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FESTUM VESTAE (6 marzo)

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LE VESTALI

Il Festum Vestae, detto più semplicemente Vestiae, si celebrava il 6 marzo, nei giorni precedenti alla primavera, quando gli alberi mettevano le prime gemme tingendo i rami di verde. Da tenere presente che nei tempi più antichi l'anno romano iniziava in primavera con il risveglio della natura. 

Bisogna sfatare che il fuoco del tempio non venisse mai spento, perchè veniva spento una volta l'anno, appunto nel Festum Vestae e veniva riacceso lo stesso giorno. Il fuoco veniva spento con l'acqua mentre un altro fuoco veniva acceso dallo stesso, poi il tempio veniva lavato e profumato, e il nuovo fuoco sacro portato nelle case per accendere i camini. 

Occorre una precisazione: il fuoco sacro non doveva mai spegnersi, tanto è vero che, come narra Virgilio, Enea aveva portato via da Troia il fuoco sacro per trasmetterlo ai figli nipoti e pronipoti fino ai Romani. Sarà Teodosio a obbligarne lo spegnimento nel 394 d.c. quando Roma perderà la tolleranza religiosa che era stato un faro di civiltà per il mondo.

Pertanto prima di spegnere il fuoco del focolare del tempio, veniva accesa prima una torcia, poi con un secchio d'acqua veniva spento il fuoco del focolare che veniva pulito e lavato insieme al pavimento e alle suppellettili del tempio. Una volta pulito, il focolare veniva fornito di legna e fascine e con la torcia rimasta accesa si dava vita al nuovo fuoco del focolare che era comunque sempre lo stesso fuoco. 

LE VESTALI

Veniva spento dunque il focolare ma non il sacro fuoco che si perpetuava nel nuovo anno, a simboleggiare il termine della vita che tuttavia proseguiva e si rinnovava. Dopodichè il tempio, lavato e profumato con incensi ed erbe odorose, veniva ornato di serti e ghirlande, sulla statua della Dea che veniva addobbata e ingioiellata e sulle pareti, mentre ai piedi della scalinata del tempio si accendevano i bracieri di bronzo.

Iniziava quindi la processione delle torce, con le sacerdotesse che sfilavano ai lati della strada con in mano delle torce accese a cui le donne accendevano le proprie torce per riportare a casa il fuoco sacro, benedetto in quel giorno che però veniva spento alla fine della giornata ponendo fine alla festa. 

Le donne che non avevano potuto accendere la propria torcia avvicinandosi alla processione, potevano recarsi al tempio ed accendere la propria torcia al fuoco sacro del tempio per poi ricondurlo al proprio focolare dove si svolgeva una breve cerimonia privata e ammessa solo alle donne.

La festa non è da confondere con le Vestalia, festa arcaica del 9 giugno, che in età repubblicana ed imperiale vennero portati a nove, dal 7 al 15 di giugno. Il Festum Vestae segnava la fine del vecchio anno e l'inizio del nuovo e per l'occasione le sacerdotesse vestali si ponevano coroncine di fiori  sui capelli e recitavano preghiere accompagnate da vari canti. La festa terminava al tramonto del sole.


BIBLIO

- Carandini - Il fuoco sacro di Roma. Vesta, Romolo, Enea, Roma-Bari, Laterza, 2015 -
- Giacomo Boni - Le recenti esplorazioni nel sacrario di Vesta - Roma - Accademia dei lincei - 1900 -
- Sabbatucci - La religione di Roma antica - ed. Il Saggiatore - Milano - 1988 -
- Galiano - Dèi e feste nel calendario di Roma - ed. Simmetria - Roma - 2012 -
- Ovidio - Fasti  - VI -
- Dumézil - La religione romana arcaica - ed. Rizzoli - Milano - 1977 -

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