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SOTTO LA CHIESA DI S. URBANO

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La chiesa di Sant'Urbano alla Caffarella è una chiesa di Roma posta nel quartiere Ardeatino, in via Appia Pignatelli, all'interno del parco della Caffarella, creato sopra un tempio romano. Il tempio romano non è stato abbattuto in quanto trasformato in chiesa cristiana, ma il fatto di essere collocata fuori dalle mura Aureliane, ha consentito la sua totale spoliazione.

Sopravvisse a lungo come tempio pagano in quanto ritenuto tempio di Bacco, quindi un Dio allegro fornitore di vino molto apprezzato soprattutto nelle campagne, dove la bevanda spesso ritemprava dal duro lavoro della terra.

In realtà si trattava di un tempio del II secolo d.c., consacrato alla Dea Cerere e a Faustina, moglie di Antonino Pio e da lui divinizzata alla sua morte. Il tempio venne dedicato poi ad Appia Annia Regilla (125 - 160), moglie di Erode Attico (101 - 177), maestro dell'imperatore Marco Aurelio (121 - 180) che, secondo le voci popolari, aveva assassinato sua moglie, e che comunque qui aveva la sua villa di campagna.

LE TRE TIKE DALLA VILLA DI ERODE ATTICO


La chiesa fu dedicata a sant'Urbano, vescovo e martire, spesso confuso con l'omonimo papa morto anch'esso martire nel 230. Le preesistenti strutture romane sono conservate perfettamente, fin nelle tegole del tetto in quanto trasformate in tempio cristiano.

Costruito intorno al 160 d.c., venne affrescato internamente nell'XI secolo, abbandonato più volte, fu nuovamente restaurato nel XVII secolo dal cardinale Francesco Barberini, che fece costruire le mura che sorreggono il pronao e che inglobano le colonne, a causa di una preoccupante crepa che si era venuta a creare nella parte alta della facciata, ancora oggi ben visibile.

Dopo un ulteriore e lungo periodo di abbandono, per interessamento della famiglia Barberini il 25 maggio 1894, ricorrenza di Sant'Urbano, dopo una lunga processione,  nel 1962 la chiesa fu annessa ad una proprietà privata adiacente (diventando così sempre meno accessibile), ed abitata da un custode, che aveva trasformato l'antico pronao nella sua casa privata. 

AVVISO DEL PELLEGRINAGGIO A SANT'URBANO 
CON RELATIVE INDULGENZE - 1760

L'edificio è stato acquistato dal comune di Roma nel 2002 e anzichè gestirlo direttamente facendone oggetto di visite guidate, l'ha dato in gestione alla diocesi di Roma, che teoricamente l'ha riaperto al culto nel 2005 come chiesa rettoria della parrocchia di San Sebastiano fuori le mura, ma in pratica la chiesa è sempre chiusa.

Ma chi è sant'Urbano?
- Viene festeggiato il 2 aprile un Sant'Urbano, vescovo di Langres nel IV secolo, patrono dei vignaiuoli e viticoltori.
- Il 24 gennaio un martire in Antiochia,
- un altro il 5 settembre martire a Costantinopoli;
- l'8 marzo un altro martirizzato in Africa;
- il 16 aprile un altro martirizzato a Saragozza in Spagna;
- il 25 maggio San Urbano I, papa dal 222 al 230;
- il 29 luglio si festeggia il beato Urbano II, papa, morto a Roma nel 1099;
- il 30 ottobre Sant'Urbano, "cooperatore" di San Paolo;
- un martire a Roma con i santi Ampliato e Nacisso, il 31 ottobre;
- il 28 novembre un vescovo, martirizzato in Africa;
- il 7 dicembre un vescovo di Teano in Campania,
- il 19 dicembre beato Urbano V papa, morto ad Avignone nel 1370

Ora si dice che la ricorrenza sia il 25 maggio per cui dovrebbe trattarsi del papa Sant'Urbano I che ha la ricorrenza in tale giorno, ma il santo in questione è vescovo e non papa, e inoltre si precisa che spesso il santo viene confuso con l'omonimo papa morto anch'esso martire nel 230. Pertanto il santo non si sa chi sia.

Secondo alcuni però la chiesa venne denominata Sant’Urbano per devozione del papa Urbano VIII, in quanto fu da questi restaurata. Tuttavia papa Urbano VIII non fu santo e non risulta che abbia restaurato la chiesa.



LA DESCRIZIONE

L'edificio di epoca romana era composto da un pronao e da una cella cui si accedeva tramite una serie di gradini esterni, esso è ancora completamente visibile, ad eccezione dei gradini esterni che per qualche ragione sono stati interrati. L'edificio sacro, di 18 X 12,10 m, venne costruito sopra una prominenza del suolo, ed era inserito in una piazza porticata, oggi interrata per la stessa misteriosa ragione dei gradini.

Il pronao venne chiuso da pareti nel 1634 inglobate in esse vi sono quattro colonne e l'architrave di marmo pentelico, originario della Grecia. Il resto delle pareti e la parte alta della facciata sono composte di laterizio del II secolo.

Si accede all'interno della chiesa tramite una piccola porta d'ingresso; il primo vano che si incontra è l'ex sottoportico, che nei decenni scorsi era stato trasformato in abitazione del custode dell'edificio. Da qui si passa alla cella interna del tempio a pianta rettangolare. Le pareti sono suddivise in tre fasce orizzontali, separate dalla volta da un fregio in stucco con la rappresentazione di armi, corazze e scudi. 


Nella fascia mediana è conservato un ciclo di affreschi dell'XI secolo, rimaneggiati e ridipinti nel corso dei restauri voluti dal cardinale Francesco Barberini nel 1634. Essi constano di 34 pannelli con storie di Gesù, di Sant'Urbano, di Santa Cecilia e di altri santi. Il tetto dell'edificio è a volta a botte; di tutti gli stucchi che ne ornavano le superfici, oggi resta solo il riquadro centrale, che raffigura l’apoteosi di Anna Regilla, vale a dire della sua assunzione in cielo.

Una piccola scala permette di accedere alla cripta, che non c'entra col tempio romano in quanto edificata nel Medioevo per conservare le reliquie dei santi. In una nicchia vi sono resti di affresco raffiguranti una Madonna con Bambino fra i santi Giovanni e Urbano, databile a prima dell'anno Mille.


BIBLIO

- Capitolium, marzo 1941 - Alessandro Tomassi - S. Urbano alla Caffarella nelle sue ultime vicende, la riconsacrazione del 1894 -- Mariano Armellini - Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX - Roma 1891 -
- C. Rendina - Le chiese di Roma - Newton & Compton Editori - Milano - 2000 -
- Guide Rosse - Roma - Touring Editore - Milano - 2004 -
- Il grande libro dei Santi - Dizionario enciclopedico - III - Cinisello Balsamo - 1998 -


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