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VILLA ROMANA A TOLEMAIDE (Libia)

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Tolemaide (Tolmeta in latino) era un antico centro della Cirenaica (una regione storico-geografica della Libia orientale), che sorgeva presso l'attuale città araba di Tolmeita. Il nome della città deriva probabilmente da quello di Tolomeo III Evergete, che sposò Berenice II, figlia di Magas di Cirenaica, ricevendone in dote l'intera regione, annessa all'Egitto.

Nel I secolo fu conquistata da Roma che la incluse nella Provincia di Cirene e Creta ed entrò a far parte del Limes Africano. Durante le invasioni barbariche del III secolo la caduta della città costrinse l'imperatore Marco Aurelio Probo, ad affrontare, nel 279 - 280, una nuova invasione dei Blemmi in Egitto. Nel 428, la città fu devastata dai Vandali.


Sotto Giustiniano fu ricostruita con la realizzazione di una cisterna e di una chiesa i cui resti sono ancora visibili nel sito archeologico. Fu nuovamente devastata dagli Arabi nel VII secolo, per cui quasi tutta la popolazione abbandonò la città.

Fin dal periodo della dominazione italiana ebbero luogo numerosi scavi che portarono alla luce il centro e la cinta di mura in parte conservate. L'abitato aveva pianta regolare, all'uso greco e gli scavi archeologici hanno rivelato vari edifici ellenistici, tra cui il mausoleo e il cosiddetto Palazzo delle Colonne.

Di età romana sono i resti del foro, l'anfiteatro e un arco onorario a tre fornici del sec. IV d.c. Sono state rinvenute anche notevoli sculture di età ellenistica. Nel 2001 una missione dell'Istituto di archeologia dell'Università di Varsavia diede corso ad ulteriori scavi archeologici.

MOSAICO DI DIONISO ED ARIANNA DORMENTI


LA MISSIONE ARCHEOLOGICA

La missione archeologica dell’Università di Varsavia, guidata da Jerzy Zelazowski, ha scoperto a Tolemaide, sulla costa cirenaica libica, già sede di un’importante delegazione italiana durante il periodo del colonialismo, una villa romana del III sec. d.c., con splendidi mosaici e affreschi, per un'estensione di 600 mq. Sono inoltre venute alla luce delle statue e un tesoretto di 553 sesterzi in argento e bronzo. 

Forse si trattava del compenso di artigiani locali per i lavori svolti nella domus, comunque la maggior parte delle monete sono state trovate all’interno di una stanza di una sorta di laboratorio che produceva lucerne di terracotta (il Nord Africa era uno dei grandi fornitori di manufatti ceramici nel periodo imperiale e post imperiale dell’intero bacino del Mediterraneo, soprattutto di Roma).



LA STORIA

La città di Tolemaide venne fondata quasi 2300 anni fa, agli inizi del IV secolo a.c., dai Greci di Barce, cittadina anch'essa libica. Non si conosce il nome originale ma si sa che venne chiamata Tolemaide, sicuramente voluto sotto
il dominio della dinastia macedone dei Tolomei.

La dinastia dei Tolomei iniziò a governare la regione nel 305 a.c., con Tolomeo I Soter. Il suo dominio si estendeva su una vasta area che andava dalla Siria alla Nubia. La capitale del regno era Alessandria d'Egitto.

Nel 96 d.c. l'intera provincia della Cirenaica, inclusa la città di Tolemaide, venne consegnata pacificamente ai Romani.
che però finirono per disinteressarsi della nuova provincia, non avendo questa molte risorse.
Così Tolemaide finì per diventare un covo di pirati, ma nel I secolo d.c., durante le guerre mitridatiche, i Romani fecero un notevole sforzo per ristabilire l'ordine in Cirenaica.
La villa con i mosaici è stata costruita centinaia di anni dopo queste vicende, quindi in un florido periodo di pace.

La storia dei viaggi e delle missioni archeologiche in Oriente è legata alla storia delle grandi biblioteche e delle collezioni di antichità, nate in Italia e Francia dal periodo rinascimentale in poi. Furono intraprese diverse spedizioni, per acquisire nuovi monumenti per le raccolte già esistenti, oltre al piacere di viaggiare nei territori dell’Impero Ottomano. Comunque i viaggi nei paesi del Nord Africa erano poco numerosi, soprattutto a causa della pirateria diffusa a Tunisi e Tripoli.

Quando nel Settecento e Ottocento a Tolemaide giunsero i primi viaggiatori, la città era un ammasso di rovine in circa 250 ettari abbandonati. Alcuni studiosi ritengono che la città non sia stata devastata nell’invasione araba, né era stata completamente abbandonata. 

Secondo Al-Idrisi, un geografo arabo dell’XI secolo, era una grande città fortificata, con il porto commerciale frequentato dalle navi di Alessandria. Tuttavia l’insediamento arabo occupò i limiti settentrionali e occidentali della città antica e dunque la parte centrale della città rimase in realtà intatta. Le osservazioni fatte dai viaggiatori in autunno erano le più precise per il diradarsi della vegetazione.

I viaggiatori, spostandosi verso Oriente, incontravano uno stupefacente complesso di cui era difficile stabilire la natura, sulla cui destinazione si discute oggi come allora, chiamato “agora”, oppure “forum”, oggi detta “Piazza delle Cisterne”. Si tratta di una piazza di 60 x 70 m, pavimentata di mosaico, circondata da un portico, sotto la quale fu costruita, tra roccia e muratura, un'enorme cisterna per la raccolta dell’acqua piovana, o per conservare la riserva dell’acqua portata dall'acquedotto dalla sorgente lontana 20 chilometri ad est. La cisterna sotterranea si compone di una serie di criptoportici, composti a loro volta da 21 gallerie chiuse da una volta a botte, lunghe 18 metri e alte 5 m.




DANIELE MANCINI

"La villa si sviluppava intorno ad un cortile che fungeva da peristilio, secondo lo schema classico delle ville romane. I mosaici reperiti in loco archeologica sono estremamente preziosi. Uno di essi raffigura Arianna e il suo sposo, il Dio Dioniso, addormentati. Un altro mosaico riproduce il ciclo di Achille, con l'eroe greco raffigurato sull'isola di Skyros, dove sua madre, temendo la sua morte prematura nella guerra di Troia, lo aveva inviato travestito da fanciulla.

Due altri mosaici, uno nel cortile della vitta e l'altro nella camera da pranzo, sono stati chiamati Leukaktios, dalla sovrapposizione, in epoca successiva, forse dai nuovi proprietari, di un pavimento di pietra bianca. Alcuni affreschi parietali della villa imitano il marmo, con forme geometriche colorate, altri presentano raffigurazioni di diversi uccelli.

L'abbandono di questa elegante abitazione avvenne, quasi certamente, al culmine di una serie di terremoti che funestarono la regione. Due, in particolare, registrati nella metà del III sec. d.c. e nel 365 d.c., possono aver inflitto all'edificio il colpo fatale. Il tesoretto di monete d'argento e di bronzo era sepolto sotto il crollo della casa.

La città di Tolemaide, però, sopravvisse a questi disastri naturali e rimase, almeno per un certo lasso di tempo, capitale della Cirenaica. Nel 428 d.c. venne distrutta o almeno devastata dai Vandali che avevano invaso il nord Africa. Tolemaide venne ricostruita sotto Giustiniano I, imperatore bizantino dal 527 al 565 ma venne nuovamente rasa al suolo nel VII secolo d.c. dagli Arabi e non venne più ricostruita.

La villa con i mosaici recuperati è stata edificata qualche secolo più tardi intorno a un cortile, il classico peristilio romano. 

Il mosaico più scenografico raffigura Dioniso e Arianna dormienti; Arianna, figlia di Minosse, dopo aver aiutato Tèseo contro il Minotauro, dopo essersi disperata per la sua partenza, sarebbe diventata la moglie della divinità.

L’antica Tolemaide è stata fondata tra il VII e il VI sec. a.c. da coloni greci dell’antica Barce, sempre in Libia, ed è stata ribattezzata con questo nome durante la dominazione tolemaica sull’Egitto, con Alessandria capitale.
 

Durante il regno di Cleopatra, i Romani hanno occupato anche Tolemaide e nel 96 a.c. l’intera provincia della Cirenaica è stata pacificamente consegnata ai Romani. Roma, però, ha mostrato sempre poco interesse per la loro nuova provincia che si è trasformata in un nido di predoni e pirati. Nel I secolo a.c., dopo le guerre civili, i Romani hanno fatto uno sforzo per ristabilire l’ordine in Cirenaica ed estendere la “romanitas” in tutta la zona, sedando tutti i piccoli conflitti tra le varie tribù e gruppi religiosi.

In altro mosaico vi è, invece, raffigura un momento del ciclo di Achille, la raccolta di poemi epici sulle avventure dell’eroe greco. Nella rappresentazione musiva Achille è rappresentato sull’isola di Skyros dove sua madre Teti, temendo che avrebbe incontrato la sua morte e la sua gloria a Troia, lo vestì come una ragazza per evitare Ulisse e i suoi reclutatori militari.

Altri due mosaici della villa, uno nel cortile e uno nella sala da pranzo, riportano il nome “Leukaktios“. Il nome sembra sia stato sovrapposto sulla pietra della muratura in un secondo momento, forse a causa di un cambio di proprietà nel corso della sua vita. 

Le pareti della villa, inoltre, sono decorate da affreschi colorati con disegni geometrici che imitano il rivestimento in marmo. Sono raffigurate anche diverse figure rappresentanti principalmente varie specie di uccelli.

La fine di questa elegante casa, dopo anni di occupazione, è probabilmente da attribuire a eventi catastrofici come i terremoti piuttosto frequenti nella regione, soprattutto quello a metà del III secolo d.c. e quello del 365 d.c., che devastano irrimediabilmente la casa. Il tesoro di monete d’argento e di bronzo è stato trovato infatti all'interno degli strati di distruzione della casa.

La città di Tolemaide, invece, è sopravvissuta ancora per qualche periodo come capitale della Cirenaica fino al 428 d.c. Venne poi distrutta dai Vandali che invasero il Nord Africa. Fu ricostruita da Giustiniano I, l’imperatore bizantino dal 527 al 565, ma nel VII secolo d.c. le armate arabe rasero nuovamente al suolo la città decretandone la definitiva fine."

(Daniele Mancini)


BIBLIO

- Gennaro Pesce - Il "Palazzo delle colonne" - Tolemaide di Cirenaica - Monografie di archeologia libica - Roma - L'Erma di Bretschneider - 1950 -
- Stucchi.S. - Architettura Cirenaica - Roma - 1975 -
- Gennaro Pesce - Tolemaide - Enciclopedia dell'arte antica - Istituto dell'Enciclopedia Italiana -1966-
- Roques,D. - Procope de Cesaree et la Cyrénaïque du VIe s. ap. J.C. (De Aedificis, VI, 2) - Rendiconti della Accademia di Archeologia. Lettere e Belle Arti - Napoli - 1993-1994 -


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