ISACCO I |
Nascita: Studion, 1005
Morte: Costantinopoli, 1061
Regno: I settembre 1057 - 22 novembre 1059
Regno: I settembre 1057 - 22 novembre 1059
Padre: Commeno Erotico
Fratelli: - Niceforo Comneno, morto nel 1026
- ? Comnena, nata nel 1012, sposò Michele Dokeianos catapano d'Italia
- Giovanni Comneno, fu generalissimo d'Oriente
- ? Comnena, nata nel 1012, sposò Michele Dokeianos catapano d'Italia
- Giovanni Comneno, fu generalissimo d'Oriente
Moglie: Caterina, figlia del re di Bulgaria Ivan Vladislav, poi suora Xene
Figli:
- Manuele Comneno, morto prima del 1059;
- Maria Comnena, che divenne suora.
Figli:
- Manuele Comneno, morto prima del 1059;
- Maria Comnena, che divenne suora.
Isacco I Commeno o Comneno, da non confondere con Isacco il patriarca di Gerusalemme, nè tantomeno con Isacco Comneno (1155 circa – 1195/1196) che fu imperatore di Cipro dal 1184 al 1192, nacque a Studion, il monastero cristiano più importante dell'Impero bizantino intorno a cui sorse un centro cristiano e fu un imperatore bizantino e basileus dei romei dal 1º settembre 1057 fino al 22 novembre 1059.
MANUELE COMMENO
Isacco era figlio di Manuele Comneno Erotico, un umile soldato appartenente ad una famiglia di origine valacca (popolazione dei Balcani e del bacino del basso Danubio) che viveva nei pressi della cittadina di Komne, nei pressi di Filippopoli. Entrato nell'esercito, nel 978 d.c., aveva dato segno di lealtà e grandi capacità nella difesa della città di Nicea contro l'usurpatore ribelle Bardas Sclero (comandante supremo delle forze bizantine in oriente).
Così divenne un fidato generale del basileus Basilio II Bulgaroctono (958 - 1025) e prestò servizio nell'esercito bizantino dal 978 fino alla sua morte. In considerazione a tali meriti il basileus Basilio II premiò Manuele concedendogli grandi tenute agricole nei pressi di Kastamonu in Paflagonia (Anatolia centro-settentrionale)e nominandolo "strategos autokrator" (guida dell'esercito) per l'Anatolia.
Sul letto di morte, nel 1020, Manuele chiese all'imperatore di occuparsi dell'educazione dei suoi tre figli e Basilio II acconsentì: Isacco e suo fratello Giovanni furono così educati al monastero di Stoudion e ricevettero incarichi militari di grande rilevanza mentre la sorella minore, nata nel 1012, appena raggiunta l'età, sposò Michele Dokeiano, il Catepano d'Italia.
IL REGNO
Isacco anzitutto ricompensò i suoi sostenitori con nomine nell'esercito e nella burocrazia che li allontanassero da Costantinopoli e poi si occupò della situazione finanziaria dell'impero, diminuendo i salari dei funzionari e dei burocrati di corte, ridusse le spese di corte, revocò privilegi ed, infine, si appropriò di parte delle terre e delle rendite dei più ricchi monasteri; il patriarca Cerulario, che l'aveva appoggiato, si oppose duramente e Isacco lo esiliò nel 1058.
Migliorata la situazione, l'imperatore aumentò le spese militari ed intraprese una campagna militare nei Balcani contro Andrea I d'Ungheria e contro i Peceneghi (nomadi di ceppo turco, delle steppe dell'Asia centrale) che avevano ripetutamente saccheggiato la Tracia; da valente generale quale era riportò solo vittorie: il re d'Ungheria tornò ai suoi confini iniziali ed i Pechenghi furono costretti a ritirarsi.
La sua salute cominciò però a declinare, e i suoi cortigiani, tra cui lo storico e politico Michele Psello, cercarono di influenzare la successione al trono: infine lo convinsero ad abdicare in favore di un lontano parente Costantino Ducas, ignorando in tal modo i diritti dei figli e del fratello minore, Giovanni Comneno.
LA MORTE
Una volta abdicato, Isacco si ritirò al monastero di Studion: si riprese dalla malattia e passò gli ultimi due anni della propria vita conducendo una vita semplice e austera, allietata dalla presenza della moglie e della figlia e dagli studi letterari: scrisse un compendio all'Iliade e diverse opere sui poemi omerici, alcuni frammenti dei quali sono giunti fino a noi; morì nell'inverno del 1060 o agli inizi del 1061.
Il regno di Isacco, sebbene breve, fu un ottimo governo: ridiede forza e prestigio all'esercito, restaurò le finanze, migliorò l'amministrazione pubblica e sebbene la sua politica sia stata impopolare tra i ceti elevati e non compresa dalla popolazione, contribuì alla sopravvivenza dell'Impero Bizantino.
BIBLIO
- Michele Psello - Cronografia - XII secolo -
- Salvatore Impellizzeri - Imperatori di Bisanzio (Cronografia) - Vicenza - 1984 -
- A. Kazhdan, A.M. Talbot, A. Cutler - Stoudios Monastery - in Alexander P. Kazhdan - The Oxford Dictionary of Byzantium - Oxford University Press - 1991 -
- Giorgio Ravegnani - I trattati con Bisanzio 992-1198 - Venezia - Il Cardo - 1992 -
- J. P. Thomas, A. Constantinides Hero e Giles Constable - Byzantine Monastic Foundation Documents - Dumbarton Oaks - 2000 -
- Anna Comnena - Alessiade - XII secolo -
Isacco era figlio di Manuele Comneno Erotico, un umile soldato appartenente ad una famiglia di origine valacca (popolazione dei Balcani e del bacino del basso Danubio) che viveva nei pressi della cittadina di Komne, nei pressi di Filippopoli. Entrato nell'esercito, nel 978 d.c., aveva dato segno di lealtà e grandi capacità nella difesa della città di Nicea contro l'usurpatore ribelle Bardas Sclero (comandante supremo delle forze bizantine in oriente).
IL TRONO DI MICHELE IV
Dopo la morte di Basilio II, Isacco si comportò in modo irreprensibile, senza smanie di potere o di riconoscimento, cosa che gli dette il sostegno sia dell'esercito, che della corte. Dal 1042 al 1057 tenne vari comandi militari e politici in Anatolia finché, morta Teodora, l'ultima discendente della Casa dei Macedoni, salì al trono Michele VI.
Questi si alienò il sostegno dell'esercito di cui ridusse le paghe e gli effettivi; su richiesta di altri generali, Isacco cercò di perorare la causa dell'esercito e della aristocrazia anatolica ma l'imperatore l'umiliò pubblicamente e lo costrinse a dimettersi dai suoi incarichi.
Dopo la morte di Basilio II, Isacco si comportò in modo irreprensibile, senza smanie di potere o di riconoscimento, cosa che gli dette il sostegno sia dell'esercito, che della corte. Dal 1042 al 1057 tenne vari comandi militari e politici in Anatolia finché, morta Teodora, l'ultima discendente della Casa dei Macedoni, salì al trono Michele VI.
Questi si alienò il sostegno dell'esercito di cui ridusse le paghe e gli effettivi; su richiesta di altri generali, Isacco cercò di perorare la causa dell'esercito e della aristocrazia anatolica ma l'imperatore l'umiliò pubblicamente e lo costrinse a dimettersi dai suoi incarichi.
BASILIO II |
ISACCO IMPERATORE
Isacco con l'appoggio di un vasto consenso si ribellò all'imperatore e l'8 giugno del 1057 fu proclamato imperatore dalle sue truppe ed iniziò a marciare sulla Capitale; Michele VI, pressato dalla corte, tentò di resistere con le armi ma il suo esercito, dopo alcuni iniziali successi, fu sconfitto dalle forze di Isacco nella battaglia di Petroe, combattuta il 20 agosto 1057 tra le forze lealiste di Michael VI Stratiotikos (r. 1056–1057) sotto il proedros Theodore e i sostenitori del generale Isaac Komnenos.
Ormai chiaramente perdente, Michele VI decise di adottare quale figlio ed erede al trono Isacco e gli offrì il titolo di Kaisar (Cesare) ma prima che le trattative fossero concluse, la popolazione della capitale si ribellò ancora a Michele che, stanco, abdicò in favore di Isacco. Il 1º settembre dello stesso anno, grazie anche all'importante appoggio del patriarca Michele Cerulario, Isacco fu incoronato in Santa Sofia.
Isacco con l'appoggio di un vasto consenso si ribellò all'imperatore e l'8 giugno del 1057 fu proclamato imperatore dalle sue truppe ed iniziò a marciare sulla Capitale; Michele VI, pressato dalla corte, tentò di resistere con le armi ma il suo esercito, dopo alcuni iniziali successi, fu sconfitto dalle forze di Isacco nella battaglia di Petroe, combattuta il 20 agosto 1057 tra le forze lealiste di Michael VI Stratiotikos (r. 1056–1057) sotto il proedros Theodore e i sostenitori del generale Isaac Komnenos.
Ormai chiaramente perdente, Michele VI decise di adottare quale figlio ed erede al trono Isacco e gli offrì il titolo di Kaisar (Cesare) ma prima che le trattative fossero concluse, la popolazione della capitale si ribellò ancora a Michele che, stanco, abdicò in favore di Isacco. Il 1º settembre dello stesso anno, grazie anche all'importante appoggio del patriarca Michele Cerulario, Isacco fu incoronato in Santa Sofia.
IL REGNO
Isacco anzitutto ricompensò i suoi sostenitori con nomine nell'esercito e nella burocrazia che li allontanassero da Costantinopoli e poi si occupò della situazione finanziaria dell'impero, diminuendo i salari dei funzionari e dei burocrati di corte, ridusse le spese di corte, revocò privilegi ed, infine, si appropriò di parte delle terre e delle rendite dei più ricchi monasteri; il patriarca Cerulario, che l'aveva appoggiato, si oppose duramente e Isacco lo esiliò nel 1058.
Migliorata la situazione, l'imperatore aumentò le spese militari ed intraprese una campagna militare nei Balcani contro Andrea I d'Ungheria e contro i Peceneghi (nomadi di ceppo turco, delle steppe dell'Asia centrale) che avevano ripetutamente saccheggiato la Tracia; da valente generale quale era riportò solo vittorie: il re d'Ungheria tornò ai suoi confini iniziali ed i Pechenghi furono costretti a ritirarsi.
La sua salute cominciò però a declinare, e i suoi cortigiani, tra cui lo storico e politico Michele Psello, cercarono di influenzare la successione al trono: infine lo convinsero ad abdicare in favore di un lontano parente Costantino Ducas, ignorando in tal modo i diritti dei figli e del fratello minore, Giovanni Comneno.
LA MORTE
Una volta abdicato, Isacco si ritirò al monastero di Studion: si riprese dalla malattia e passò gli ultimi due anni della propria vita conducendo una vita semplice e austera, allietata dalla presenza della moglie e della figlia e dagli studi letterari: scrisse un compendio all'Iliade e diverse opere sui poemi omerici, alcuni frammenti dei quali sono giunti fino a noi; morì nell'inverno del 1060 o agli inizi del 1061.
Il regno di Isacco, sebbene breve, fu un ottimo governo: ridiede forza e prestigio all'esercito, restaurò le finanze, migliorò l'amministrazione pubblica e sebbene la sua politica sia stata impopolare tra i ceti elevati e non compresa dalla popolazione, contribuì alla sopravvivenza dell'Impero Bizantino.
BIBLIO
- Michele Psello - Cronografia - XII secolo -
- Salvatore Impellizzeri - Imperatori di Bisanzio (Cronografia) - Vicenza - 1984 -
- A. Kazhdan, A.M. Talbot, A. Cutler - Stoudios Monastery - in Alexander P. Kazhdan - The Oxford Dictionary of Byzantium - Oxford University Press - 1991 -
- Giorgio Ravegnani - I trattati con Bisanzio 992-1198 - Venezia - Il Cardo - 1992 -
- J. P. Thomas, A. Constantinides Hero e Giles Constable - Byzantine Monastic Foundation Documents - Dumbarton Oaks - 2000 -
- Anna Comnena - Alessiade - XII secolo -