VOLTURNO A CAPUA |
"Volturno suo deo sacra faciebant cuius sacerdotem Volturnalem vocabant"
(Festo, De Verborum Significatu)
Volturno (latino Volturnus o Vulturnus) è il nome di una divinità prima etrusca e poi romana, secondo l'uso romano di importare gli dei stranieri della popolazione che aveva dato loro filo da torcere, adottato pertanto alla fine delle guerre contro i popoli etruschi. La divinità era venerata a Roma, nel Velabro, il quartiere etrusco della città, dove gli era stato dedicato anche un tempio.
Ma Volturno veniva venerato anche in Campania nella zona di Capua, ove veniva considerato come fiume, e dove un tempo erano giunti gli etruschi cacciati poi dai Sanniti, che furono poi cacciati dai romani.
Un tempo era considerato dagli studiosi un Dio romano, a Roma patrono del vento caldo di sud-est (lo scirocco). In realtà dopo la conquista di Volsinii l'immagine del Dio li venerato fu portata a Roma per evocare la sua protezione a favore dei romani togliendola agli etruschi.
I Volturnalia si celebravano a Roma il 27 agosto con un flamine preposto al culto di Volturno e chiamato Flamen Volturnalis. Questo sacerdozio a detta di Varrone sarebbe stato istituito da Numa Pompilio, il secondo re di Roma.
FIUME - DIO VOLTURNO |
IL FLAMINE VOLTURNALE
Al suo culto era preposto un flamine minore, il flamine volturnale; le sua festività erano denominate Volturnalia e si celebravano il 27 agosto. Secondo lo scrittore cristiano Arnobio ( 255 - 327), Volturno era ritenuto il padre di Giuturna.
- - Si pensò un tempo che Volturno essendo un Dio fluviale fosse collegato con il Tevere e che Volturnus fosse stato un antico nome del Tevere, forse il nome datogli dagli Etruschi, ma i vari nomi dati al Tevere furono l'arcaico Albula e i successivi Thybris e Tiberis.
- - Per Theodor Mommsen, che riconosceva la natura fluviale del Dio, il nome veniva dalla radice "uoluere".
- - Altri hanno proposto un collegamento con il nome dell'avvoltoio.
- - Altri ancora con il nome del monte Voltur nei pressi di Venosa, ricordato già da Orazio.
- - Per Kurt Latte, potrebbe avere un'origine etrusca per il nome proprio etrusco Velthurna.
MOSAICO DI VOLTURNO |
SULL'IDENTITA'
1 - Secondo l'archeologo Mario Cristofani conosciamo questo Dio solo da testimonianze letterarie ed epigrafiche latine del Fanum Voltumnae, il santuario federale degli etruschi ove avvenivano le assemblee annuali delle città etrusche, sottolineando le identiche radici di vert o volt (che significa cambiare), per Voltumna, Volturnus e Vertumnus, e pure Volsinii. Quindi il nome deriverebbe dal mostro Volta, il drago che, nell'Historia Naturalis di Plinio, distruggeva con il fuoco le campagne vulsiniesi e che il re etrusco Porsenna, conoscendo l'Arte Fulgorale, convinse gli Dei a distruggere con un fulmine il suddetto drago Volta.
2 - Secondo l'archeologo Francesco Nicosia “Volta era una creatura mostruosa, mezzo uomo e mezzo-bestia”, che nelle campagne vomitava materiale incandescente ma che “acquietatosi, diventò amico della razza umana, donò fertilità alla terra, creò il bacino lacustre, le forme delle cose viventi e di quelle inerti, lo stupendo paesaggio ricco di foreste, popolato di animali”, Insomma Volta era il Voltumna, o Vertunna, il mutevole, principe degli Dei etruschi e dell'etrusca Velzu (nome originario di Volsinii) che aveva il suo tempio ove ogni anno si riunivano i dignitari della Confederazione, "re sacerdoti detti lucumoni, insieme a folle di pellegrini e si deliberavano interessi comuni di pace e di guerra, si tenevano i giochi gladiatori, sacri misteri e altre manifestazioni religiose”.
3 - Il filologo Kurt Latte invece non ritenne Volturno un Dio del fiume ritenendolo invece una "forza del vento".
4 - Per Georges Dumézil il Dio Volturnus a Roma era il vento di sud-est, nocivo ai vigneti e agli alberi da frutto, e scongiurato con i Volturnalia.
5 - Per il filosofo Favorino, citato da Aulo Gellio, era il terzo vento, quello che viene dal punto in cui il sole si alza al solstizio d'inverno, che i Romani chiamano Vulturnuus, e i graci Eurónotos, perché si situa tra il Noto e l'Euro.
6 - Per Columella anche in Betica (Spagna meridionale) i contadini chiamavano Volturnus il vento caldo che devastava le viti all'inizio della Canicola, se non venivano coperte da stuoie di palma.
URNA CINERARIA ETRUSCA RAPPRESENTANTE IL MITO DI VOLTA |
8 - Varrone ricorda che già era stato introdotto da Tito Tazio col nome di Vertumnus o Volturnus ed aveva un sacerdote, il “flamine volturnale”, e conferma l'esistenza di una statua lungo il “Vicus Tuscus”, tra Palatino e Velabro, che veniva addobbata dai commercianti etruschi con fiori, frutta, strumenti e vesti tipiche delle attività agresti. Varrone, che lo considera il principale Dio degli etruschi, fa derivare il suo nome da “vertere”, cambiare, pertanto il Dio dell'Annus Vertens, con la facoltà di cambiare le cose, o il suo stesso aspetto, o il corso del Tevere, evitando le inondazioni. Poneva Vertunno, con Quirino, Ops, Flora, introdotti a Roma da Tito Tazio, tra gli Dei protettori delle colture di stagione, sino a darsi il cambio con Autumnus che giungeva subito dopo “ai grappoli della prima uva”.
9 - Lo storico Sesto Pompeo Festo, del II secolo, ricorda il tempio di Volturno nei pressi dell'Aventino ove era collocata la statua togata di M.F. Flacco, il conquistatore di Vulsinii.
10 - Il poeta Propezio nella IV Elegia fa parlare Volturno che dice di vedere, dal suo tempio collocato presso l'ansa del Tevere, il Foro Romano e di recare in mano i frutti dell'orto e sulla fronte una ghirlanda di fiori. Dice poi di potersi trasformare in ragazzo o in uomo, falciatore o soldato, mietitore, Apollo, Bacco, Fauno, auriga, pescatore, mercante, pastore, fioraio.
VOLTURNO CAMPANO
Lo testimonia una protome d'arco proveniente dall'anfiteatro dell'antica Capua, infatti Volturnum era l'antico nome della città di Capua, prima ancora di Casilinum, e secondo il linguista Massimo Pittau avrebbe origine etrusca.
Secondo l'etruscologo Giulio Mauro Facchetti, il nome della città (e quindi del Dio-fiume) si riferirebbe al falco avvistato il giorno della fondazione e interpretato come segno divino di buon auspicio.
Il poeta Stazio descrive la statua del Dio collocata sul ponte costruito da Domiziano sul fiume Volturno: lo rappresentava sdraiato come ad un banchetto con in testa una corona di canne palustri intrecciate e lo immagina lamentarsi per il peso delle arcate del ponte, rimpiangendo il lieve peso delle antiche zattere.
- Columella - De Re Rustica - V -
- Aulo Gellio - Notti Attiche - II -
- Corpus Inscriptionum Etruscarum - 426 -
- Papinio Stazio - Silvae - IV -
- Lucano - Farsalia - II -
- Calendario Maffei in Giulio Vaccai - Le feste di Roma Antica - Roma - Mediterranee - 1986 -
- Jean Bayet, La religione romana -Torino - Bollati Boringhieri - 1959 -
- Georges Dumézil - Feste romane -. Genova - Il Melangolo - 1989 -
Lo testimonia una protome d'arco proveniente dall'anfiteatro dell'antica Capua, infatti Volturnum era l'antico nome della città di Capua, prima ancora di Casilinum, e secondo il linguista Massimo Pittau avrebbe origine etrusca.
Secondo l'etruscologo Giulio Mauro Facchetti, il nome della città (e quindi del Dio-fiume) si riferirebbe al falco avvistato il giorno della fondazione e interpretato come segno divino di buon auspicio.
Il poeta Stazio descrive la statua del Dio collocata sul ponte costruito da Domiziano sul fiume Volturno: lo rappresentava sdraiato come ad un banchetto con in testa una corona di canne palustri intrecciate e lo immagina lamentarsi per il peso delle arcate del ponte, rimpiangendo il lieve peso delle antiche zattere.
BIBLIO
- Aulo Gellio - Notti Attiche - II -
- Corpus Inscriptionum Etruscarum - 426 -
- Papinio Stazio - Silvae - IV -
- Lucano - Farsalia - II -
- Calendario Maffei in Giulio Vaccai - Le feste di Roma Antica - Roma - Mediterranee - 1986 -
- Jean Bayet, La religione romana -Torino - Bollati Boringhieri - 1959 -
- Georges Dumézil - Feste romane -. Genova - Il Melangolo - 1989 -