GIANO BIFRONTE FEMMINA E MASCHIO |
DIANA
Diversi autori attribuiscono la data della nascita del sacrario di Diana sull'Aventino non prima del VI secolo a.c., un tempio di grande importanza edificato in alternanza al grande santuario laziale di Diana Nemorense, di più antica data. Anzi poichè i templi si arricchivano dei doni ed exvoto dei fedeli, oltre ad un fatto di prestigio, il tempio aventino diventava anche un centro di ricchezza delle genti trapiantate dagli stranieri emigrati a Roma.
Comunque Diana già esisteva tra i culti indigeni romani e italici. Il suo nome infatti derivava da Jana, o Giana (da cui Giano, Giunone, Iuno, Ianua, le ianare ecc.). La radice indoeuropea del suo nome “ia” riporta il concetto di “passaggio”, ed il sanscrito “yana” significa la "porta".
Diana è antichissima Dea italica, la DIA, signora delle selve e delle belve, custode di fonti e torrenti, Dea della Natura e dell'agricoltura, protettrice delle donne caste. Caste, non vergini, a significare le donne indipendenti che non soggiacciono a mariti padroni. La radice si trova nel termine latino arcaico "dius" (“della luce”, da dies, “ luce del giorno”), divino, per cui il nome originario sarebbe stato Divina.
Il termine Dio viene la lei e non il contrario, perchè il matriarcato e la Dea Madre, nel Mediterraneo come in tutto il mondo, precorsero lungamente il patriarcato e il Dio Padre.
JANUS
Jana fu la controparte femminile di Janus, (Varr. rust. I, 37,3; Tert. nat. III) dove lei è LA PORTA e lui è IL GUARDIANO DELLA PORTA, è evidente che il soggetto più importante è la porta, cioè il
passaggio che assume principalmente una connotazione temporale, da un anno all'altro, da una stagione all'altra, ma pure logistico, dall'esterno a un interno, pertanto la porta di casa o la porta del tempio.
Per questo le porte del tempio di Giano restavano aperte in tempo di guerra e venivano chiuse in tempo di pace, cosa rara che avvenne, secondo gli storici antichi, solo sotto Numa Pompilio, il consolato di Tito Manlio Torquato (235 a.c.) e Augusto:
« Il tempio di Giano Quirino che, dalla fondazione di Roma, non era stato chiuso che due volte prima di lui, sotto il suo principato fu chiuso tre volte, in uno spazio di tempo molto più breve, poiché la pace si trovò stabilita in terra e in mare»
(Svetonio, Vite dei Cesari, Divus Augustus 22)
Successivamente venne chiuso anche sotto Nerone e Gordiano III:
« Nerone portò al Campidoglio una corona di lauro e chiuse il tempio di Giano Bifronte, come se non rimanesse da fare più nessuna guerra»
Come tutte le grandi Madri primigenie aveva tre volti: nascita, crescita e morte. Come Dea della nascita aiutava le gestanti a partorire, così come faceva fiorire la vegetazione in primavera. Il nome Jana è comune in tutto il Mediterraneo; è la Dea Jaune nei paesi Baschi, l'etrusca Uni, le romane Juno e D-jana e la cretese Iune.
Dunque la Dea era Vergine, cioè senza marito, ma aveva figli come tutte le Dee vergini. Ella infatti partorì Ianus in qualità di figlio vegetazione, Dio bambino che cresce, muore, va in cielo e si accoppia con la Dea, ripetendone il percorso ogni anno, o almeno lo percorrevano i fedeli, con la morte del figlio all'equinozio di autunno, e sua rinascita all'equinozio di primavera, appunto come la vegetazione.Il Dio Giano divenne dunque il “custode delle porte” e di ogni passaggio, quindi di ogni inizio di anno, mese, giorno e così via. I culti da lunari divennero solari e Giano divenne appunto una divinità solare che controllava le “Porte del Cielo” ovvero "Januae caelestis aulae", aperte all’alba ad Oriente e chiuse al tramonto ad Occidente, mentre il Sole che vi transitava col suo carro, (appannaggio poi di Apollo) e “iani” in latino si chiamavano gli archi di passaggio a forma di volta, colonne della volta celeste.
LA MAGIA DI IANUA
Anticamente le Janare erano le sacerdotesse di ianua, che praticavano anche la ierodulia, o prostituzione sacra presso il tempio della Dea. Il termine è rimasto nel dialetto campano sinonimo di streghe.
La Janara era una donna, dotata di poteri magici, che conosceva le virtù curative e nutritive delle erbe, fungendo in larga parte da medico.
In Sardegna esiste un luogo detto Domus Janas, o Casa delle fate. Janua guardava allo stesso tempo al passato e futuro cosicchè le sue sacerdotesse predicevano il futuro fornendo oracoli nei templi. Janua come Signora del Tempo e madre degli Dei rappresentava contemporaneamente la Terra e la Natura insegnando agli uomini, attraverso il conto dei mesi, dei solstizi e degli equinozi, i tempi della coltivazione nei campi.
Genova deve il suo nome a Jana ( Genua) la porta sul mare. In epoca romana Jana, divenne pian piano divinità maschile, Giano.
BIBLIO
- Renato Del Ponte -: "Nostra Signora delle selve" - in Dei e miti italici - Genova - ECIG - 1985 -
- Ovidio - Metamorfosi: Diana e Atteone - 2017 -
- Robert Graves - La Dea bianca. Grammatica storica del mito poetico - Milano - Adelphi - 2012 -
- Robert Turcan - The Gods of Ancient Rome - Routledge - 1998, 2001 -