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BATTAGLIA DI ANTEMNAE

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ANTEMNATI

Gli Antemnati erano un popolo dell'Italia preromana, secondo Plutarco di origine sabina, stanziati a nord di Roma, nella città di Antemnae, posta su una collina sovrastante la confluenza del Tevere con l'Aniene, oggi inglobata nella periferia romana.



ANTEMNAE

La città venne inclusa da Plinio il Vecchio nella sua lista di città scomparse (Nat. hist., III, 68-70) ed è ricordata come una delle città più antiche del Lazio, già abitata dai Siculi ai quali l'avrebbero tolta gli Aborigeni, Virgilio la annovera tra le cinque grandi città che avrebbero preso le armi contro i Troiani (Aen., VI, 629-631) e Silio Italico (VIII, 365-366) afferma che era più antica perfino di Crustumerium.

Secondo le antiche fonti il suo nome deriverebbe dalla sua posizione "ante amnem" (Fest., p. 17 Müller; Serv., Aen., VII, 631), si che Varrone indica il punto ove l'Aniene si getta nel Tevere (Lingua Lat., V, 28). Ma Antemnae verrà localizzata solo all'inizio dell'Ottocento, a opera di Nibby e di Geli, che nel 1834 ne pubblicò la pianta.

La collina di Antenne ha pendici molto ripide su tutto il perimetro, per giunta alte intorno ai 40 m, e comunica con l'entroterra solo attraverso un istmo che venne tagliato e fortificato. Inoltre il bordo delle prime scarpate era munito di mura possenti in blocchi di tufo di cappellaccio in opus quadratum, con struttura pseudoisodoma (a file orizzontali sfalsate come l'isodomo ma con corsi di altezze diverse) che all'epoca della costruzione del forte furono trovate conservate fino a 7 m di altezza. 



Per un breve tratto erano costituite da due muri paralleli il cui riempimento era databile al VI sec. a.c.. e dentro le mura, si estendeva un abitato di circa 13 ha con attestazioni alla metà dell'VIII sec. a.c., fino al VII. 

Vi sono stati scavati resti di abitazioni in muratura, cisterne, pozzi, vasche per attività produttive, fogne, e un importante tempio eretto nel punto più alto dell'abitato (di cui una splendida antefissa con testa di Iuno Lanuvina - Museo Nazionale Romano) che testimoniano un centro importante e attivo.

E' di epoca medio-repubblicana una testa giovanile in terracotta e un frammento di Minerva seduta (Museo Villa Giulia) che potrebbero fare parte di un frontone; due antefisse a testa di Menade (Museo Nazionale Romano) potrebbero far scendere alla seconda metà del III se non alla prima metà del II sec. a.c. la data dell'edificio di culto ad Antemnae.

Il sito archeologico, che si trova all'interno di Villa Ada, nel punto in cui l'Aniene confluisce nel Tevere, è stato in gran parte distrutto a seguito della costruzione del forte Antenne, tra il 1877 e il 1891.

Alcuni dubbi successivi vennero fugati dalle scoperte avvenute nel sito, a partire dal 1878, in occasione degli sterri condotti per la costruzione del forte che ne assunse il nome, Forte Antenne.

IL TRIONFO DI ROMOLO

IL RATTO DELLE SABINE

Tre autori: Dionigi (II, 32-35), Livio (I, 9-11) e Plutarco (Rom., XVII) ricordano gli Antemnati, come anche i Ceninensi, i Crustumini e i Sabini, che colpiti dal tradimento dei romani, mossero battaglia per vendicare il ratto delle Sabine operato dai romani guidati da Romolo. 

Ora il fatto che i romani non avessero donne, non derivava dal fatto che fossero poco gradevoli, ma dal fatto che Roma era abitata da delinquenti, perseguitati, falliti e banditi usi alla vita dura, alle armi e alle battaglie molto più di qualsiasi altro popolo.



LA BATTAGLIA

I Romani dovettero combattere anzitutto contro i Ceninensi, che, irati per il rapimento delle loro donne, orgogliosamente vollero affrontare da soli i romani, ma immediatamente vennero sconfitti e in gran parte uccisi. Si accenna anche ad un duello tra Romolo ed il re dei Ceninensi Acrone, ma non è chiaro se sia avvenuto.

Allora seguirono gli Antemnati che invasero il territorio di Roma. I romani però reagirono prontamente e gli Antemnati furono sconfitti facilmente, quindi furono i romani, sempre guidati da Romolo a invadere Antemnae, a vincerla ed a inviarvi, successivamente, trecento coloni romani. Una volta occupata la città nemica, Romolo celebrò la sua seconda ovatio, era l'anno 752-751 a.c., come è ricordato dai Fasti trionfali:

«Romolo, figlio di Marte, re, trionfò per la seconda volta sugli abitanti di Antemnae (Antemnates).»
(Fasti trionfali, 2 anni dalla fondazione di Roma Fasti Triumphales)



BIBLIO

- Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane - II -
- Eutropio - Breviarium ab Urbe condita - I -
- Livio - Ab Urbe condita libri - I -
- Plinio il Vecchio - Naturalis historia - III -
- Plutarco - Vita di Romolo -
- Stefania Quilici Gigli - A proposito dei vecchi scavi ad Antemnae - Comunale di Roma
Vol. 90, No. 1 - Published by: L’Erma di Bretschneider - 1985 -
- L. Quilici, S. Quilici Gigli - Antemnae - Roma - 1978 -
- A. Nibby - Viaggio antiquario ne' contorni di Roma - I - Roma - 1819 -
- E. Mangani - Recenti indagini ad Antemnae - Archeologia Laziale IX - Roma - 1988 -

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