LA LUNA COL SUO CARRO NOTTURNO |
Mena, detta anche Mene, è una Dea della mitologia romana più antica, che senz'altro italica che rappresentava la luna, addetta alla fertilità e alle mestruazioni. La Dea Mena esisteva anche nella mitologia greca, anche lei protettrice del ciclo mestruale e della fertilità. ma ai primordi Dee della luna e della magia delle sacerdotesse lunari.
La parola italiana "menarca", dal greco μήναρχή (menarchè), composto di μήν (mén → mese) e ἀρχή (arkhḗ → inizio, principio, punto di partenza, origine) indicante l'inizio delle mestruazioni, allude infatti al nome della Dea. la seguente ciclicità mensile diverrà il flusso mestruale, o "mestruazioni". Il menarca, parola italiana desueta, usata ormai solo nel linguaggio medico, significa "inizio delle mestruazioni". Ma anche la parola "mensis" (mese) è legata alla Dea Mena.
LA LUNA
Del resto il mestruo (o menstruo) col suo ciclo di 28 giorni è effettivamente collegato alla luna, con un periodo sterile, la luna Nera, e un periodo fecondo, la Luna Gravida o Luna Piena.
Molte di queste Dee rimasero nel panteon declassate però a divinità minori. Mena era infatti la ventunesima figlia di Zeus, con protezione della fertilità, anticamente di campi animali e donne e guardiana del ciclo mestruale.
In realtà Mena fu un'antica e venerata Dea Luna, non a caso è spesso identificata con la Luna da Plinio ma pure da Geremia ed Isaia che raccontano del culto della Luna tra gli Ebrei, oltre che tra Egizi ed Armeni.
E' evidente che la protezione della fertilità delle donne parta dal loro menarca, poichè le donne con assenza di mestruazioni non sono fertili, vale a dire che soffrono di amenorrea sin dall'inizio (amenorrea primaria) o quando già c'è stato il menarca (amenorrea secondaria). Niente mestruazioni niente ovulazioni e niente figli.
SANT'AGOSTINO
Mena viene citata da Sant'Agostino, nella sua "Città di Dio", in cui fa riferimento ad essa come "la Dea che sovrintende i periodi delle donne", ma già nell'"Antiquitates rerum divinarum" di Varrone, come riferito proprio da Sant'Agostino, è presente il nome di Mena, come Dea del mestruo: "Dea Mena, praefecerunt quam menstruis feminarum". In realtà La Dea Mena, ovvero la Luna fu Dea Madre in ogni angolo della Terra, partorendo dei, uomini e animali.
Mena viene citata da Sant'Agostino, nella sua "Città di Dio", in cui fa riferimento ad essa come "la Dea che sovrintende i periodi delle donne", ma già nell'"Antiquitates rerum divinarum" di Varrone, come riferito proprio da Sant'Agostino, è presente il nome di Mena, come Dea del mestruo: "Dea Mena, praefecerunt quam menstruis feminarum". In realtà La Dea Mena, ovvero la Luna fu Dea Madre in ogni angolo della Terra, partorendo dei, uomini e animali.
Mena era una Dea minore che non partecipava al circolo dei grandi Dei, o Dei Maggiori, ma all'atto del concepimento il mito narra che sia presente anche la Dea Mena la quale, insieme a Giunone, regina fra gli Dei maggiori, sovraintende con lei al flusso mestruale. Diciamo che Iuno, regina degli Dei Greci, mise in ombra ma non cancellò la presenza dell'antica Dea.
DEA LUNA |
SAN MENAIO
Sembra che il suo culto nel sud Italia venne sopperito dal culto di San Menaio, tanto che dette il nome ad un borgo pugliese chiamato appunto San Menaio, un Santo Guerriero che, apparso sul lido, allontanò un'orda di pirati Saraceni, salvando in tal modo tutta la popolazione del luogo da sicure sciagure, rapimenti e saccheggi.
Sembra che il suo culto nel sud Italia venne sopperito dal culto di San Menaio, tanto che dette il nome ad un borgo pugliese chiamato appunto San Menaio, un Santo Guerriero che, apparso sul lido, allontanò un'orda di pirati Saraceni, salvando in tal modo tutta la popolazione del luogo da sicure sciagure, rapimenti e saccheggi.
Una chiesa dedicata a San Menna (ma anche Mena o Menaio) compare giå nel 1176 in un documento in cui sono elencati i beni di pertinenza della badia di Calena. Inoltre, in un inventario del XIII secolo, relativo alle reliquie conservate presso il monastero di Santa Maria nelle non lontane isole Tremiti, sono citate anche, con un gusto un po' horror, le "costas beati Mennas", le costole del beato Menna.
Sembra che il santo, successivamente guerriero, fosse all'inizio protettore della fertilità delle donne e come tale veniva invocato, probabilmente per sostituire il culto pagano della Dea Mena o della Dea Luna in genere.
BIBLIO
- Jörg Rüpke - Religion of the Romans -
- Varro - De re rustica -
- Virgilio - Georgiche -
- Augustine of Hippo - De Civitate Dei -
- Ovidio - Fasti -
- Green - Roman Religion and the Cult of Diana -
- Hesiod - Theogony -
- Samuel Ball Platner - s.v. Aedes Lunae A Topographical Dictionary of Ancient Rome - Londra - Oxford University Press - 1929 -