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CARNUTI (nemici di Roma)

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I CARNUTI

I Carnuti erano un potente popolo celtico della Gallia, stanziato tra la Senna e la Loira, nei territori che oggi corrispondono più o meno ai dipartimenti dell'Eure-et-Loir, Loiret e Loir-et-Cher. Il loro territorio era conosciuto tra i romani come il centro politico e religioso delle nazioni galliche.

Sono menzionati come Carnutes da Cesare (metà del I secolo a.c.) e da Livio (fine I secolo a.c.), come Carnūti da Tibullo (fine I secolo a.c.), come Karnoútōn (Καρνούτων) e Karnoúntōn (Καρνούντων) da Strabone (Geografia IV, inizio I sec. d.c.), come Karnoũtai (Καρνοῦται) da Tolomeo (Geografia II, II sec. d.c.), e come Carnunta nella Notitia Dignitatum (V sec. d.c.).

La città di Chartres, attestata verso il 400 come Carnotum (Carnotis verso il 650, Cartis nel 930), prende il nome dalla tribù gallica. Il termine gallico Carnutes significa "i cornuti", probabilmente riferito ai loro elmi da combattimento.




LE CITTA'

Le loro città principali furono gli oppida di :

- Cenabum (Orléans), antica capitale gallica dei Carnuti (Gaio Giulio Cesare, De bello Gallico, VII, 3 e 11) nella conquista della Gallia dell'anno 52 a.c.. Sulle sue rovine venne edificata dai coloni della gens Aurelia una nuova città, chiamata civitas Aurelianorum (città degli Aurelii), storpiata poi verso il 1100 in Orléans.

Autricum (Chartres), nella parte centrale del territorio dei Carnuti, di cui Chartres era la capitale, sotto il nome di Autricum. Fin dall'Antichità fu composta da due nuclei collegati da un ripido pendio: la città bassa nella vallata formata dal fiume e la città alta sul ciglio dell'altopiano. In età romana divenne parte della Gallia Lugdunensis, fornita di acqua da due acquedotti, e vi si trovava un importante anfiteatro, almeno un foro e anche dei templi.

E proprio in una di queste due città aveva luogo la grande assemblea annuale dei druidi di cui parla Cesare nel De bello GallicoA partire dal 12 a.c. la festa di Roma e di Augusto si sostituì nelle Gallie alla festa celtica nota in gaelico col nome di Lughnasadh, festa tradizionale gaelica celebrata il primo di agosto.

LA SCROFA LANOSA


BELLOVESO

Secondo una leggenda riportata da Livio, i Carnuti furono una delle tribù che al tempo di re Tarquinio Prisco (r. 616 - 579 a.c.) invase l'Italia sotto la guida di Belloveso, (ante 600 a.c. – ...) un principe gallo, che avrebbe fondato la città di Milano.

Sceso nel suolo italico Belloveso incontrò una popolazione insubre che gli consentì di stanziarsi in un territorio che Belloveso riconobbe perché incontrò una scrofa semilanuta, che egli portava già sullo scudo come simbolo. Il principe decise di fondare qui Medhelan, assecondando la volontà degli Dei.

Tito Livio traduce “Medhelan” in “Medhelanon”, dove “medhe” sta per “centro” e “lanon” per “santuario”. Ciò significherebbe che Milano, prima di diventare una città vera e propria, era un centro sacro per le popolazioni celtiche, per poi diventare un vero e proprio centro abitato solamente in seguito.

La spiegazione della scrofa semilanuta, invece, starebbe non solo nel nome stesso Medio-lanum ma soprattutto nei culti celtici. I Celti adoravano Belisama, Dea della luce e del fuoco, che si manifestava come una scrofa bianca. 

Probabilmente il santuario di Medhelan era dedicato proprio a questa divinità e la scrofa semilanuta rimase il simbolo di Milano fino a quando non venne sostituita dal biscione visconteo. Il culto di Belisama, invece, fu sostituito in epoca romana da quello di Minerva.

A Milano c'è tutt'oggi una Piazza Belloveso, nel quartiere Niguarda, e in Piazza Mercanti possiamo vedere il bassorilievo di una scrofa semilanuta, in ricordo del passato celtico della città.



AL TEMPO DI CESARE

LA CAMPAGNA DI CESARE (INGRANDIBILE)
Nel I secolo a.c., i Carnuti battevano moneta, su cui compaiono immagini come torque, cavalli al galoppo, triskelion (tripla spirale rotante), aquile, lune crescenti, serpenti, pentagrammi e croci celtiche, tutti simboli del sole, dell'anno, delle quattro stagioni, dell'avvicendarsi di vita e morte.

Al tempo della conquista della Gallia, i Carnuti dipendevano dalla tribù dei Remi (letteralmente "I Primi"), alleati di Roma, che più di una volta intercedettero per loro presso Cesare. I Remi erano un popolo della Gallia Belgica meridionale, la cui capitale fu prima Vieux Reims, a Variscourt, e poi Durocortorum, oggi Reims, all'epoca raggiunta da ben otto strade commerciali e Cesare nel 57 a.c. la creò capitale della Gallia conquistata.

Cesare menziona anche l'oppidum remo di Bibrax, a sud del quale, nel 57 a.c., ottenne un'importante vittoria contro i ribelli della Gallia Belgica. Questa fortezza collinare viene ubicata a Vieux-Laon (a Saint-Thomas).



LA RIVOLTA

Nell'inverno del 57-58 a.c., il generale romano impose un protettorato sui Carnuti, mettendo Tasgezio sul trono di questo popolo. Ma nel giro di tre anni, costui fu assassinato. Avuta notizia dell'esecuzione e temendo una defezione in massa dei Carnuti, Cesare ordinò a Lucio Munazio Planco, fondatore in Gallia delle colonie di Lugdunum e Raurica, di rientrare dal Belgio alla testa della sua legione, per svernare in quella zona e catturare i colpevoli.

La morte di Tasgezio si rivelò, in effetti, il primo dei segnali di un esteso movimento di rivolta gallica dopo la fine dell'estate del 54 a.c. Infatti il 13 febbraio del 53 a.c., i Carnuti di Cenabum massacrarono tutti i mercanti e gli ufficiali romani presenti nella città. Questa rivolta fu rapidamente seguita dalla sollevazione generale di tutta la Gallia, guidata da Vercingetorige, il principe degli Arverni.

Come rappresaglia, Cesare distrusse Cenabum, uccidendo tutti gli uomini e vendendo come schiavi donne e bambini. Il ricavato della loro vendita fu distribuito da Cesare tra i suoi soldati. Quando Vercingetorige era assediato ad Alesia dalle legioni cesariane, i Carnuti mandarono in suo aiuto 12.000 uomini. Ma alla fine, anche loro dovettero sottomettersi a Cesare.



AL TEMPO DI AUGUSTO

Al tempo di Augusto, sebbene non ancora romanizzati, i Carnuti, che facevano parte della Gallia Lugdunense, furono elevati al rango di civitas soda o di foederati, mantenendo il loro auto-governo, le proprie istituzioni, il diritto di battere moneta. Avevano comunque l'obbligo di prestare servizio militare.

Fino alla seconda metà del II secolo, Autricum fu la loro capitale, ma nel 275 l'imperatore Aureliano la ricostruì, dandole lo status di civitas e il nome di Aurelianum o Aurelianensis urbs (da cui "Orleans").


BIBLIO

- Caesar - Commentarii de Bello Gallico -
- Livius - Ab Urbe condita Libri - V -
- R. Boutrays - Urbis gentisque Carnutum historia - 1624 -
- A. Desjardins - Géographie historique de la Gaule - II -
- M. E. Cartier - Recherches sur les monnaies au tipe Chartrain - Paris - 1846 -
- A. Falileyev - Dictionary of Continental Celtic Place-names: A Celtic Companion to the Barrington Atlas of the Greek and Roman World - CMCS - 2010 -

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