IL SITO |
Bad Neuenahr-Ahrweiler è una città della Renania-Palatinato, uno dei 16 stati federati della Germania situato nella parte sud-occidentale del paese. Nel marzo 1980, durante la costruzione di una strada nella periferia di Ahrweiler, gli operai scoprirono i resti di un antico edificio, che si rivelò essere una scoperta archeologica abbastanza sensazionale. A poco a poco, è emerso questo pezzo di storia dell'epoca romana.
Dopo 10 anni di scavi e di studi da parte del dipartimento dell'amministrazione provinciale per i monumenti storici di Coblenza, se ne è dedotto che l'edificio era stato un grande palazzo di campagna romano ben conservato con un ampio bagno separato.
LA RICOSTRUZIONE DEL NUCLEO ABITATIVO |
LA CASA PIU' ANTICA
Il palazzo venne costruito alla fine del I secolo, quando la zona era governata come provincia romana. Sotto la costruzione sono stati trovati i resti di una casa più antica, risalente alla metà del I secolo che era stata abbattuta per consentire la costruzione del grande palazzo.
Una parte della cantina del primo edificio è stata portata alla luce durante gli scavi e ha permesso di identificare l'edificio più antico, ma per non danneggiare il palazzo di campagna sorprendentemente ben conservato, l'esame dell'edificio più antico è stato molto sommario.
LA VOLTA CON I FRAMMENTI DI PITTURA |
Molto impressionante è questo soffitto volta a botte, il cui intonaco è stato restaurato con estrema perizia e pazienza attraverso gli infinitesimali pezzi trovati tra i detriti, riportandolo pressoché alla sua decorazione originale. E' collocato in una piccola stanza sul lato nord dell'edificio; fa venire in mente alcuni affreschi rinascimentali a Roma.
IL PALAZZO
Il palazzo di stile romano venne abitato in continuità durante il II e III secolo da parte di una famiglia estesa di circa 10-20 persone. Non si sa se gli abitanti fossero romani o tedeschi romanizzati, ma da un graffito murale trovato è certo che nella casa si parlasse il latino corretto.
RESTI DELLE PITTURE |
LE TRASFORMAZIONI
- Nella seconda metà del IV secolo l'edificio fu trasformato in una "fabrica" per la lavorazione dell'argento.
- Nel V secolo le case furono coperte da una frana e tutto scomparve.
- Sono state rilevate nel sito anche delle tombe paleocristiane, risalenti al VII e VIII secolo.
Qui sopra: piccolo museo della villa romana: in alto i frammenti di affreschi; (sotto-sinistra) piastrelle di mattoni con impronte di un cane domestico; (sotto-destra) frammento di un mosaico pavimentale trovato in città.
LA STORIA
La valle dell'Ahrueiler fu conquistata dai Romani sotto Giulio Cesare. Nel secolo successivo fu costruita una fortezza alla foce dell'Ahr nel Reno. Fu chiamata Rigomagus, da cui l'odierna Remagen, situata immediatamente a nord del confine tra le province romane di Germania superiore e Germania inferiore. Il suffisso "weiler" deriva dal latino villa, ma fu solo nel marzo 1980 che degli scavi casuali portarono alla luce il sito di una villa romana.
La prima casa, costruita a metà del I secolo d.c., venne sostituita da una più grande alla fine del secolo che venne usata come residenza per circa due secoli, dopo di che fu trasformata in una locanda e poi in una fonderia, finchè, nel V secolo, fu interamente coperto da una frana. Gli archeologi hanno scelto di ricostruire parzialmente l'edificio residenziale e di conservare alcuni elementi delle costruzioni precedenti e successive.
FORNO PER SCALDARE LA STANZA |
DESCRIZIONE
L'edificio era preceduto da un lungo portico che si affacciava a sud-est giovandosi al massimo della luce solare. Un'ala orientale e una occidentale erano unite da un edificio più piccolo. Delle piccole terme erano situate all'estremità della struttura oltre un piccolo cortile.
Le sale di ricevimento nell'edificio più piccolo furono trasformate in una locanda. L'accesso alla villa era preceduto da un orto in una prima fase, mentre più tardi il portico dava direttamente su una strada.
A differenza di altri monumenti romani che hanno sofferto molto per essere usati come cava, la villa di Ahrweiler è stata conservata dalla frana e molti muri sono stati trovati in piedi quasi fino al soffitto. Come visto, una piccola sala conteneva ancora i frammenti di intonaco dipinto del suo soffitto a botte.
Essi suggeriscono che la stanza era decorata con un finto giardino, una decorazione molto usuale nelle case romane, sia a Roma, per esempio a Villa di Livia, sia nelle province, per esempio a Vichten in Lussemburgo.
BAGNI |
Poiché le ville romane avevano solitamente pavimenti mosaicati, e poiché in alcune stanze i pavimenti sono stati trovati in buone condizioni con uno strato di intonaco e le pareti erano finemente dipinte, è possibile che siano stati usati intarsi di marmo (vedi quelli di Villa dei Quintili a Roma) per decorarli e che le tessere di marmo siano state vendute quando l'edificio è stato trasformato in una locanda.
La stanza 3 fu aggiunta all'edificio ed era esposta a nord, quindi era dotata di riscaldamento a ipocausto (sotto il pavimento) tramite una fornace in un piccolo spazio adiacente che aveva delle aperture in cima alle pareti per permettere la ventilazione. Le stanze avevano finestre di vetro, così chi viveva al loro interno godeva delle comodità che noi associamo alla vita moderna.
CUCINA DELLA LOCANDA |
Nell'edificio separato che ospitava le terme, uno spogliatoio riscaldato (23, apodyterium) dava accesso ad una stanza tiepida (24, tepidarium) che era affiancata da una stanza calda (32, calidarium) e forse da una stanza fredda (31, frigidarium) con una piccola piscina (natatio).
Si può vedere una pagina con la descrizione di una giornata in uno stabilimento balneare di Seneca e con immagini delle Terme di Caracalla a Roma.
Quando la villa fu trasformata in una locanda (caupona) con alcune camere per l'alloggio, le sale di ricevimento vicino all'entrata dell'edificio furono modificate per permettere la preparazione di cibo (11a, culina) che in parte era venduto in un chiosco adiacente (12a, thermopolium) al quale si poteva accedere direttamente dal portico. Per comprendere meglio ci si può riferire ad alcuni thermopolia a reperiti a Pompei e a Ostia.
BIBLIO