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DEMOCRAZIA NELL'IMPERO 2/4 - I CONQUISTATORI

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L'impero Romano fu il potere più democratico che sia esistito ai suoi tempi, e tutto sommato è più democratico di tanti stati attuali compreso quello italiano odierno.

Basti pensare a Giulio Cesare che fu dictator, dittatore, e comunque una delle figure più amate, considerate, rimpiante e celebrate dell'antichità.

Nessuno potrebbe definirlo un dittatore, o almeno non potrebbe nel significato odierno.

Cesare non governava con la forza, anche se si impose con la forza, ma pensò sempre al bene del suo popolo, tanto che il suo successore, Augusto, che non governò con la forza ma a sua volta si impose con la forza, per almeno un paio d'anni non fece che eseguire le riforme e le opere che Cesare aveva progettato sulla carta, certo che quel che avrebbe voluto Cesare sarebbe stato il bene di Roma. E così fu.



LE GUERRE

Tra le accuse che si muovono ai Romani c'è quella che non avessero alcuna democrazia perchè:

2) I Romani erano sempre in guerra perchè volevano conquistare tutto il mondo.

Ricordate l'inizio di Roma? All'inizio erano solo pastori di pecore.
Non esisteva moneta, lo scambio era in pecus (pecora) da cui il termine pecunia per indicare il denaro.

PASTORE CON ARIETE
Era un gruppo di gente asserragliata sull'isola Tiberina perchè aveva un solo guado e senza ponti.

Era pericoloso lasciare un passaggio tanto facile, mentre traversare un guado impegnava tempo e fatica e sulla riva un gruppo di combattenti avrebbe potuto affrontarli con grosso vantaggio.

Ma chi avrebbe potuto assalirli?

Tutti, perchè non c'erano leggi visto che non c'era nessuno che le potesse far rispettare.

All'epoca esistevano le tribù, in eterna lotta l'una con l'altra. Anche oggi le tribù rimaste si combattono in continuazione, basti pensare ai paesi africani o arabi.

La figura qui sopra è del III sec. d.c., reperita presso Porta Ostiense, e  somiglia tanto a quella riportata sotto e che stava nel vestibolo del Mitreo di San Clemente a Roma. (Dovrebbe trattarsi di una copia di opera ellenistica).

Un tempo quest'ultima stava nel mitreo perchè ne faceva parte, in quanto Mitra veniva raffigurato anche così ma con la dicitura del "Buon Pastore".

Quando gli si fece notare (e non credo siamo stati gli unici) che la statuetta era mitraica e non cristiana sparì e venne trasferita nelle catacombe di Santa Domitilla, così potè essere spacciata per cristiana alla faccia dell'archeologia.

Dunque le immagini del pastore derivano da divinità pastorali che erano caratteristiche delle società di allora, e cioè che vivevano di pastorizia. Tanto è vero che Marte fu prima per i romani il Dio dei giardini e dei campi, poi divenne Dio della guerra, il che significa che dovettero adattarsi alla guerra.

Dunque i romani erano pastori che si coprivano con pelli di pecora, che bevevano latte di pecora e che mangiavano carne di pecora. Il reato più frequente all'epoca era l'abigeato (furto di animali) e spesso delle tribù sconfinavano per razziare.

All'epoca dunque funzionava così: o si attaccava o si era attaccati. La ragione per cui Romolo istituì l'asylum per tutti i fuggiaschi o disperati fu che doveva ampliare il numero dei romani per non soccombere ai nemici.

Infatti anche l'Impero Romano fu sempre soggetto agli attacchi dei barbari ai suoi confini. Il famoso Metus Gallicus, il terrore dei Galli, risaliva al 390 a.c. quando i Galli fecero il "Sacco di Roma" penetrando nell'urbe, uccidendo i cittadini e saccheggiando la città.

Avevano fatto un bel viaggio dalla Gallia fino a Roma, ma qui c'era ricchezza, cioè armi cibo e gioielli, e i Galli vivevano, come quasi tutti i popoli barbari, di razzie. Meglio rubare bestiame che allevarlo.

All'inizio Romani, Latini, Sabini ed Etruschi combatterono per secoli e con alterne fortune alla conquista del suolo italico.


I Latini

La Lega albense fu la più antica fra le federazioni del Latium Vetus, con una trentina di centri situati sui colli Albani (populi albenses) con capitale Alba Longa, rasa al suolo attorno alla metà del VII secolo a.c. da Roma (al tempo di Tullo Ostilio), che si sostituì ad essa nella direzione della Lega. Ancora il quarto re di Roma, Anco Marzio, li vinse. Alla fine di questo stesso secolo e in quello successivo, molti altri centri latini furono assorbiti nello stato romano, allora governato da una dinastia etrusca.


I Sabini

INVASIONI ROMANE IN ITALIA (Zommabile)
I Sabini, in parte rappacificati coi Romani dopo il ratto delle sabine con la conseguente battaglia, continuarono nel V sec. a.c. ad infiltrarsi nella zona tra il Tevere e l'Aniene, approfittando dei momenti di difficoltà di Roma, o alleandosi alle popolazioni italiche in lotta contro Roma. Nel 494 a.c. i Sabini furono sconfitti dai Romani, ma nel 475 a.c. i Sabini si allearono con i Veienti contro Roma. 

Vennero sconfitti nella battaglia di Veio ma nel 468 a.c. i Sabini saccheggiarono i territori di Crustumerium, arrivando fin sotto porta Collina a Roma. In risposta i romani devastarono il territorio sabino, con un bottino ancora maggiore di quello fatto dai Sabini..

Nel 449 a.c. nuova battaglia contro i sabini e nel 290, dopo aver sconfitto i Sanniti, l'esercito romano attaccò i Sabini, giungendo fino al Mare Adriatico. Ampi territori nella pianura di Reate e Amiternum furono confiscati e distribuiti a romani, ma ai Sabini nel 268 a.c. fu concessa la cittadinanza romana con l'inclusione in due nuove tribù, la Quirina e la Velina.


Gli Etruschi

Una volta fondata Roma  i Romani divennero, secondo Livio, "così potenti da poter rivaleggiare militarmente con qualunque popolo dei dintorni". Una dopo l'altra caddero molte delle vicine città appartenenti alle popolazioni dei Ceninensi, gli Antemnati, i Crustumini ed i Sabini.

Gli abitanti dell'etrusca Fidene, ritenendo Roma ormai troppo vicina e potente, decisero di attaccarla,
Inoltre i Veienti compresero quanto sarebbe stato determinante il controllo delle saline dei septem pagi, poste alla foce del fiume e del commercio del sale che se ne ricavava. Roma, stava fra Veio e il mare, così decisero di sconfiggere i Romani, ma vennero sconfitti.


I Ceninensi

I Ceninensi, irati per il Ratto delle Sabine e quindi anche delle loro donne, dichiararono guerra a Roma, ma Romolo ne uccise in duello il re. Quindi i romani conquistarono Caenina e i suoi abitanti furono costretti ad abbattere le proprie case ed a trasferirsi a Roma, dove acquisirono gli stessi diritti degli altri romani.


Gli Antemnati

Nel 752-751 a.c. La loro città fu presa d'assalto ed occupata dai romani vittoriosi.

Così mano a mano i Romani si batterono con tutti i territori vicini, divenendo limitrofi ad altri territori. Ogni volta si trattò di rendere sicuri i confini dai barbari, e ogni volta i confini romani si estesero, a causa della bellicosità dei popoli dell'epoca.




COSA FECE DI UN POPOLO DI PECORARI LA PIU' GRANDE CIVILTA' DEL MONDO ?

1) Il sapersi integrare con tribù, popoli, razze, costumi e religioni diversi.

2) Il riuscire a imparare da ogni popolo straniero le abilità migliori, dall'uso delle armi alla costruzione delle navi, alla metallurgia, falegnameria, terracotta, bronzistica, gioielleria, arte, cucina ecc.

3) Il permettere alle tribù alleate, e pure a quelle nemiche sottomesse di mantenere i loro Dei e i loro credo.

4) Di essere dotati di un forte senso della realtà, per cui non furono mai fanatici o visionari, pur rispettando i loro Dei e i loro capi. I loro imperatori, seppur divinizzati, non erano esenti nè da critiche nè da sarcasmi soprattutto nei teatri pubblici. Cosa impensabile in qualsiasi altra civiltà.

5) La curiosità di voler provare di tutto ed anche di assaggiare di tutto, dal vestiario alle ricette culinarie e alla medicina i romani provavano, mescolavano e usavano di tutto, in continua scoperta ed evoluzione.

6) L'intelligenza metodica e riflessiva che portò ad una fantastica organizzazione, nella guerra anzitutto. Si diceva che i legionari potessero sostenere e vincere un gruppo di stranieri dieci volte superiore, e spesso fu così.

7) La straordinaria apertura mentale per cui i soldati, i generali e pure gli imperatori erano spesso in grado non solo di organizzare strategicamente un combattimento, ma di costruire o di progettare strade, ponti, palazzi e qualsiasi tipo di monumentale edificio.

8) Di non comandare con la crudeltà e il terrorismo dei popoli dell'Europa del nord e dell'oriente, ma di essere capaci di clemenza e di giustizia.

9) Di aver concepito il sistema legislativo di gran lunga il più razionale, illuminato e completo del mondo su cui si reggono tutte le società civili odierne.

10) Di essere stati, nonostante abili combattenti e menti molto razionali, grandissimi esteti, protettori di artisti, poeti e pensatori, creatori di tali capolavori che ancor oggi lasciano di stucco, nell'architettura, nella scultura e nella pittura.

11) Di aver consegnato la civiltà al mondo, perchè anche se esistettero altre civiltà fantastiche come quella egizia o greca o cinese, nessuna si preoccupò del benessere del popolo come i romani.

Mentre negli altri popoli c'erano i monumenti e la reggia, nell'impero romano ogni città era monumentale, non solo per gli edifici pubblici ma pure per quelli privati, dalle domus alle insule, cioè ai palazzi. Mentre negli altri popoli il monarca e i suoi potenti spadroneggiavano sul popolo, a Roma c'erano i tribunali, gli avvocati, e i giudici la cui parola era legge

12) Di aver riempito le città di fontane, giardini e terme, trasformandosi in un popolo raffinato ed estremamente pulito, visto che: le terme erano aperte a tutti, perfino agli schiavi; i romani si rasavano barba capelli e baffi e pure nel corpo; esistevano le lavanderie per chi non avesse i bagni in casa ed ogni palazzo aveva al suo interno un pozzo o una fontana, senza doversi recare fino alla fontana pubblica in piazza, come avvenne fino all'800.

Un'igiene che sparirà alla caduta dell'impero e che porterà la barbarie nel mondo, seppellendo nei meandri della superstizione ogni scienza acquisita nell'impero.

Così il "dividit et impera" divenne "rendili ignoranti e superstiziosi e comanda".
Non dimentichiamo che il Rinascimento nacque dalla scoperta delle antiche opere romane, accuratamente fatte a pezzi e sepolte dai cristiani che le vedevano peccaminose e demoniache.

13) Di aver vinto nel confronto senza dover imporre troppo pesantemente uno stile di vita. I romani costruivano meraviglie sui suoli conquistati e poi stabilivano scambi commerciali, così quel popolo conosceva le comodità, la bellezza, l'arte, i bei vestiti, la buona cucina e il piacere delle terme, cose che li conquistarono senza colpo ferire.

14) Di aver fatto del tutto per salvaguardare la vita dei soldati romani, che in battaglie memorabili accusarono perdite di centinaia di fronte alle perdite di molte migliaia dei loro nemici. Come disse Cesare "Guai a quei soldati il cui generale combatte con la forza anzichè con l'intelligenza"



NECESSE EST

Dunque i Romani dovettero combattere per non essere sopraffatti, i popoli vicini, o comunque non troppo lontani, fondarono colonie che man mano si estendevano e che avrebbero inglobato pure i romani. Basti pensare alla Magna Grecia che occupava in pratica tutta l'Italia meridionale.

Se non si fossero difesi spesso prima di essere attaccati, i romani non sarebbero durati molto, e difendersi all'epoca significava sovente attaccare per primi. Ma la prima grande iniziativa accadde nel 403, una di quelle risoluzioni che travalicano gli interessi di classe e che raccoglie un popolo nella sua totalità:

« I patrizi poi aggiunsero un dono quanto mai opportuno per la plebe: il senato, senza che mai prima plebe e tribuni via avessero fatto menzione, decretò che i soldati ricevessero uno stipendio tratto dalle casse dello Stato. Fino a quel momento ciascuno adempiva al servizio militare a proprie spese. A quanto risulta, nessun provvedimento fu accolto con tanta gioia dalla plebe.»

(Tito Livio, Ab Urbe condita libri, IV, 59-60, op. cit.)

I romani dovevano sempre dimostrare di essere i più forti, a cominciare da Cesare che genialmente fece costruire in 15 giorni un ponte monumentale sul Reno per dimostrare agli antichi germani quanto fossero capaci e potenti i romani.

Nel corso della storia, l'esercito romano fu "l'istituzione militare più efficace e più longeva che si conosca nella storia umana", (Enciclopedia Britannica), grazie a una continua evoluzione strutturale di organizzazione, mezzi e strategie diversissimi.

« Riguardo alla loro organizzazione militare, essi hanno questo grande impero come premio del loro valore, non come dono della fortuna. Non è infatti la guerra che li allena alle armi e neppure è solo al momento del bisogno che essi fanno guerra, al contrario vivono quasi fossero nati con le armi in mano, poiché non interrompono mai l'addestramento, né stanno ad aspettare di essere attaccati. Le loro manovre si svolgono con un impegno pari ad un vero combattimento, tanto che ogni giorno tutti i soldati si esercitano con il massimo dell'ardore, come se fossero in guerra costantemente. Per questi motivi essi affrontano le battaglie con la massima calma; nessun panico li fa uscire dai ranghi, nessuna paura li vince, nessuna fatica li affligge, portandoli così, sempre, ad una vittoria sicura contro i nemici. Non si sbaglierebbe chi chiamasse le loro manovre, battaglie senza spargimento di sangue e le loro battaglie esercitazioni sanguinarie.»

(Giuseppe Flavio, La guerra giudaica, III, 5.1.71-75.)

SI VIS PACEM PARA BELLUM


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