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COSTANTINO IX MONOMACO

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COSTANTINO IX

Nome: Costantino IX Monomaco, greco medievale Κωνσταντίνος Θ΄ Μονομάχος, Kōnstantinos IX Monomachos
Nascita: 1000 circa, Costantinopoli
Morte: 11 gennaio 1055
Regno: dall'11 giugno 1042 fino all'11 gennaio 1055
Padre: Teodosio Monomaco,
Mogli:
- la prima moglie è sconosciuta;
- la seconda è Elena Scleraina, figlia di Basilio Sclero, nipote del basileus Romano III;
- la terza è Zoe, basilissa, per mezzo della quale Costantino divenne imperatore.
Figlia: Anastasia


Costantino apparteneva alla nobiltà di corte in quanto figlio di Teodosio Monomaco, importante funzionario sotto i regni di Basilio II il Bulgaroctono (massacratore di bulgari) e Costantino VIII, figlio secondogenito di Romano II e di Teofano, la cui carriera, tuttavia, era stata troncata dall'accusa di cospirazione contro la Dinastia Macedone.

Costantino VIII decise di selezionare Romano quale marito della propria figlia, Zoe Porfirogenita, che aveva scelto rispetto alla sorella Teodora e pertanto Romano fu l'erede erede. Questi, felicemente sposato, fu costretto a divorziare e a risposarsi con Zoe nel1028; tre giorni dopo Costantino VIII morì e Romano gli successe come imperatore.

Con l'ascesa al trono di Romano III Argiro, la posizione del giovane Costantino migliorò poiché la sua seconda moglie, Elena Scleraina, era sua nipote. All'ascesa di Michele IV, Costantino si schierò con la fazione vicina alla Basilissa Zoe ma l'Imperatore, timoroso del rapporto tra Zoe e Costantino, lo fece esiliare sull'isola di Lesbo. 

Michele IV cercò di spodestare l'imperatrice Zoe Porfirogenita, che lo aveva associato a lei nella gestione dell'impero. Scoperta la congiura fu fatto arrestare e accecare dalla sorella di Zoe, Teodora, che fu associata a lei nella gestione dell'Impero.

Con la deposizione di Michele V Calafato e l'ascesa al trono di Zoe e Teodora, Costantino fu richiamato dall'esilio e ricevette la nomina a giudice "krites" in una sconosciuta località della Grecia ma dopo due mesi di regno congiunto, i rapporti la tra Zoe e Teodora peggiorarono e Zoe decise di risposarsi per evitare che la sorella avesse il sopravvento sugli affari pubblici.

La coppia si sposò 11 giugno del 1042 senza la partecipazione del patriarca Alessio I Studita (la legge canonica disapprovava il terzo matrimonio, specie se riguardava entrambi i coniugi) ed il giorno seguente Costantino fu incoronato Basileus avendo quali colleghi la moglie e la cognata Teodora.

CRISTO TRA COSTANTINO IX E ZOE


COSTANTINO IX

Uomo colto e amante dei piaceri, Costantino pervenne dunque al trono come sposo dall'imperatrice Zoe, già vedova di due mariti e vecchia di sessantadue anni. Egli scelse il titolo di Monomaco che significa: "colui che combatte da solo" ma non fu un grande combattente.

Fu invece influenzato pesantemente dalla sua amante, Maria Scleraina, nipote della sua seconda moglie, che portò a corte con grande scandalo, e venne influenzato pure dai familiari di questa: continuò le epurazioni disposte dalla moglie e dalla cognata, ma, su consiglio di Romano Sclero, fratello dell'amante, quando l'abile generale Giorgio Maniace ritornò vincitore di diverse battaglie, lo fece arrestare. 


MANIACE

Maniace fu processato davanti al senato di Bisanzio con accuse false dell'Imperatore, forse geloso per la sua fama; il senato però non trovò colpe in Maniace e lo assolse, ma venne allontanato dalla corte bizantina.
Maniace però, con l'appoggio di truppe variaghe e russe, si proclamò Basileus e affrontò l'esercito di Costantino, inferiore al suo. Maniace sembrò sul punto di vincere, poi però le sorti volsero a favore delle truppe imperiali quando lo stesso Maniace fu ferito e morì.

Subito dopo Costantino dovette affrontare l'assedio dei soldati della Rus' di Kiev, alleata di Maniace, che furono respinti con il fuoco greco; per garantirsi la pace, l'imperatore dovette garantire nuovamente i privilegi commerciali garantiti alla Rus' e dare in sposa la propria figlia, Anastasia, al principe Vsevolod di Kiev.

La presenza a palazzo di Maria Scleraina, infatti, non solo non piacque al clero ma irritò la popolazione della Capitale, molto attaccate a Zoe e a Teodora. Infatti, nel 1044, quando si diffuse che l'amante volesse avvelenare le due imperatrici per prenderne il posto, scoppiò una rivolta. 

L'imperatore, in processione per le vie della capitale fu assalito dalla popolazione che, inneggiando alle Porfirogenite, chiedeva la condanna a morte dell'amante. L'imperatore si rifugiò nel Palazzo assediato dalla folla che desistette solo quando Zoe e Teodora, affacciandosi al balcone, affermarono di non essere in pericolo di vita. La situazione si calmò però solo alla morte della Scleraina, nel 1045.

Una grave rivolta fu quella del generale armeno Leone Tornicio, il quale, proclamatosi imperatore, con le truppe che erano ai suoi ordini venne ad assediare Costantinopoli, ma Costantino seppe difendere la capitale e alla fine riuscì a guadagnarsi l'esercito insorto. Tornicio fu fatto prigioniero e accecato (dicembre 1047).



POLITICA ESTERA

Nel 1045, secondo i trattati di Basilio II, l'impero si annesse il regno armeno di Ani ma ciò espose ulteriormente le frontiere dell'Armenia alle migrazioni turche, infatti l'anno seguente l'esercito bizantino vinse i Turchi selgiuchidi nella battaglia di Kapetrou ma pagò un alto prezzo di vite umane. Pertanto l'anno seguente si stipulò una tregua, infranta non tanto dai turchi, quanto dai loro alleati turcomanni.

Quanto ai possedimenti italiani, Costantino decise di affidarsi ad Argiro, figlio di Melo, il quale, dopo alcuni iniziali successi contro i normanni, subì con gli eserciti pontifici e longobardi una pesante sconfitta nella battaglia di Civitate, a seguito della quale i normanni ottennero il controllo di larga parte del Mezzogiorno.
CORONA DELL'IMPERATORE COSTANTINO IX


POLITICA INTERNA

La politica interna di Costantino IX, anziché mantenere e proteggere la piccola proprietà militare, cercò il favore della nobiltà e dei grandi proprietari liberandoli dal pagamento di alcune imposte e con l'istituzione della pronoia, la concessione usufruttuaria di fondi e terreni, con le proprietà ed i contadini che li abitavano, in cambio del servizio di militare dell'usufruttuario con un numero di soldati proporzionato all'estensione del fondo.

Nel 1045, emanò un editto che imponeva una tassa sui monasteri, ma i fondi da loro posseduti non potevano essere né comprati né venduti e li esentò dal sostenere gli eserciti ospitati nelle loro terre; pertanto da allora le famiglie nobili o molto ricche preferirono costruirsi un monastero per garantirsi una base economica intoccabile.

Costantino IX fu tuttavia un grande mecenate: creò nell'Università di Costantinopoli le facoltà di legge e filosofia, favorì uomini di cultura, tra cui il filosofo Michele Psello, lo scrittore Giovanni Xifilino e il patriarca di Costantinopoli Costantino Licude. 

Inoltre provvide alla fondazione di opere di assistenza per i poveri e per i vecchi aprendo ricoveri e ospedali. ed intraprese una grande attività edilizia, come la ricostruzione della Basilica del Santo Sepolcro a Gerusalemme, e di altri luoghi di culto in Siria e Palestina.


I PECENEGHI

I Peceneghi, una popolazione nomade, di ceppo turco, delle steppe dell'Asia Centrale, per oltre cinque anni razziarono all'interno della Bulgaria bizantina; Costantino IX, incapace di mantenere la frontiera, stipulò una tregua che autorizzava i coloni peceneghi a stanziarsi presso il confine danubiano, rendendoli ancora più pericolosi.


LEONE TORNICIO  

Vi fu poi la rivolta di un nipote dell'imperatore stesso, Leone Tornicio che, rimosso dal comando militare a seguito dei sospetti di corte, nel 1047, si ribellò ad Adrianopoli, ottenne il supporto dell'intera Tracia e di gran parte dei Balcani e tentò di assediare la capitale, ma morì nel tentativo di assediare una piazzaforte in Tracia ancor fedele a Costantino.


I NORMANNI

Nel 1050 era morta la basilissa Zoe cosicchè Costantino IX regnò solo. Nell'Italia Meridionale i Bizantini non furono più in grado di fronteggiare i Normanni e dovunque dovettero indietreggiare. Costantino nominò allora catapano il figlio di Melo, Argiro, ma nel 1053 egli fu sconfitto; i Normanni occuparono allora altre terre nella Puglia e nella Calabria.


LO SCISMA

Nel 1054 nacquero grosse dispute sulla giurisdizione del patriarcato di Costantinopoli e sul ruolo del Pontefice al vertice della chiesa, unito a questioni dogmatiche, che sfociarono nello Scisma tra la chiesa greco-ortodossa e quella cattolica, cioè tra tra Papa Leone IX ed il Patriarca Michele Cerulario. Costantino IX non riuscì a mediare e così il papa e il patriarca si scomunicarono vicendevolmente.

L'aumento delle spese di corte e di quelle edilizie, a scapito di quelle militari, contribuì molto all'indebolimento dell'esercito bizantino rispetto ai Turchi che divennero molto pericolosi.


LA MORTE

Stressato e malato di gotta, l'imperatore morì l'11 gennaio del 1055: in punto di morte, persuaso da alcuni suoi cortigiani, chiese la successione del Duca di Bulgaria Niceforo Proteuon ma la cognata Teodora tornò a corte ed assunse direttamente il trono ed il governo.


BIBLIO

- Robert Ousterhout - Rebuilding the Temple: Constantine Monomachus and the Holy Sepulchre - Journal of the Society of Architectural Historians, vol. 48, n. 1 - 1989 -
- C. Diehl - Zoé la Porphyrogénète - Figures byz. - Parigi - 1920 -
- Salvatore Impellizzeri - Imperatori di Bisanzio - Vicenza - 1984 -
Ralph-Johannes Lilie, Bisanzio la seconda Roma, Roma, Newton & Compton, 2005
Alain Ducellier, Michel Kapla, Bisanzio (IV-XV secolo), Milano, San Paolo, 2005
Giorgio Ravegnani, Imperatori di Bisanzio, Bologna, Il Mulino, 2008

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