La basilica fu costruita riadattando un paio di ambienti del Tempio della Pace, a cui si accedeva dal lato del Foro Romano tramite un atrio in origine costruito come vestibolo circolare di accesso al Tempio della Pace, già trasformato da Massenzio in un tempio che era forse dedicato al proprio figlio divinizzato, morto prematuramente (tempio del Divo Romolo).
Nel 1947 la vecchia entrata attraverso il cosiddetto "tempio di Romolo" venne chiusa e sostituita da un nuovo ingresso realizzato su via dei Fori Imperiali. Contemporaneamente il tempio di Romolo fu ripristinato nello stato di epoca romana.
IL TEMPIO DELLA PACE
Definito dai contemporanei come una delle meraviglie del mondo (Plinio, Naturalis Historia XXXVI 102), venne fatto costruire sotto Vespasiano dal 74 d.c. e terminato da Domiziano. Il tempio venne inaugurato nel 75 d.c., dopo il trionfo per la Guerra Giudaica, e dedicato alla Pax Augusta dell'Impero, restaurata proprio dalla nuova dinastia flavia.
Settimio Severo restaurò il complesso dopo che questo fu gravemente danneggiato da un incendio nel 192. Il complesso venne abolito e presto abbandonato, ma già nel IV secolo gli spazi furono adibiti ad attività produttive, spostate qui dal vicino sito nel quale venne edificata la basilica di Massenzio.
Il lato opposto all'entrata era centrato sul tempio, circondato da una serie di edifici che accoglievano una biblioteca greca e una latina, le spoglie del sacco di Gerusalemme e un vero e proprio museo pubblico, con una ricchissima serie di opere d'arte greche fatte trasportare qui da Vespasiano.
IL MIRACOLO DELLA GAMBA NERA
I due santi gemelli medici divennero famosi in Occidente per il cosiddetto “Miracolo della Gamba Nera” o della “Gamba del Moro”, raccontato per la prima volta nella Legenda Aurea, una raccolta di racconti agiografici redatta intorno al 1275 dall’Arcivescovo di Genova Jacopo da Varagine.
Secondo il racconto, la basilica di Papa Felice IV era servita da un diacono di nome Giustiniano, molto devoto di Cosma e Damiano e vicino alla morte perché colpito da un cancro, o una cancrena, a una gamba. Mentre dormiva dopo aver pregato i due santi, Cosma e Damiano gli apparvero in sogno con i loro strumenti chirurgici.
BIBLIO
- G. Carettoni, A. M. Colini, L. Cozza, G. Gatti - La pianta marmorea di Roma antica. Forma urbis Romae - Roma - 1960 -
- L. Spera - La cristianizzazione del Foro romano e del Palatino. Prima e dopo Giovanni VII - in M. Andaloro, G. Bordi, G. Morganti - Santa Maria Antiqua tra Roma e Bisanzio - Milano - Electa - 2016 -
- D. West Reynolds - Forma Urbis Romae: the Severan Marble Plan and the Urban Form of Ancient Rome - A. Arbor - University of Michigan - 1996 -
- Stefania Fogagnolo - Scoperta di frammenti di colonne colossali dal Foro della Pace - in M. De Nuccio, L. Ungaro - I marmi colorati della Roma imperiale - Venezia - 2002 -
- Stefania Fogagnolo - Rivestimenti marmorei dal tempio del Foro della Pace - Tivoli - 2007 -
- R. Meneghini, A. Corsaro, B. Pinna Caboni - Il Templum Pacis alla luce dei recenti scavi - in Filippo Coarelli - Divus Vespasianus. Il Bimillenario dei Flavi - Milano - 2009 -
Definito dai contemporanei come una delle meraviglie del mondo (Plinio, Naturalis Historia XXXVI 102), venne fatto costruire sotto Vespasiano dal 74 d.c. e terminato da Domiziano. Il tempio venne inaugurato nel 75 d.c., dopo il trionfo per la Guerra Giudaica, e dedicato alla Pax Augusta dell'Impero, restaurata proprio dalla nuova dinastia flavia.
L’aula di culto del tempio era al centro del lato opposto a quello di ingresso. Si trattava di un profondo vano con un’abside, in cui era stata collocata la gigantesca statua di Pax , una divinità femminile con grandezza superiore all'umano, probabilmente seduta, posta su un basamento alto quasi 5 metri.
Il fronte del tempio aveva una fila di sei colonne colossali che spiccavano sull’altezza del portico e sorreggevano un timpano. L’aula aveva un sontuoso pavimento in marmi colorati, composto da dischi del diametro di 2,45 metri inseriti in quadrati di 3,55 metri di lato. L’altare, una struttura rettangolare di 8×16 metri, si trovava all’esterno, già nello spazio della piazza.
MURO SU CUI ERA AFFISSA LA FORMA URBIS |
BIBLIOTHECA PACIS
Affiancavano l’aula di culto due aule di dimensioni minori per lato, che sicuramente ospitavano sin dal principio la ricchissima biblioteca ricordata nelle fonti antiche con il nome di Bibliotheca Pacis, creata sembra nel 70 d.c.. In essa erano conservati e consultabili volumi greci e latini di argomento filosofico-letterario e, secondo una ipotesi alquanto suggestiva, ma non da escludere, anche medico.
Affiancavano l’aula di culto due aule di dimensioni minori per lato, che sicuramente ospitavano sin dal principio la ricchissima biblioteca ricordata nelle fonti antiche con il nome di Bibliotheca Pacis, creata sembra nel 70 d.c.. In essa erano conservati e consultabili volumi greci e latini di argomento filosofico-letterario e, secondo una ipotesi alquanto suggestiva, ma non da escludere, anche medico.
La raccolta di testi medici sarebbe inoltre da collegare a una "Schola Medicorum", una scuola di medicina che le fonti antiche indicano all’interno o nei pressi del Foro e nella quale insegnò il celebre medico greco Galeno (129-201 circa d.c.).
Settimio Severo restaurò il complesso dopo che questo fu gravemente danneggiato da un incendio nel 192. Il complesso venne abolito e presto abbandonato, ma già nel IV secolo gli spazi furono adibiti ad attività produttive, spostate qui dal vicino sito nel quale venne edificata la basilica di Massenzio.
"Mi ricordo aver veduto cavare dietro alla Chiesa de’ Ss. Cosmo e Damiano, e vi fu trovata la pianta di Roma profilata in marmo; e detta pianta serviva per incrostatura al muro: certa cosa è che detto Tempio fosse edificato ad onore di Romolo e Remo fabbricatori di Roma; ed al presente detta pianta si ritrova nell’antiquario del Cardinal Farnese."
(Flaminio Vacca - Memorie di varie antichità trovate in diversi luoghi di Roma)
- Nell'anno 309 l’imperatore Massenzio costruì il cosiddetto Tempio di Romolo. Secondo alcune fonti in origine l'edificio non era un tempio, bensì il vestibolo circolare di accesso al Tempio della Pace.
Il Foro della Pace, detto pure Tempio della Pace, era una grande piazza quadrata sistemata a giardino, con aiuole, erme, statue e fontane. Sui tre lati si aprivano i portici, mentre il lato frontale era decorato da colonne in marmo africano lungo la parete.
Il Foro della Pace, detto pure Tempio della Pace, era una grande piazza quadrata sistemata a giardino, con aiuole, erme, statue e fontane. Sui tre lati si aprivano i portici, mentre il lato frontale era decorato da colonne in marmo africano lungo la parete.
Il lato opposto all'entrata era centrato sul tempio, circondato da una serie di edifici che accoglievano una biblioteca greca e una latina, le spoglie del sacco di Gerusalemme e un vero e proprio museo pubblico, con una ricchissima serie di opere d'arte greche fatte trasportare qui da Vespasiano.
LABRUM IN PORFIDO ROSSO DEL TEMPLUM PACIS |
L'edificio costituiva dunque l'ingresso al complesso imperiale del Tempio della Pace dalla via Sacra, tra l'Arco di Tito e la piazza del Foro Romano, e sembra sia stato l'imperatore Massenzio (306-312) a riutilizzare il vestibolo dell'area ormai abbandonata, come tempio dedicato al figlio, Valerio Romolo, prematuramente scomparso nel 309 e divinizzato.
- Nell'anno 327 il tempio venne donato da Teodorico il Grande (454 - 526) re degli Ostrogoti, e da sua figlia Amalasunta a papa Felice IV (... - 530), insieme alla biblioteca del Foro della Pace. Il papa unì i due edifici per formare una basilica dedicata ai due santi greci, Cosma e Damiano, in contrasto con l'antico culto dei Dioscuri, ovvero Castore e Polluce.
- Nell'anno 327 il tempio venne donato da Teodorico il Grande (454 - 526) re degli Ostrogoti, e da sua figlia Amalasunta a papa Felice IV (... - 530), insieme alla biblioteca del Foro della Pace. Il papa unì i due edifici per formare una basilica dedicata ai due santi greci, Cosma e Damiano, in contrasto con l'antico culto dei Dioscuri, ovvero Castore e Polluce.
Anch'essi erano gemelli come Cosma e Damiano, Castore domatore di cavalli, Polluce grande pugile, ambedue protettori dei naviganti nelle tempeste, protettori della semina dei campi, patroni dell'arte poetica, della danza e della musica) venerati sino alla chiusura nel vicino tempio situato nel Foro Romano.
"All’inizio del IV secolo l’imperatore Massenzio fondò. a fianco della biblioteca, una rotonda con l’ingresso monumentale dal Foro Romano. Questo edificio, salvato ai nostri giorni, è coperto con una delle più grandi cupole a Roma.
L’antica porta di bronzo è tra i pochi monumenti di questo tipo in tutto il mondo, e nonostante il tempo passato ha preservato finora la sua funzionalità. Secondo la tradizione la rotonda era chiamata in antichità il Tempio di Romolo per la memoria del figlio di Massenzio morto all’inizio del IV secolo."
DEA PACIS PROBABILMENTE FRAMMENTATA DALL'ANTIPAGANESIMO CRISTIANO |
DA PAGANO A CRISTIANO
526 - Con la caduta dell’Impero Romano sia la biblioteca che la rotonda sono state abbandonate. Nell’anno 526 papa Felice IV (526-530) ricevette il permesso dal re Teodorico di disporne e decise di unire e convertire questi edifici ad uso cristiano, creando la chiesa dei santi Cosma e Damiano.
526 - Con la caduta dell’Impero Romano sia la biblioteca che la rotonda sono state abbandonate. Nell’anno 526 papa Felice IV (526-530) ricevette il permesso dal re Teodorico di disporne e decise di unire e convertire questi edifici ad uso cristiano, creando la chiesa dei santi Cosma e Damiano.
La chiesa dedicata dal papa è il primo luogo del culto cristiano nell’area del Foro Romano. Come segno del cambiamento si è costruito il mosaico absidale, conservato finora in ottime condizioni e considerato uno dei importanti nella storia dell’arte.
Nel Medioevo la basilica dei Santi Cosma e Damiano era riconosciuta come uno dei principali centri di assistenza ai poveri e ai pellegrini a Roma. La parte importante della vita spirituale della basilica era la devozione mariana, iniziata nei tempi del papa Gregorio Magno (590-604).
Nel Medioevo la basilica dei Santi Cosma e Damiano era riconosciuta come uno dei principali centri di assistenza ai poveri e ai pellegrini a Roma. La parte importante della vita spirituale della basilica era la devozione mariana, iniziata nei tempi del papa Gregorio Magno (590-604).
Secondo la leggenda, mentre passava in chiesa si rivolse a lui la madonna dicendo: “Gregorio, perché non mi saluti più, come facevi sempre?”. Per questo motivo, l’immagine della Madonna della Salute è stato posto sull’altare maggiore, nel posto d’onore, adorato dai fedeli a tutt'oggi.
I SANTI COSMA E DAMIANO
Nell'anno 303 d.c. Santi Cosma e Damiano vennero martirizzati in Asia Minore. Essi erano fratelli e medici che fornivano in nome di Dio assistenza medica a chi ne avesse bisogno senza chiedere denaro in cambio, avendo evidentemente già di cui sostentarsi.
SANTI COSMA E DAMIANO |
Nel sogno, un fratello chiese all’altro cosa avrebbero potuto mettere al posto della gamba che dovevano amputare e l’altro rispose: «Proprio oggi è stato seppellito un etiope nel cimitero della basilica di San Pietro in Vincoli: va e prendi la sua gamba; le metteremo al posto della gamba malata». E così fecero.
Secondo il racconto agiografico, quando il diacono si risvegliò, non sentì con la mano la lesione alla gamba, pertanto avvicinò una candela e costatò il miracolo: gamba sana e senza lesioni, ma scura. Gli increduli amici del sagrestano aprirono la tomba del moro e costatarono che la gamba malata, ma bianca, del devoto diacono era ora attaccata al tronco dell’etiope.
Naturalmente ci si chiede il perchè di quest'ultimo intervento, ma forse per far comprendere meglio il miracolo. L’iconografia del Miracolo della Gamba Nera, rappresentata per la prima volta intorno al 1370 a Firenze in una tavola attribuita a Matteo di Pacino, divenne infatti un tema popolare nella pittura sacra in Italia, Francia e Spagna fino all’epoca del Concilio di Trento.
Il trapianto miracoloso di Cosma e Damiano non appare invece mai nelle chiese ortodosse d’oriente, sebbene esista una versione greca del trapianto miracoloso, risalente addirittura al V secolo: trapianto miracoloso si ma non a Roma, bensì nel monastero di San Teodosio il Cenobiarca vicino a Betlemme, nessun cenno all’etnia del donatore e miracolo avvenuto non dopo secoli, ma con i due Santi ancora viventi e in piena attività chirurgica.
INTERNI DEL COSIDDETTO TEMPIO DI ROMOLO |
LA RISTRUTTURAZIONE
Nel 1600 un terremoto colpisce la basilica e nel 1626 da papa Urbano VIII fa demolire e sostituire le mura romane del I secolo. La basilica viene divisa in due con la costruzione del nuovo pavimento. Le cappelle e gli altari sono stati spostati o ricostruiti nella nuova chiesa superiore. Allo stesso tempo sono stati fatti i nuovi edifici del monastero ed un cortile con portici.
Nel 1632 papa Urbano VIII fa rialzare la chiesa di ben 7 m dal livello del terreno, portandolo alla quota del Campo Vaccino (l'antico Foro Romano ormai adibito al pascolo e al mercato dei buoi), per evitare infiltrazioni d'acqua. L'antico pavimento della basilica è tutt'oggi visibile nella "chiesa inferiore", costituita negli spazi originari attualmente interrati.
Vicino alla nuova entrata del complesso ci sono due stanze, con la pavimentazione marmorea originale del Foro della Pace ed il muro su cui erano affisse le 150 lastre di marmo che componevano la Forma Urbis Romae, oltre mille frammenti delle lastre furono rinvenute in periodo rinascimentale ed in alcuni casi furono copiate in Vaticano.
Nel 1600 un terremoto colpisce la basilica e nel 1626 da papa Urbano VIII fa demolire e sostituire le mura romane del I secolo. La basilica viene divisa in due con la costruzione del nuovo pavimento. Le cappelle e gli altari sono stati spostati o ricostruiti nella nuova chiesa superiore. Allo stesso tempo sono stati fatti i nuovi edifici del monastero ed un cortile con portici.
Nel 1632 papa Urbano VIII fa rialzare la chiesa di ben 7 m dal livello del terreno, portandolo alla quota del Campo Vaccino (l'antico Foro Romano ormai adibito al pascolo e al mercato dei buoi), per evitare infiltrazioni d'acqua. L'antico pavimento della basilica è tutt'oggi visibile nella "chiesa inferiore", costituita negli spazi originari attualmente interrati.
Vicino alla nuova entrata del complesso ci sono due stanze, con la pavimentazione marmorea originale del Foro della Pace ed il muro su cui erano affisse le 150 lastre di marmo che componevano la Forma Urbis Romae, oltre mille frammenti delle lastre furono rinvenute in periodo rinascimentale ed in alcuni casi furono copiate in Vaticano.
BIBLIO
- G. Carettoni, A. M. Colini, L. Cozza, G. Gatti - La pianta marmorea di Roma antica. Forma urbis Romae - Roma - 1960 -
- L. Spera - La cristianizzazione del Foro romano e del Palatino. Prima e dopo Giovanni VII - in M. Andaloro, G. Bordi, G. Morganti - Santa Maria Antiqua tra Roma e Bisanzio - Milano - Electa - 2016 -
- D. West Reynolds - Forma Urbis Romae: the Severan Marble Plan and the Urban Form of Ancient Rome - A. Arbor - University of Michigan - 1996 -
- Stefania Fogagnolo - Scoperta di frammenti di colonne colossali dal Foro della Pace - in M. De Nuccio, L. Ungaro - I marmi colorati della Roma imperiale - Venezia - 2002 -
- Stefania Fogagnolo - Rivestimenti marmorei dal tempio del Foro della Pace - Tivoli - 2007 -
- R. Meneghini, A. Corsaro, B. Pinna Caboni - Il Templum Pacis alla luce dei recenti scavi - in Filippo Coarelli - Divus Vespasianus. Il Bimillenario dei Flavi - Milano - 2009 -