dannoso, disonorevole, ripugnante."

(Marco Tullio Cicerone - Libro III)

Gaio Acilio è stato un senatore e uno storico romano. Grazie alla sua buona, anche se non eccelsa, posizione politica e soprattutto alla sua conoscenza del greco, nel 155 a.c. introdusse al senato romano i filosofi Carneade (214 a.c. - 129 a.c.) filosofo greco della corrente degli scettici, Diogene (vissuto tra il 240 a.c. e il 150 a.c.) filosofo greco stoico e Critolao (200 a.c. – dopo il 155 a.c.), il quinto scolarca del Liceo, la scuola filosofica fondata da Aristotele, che erano venuti come ambasciatori di Atene, dove funse da interprete.

Gli ambasciatori vennero da Atene per chiedere la remissione di una pesante multa di 500 talenti imposta agli ateniesi colpevoli di aver distrutto la città di Oropos, famosa per la presenza dell'oracolo di Anfiarao. 

L'ambasceria ebbe successo politico e suscitò grande interesse presso gli intellettuali romani e gli uomini di stato come Scipione Emiliano, Gaio Lelio Sapiente, Lucio Furio Filo, attirati dall'arte retorica dei greci. 

Meno accoglienza invece ebbero le dottrine dei filosofi greci giudicate pericolose, per la morale tradizionale romana agli occhi, dei conservatori come Catone che convinse il senato a rimandare velocemente l'ambasceria in Grecia.

GENS ACILIA


LE OPERE

Seguendo l'esempio di Quinto Fabio Pittore (260 a.c. – 190 a.c.), a cui si attribuisce il merito di aver dato inizio alla storiografia latina, Acilio scrisse una storia di Roma in greco, forse di impostazione annalistica, che andava, secondo Dionigi di Alicarnasso (60 a.c.  – 7 a.c.), dai primi tempi fino al 184 a.c. e che apparve, secondo Tito Livio (59 a.c. – 17 d.c.) , verso il 142 a.c.. 

Il lavoro, che si inserisce nel solco della storiografia senatoria, e che fu usata come fonte nell’annalistica romana successiva, fu tradotto in latino da un certo Claudio, probabilmente l'annalista del I secolo a.c. Claudio Quadrigario, (Quintus Claudius Quadrigarius; II secolo a.c. – I secolo a.c.).

Questi, impegnato soprattutto sulla glorificazione delle gesta della sua famiglia e sulla narrazione retorica di battaglie, scrisse un'opera storica, gli Annali, di cui sopravvivono alcuni brani, importanti per la loro ricchezza in termini stilistici. Tuttavia l'attribuzione, anche se molto probabile. non è certa.

Dell'opera ci sono rimasti solo 8 frammenti dai quali si evince che, come l'opera di Fabio Pittore, anche Acilio abbia dato molto spazio al racconto delle origini e, come Pittore, abbia indugiato su ampie discussioni eziologiche per le cerimonie e le istituzioni dei molteplici culti religiosi, che egli vedeva come indice del fatto che Roma fosse una città di origine greca.


BIBLIO

- Macrobio - Saturnalia - I -
- Tito Livio - Ab Urbe Condita libri - Livio - XXV -
- Dionigi di Alicarnasso - Le antichità romane - volgarizzate da M. Mastrofini - Milano - 1823 -
- T. Cornell-E. Bispham - The fragments of roman historians - Oxford - University Press - 2013 -

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