TRINITA' DEI MONTI |
Lucio Licinio Lucullo, valentissimo generale romano sotto Silla, 117-56 a.c, poi console, amico di Cicerone ma nemico di Pompeo, aveva inventato il modello di “giardino del piacere” allorché abbandonò la vita pubblica disgustato dopo che il suo rivale “Pompeo lo defraudò del credito che egli aveva acquisito con le conquiste di Roma in Oriente.”
Una delle più belle ville romane infatti, forse la più bella e grandiosa, sorgeva nel punto dove l'Acqua Vergine usciva dal condotto sotterraneo per attraversare su arcate il Campo Marzio: erano gli Horti di Lucullo, che occupavano intorno al 60 a.c. l'area dove oggi si ergono la Ss.Trinità dei Monti e la Piazza di Spagna con la sua splendida gradinata.
Fra tutti i grandi giardini del Pincio, gli Horti Luculliani sono certamente i più famosi ed i più grandiosi, forniti di una scala monumentale che collegava i diversi livelli del colle fino a una ninfea semicircolare gigantesca. Ed ecco la scoperta:
"Una importante scoperta è avvenuta nella zona di Piazza di Spagna, a circa 9 m sotto il livello stradale nel corso di lavori di ristrutturazione che riguardavano la Biblioteca Hertziana. I primi ritrovamenti sono stati alcuni mosaici che decoravano il ninfeo, un’ampia grotta artificiale con giochi d’acqua che faceva parte di un’ampia opera al centro di quelli che un tempo erano stati i famosi giardini di Lucullo, i cosiddetti Horti Luculliani.
Successivamente sono apparse delle sculture e i resti di varie statue, fra cui la testa marmorea di una Venere. Un putto, pingue e variopinto, cavalca sicuro un grosso e scuro delfino, incorniciati da colonne tortili, intorno alle quali s´è avviluppata la vegetazione.
Un muro di contenimento, con frammenti di mosaico, era stato ritrovato quando nel 1913 fu costruita la biblioteca. Ora che l´interno di quell´edificio novecentesco è stato demolito per la costruzione della nuova struttura, non abbiamo fatto che seguire la linea dell´opus reticulatum. E sono apparse le architetture del giardino romano».
Ecco allora il muro di terrazzamento fatto sotto Lucullo, che fu trasformato in ninfeo, attraverso l'apertura di absidiole, intorno al 47 d.c., dal nuovo proprietario, Valerio Asiatico. Sempre d'età claudia sono le statue di ninfe (di cui s´è persa la traccia) e il mosaico col putto. Del II sec. è l'aggiunta dell'emiciclo opposto e risale invece al IV la vasca al centro, sul fondo della quale ci sono il giallo antico, il cipollino e il pavonazzetto: i marmi di riuso.
I giardini da sogno di Roma, dalla Repubblica all´Impero, dagli Horti Luculliani alla Domus Pinciana, durarono fino al VI secolo, quando Belisario li scelse come sua residenza. Alla ricostruzione dei giardini sul Pincio concorre ora anche il ritrovamento, sotto l´Hertziana, di una splendida testina di Venere. Ma anche di una quarantina di vasi interrati che, allineati, costituivano l´aiuola su via Sisitina."
Scrive Flaminio Vacca nel XVI sec.:
"Ma ciò, che merita maggiormente di essere in questo luogo osservato, è un grandioso avanzo di villa Romana antica, chiamato le grotte di Lucullo, e consistente, secondo il solito delle ville antiche, in lunghi portici a più piani, con molte camere, ed inoltre ha un piano sotterraneo forse per ergastolo degli schiavi, il quale riceveva la luce dalle volte, come in altre fabbriche di questa natura si osserva. Queste rovine occupano un lungo tratto, e per la loro situazione possono avere appartenuto alla villa di Lucullo, come il nome volgare le chiama."
La villa doveva ergersi invece in fondo alla via antica, corrispondente a via dei Condotti, pressappoco nella posizione della Trinità dei Monti. In seguito passò in proprietà di Valerio Asiatico, il quale fu costretto da Messalina, che voleva impadronirsene, a suicidarsi nel 46 d.c., cosicchè gli Horti Luculliani passarono al demanio imperiale.
VILLA MEDICI SOPRA GLI HORTI DI LUCULLO |
Il Pincio
RODOLFO LANCIANI
"Un altro tratto della domus degli Horti di Lucullo è stato recentemente scoperto nei sotterranei della biblioteca Hertziana, in palazzo Zuccari, all'inizio di via Sistina (1967).
Si tratta di un ninfeo di età repubblicana, con nicchie semicircolari chiuse in un secondo tempo da un muro, decorato con un mosaico parietale, probabilmente dell'inizio dell'impero.
La posizione dell'edificio permette d'identificarlo con la celebre villa di Lucullo, costruita dopo il 67 a.c. sul Collis Hortulorum".
La famiglia Ricci conservò la proprietà del giardino per soli 12 anni, nel 1576 venne venduta al card. Ferdinando Medici. Si sa che gli Horti luculliani in età giulio-claudia (prima metà I sec.), entrarono nei domini imperiali.
Dunque della grandiosa villa di Lucullo i pochi resti ancora visibili si trovano nei sotterranei del Convento del Sacro Cuore e sotto villa Medici. Un resto delle sostruzioni è il cosiddetto Muro Torto, databile alla fine dell'età repubblicana e che fu poi incluso nella cinta delle Mura Aureliane.
Al di sotto della Biblioteca Hertziana c'è un lungo muro di sostruzione con due fasi edilizie. La prima medio-repubblicana, con la creazione dei giardini, come testimonia l'opera reticolata di tufo. In epoca successiva, forse in età giulio-claudia, il muro divenne un ninfeo decorato a mosaico parietale con tema mitologico.
Della stessa epoca gli ambienti rinvenuti nelle cantine del convento del Sacro Cuore a Trinità dei Monti, a opera mista di reticolato e mattoni, la parte sud della struttura curvilinea.
- Tacito - annali - XI -
- H. Broise, V. Iolivet - Dalle antiche terrazze del Pincio - in E. La Rocca, L. Cardilli (a cura di) - La scalinata di Trinità dei Monti - Milano - 1996 -
- A. Moneti - Forma e posizione della villa degli «Horti Lucullani» secondo i rilievi rinascimentali. La loro influenza sui progetti del Belvedere e delle ville Madama, Barbaro e Aldobrandini - in Palladio 13 - 1994 -
- P. Virgili - Gli Horti Lucullani a piazza di Spagna - in Memorie dal sottosuolo - 2006 -