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CULTO DI CINXIA - CINZIA

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DEA LUNA

Il nome Cinzia, in greco Kunthia. oppure Kintya, è un nome spesso associato alla luna, di origine greca ma latinizzato in Cinzia. La Dea protettrice di Sparta era appunto la Dea Cinzia, che letteralmente significa "del Monte Cinto" cioè "nata dal monte Cinto". Il monte Cinto, in greco Kynthos, si trova sull'isola di Delo nell'arcipelago delle Cicladi, in Grecia. 

Comunque Cinzia era uno dei nomi di Artemide. figlia di Latona e di Giove. Nel mito greco Latona (o Leto) diede alla luce sull'isola Apollo ed Artemide, dopo essere sfuggita all'ira di Hera (Giunone), la moglie di Zeus (Giove), terribilmente gelosa della relazione che il marito aveva avuto con lei.

Nelle rappresentazioni più antiche Artemide è raffigurata come una Dea alata, quindi Dea Aerea, connessa coi cieli, titolo che passerà poi a Giunone, che tiene in mano un cervo, un leone o un leopardo, quindi Signora delle fiere come Feronia.

MONTE CINTO

I TITANI

Leto (in greco antico: Λητώ, Lētṑ) o Latona (in greco antico: Λατώ, Lātṓ) è un personaggio della mitologia greca, figlia dei titani Febe e Ceo. Ceo rappresentava l'intelligenza razionale tanto quanto Febe simboleggiava la saggezza profetica, per cui questa coppia potrebbe aver rappresentato la fonte primaria di tutta la conoscenza nel cosmo.

Insieme con gli altri titani che volevano ribellarsi agli Olimpici, anche lui fu rovesciato da Zeus e dagli altri Olimpi nella Titanomachia e in seguito, e fu anch'esso imprigionato nel Tartaro assieme agli altri titani. In seguito fu sopraffatto dalla follia e liberatosi dai suoi legami tentò di sfuggire alla prigionia ma fu respinto da Cerbero.

Inoltre Ceo rappresentava il pilastro del Nord e nella mitologia romana era conosciuto come Polus. Ovviamente la rivolta non fu degli Dei ma dei popoli che adoravano queste divinità. I Titani erano adorati nella remota antichità finchè non vennero invasi dagli Achei, Eoli, Ioni e dai Dori, le quattro stirpi in cui si divideva il popolo degli Elleni. 

Il popolo che adorava i Titani venne sconfitto dal popolo che adorava gli Olimpi ma alcune divinità titaniche vennero tuttavia assunte nel panteon greco, come la Nike alata, denominata Victoria nell'antica Roma.

ALTARE DI PERGAMO A BERLINO - FEBE E ASTERIA


FEBE

Febe era figlia di Urano (il cielo) e di Gea (la terra) e fu la madre di Latona. Nella Teogonia, Esiodo parla di "Febe dalla corona d'oro" o "La Brillante". Le si attribuiva la fondazione dell'oracolo di Delfi, in quanto accompagnatrice di Temi. Per il suo genetliaco ne aveva fatto regalo ad Apollo, il quale, attraverso Latona, era nipote di Febe.

Una sua raffigurazione si trova sul fregio meridionale dell'Altare di Pergamo, dove lei si appresta a lanciare una torcia contro i giganti ed è accompagnata da sua figlia Asteria, che nella ricostruzione aveva una spada.



FEBO

Febo fu però un epiteto della divinità greca Apollo, da Phoibos, φοῖβος, con evidente riferimento a Febe, e con il significato di "splendente", "luminoso", "puro". Nella letteratura e nella poesia romana Febo è assunto a indicare anche il Sole considerato quale divinità e identificato col Dio stesso, Febo, Apollo o Sol.

LATONA CON I SUOI FIGLI


LETO O LATONA

Latona, figlia della titanide Febe e del titano Ceo, era una Dea legata alla maternità e insieme ai suoi figli Apollo e Artemide era protettrice dei giovani. La sua iconografia la collega anche alla modestia e alle arti femminili. Insieme alla sorella Astreia, potrebbe essere legata alla notte o alla luce del giorno. 

Asteria, sorella di Latona fu la sposa del titano Perse, e gli diede una figlia che chiamarono Ecate. Secondo un mito, Astreia,  scesa sulla terra fin dall'età dell'oro, diffuse i sentimenti di bontà e di giustizia ma, disgustata dalla degenerazione morale del genere umano si rifugiò nelle campagne e sopraggiunta l'età del bronzo, scelse di ritornare in cielo dove oggi risplende nell'aspetto della costellazione della Vergine.

Secondo un altro mito invece, per sfuggire all'amore di Zeus, Asteria si trasformò in una quaglia, ma la fuga precipitosa la fece precipitare nel mar Egeo, come un astro (Asteria). Zeus addolorato trasformò Asteria in un'isola, che si chiama Ortigia, ovvero "isola delle quaglie".

Tuttavia il re degli Dei non si arrese, e ripiegò sulla sorella Leto, e al momento dell'unione trasformò Leto e se stesso in quaglie. Era, Regina degli Dei e moglie di Zeus, ordinò a Pitone il drago-serpente che custodiva l'oracolo di Delfi) di perseguitare la donna, che non avrebbe potuto partorire su nessuna terra dove avesse brillato il sole.

Ma l'isola di Delo era invisibile perchè avvolta di nebbia e vi approdò Leto, sorella di Asteria, e figlia dei Titani Ceo e Febee, e qui partorì Apollo e Artemide. La prima a nascere fu Artemide, che aiutò la madre a partorire il fratello Apollo. E siccome per la nascita di Apollo, Dio del Sole, l'isola fu tutta circonfusa di luce, fu, da allora, chiamata Delo, dal verbo greco "deloo"“mostrare", poiché prima era invisibile.

Si disse che Febe avesse donato il tempio d Apollo, in realtà furono i seguaci del Dio Apollo ad appropriarsi del tempio che conteneva grandissimi tesori, dovuti alla grande capacità delle sacerdotesse di predire il futuro. Sembra però che cambiato lo stile e soprattutto cambiate le sacerdotesse, che prima erano giovani e belle, sostituite poi con un'anziana prelevata dalla campagna, narra Plutarco che Apollo non fu più capace di oracolare, o almeno non lo fu più la sua rozza sacerdotessa campagnola.

RESTI DEL TEMPIO DI DELO


CINZIA

Cinzia è il nome della Dea Luna, o uno dei nomi della Dea Luna, ma anche il soprannome della Dea Artemide, per i Romani Diana, sorella del Dio sole Apollo, Dea della luna e protettrice della caccia e degli animali selvatici, delle foreste, del tiro con l’arco, della fecondità e di tutta la natura.

Nelle rappresentazioni più antiche Artemide è raffigurata come una Dea alata, quindi Dea Aerea, connessa coi cieli, titolo che passerà poi a Giunone, che tiene in mano un cervo, un leone o un leopardo, quindi Signora delle fiere come Feronia.

Essendo Dea della luna era Dea della Magia, ma anche degli animali notturni e dei cani che le erano sacri perchè abbaiano alla luna. Come Dea della caccia era Signora delle Belve, o Potnia Theron, quindi della Natura Selvaggia. Come Dea notturna era anche Dea degli inferi e del trapasso dal mondo dei vivi a quello dei morti. Le erano sacri pertanto anche le cerimonie funebri e i cimiteri.

Della sua facoltà di donare vita e morte aveva conservato i due simboli, della luna piena, la cornucopia traboccante di frutti, e della luna nera o nuova, con la cornucopia vuota. 

Nel periodo classico invece indossava gli stivali da caccia e portava un arco e una faretra con frecce d'argento e l'argento è connesso con la luna e l'anima. Suoi compagni erano spesso il cane cirneco, un cervo o dei cipressi, questi ultimi trasferiti poi a Venere.

In alcune rappresentazioni è vista come Dea delle fanciulle e tiene in mano una lira, appannaggio poi trasferito ad Apollo. Nei periodi successivi compariva anche con vesti argentate e una corona lunare, simbolo della sua identificazione con la Dea Luna.


BIBLIO

- Horace - Carmen Saeculare -
- Michael Lipka - Roman Gods: A Conceptual Approach - Brill - 2009 -
- Vittorio Dini - Il potere delle antiche madri - Firenze - Pontecorboli - 1995 -
- William Van Andringa - "Religion and the Integration of Cities in the Empire in the Second Century AD: The Creation of a Common Religious Language," - A Companion to Roman Religion - Blackwell - 2007 -

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