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PROCOPIO DI CESAREA

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PROCOPIO (SECONDO ALTRI BELISARIO)


Nome: Procopio di Cesarea, in greco Prokópios ho-Kaisaréus;                                                                    Nascita: Cesarea marittima, 490 circa  
Morte: Costantinopoli, 560 circa                                                                                                   
Padre: forse Stefano, cittadino di Cesarea e proconsole della Palestina
Professione: Storico


Nato a Cesarea marittima, Procopio fu un importante storico bizantino, proveniente da famiglia agiata, tanto che in gioventù gli permise di studiare a Gaza (Palestina) con validi insegnanti, retorica, filosofia e diritto. Acquisiti brillantemente i suoi studi, volle migliorare la sua situazione recandosi nella città più ricca dell'Impero Bizantino, quindi si trasferì a Costantinopoli sotto il regno di Anastasio, dove iniziò a seguire la professione di avvocato.

Flavio Belisario fu un validissimo generale bizantino che servì sotto Giustiniano I (527-565), tanto da essere considerato uno dei più grandi condottieri della storia dell'Impero romano d'Oriente. Quando nel 527 questi divenne comandante delle truppe di Dara (Mesopotamia settentrionale) contro i Persiani, Procopio venne chiamato ad assisterlo come suo consigliere e suo segretario, tanta era la stima e la fiducia che Belisario riponeva in lui. Così Procopio prese parte alla guerra iberica (526-532) contro i Sasanidi e alla guerra contro i Vandali (533-534).

GIUSTINIANO I

Nel 534, in seguito alla conquista dell'Africa, Procopio non seguì Belisario a Costantinopoli ma restò in Africa alle dipendenze del magister militum e prefetto del pretorio Salomone, un eunuco nativo di Dara, che aveva combattuto nella Guerra vandalica (533-534) come domesticus del generale Belisario. La guerra venne vinta dai Romani, che riconquistarono l'Africa settentrionale, la Sardegna, la Corsica e le isole Baleari. 

Tuttavia poi scoppiò una grande rivolta dell'esercito africano, Salomone e Procopio fuggirono in Sicilia e chiesero aiuto a Belisario, che aveva sconfitto momentaneamente i ribelli, dovette comunque ritornare in Sicilia. Procopio lo seguì di nuovo come segretario, partecipando alle campagne condotte contro i Goti (535-540). Tornato a Costantinopoli con Belisario nel 540, vide l'epidemia di peste che flagellò la capitale nel 542, detta "peste di Giustiniano".

Procopio narrò che l'epidemia al suo culmine uccideva 10.000 persone al giorno nella sola Costantinopoli, una stima forse gonfiata dallo stato generale di allarme mentre nel Mediterraneo orientale la riduzione di popolazione dovette essere attorno al 25%. Non si trovavano luoghi dove seppellire i morti e i cadaveri dovevano spesso essere lasciati all'aperto. Giustiniano promulgò nuove leggi per snellire le procedure legate alle pratiche ereditarie, innumerevoli per le innumerevoli morti.

Dopo il 540 dovrebbe essere rimasto a Costantinopoli, non seguendo Belisario nelle sue successive campagne, sebbene non tutti gli storici siano d'accordo.



LE OPERE

Le sue opere, scritte in greco, narrano le vicende dell'imperatore bizantino Giustiniano I, le sue guerre contro i Vandali, i Persiani e gli Ostrogoti, e la vita politica alla corte di Costantinopoli, oltre alla magnificenza delle opere edilizie volute dall'imperatore.

Storico militare e politico, la sua vena storiografica è decisamente pagana, utilizzando i modelli greci e latini (Erodoto, Tucidide, Livio, Tacito) senza le enfatizzazioni e la faziosità di molti autori cristiani.

VITTORIA DELLE GUERRE VANDALICHE


LE GUERRE VANDALICHE

- Nel libro I si narra anche la rivolta di Nika e la caduta in disgrazia di Giovanni di Cappadocia, prefetto del pretorio d'Oriente dell'imperatore Giustiniano I ad opera dell'imperatrice Teodora.

- I primi due libri (La Guerra Persiana) narrano le guerre contro la Persia Sasanide dal 502 al 551.
 
- I Libri III e IV narrano invece le guerre vandaliche, combattute in Africa contro i Vandali e i Mauri. I primi capitoli del Libro III narrano le guerre precedenti al regno di Giustiniano, quindi la conquista vandalica dell'Africa ad opera di Genserico, re dei Vandali e degli Alani (428 - 477), e i tentativi dei due imperi d'Occidente e d'Oriente di riconquistare l'Africa. Quindi narra la conquista bizantina dell'Africa ad opera di Belisario e le guerre dei Bizantini contro i Mauri, le popolazioni del deserto, in otto libri, sette scritti nel 551 e uno nel 553. 

- I Libri V, VI e VII riguardano invece la guerra gotica, cioè la guerra di Giustiniano contro gli Ostrogoti che occupavano l'Italia e la Dalmazia. Descrive anche l'assedio di Roma ad opera dei Goti nel 537-538, e nel libro VII narra la guerra gotica dal 540 al 551. 

- Il libro VIII descrive la guerra lazica contro i Persiani dal 551 al 553 fino alla vittoriosa campagna di Narsete contro i Goti, grazie alla quale l'Italia venne annessa all'Impero.

Mentre gli eventi fino al 540 non contengono molte critiche al governo di Giustiniano quelli successivi contengono idee diverse, forse per le sconfitte subite contro Cosroe e Totila. L'opera, che ebbe un certo successo, contiene aneddoti, presagi e digressioni sui luoghi in cui si combattevano le guerre.


STORIA SEGRETA

In greco Anékdota, un libello astioso contro Giustiniano e Teodora scoperto secoli dopo la morte dell'autore. Voltaire considerava l'opera una satira dettata dall'odio che Procopio provava per l'Imperatore, pur conservando una certa attendibilità negli avvenimenti.

È un libello contro Giustiniano, Teodora, Belisario e Antonina. Nella prefazione l'autore sostiene di aver dovuto tacere fino ad allora per paura di essere assassinato da sicari di Giustiniano e Teodora; ma ora voleva far sapere alle generazioni future le crudeltà dei due. L'opera vide la luce solo alcuni secoli dopo la sua redazione che dovrebbe risalire al 550, dato che parla del 32º anno di regno di Giustiniano (che tuttavia cade nel 559).


SUGLI EDIFICI

De aedificis è un'opera in stile celebrativa del 554 o del 560, in sei libri, che descrive ed elogia gli edifici fatti costruire o restaurare da Giustiniano durante il suo regno (527-565).
- Il libro I descrive gli edifici voluti da Giustiniano e Teodora nella capitale, come la Chiesa di S. Sofia, le altre chiese, il palazzo, le cisterne, il convento dove vennero recluse le prostitute costrette da Giustiniano e Teodora a far penitenza per i loro peccati.
- Il libro II descrive le fortificazioni volute da Giustiniano in Oriente, come la fortezza di Dara.
- Il libro III descrive le fortificazioni volute in Armenia.
- Il libro IV descrive le fortificazioni volute in Europa.
- Il libro V descrive le fortificazioni in Cilicia e in Palestina.
- Il libro VI descrive le fortificazioni in Africa.

Il fatto che l'Italia non sia citata fa supporre che l'opera non sia completa, forse per morte dell'autore.
Sembra poi che Procopio abbia nuovamente cambiato idea su Giustiniano, vedendolo ora giusto e caritatevole, il che fa pensare che l'opera sia stata commissionata dallo stesso imperatore.


BIBLIO

- Averil Cameron - Procopius and the Sixth Century - Berkeley - 1985 -
- Geoffrey B. Greatrex - Recent work on Procopius and the composition of Wars VIII - Byzantine and Modern Greek Studies - 2003 -
- Anthony Kaldellis - Procopius of Caesarea. Tyranny, History, and Philosophy at the End of Antiquity - Philadelphia - University of Pennsylvania Press - 2004 -
- Marco Cristini - Il seguito ostrogoto di Amalafrida: confutazione di Procopio - Bellum Vandalicum - 2017 -
- Hans-Georg Beck - Lo storico e la sua vittima. Teodora e Procopio - trad. Nicola Antonacci - Collana Quadrante - Roma-Bari - Laterza - 1988 -

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