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RUDIAE (Puglia)

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ANFITEATRO ROMANO DI RUDIAE

Rudiae è il nome di un’antica città messapica situata nel cuore del Salento presso l’antica Lupiae (oggi Lecce). L’area archeologica è collocata nella Valle della Cupa, famosa soprattutto per l’anfiteatro romano, portato alla luce durante gli scavi iniziati nel 2011.

Il suo insediamento più antico risale al IX-VIII secolo a.c. mentre la nascita di un vero centro abitato con gli edifici pubblici potrebbe datarsi tra la fine del VI e il III secolo a.c., pertanto fu prima città messapica e poi romana. L’antica città, nota per aver dato i natali al famoso scrittore latino Quinto Ennio, risentiva dell' influenza della colonia dorica di Taranto, sia per lo stile sia per i costumi.

Molti studiosi ritengono che il declino di Rudiae sia dipeso dalla progressiva affermazione della vicina Lupiae (Lecce), dato che le due città furono per un certo periodo coeve e forse anche in lotta tra loro per il predominio commerciale.



IL PARCO ARCHEOLOGICO

Rudiae rappresenta uno dei principali siti archeologici del Salento, posto a pochi chilometri di Lecce, con resti sia messapici che romani. Il parco è stato chiuso per molto tempo, ma da non molto è tornato in parte visitabile e al suo interno sono stati rinvenuti e messi in evidenza alcuni tratti delle monumentali fortificazioni messapiche. Sulla base dell'estensione muraria, si pensa che l’area totale della città potesse coprire circa 100 ettari. 

Sono state rinvenute anche delle strade basolate, e quindi romane, e al centro nevralgico di queste si è rinvenuto un luogo di culto risalente al I secolo a.c.; i romani solevano conservare i monumenti delle altre popolazioni, anzi in genere le restauravano e abbellivano, salvo ricostruirle o ingrandirle quando non soddisfacevano le esigenze del centro abitato. 

Gli scavi hanno portato alla luce in vicinanza dell’edificio una tomba ipogea dalla particolare pianta a T, riferibile all'età ellenistica.



L'ANFITEATRO

Posto inusualmente al centro dell’antica città e portato alla luce solo durante la recente campagna di scavo del 2011, l’anfiteatro si conserva quasi in tutta la sua interezza e venne edificato sotto Traiano tra il 98 e il 117 d.c.. La sua dimensione massima è di m 85 x 70, con l’asse maggiore orientato in senso nord-ovest/sud-est, mentre l’arena misura 50 x 35 m; la cavea ha uno spessore di 17,30 m e poteva ospitare quasi 8.000 spettatori.

A differenza della quasi totalità degli anfiteatri romani che sorgevano nelle periferie delle città, e spesso fuori le mura, l’anfiteatro di Rudiae era stato realizzato al centro del precedente insediamento messapico, in un’area fornita di una conca naturale che ne facilitava la costruzione.

La conca aveva infatti un banco di roccia che venne usato come supporto e parte del sistema di sostegno della cavea: dove un tempo alloggiavano i sedili in pietra; la metà orientale invece, nella parte messa in luce, è costituita dal banco di roccia che è stato lavorato a formare una gradinata che andava a formare le file di sedili.

RICOSTRUZIONE DELL'ANFITEATRO

La cavea era suddivisa in venti cunei, dieci per lato, separati dai corridoi radiali (vomitoria) in corrispondenza della summa cavea e dalle scalette, ricavate nello spessore dei sedili, in quella inferiore (ima cavea). Si tratta dunque di un anfiteatro della tipologia di tipo ellenistico, a differenza di quello di Lupiae in cui la cavea poggia su sostruzioni voltate in cementizio di stile romano.

L’ingresso all’arena avveniva, oltre che dagli aditus dotati di un sistema di chiusura in corrispondenza della soglia d’ingresso, dai due corridoi mediani, gli unici che raggiungevano il muro del podio permettendo il passaggio nell'area dell'arena. Questi erano probabilmente accessibili solo al personale di servizio o agli animali feroci, nell'ambito degli spettacoli che qui si svolgevano.


La data della sua costruzione è confermata dal rinvenimento di una lastra in marmo con iscrizione riferibile alla dedica del monumento. Una prima lettura dell’epigrafe permette di leggere il nome di Otacilia Secundilla, figlia di un senatore romano di nome Marco vissuto nell’Età di Domiziano, la quale avrebbe finanziato la costruzione dell’edificio. 

Nel XVI secolo vi si rinvenne un’altra iscrizione con il nome della stessa Otacilia Secundilla, associato al termine amphitheatrum, confermando così la precedente iscrizione. Di tale epigrafe scrive Giulio Cesare Infantino (1581-1636), poi inserita da Theodor Mommsen nel Corpus delle iscrizioni latine (CIL), che recitava:

OTACILIA M(arcus) F(ilia) SECUNDILLA AMPHITEATRUM RE.P.R

L'AREA SACRA


L'AREA SACRA

Il luogo di culto di Rudiae è situato all'incrocio tra le due strade e presenta una pianta rettangolare di 20 x 12 m. L’edificio è realizzato con grandi blocchi di pietra e si articola in diversi ambienti comunicanti, alcuni dei quali conservano ancora intatta la pavimentazione antica. 

Alcuni vani dovevano servire alla conservazione delle icone sacre e agli utensili dei rituali, altre per il magazzinaggio delle offerte. All’esterno, il complesso monumentale era delimitato da un recinto sacro, di cui si conservano vari tratti. 

Le indagini archeologiche della fine degli anni Cinquanta non hanno permesso di riconoscere la divinità o le divinità venerate all'interno del tempio, ma il rinvenimento dei reperti archeologici ha permesso comunque di datare il complesso all'età romana repubblicana (I secolo a.c.).

Con l’abbandono dell’insediamento messapico situato presso l’odierna Cavallino nella prima metà del V secolo a.c. Rudiae divenne un riferimento territoriale, tanto è vero che nel IV secolo a.c. venne munita di una cinta muraria lunga circa 4 km che includeva un’area di 100 ettari. 

A seguito della conquista romana del Salento nella prima metà del III secolo a.c., Rudiae appare in un progressivo declino a vantaggio di Lupiae (l’attuale Lecce, da cui dista circa 3 km).

Nel corso dei primi scavi sono state portate alla luce inoltre una necropoli e diversi reperti attualmente conservati presso il museo Sigismondo Castromediano di Lecce. Scoperto un ipogeo nel 1959, che è completamente ricavato nel banco di roccia, a circa 3,5 m al di sotto del piano di campagna. 

La tomba è costituita da un corridoio di accesso (lunghezza circa 3,40 m) provvisto di 6 gradini che conducono ad un vano centrale di forma quadrata (2,50 x 2,40 m), ai lati del quale si dispongono altri due ambienti di dimensioni pressoché simili.


BIBLIO

- G. Carluccio, F, D'Andria - Le fortificazioni messapiche - Università di Lecce. dipart. Scienze dell'Antichità - Congedo Editore - 1990 -
- Gianni Carluccio - Rudiae, patria del Poeta latino Quinto Ennio - Congedo editore - 1992 -
- Rudiae. Ricerche sul mondo classico - Kaipos - Studi letteratura cristiana antica - Congedo editore -
- G. Rohlfs - Griechen und Romanen in Unteritalien - 1924 -
- Carpenter, T., Lynch, K., & Robinson, E.  - The Italic People of Ancient Apulia: New Evidence from Pottery for Workshops, Markets, and Customs - Cambridge - Cambridge University Press - 2017 -


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