Il ponte Fabio Massimo è un antico ponte, risalente nientemeno che all'epoca della Roma Repubblicana, situato nel comune di Faicchio (prov. di Benevento, in Campania), realizzato in cotto, pietra e tufo ed è lungo 12 metri e alto 13.
Sembra che qui sia passato il dittatore romano Quinto Fabio Massimo Verrucoso, detto il Temporeggiatore ( 275 a.c. – 203 a.c.), per arrestare l'avanzata di Annibale durante la seconda guerra punica. Narra Tito Livio che Nel corso dell'udienza davanti al senato cartaginese Fabio disse:
«Qui noi portiamo guerra e pace, scegliete voi quale delle due volete.»
(Livio, XXI, 18.13.)
In realtà il ponte è preromano e cioè sannita. In origine, sui basamenti alti 3 m. ed elevati sul banco di rocce delle sponde del fiume, alti quattro metri sul livello dell’acqua, era posta una passerella di legno per l’attraversamento, che ovviamente offriva poca resistenza alle piene del fiume, oltre a marcire in poco tempo.
Il primo intervento romano sul ponte, avvenuto in età repubblicana, fu nella costruzione dei basamenti in opera poligonale, realizzati con blocchi calcarei di oltre un metro per due, come si usava prima della scoperta del calcestruzzo da parte dei Romani. La passerella venne sostituita da una volta a tutto sesto in laterizi.
Il ponte è situato su una deviazione che conduce a Faicchio della strada provinciale Cerreto Sannita-San Salvatore Telesino, presso una gola del fiume Titerno fra i monti Acero e Gioia. Con l'uso nel corso dei secoli, è stato poi riadattato e livellato per facilitare i percorsi periodici e frequenti delle greggi.
«Qui noi portiamo guerra e pace, scegliete voi quale delle due volete.»
(Livio, XXI, 18.13.)
La parte originaria del ponte è costituita dall'arcata maggiore sita sul corso del fiume e quella alla sua sinistra, entrambe aventi gli archi in laterizi poggianti sui resti della struttura sannita, riconoscibili dalla tipica opera poligonale presente anche nella vicina Arce (cinta muraria sannita) su Monte Acero. Sovrastanti ciò sono alcuni tratti murari in opera reticolata, residui della costruzione romana.
Originariamente il passaggio del ponte era costituito da due rampe laterali che salivano verso la parte centrale, sovrastante l'arcata maggiore. Il percorso di queste due rampe è stato segnato da due linee tracciate sul tufo della parte superiore.
L'arco all'estrema sinistra è stato aggiunto a seguito di una alluvione nel 1860. Il ponte ha subito diversi rimaneggiamenti specie a seguito del terremoto del 5 giugno 1688 e all'alluvione del 1860 quando venne costruita la volta a sinistra per reggere il muro alle sue spalle, pericolante.
LA COLPA
"Amio parere, una delle più grandi colpe che ha la scuola italiana, il paese che detiene almeno il 70% del patrimonio artistico mondiale, è quello di non aver dato, nemmeno nei licei classici, un minimo di cultura relativamente al “Restauro”. Cosicché, per la gente, giustamente “ignorante” in materia, è logico confondere il restauro di una statua o di un quadro, con il restauro di un monumento.
Ma è facile capire che mentre una statua, un quadro, nascono, vivono ed invecchiano sempre con lo stesso aspetto, un edificio, un monumento, una città, nasce, vive, si trasforma nel tempo. Ed a volte le integrazioni sono vere e proprie opere d’arte, e lo stesso monumento, che piace tanto, è arrivato a noi in una forma ben diversa da come era nato.
Come è successo per il Ponte Fabio Massimo a Faicchio che nel corso dei secoli è parzialmente crollato ed è stato ricostruito più volte, conservando però sempre alcune parti originarie, quali le basi in muratura poligonale e l’imposta degli archi in mattoni. Quindi: una cosa è restaurare un quadro, una cosa ben diversa è restaurare un monumento."
(Arch. Lorenzo Morone)
(Arch. Lorenzo Morone)
Nel 2008 è stato oggetto di un intervento di restauro molto ma molto invasivo e discutibile ad opera dell'architetto Vincenzo Vallone dandogli un aspetto decisamente moderno anche per l'uso di tecniche da sempre estranee al manufatto come la scelta di intonacare la parte superiore e l'interno della volta, precedentemente a pietra viva.
Ma pure l'aver usato laterizi freschi di fabbrica quando in un qualsiasi paese storico italiano si chiedono mattoni e coppi vecchi per qualsiasi operazione restauratrice. E che dire della armoniosa forma romana del ponte che curvava leggermente a schiena d'asino mentre l'attuale forma un angolo deciso che declina poi privo di simmetria?
BIBLIO
- Sabrina Laura Nart - Architettura dei ponti storici in muratura - In: Strade e Autostrade - n. 76 - 2009 -
- Vittorio Galliazzo - I ponti romani - Catalogo generale - Vol. 2 - Treviso - Edizioni Canova - 1994 -
- Colin O'Connor - Roman Bridges - Cambridge University Press - 1993 -
- Marcel Prade - Les grands ponts du monde: Ponts remarquables d'Europe - Brissaud - Poitiers - France - 1990 -
- Lorenzo Morone - Il restauro del Ponte Quinto Fabio Massimo del 21.01.09 - su Vivitelese.it -
BIBLIO
- Vittorio Galliazzo - I ponti romani - Catalogo generale - Vol. 2 - Treviso - Edizioni Canova - 1994 -
- Colin O'Connor - Roman Bridges - Cambridge University Press - 1993 -
- Marcel Prade - Les grands ponts du monde: Ponts remarquables d'Europe - Brissaud - Poitiers - France - 1990 -
- Lorenzo Morone - Il restauro del Ponte Quinto Fabio Massimo del 21.01.09 - su Vivitelese.it -