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LEGIO XVII

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LEGIONI ROMANE

La Legio XVII era una legione romana, di cui non si hanno molte notizie accertate, ma si hanno le prove certe della sua esistenza e fu attiva comunque dal 41/40 a.c. al 9 d.c. Non ne è noto l'emblema.

Sia Gaio Giulio Cesare, sia Gneo Pompeo Magno ebbero nel loro esercito una legione XVII, ma se ne ignora il destino dopo la guerra civile e sembra che la legione cesariana, forse insieme alla XVIII e alla XIX, fosse stata distrutta nel corso della spedizione in Africa al comando di Gaio Scribonio Curione.



LA XVII DI GIULIO CESARE

La sua formazione è da collegarsi allo scoppio della guerra civile del 49 - 45 a.c., più nota come guerra civile tra Cesare e Pompeo e venne formata da Cesare con cittadini romani dell'Italia oppure con i pompeiani arresisi al termine dell'assedio di Corfinio. Questa legione venne infatti creata, molto probabilmente insieme ad altre quattro: la XVI, la XVIII, la XIX e la XX.

Marco Tullio Cicerone su Giulio Cesare alla vigilia della guerra civile: «Ecco l'uomo che dobbiamo combattere. Ha tutto, gli manca solo la buona causa»

GIULIO CESARE


GAIO SCRIBONIO CURIONE

Secondo Lucano, Scribonio Curione, già sostenitore di Pompeo, dal momento in cui si accorse di quanto fosse corrotta quella fazione, divenne sostenitore di Cesare, che per ringraziarlo si fece carico dei suoi debiti.

Per essere passato al partito cesariano, venne esiliato da Roma, ma raggiunse Cesare a Ravenna e portò poi lettere di lui al Senato. Tornato da Cesare con l'ordine del Senato di congedare le milizie, pena l'essere dichiarato nemico della patria, gli consigliò, date le sue esitazioni, di marciare contro Roma, passando il Rubicone.

Con il titolo di propretore fu inviato nel 49 a.c. da Cesare in Africa, per combattere Giuba I di Numidia, sostenitore di Pompeo. Sebbene avesse vinto la battaglia di Utica, in quella del fiume Bagradas fu definitivamente sconfitto e, una volta catturato, si suicidò durante la prigionia. Sembra che con lui caddero le legioni XVII, XVIII e XIX.

Secondo alcuni studiosi, dopo la sua distruzione venne ricostituita. Altri invece sostengono che fu riformata solo durante il secondo triumvirato, nella guerra civile degli anni 44-31 a.c. e che venne schierata da Marco Antonio durante la battaglia di Azio del 31 a.c., ma non sembra attendibile.



LA XVII DI MARCO ANTONIO

Una Legio XVII Classica, ossia navale, probabilmente distinta dalla precedente, faceva invece parte dell'esercito di Marco Antonio (83 a.c. - 30 a.c.), e venne certamente destituita per sempre dopo la sua sconfitta ad Azio.

AUGUSTO


LA XVII DI AUGUSTO

Non esistono menzioni della XVII nelle iscrizioni, ma la sua esistenza è certa, dato che nella riorganizzazione dell'esercito romano operata da Augusto dopo la sconfitta di Marco Antonio nella battaglia di Azio del 31 a.c. le legioni vennero numerate dalla I alla XXII.

Sembra che le legioni XVII, XVIII e XIX siano state reclutate da Ottaviano nel 41 a.c., dopo la Battaglia di Filippi del 42 a.c. per combattere contro Sesto Pompeo, il figlio di Pompeo Magno che teneva sotto controllo la Sicilia e la fornitura di grano per Roma. La legione fu probabilmente composta da veterani dell'esercito di Marco Giunio Bruto e Gaio Cassio Longino, gli assassini di Cesare, e da soldati provenienti dall'Italia settentrionale.



GLI STANZIAMENTI DELLA XVII

- Negli anni successivi la legione XVII dovette stanziarsi forse a Ehl, poco a sud di Argentoratae, il castrum romano che sorgeva nei pressi dell'odierna Strasburgo, in Alsazia, dove è stata rinvenuta un'iscrizione con il numero "IIVX", che potrebbe essere il numero della legione scritto al contrario.

TEUTOBURGO
- Da qui venne probabilmente spostata sul basso corso del Reno insieme alla XVI Gallica e alla XVIII. Partecipò sicuramente alle campagne germaniche di Druso maggiore (13-9 a.c.) e di Tiberio (8 a.c. e 4-5 d.c.), partecipando anche alla repressione della rivolta in Pannonia.

- Nel 9 prese probabilmente parte alla spedizione di Publio Quintilio Varo e finì distrutta nella battaglia di Teutoburgo insieme alle legioni XVIII e XIX.



QUINTILIO VARO

Con la fine della campagna di Tiberio, le nuove conquiste vennero organizzate a provincia, e Publio Quintilio Varo fu scelto come governatore. Nel 9 il capo dei Cherusci, nonché alleato romano, Arminio, che era stato allevato dai romani e presso cui aveva svolto una carriera militare, organizzò una trappola contro i Romani: informò Varo di una inesistente rivolta delle tribù occidentali, e lo consigliò di portare l'esercito sul Reno.

Varo si mosse con tre legioni, la XVII, la XVIII e la XIX, ma il tradimento di Arminio aveva preparato un'imboscata: le legioni, bloccate vicino Osnabrück, vennero sconfitte e distrutte nella battaglia della foresta di Teutoburgo, insieme a 6 cohortes di fanteria e 3 ali di cavalleria auxiliaira.

« ..Poiché i Germani sfogavano la loro crudeltà sui prigionieri romani, Caldo Celio [caduto prigioniero], un giovane degno della nobiltà della sua famiglia, compì un gesto straordinario. Afferrate le catene che lo tenevano legato, se le diede sulla testa con tale violenza da morire velocemente per la fuoriuscita di copioso sangue e delle cervella... »
(Velleio Patercolo, Storia Romana, II, 120, 6.)

« ..nulla di più cruento di quel massacro fra le paludi e nelle foreste.. ad alcuni soldati romani strapparono gli occhi, ad altri tagliarono le mani, di uno fu cucita la bocca dopo avergli tagliato la lingua.. »
(Floro, Epitome de T. Livio Bellorum omnium annorum)


GERMANICO


GERMANICO

Gran parte dei superstiti vennero sacrificati alle divinità germaniche, e i restanti vennero liberati o scambiati con prigionieri germanici o riscattati, tanto che nella spedizione del 15, sei anni dopo la disfatta, Germanico si fece ricondurre sul campo di Kalkriese grazie ai pochissimi superstiti della battaglia, gli unici che fossero in grado di indicare il luogo, per dare degna sepoltura ai resti dei commilitoni morti sei anni prima.

« Germanico giunse sul luogo della battaglia, ove nel mezzo del campo biancheggiavano le ossa ammucchiate e disperse, sparsi intorno sui tronchi degli alberi erano conficcati teschi umani. Nei vicini boschi sacri si vedevano altari su cui i Germani avevano sacrificato i tribuni ed i principali centurioni»

Ecco spiegato il significato del termine barbaro, i Romani non facevano certe nefandezze che meritano sicuramente il termine di barbarie.


« La crudeltà dei nemici germani aveva fatto a pezzi il cadavere, quasi completamente carbonizzato, di Varo, e la sua testa, una volta tagliata, fu portata a Maroboduo, il quale la inviò a Tiberio Cesare, perché fosse seppellita con onore.. »
(Velleio Patercolo, Storia romana II)



MAI PIU' RICOSTITUITE

Nessuna delle legioni scomparse sembra sia stata in seguito ricostituita, probabilmente per ragioni scaramantiche e ciò spiegherebbe la mancanza di notizie sulla legione. Solo Germanico recuperò in seguito le insegne delle tre legioni durante il principato di Tiberio.


BIBLIO

- Appiano di Alessandria - Historia Romana - libro III -
- Cesare - Commentarii de bello Gallico - libri VII-VIII del Progetto Ovidio -
- Cesare - Commentarii de bello civili - libri I-III - del Progetto Ovidio).
- Plutarco - Vite parallele - Vita di Cesare e Vita di Pompeo -
- Velleio Patercolo - Historiae romanae ad M. Vinicium - libri duo -
- Cassio Dione Cocceiano - Storia romana -
- M. Rizzotto - Gaio Scribonio Curione. Una vita per Roma - Gerenzano (Varese) - 2011 -
- Svetonio - De vita Caesarum libri VIII - Cesare -
- M. Bocchiola, M. Sartori - Teutoburgo. La selva che inghiottì le legioni di Augusto - Milano - Oscar Mondadori - 2014 -

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