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NARISTI (Nemici di Roma)

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I NARISTI

I Naristi (o Varisti) (Naristae in latino) erano un'antica popolazione germanica, di origine suebica. I Suebi (o Suebians, o Suevi, o Suavi) erano un grande gruppo di popoli germanici originari della regione del fiume Elba nelle attuali Germania e Repubblica Ceca. All'inizio dell'era romana includevano molti popoli tribali come i Marcomanni, i Quadi, gli Ermunduri, i Senoni e i Longobardi. 

I Suebi confinavano con gli Ermunduri (ad occidente) e con i Marcomanni (ad oriente) e facevano parte dei Germani occidentali (Herminones o Suebi), di cui facevano parte anche gli Ermunduri (Hermandures, Hermundures), i Marcomanni, i Quadi, e i Senobni (Semnones).
 
Il popolo dei Naristi si trovava ad est degli Hermundures; attorno al 98, al tempo dello storico Tacito che scrisse "De origine et situ Germanorum", erano stanziati in Baviera, vale a dire tra la Boemia (dove si trovavano i Marcomanni) e il Danubio, e qui restarono dalla fine del I secolo a.c. al III secolo d.c.. 

EQUES ARMATO DI CONTUS


DRUSO MAGGIORE

Durante le fortunate campagne del generale romano Druso maggiore (alla fine del I secolo a.c.), tra l'alto Reno e l'alto Danubio, ad ovest della Selva Boema, nell'attuale Palatinato (una regione della Germania sud-occidentale), essi confinavano a nord con Marcomanni e Quadi, a sud con l'Impero romano, ad ovest con i Triboci Nemeti, ad est con i celti Boi di Boemia. 

DRUSO MAGGIORE
In seguito alle vittoriose campagne di Druso del 10-9 a.c., i confinanti Marcomanni e Quadi furono costretti a lasciare le loro terre lungo il fiume Meno, per rifugiarsi nella Selva Boema, circondati da una catena di monti che potesse proteggerli dall'avanzata romana, mentre i Naristi continuarono a rimanere nell'attuale Palatinato. 

Si pensa che fu in seguito alle campagne di Domiziano dell'83-85 d.c., nella regione degli Agri Decumati, che un ramo dei Naristi migrarono più ad est, spingendosi lungo il Danubio fino all'attuale Bassa Austria, di fronte a Vindobona (Vienna). 

I Naristi parteciparono poi, insieme ad una coalizione di 11 popoli germanico-celtici, alla grande invasione del 170 d.c. (guerre marcomanniche) che Marco Aurelio riuscì a sconfiggere e poi a sottomettere negli anni successivi. Rimane celebre l'episodio, ricordato in un'iscrizione funeraria e anche sulla Colonna di Marco Aurelio, in cui il generale Valerio Massimiano uccise il capo dei Naristi, un certo Valao (173 d.c.). 



VALERIO MASSIMIANO

Valerio Massimiano, di origine slovena, era comandante dell'ala I Ulpia Contariorum (un Contarius era armato di una lunga lancia, il Contus) ad Arrabona (odierna Győr); divenne comandante della flotta sul Danubio e gli fu affidato il compito di proteggere gli approvvigionamenti degli eserciti di Pannonia.

Egli uccise di sua mano Valao, capo dei Naristi nel corso delle guerre marcomanniche (anni 172-173), e venne posto quindi a capo di un contingente di Marcomanni, Quadi e Naristi quando accompagnò Marco Aurelio in Oriente dopo la sollevazione di Avidio Cassio nel 175. Nel 178 divenne procuratore della Mesia inferiore, e nello stesso anno fu nominato senatore.

Egli partecipò poi alla seconda spedizione germanica di Marco Aurelio, ricevendo il comando di vexillationes della Legio I Adiutrux e della II Adiutrux, e finita la guerra si stabilì a Leugaricio in Marcomannia (nel 179 nella Slovacchia, nei pressi del vecchio comune di Trenčín.). In seguito fu anche legatus legionis della III Augusta in Africa proconsolare. Ottenne il consolato nel 185 circa.

«Victoriae / Augustoru(m) / exercitus qui Lau/garicione sedit mil(ites) / l(egionarii) II(milia) DCCCLV / M(arcus) Val(erius) Maximian(u)s leg(atus) leg(ionis) II Ad(iutricis) cur(avit)»

«Alla vittoria degli Augusti (Marco Aurelio e Commodo), l'esercito che risiedette in Leugaricio, i 2.855 soldati legionari della legio II Adiutrix, Marco Valerio Massimiano legatus legionis della II Adiutrix ebbe cura»

Alcuni contingenti di cavalleria (equites) dei Naristi furono inviati in Oriente, in seguito alla rivolta di Avidio Cassio (che in realtà riteneva morto l'imperatore), sotto il comando di Valerio Massimiano (praepositus), come testimoniato dal testo di un'iscrizione (praeposito equitibus gentium Marcomannorum Naristarum Quadorum ad vindictam Orientalis motus pergentium).

ISCRIZIONE ROMANA DI MARCO VALERIO


I VARISCI

È stata ipotizzata un'identificazione dei Naristi/Varisti con i Varisci (in tedesco Varisker, tribù germanica composta presumibilmente dagli antichi abitanti di un distretto medievale, la Provincia Variscorum; si suppone che corrisponda al Vogtland Sassonia Germania. Vengono brevemente citati come Varistae nel Vita Marci Antonini Philosophi della Historia Augusta. 

Furono tra le tribù che attraversarono il Danubio, ma dopo questo fatto non si sa più nulla di loro. Non tornarono più nella loro provincia, che venne in seguito abitata dagli Armalausi, come descritto nella Tavola Peutingeriana. 

Il destino che appare più probabile per loro è quello di essere stati trapiantati in Italia, insieme ad altre popolazioni guerriere originarie del Danubio, per decisione di Marco Aurelio, che voleva tenerli sotto controllo. In seguito numerose invasioni barbariche percorsero l'impero, e probabilmente i Varisci persero la loro identità mischiandosi alla massa. 


BIBLIO

- Strabone - Geografia VII - Illiria e Pannonia - 
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia - III - 
- Dione - Storia romana - libro LV - 
- Svetonio - Vite dei Cesari - Tiberio - 
- Scrittori della storia augusta - a cura di Paolo Soverini - voll.2 - Torino - Utet - 1983 - 
- Procopio di Cesarea - Guerra gotica - I - 
- Tacito - De origine et situ Germanorum - Progetto Ovidio - 
- Velleio Patercolo - Historiae romanae ad M. Vinicium - libri duo -

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