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SOTTO SAN GIOVANNI IN LATERANO

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BASILICA DI SAN GIOVANNI IN LATERANO

La zona del Laterano a Roma racchiude oltre alle tracce visibili in superficie quali l'acquedotto neroniano, l' obelisco di Thutmosis II, i resti di un edificio termale ed il battistero, anche delle straordinarie testimonianze sotto il piano stradale e sotto la basilica di S. Giovanni. Gli scavi si sviluppano per circa 5.100 metri quadrati e rivestono un particolare interesse per lo studio del mutamento di Roma sotto Settimio Severo e Costantino.

In età romana il Laterano era un'appendice del Celio ai confini con l'Esquilino; si trovava al di fuori della cinta muraria di età repubblicana ma all'interno delle mura aureliane. Il nome Laterano derivava da un cognomen che possiamo ricondurre a due personaggi. Il primo, Plauzio Laterano, partecipò alla congiura dei Pisoni, un colpo di stato contro Nerone (54-68 d.c.) che fallì per i beni dei congiurati passarono nel demanio imperiale.

Il secondo invece, Sestio Laterano, fu amico dell'imperatore Settimio Severo (193-211 d.c.) che gli donò un'abitazione lussuosa definita “domus Parthorum”, cioè la casa dei Parti, dove probabilmente vennero tenuti in ostaggio dei dignitari parti, spesso in guerra con i Romani. Il nome di Sestio Laterano compare su un capitello  relativo ai Castra Nova Equitum Singularium.

POSIZIONE DEI CASTRA EQUITES SINGULARES


CASTRA NOVA EQUITUM SINGULARIUM

In effetti nei sotterranei della basilica di S. Giovanni si conservano i resti di antichi edifici costruiti in periodi precedenti la basilica cristiana. Si tratta della caserma dei cavalieri scelti come guardia del corpo dell'imperatore, i quali avevano i loro alloggi presso le attuali v. T. Tasso/v. Emanuele Filiberto. 

Fu Settimio Severo a decidere di spianare per circa un ettaro questa area del Laterano e costruire per loro una nuova sede con piccole stanze dall'intonaco rosso, delle quali rimangono ancora mura, soglie e stipiti delle porte. Al centro della caserma c'era anche un ambiente destinato al culto dell'imperatore.

Costruiti sopra le distrutte case dei Laterani, si trovano i resti del complesso delle caserme del corpo degli Equites Singulares, la guardia imperiale a cavallo, insigne corpo istituito da Settimio Severo verso la fine del II sec. d.c. che era appunto di stanza nella zona del Laterano.

I cospicui resti ora visibili, attualmente sotto la navata centrale della basilica, sono pertinenti alla zona centrale dell'antico edificio e identificabili con la zona del praetorium; qui troviamo l'area del comandante della caserma, disposta attorno ad un lato cortile di forma rettangolare (15 x 21,50 metri) porticato su pilastri probabilmente architravati; sull'altro lato è stata identificata l'area del sacrarium, mentre sugli altri lati si pensa, che trovassero posto gli ambienti per gli ufficiali.

Sotto l'attuale transetto della basilica, ci troviamo di fronte al dormitorio dei soldati, con le camere disposte su due livelli e tra loro parallele, coperte da volte a crociera. Un'interessante testimonianza è la presenza di un capitello rovesciato che reca una data incisa, quella del 2 giugno del 203 d.c., dedicata a Settimio Severo e al figlio Geta (quest'ultima iscrizione è stata abrasa probabilmente per volere del fratello Caracalla, che dopo averlo ucciso ne cancella il nome e le sculture in tutta Roma), dal Collegium degli Equites.

DOMUS ROMANA

SOTTO I CASTRA

"Volendo Sua Santità in S. Giovanni Laterano far abbassare un certo rialto innanzi al coro, ed all’altare degli Apostoli, si scoprirono tre nicchie assai grandi, una accanto all’altra, con alcuni muri i quali camminavano in squadra con la Chiesa. Per questo rispetto si potrebbe dire, che Costantino fabbricando San Giovanni si servisse de’ fondamenti di altra fabbrica antica che vi fosse avanti. Il piano di detti nicchioni, dove camminavano gli antichi erano tutti di serpentini, e porfidi con altri mischj, sotto poi a questo trovarono altro pavimento circa sei palmi più basso; bisogna che fosse edifizio antichissimo, e nobilissimo."
(Memorie di Flaminio Vacca)

Sotto queste costruzioni, antecedenti nel tempo, vi si trovavano infatti diverse case di livello sociale elevato, demolite da Settimio Severo, ma sopravvissute nell'interrato dei Castra e se ne possono ammirare ancora le pitture (figure in volo, nature morte), i mosaici, una scala con gradini di marmo perfettamente conservati. Questi i resti archeologici più antichi sono sotto la basilica.

A quasi 6 metri di profondità rispetto alla pavimentazione della basilica, troviamo infatti una serie di costruzioni addossate le une alle altre nel corso di 2 secoli, i cui resti sono poi serviti agli architetti costantiniani quali base per le fondamenta della basilica paleocristiana.

Una delle più antiche testimonianze sotto la basilica è la presenza di un caseggiato d' abitazione databile intorno al I sec. d.c. e probabilmente appartenuta alla nobile e potente famiglia dei Laterani. I resti di questo pur grande complesso, oggi assai ridotto, si compongono di alcuni ambienti che si trovano alla maggiore profondità raggiunta dagli scavi, di un corridoio a pilastri decorati e ornato con pitture di IV stile.
 
L' edificio meglio conservato, o di cui possiamo intuire meglio la forma è sotto l'attuale abside della basilica, di cui peraltro si notano i muri di fondazione, e corrisponde ad una costruzione del III sec d.c., disposta attorno ad un cortile-cavedio porticato trapezoidale, con grande fontana circolare al centro ed ornato da uno straordinario mosaico a disegno geometrico in tessere bianche e nere.

Alcuni degli ambienti che si disponevano attorno al cortile conservano ancora le tracce delle decorazioni a fresco sulle pareti, a riquadri dipinti. Quest' ultima costruzione confinava con l' originaria via Tuscolana, che le passava quasi tangente ad un lato; gli scavi eseguiti nella metà del secolo scorso ad opera dell'architetto Virginio Vespignani, scavi occorsi per il malaugurato rifacimento ottocentesco della primitiva abside con deambulatorio risalente al periodo delle ristrutturazioni medievali della basilica, fece rinvenire appunto quest' ultima parte.

DOMUS ROMANA

LA BASILICA

Dopo la battaglia di Ponte Milvio, dove le truppe di Costantino sconfissero quelle di Massenzio, con cui il corpo della guardia imperale a cavallo si era schierato, la caserma venne per punizione completamente rasa al suolo da Costantino, che dopo l' Editto di Milano ( 313 d.c.), volle qui celebrare la costruzione della prima basilica cristiana a Roma e dedicarla al Salvatore tra il 314 e il 318 d.c..

Così i muri della caserma, come anche delle altre costruzioni prima citate, servirono sia come piano d'appoggio alla nuova fabbrica, che come camera di contenimento entro la quale, attraverso una grande opera di riempimento, si riuscì a creare una sorta di piattaforma per la costruzione della basilica.


MEMORIE DI FLAMINIO VACCA

STATUA EQUESTRE DI MARCO AURELIO

"Il Cavallo di Campidoglio di bronzo fu ritrovato in una vigna incontro le Scale Sante a San Giovanni in Laterano, e stando in terra molti anni, non tenendosene conto, fu creato Sisto IV (1414-1484) e lo dirizzò nella Piazza Lateranense con un bel piedistallo di marmo, con la sua arme, ed Epitaffio col suo nome, ed ivi è stato al tempo di Paolo III (1468-1549), quale lo condusse in Campidoglio, e fecegli fare un piedistallo da MichelAngelo, e fu guasto un pezzo di fregio, ed architrave di Trajano (sig!), perchè non si trovava marmo sì grande; e perchè detto Cavallo fu trovato nella proprietà del Collegio Lateranense, per questo detto Collegio pretendeva esserne padrone, ed ancora litiga col Popolo Romano, né passa anno, che non facciano atti per mantenere le loro giurisdizioni."


COMPLESSO STATUARIO DI NIOBE

- "Poco fuori di Porta S. Giovanni mi ricordo, che furono trovate molte Statue rappresentanti la Favola di Niobe; come anche due Lottatori di buon maestro: il tutto comprò il Gran Duca Ferdinando, e sono nel suo Giardino del Monte Pincio" (cioè Villa medici, che ospita dal 1803 l'Accademia di Francia a Roma).



COLONNA DI GRANITO BIGIO

- "Mi ricordo, che appresso alla porta di S. Croce in Gerusalemme, vi è un anticaglia, fabbrica assai sotterra, nella quale sono molti Santi dipinti e li Cristiani se ne sono serviti per Chiesa: ora è rovinata, e conversa in vigne. Appresso di essa vi fu scoperta una strada selciata, e molto spaziosa, e vidi che si partiva da porta Maggiore, ed andava a S. Giovanni Laterano. Sopra di essa vi fu trovata una grossa colonna di granito bigio compagna di quelle, che sono in opera a San Giovanni Laterano nella nave degli Apostoli. Mi do a credere, che quando il Magno Costantino fabbricò il Lateranense, spogliasse qualche edifizio di Porta Maggiore, e la suddetta colonna per qualche accidente rimanesse in quel luogo; ancora si puol vedere."

« Sotto lo spedale di s. Giovanni in Laterano vi attraversa un fondamento grossissimo, tutto di pezzi di buonissime figure. Vi trovai certi ginocchi e gomiiti di maniera greca: parea tutta la maniera del Laocoonte di Belvedere »  

« È ferma opinione che nella via di s. Giovanni in Laterano, particolarmente dietro alla Scala Santa (di Sisto V) verso al mezzo di quelli muri di acquedotti (villa Wolkonsky) vi siano cose notabili: perchè ivi era un'abitazione principale al tempo dei Goti e altri, vi sono state fatte gran ruine; e poco si è scoperto» 



RODOLFO LANCIANI - STORIA DEGLI SCAVI DI ROMA

COLONNE DI ALABASTRO COTOGNINO

« In una picciola vigna vicina a fianco alle scale Sante la quale termina coll'acquedotto di Claudio si vede ancora in essere la gran buca riquadrata in forma di camera dove fu nascosta la statua equestre . . . con la quale dicono che vi fossero alcune colonne di alabastro cotognino, delle quali colonne due ne furono cavate, e portate via da Roma, et a tempo nostro in tre vigne di quella contrada, che sono quella de Giustiniani, l'altra della famiglia della Valle... e la 3° ch'era del cardinale Granvela si sono cavati molti marmi mischi e scoperti vestigi di fabrica grande... ». Il sito di queste vigne può essere riconosciuto con l'aiuto del documento che segue, in atti Taracchi, prot. 17o7, e. 446, in data 31 ottobre 1578:
«(Lelio della Valle vende al card. Antonio Perenette card. Granvellano) unam petiam vinee site inter menia urbis prope eccliam Lateranensem incontroversus portam Maiorem, cui ab uno latere est vinea Tiberij Stalle, a duobus via publica, ab alio vinea cardinalis Perenotto cet » per il prezzo di scudi 152 boi. 50. Vedi anche Cod. Barber. Vat. XXX, 136, e. 74 « Terracotta alla cava della vigna della Valle presso s. Giovanni Laterano attaccata al p. Giustiniano
 »



IL CIPPO DI NONIUS ASPRENIAS

« Apud basilicam lateranensem prope aquaeductum an. 1575 » fu scoperto, presente il Pighio, il cippo CIL. VI, 267  relativo a rivendicazione di suolo pubblico fatta, al tempo di Tiberio, da una commissione di senatori presieduta da Lucius Nonius Asprenas console il 6 d.c..


DUE GROSSE COLONNE ANTICHE

Basilica Salvatoris in Laterano - 1490. Circa questi tempi Innocenzo VIII « reparavit ecclesiam sancti Johannis ... et ibi praeparavit duas grossas columnas (antiche) cum lapidibus marmoreis prò faciendo ibi arcu ».
Questa prima costruzione costantiniana del battistero (320/325), era probabilmente di forma ottagonale, con colonne angolari che reggevano la copertura e porte larghe tre metri su ogni lato, ma alcuni pensano che possa essere stato di pianta circolare.



URNA DI PORFIDO

Urna di porfido trovata nelle terme di Agrippa l'anno 1443, ("Labrum ex porphyrite") e collocata da Clemente XII nella sua cappella Corsini al Laterano. Pertanto l'urna non è originaria del loco.


I LEONI

TESTA BRONZEA DI COSTANTINO
Nel Campo lateranense, oltre alla ben nota raccolta di bronzi, v'erano sculture marmoree, fra cui due leoni collocati su rozzi piedistalli, a destra ed a sinistra del simulacro di M. Aurelio. 
« In sulla piaza rilevato da terra braccia quattro . . uno huomo a cavallo tutto di bronzo. 
Item in sulla piazza in sur un pezzo di colonna una testa di gigante di bronzo e un braccio con una palla di bronzo, item una lupa di bronzo pregna con una altra figuretta di bronzo » p. 572.
(trattasi della testa bronzea di Costantino, e braccio con mano sinistra che sorregge il globo della terra)


COSMATESCO

Chiostro lateranense, opera del Vassalletto II (cosmatesco), ricavato da fregi e marmi romani. (tutti i cosmateschi nascono dalla distruzione di pavimenti sectili romani)


CALICE DI MARMO

Reperito calice marmoreo in Battistero Lateranense. Il Battistero venne fatto edificare da Costantino Venne edificato sopra a un impianto termale del II secolo d.c. appartenuto forse ad un palazzo imperiale o sopra un nynphaeum con nicchie affiancate da colonne della Domus Faustae (appartenuta forse alla famiglia della moglie di Costantino).



MAVSOLEVM HELENAE

Anastasio IV scopre il sarcofago porfiretico di Flavia Elena, nel mausoleo della villa ad duas Lauros, a Tor Pignattara, e lo trasferisce al Laterano. Danneggiato nell'incendio di Clemente V, i canonici lo risarcirono nel 1509 « iniuria temporum undique diruptum ac protinus disiectum». Pio VI lo collocò nella sala della Croce Greca, sotto il n. 589. 1160 circa.


BIBLIO

- Paolo Liverani (a cura di) - Laterano 1 - Scavi sotto la Basilica di S. Giovanni in Laterano. I materiali, - Città del Vaticano - 1998 -
- Mario Cempanari, Tito Amodei - La Scala Santa (Chiese di Roma Illustrate, n. 23) - Roma - 1989 - 
- Mario Cempanari, Tito Amodei - Scala Santa et Sancta Sanctorum: Storia Arte Culto del Santuario - Roma - 1999 -
- Philippe Lauer - Le palais de Latran. Étude historique et archéologique - Paris - 1911 -


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