Adorea era la Dea italica e romana ispiratrice di vittoria, simbolo dell'ascesa, della ripresa in situazioni difficili e dell'immortalità delle eroiche azioni intraprese. La corona d'alloro offerta dalla Dea era un richiamo alla grandezza della cultura e dell'efficienza di un popolo molto amato dagli Dei.
Un popolo come quello romano avvezzo a finalizzare la propria azione a risultati di conquista, di organizzazione per lo più innovativi e diversificati doveva avere una divinità strettamente italica in parte simile alla Nike greca o alla Victoria romana, con delle finalità che contraddistinguessero le capacità militari, civili e culturali di un popolo unico al mondo dandogli un senso della comune identità e diversificandolo da tutto il mondo dei barbari.
Il suo nome, che risaliva al latino "ad ora" dalla bocca, e cioè dall'invocazione della divinità affinchè coronasse di alloro l'operazione intrapresa, fosse essa una battaglia, la costruzione di un ponte, o di un edificio, o la promulgazione di una legge, o una nuova arma da combattimento, o un'opera d'arte, figurativa o letteraria, o una commedia, o un nuovo tipo di nave per solcare mari e fiumi.
Mentre dunque la Dea Victoria era un po' la corrispondente della Nike greca, colei che premia il vincitore nella battaglia, Adorea era la Dea del popolo, attenta a qualsiasi impresa di qualunque tipo, potrebbe essere definita la Dea del Progresso.
ADORARE E VENERARE
Gradatamente Roma cercò di assorbire gli Dei italici quanto più era possibile, per cui Adorea, di cui resta il termine "adorare", venne assimilato alla Dea Vittoria. In quanto al termine il cattolicesimo se ne appropriò ma venne adoperato riferendolo solo al Dio Padre, mentre alla Madonna e ai santi veniva accordato il termine "venerare" che deriva, guarda caso, proprio da Venere.
Fu grazie a questa tensione verso il miglioramento in ogni campo che i romani prevalsero non solo nella guerra, ma nell'architettura, nella meccanica, nella statuaria, nella pittura, nella letteratura ma soprattutto nel diritto romano che pian piano diffuse la civiltà nel mondo.
Fu grazie a questa tensione verso il miglioramento in ogni campo che i romani prevalsero non solo nella guerra, ma nell'architettura, nella meccanica, nella statuaria, nella pittura, nella letteratura ma soprattutto nel diritto romano che pian piano diffuse la civiltà nel mondo.
BIBLIO
- Jean Bayet - La religione romana - Paris - 1971 -
- John A. - Religione romana - Oxford - Oxford University Press per il Classical Association - 2000 -
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- Jacqueline Champeaux - La religione dei romani - A cura di N. Salomon - Editore Il Mulino - Traduzione G. Zattoni Nesi - 2002 -
- Eric Orlin - Temples, Religion, and Politics in the Roman Republic - Brill - Dea Store -
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- George Dumezil - La religione romana arcaica (La religion romaine archaïque, avec un'appendice sur la religion des Étrusques - Parigi - Payot - 1964) - Milano - Rizzoli - 1977 -