PULCHERIA |
Nascita: Costantinopoli, 19 gennaio 399
Morte: Costantinopoli, luglio 453
Ancora bambina perse in pochi anni dal 403 al 408, la sorella Flacilla e i due genitori, per cui lei con il fratello e le sorelle, rimasero sotto la tutela dell’eunuco Antioco, scelto come loro precettore dal reggente Antemio. Pulcheria è venerata come santa dalla Chiesa cattolica e dalla Chiesa ortodossa.
SANTA PULCHERIA |
«Ella dedicò grande attenzione a renderlo un principe il migliore possibile e aveva fatto sì che lui ricevesse dai più bravi maestri dell'epoca lezioni di ippica, di combattimento, e di lettere. Ma sua sorella gli insegnò anche ad essere ordinato e principesco nelle sue maniere; lei gli aveva mostrato come raccogliere i suoi vestiti, e come prendere posto, e come camminare; ella lo addestrò a trattenere le risate, ad assumere un aspetto mite o formidabile a seconda delle occasioni, e a indagare con cortesia i casi che gli venivano posti con petizioni. Ma si impegnò principalmente a far sì che pregasse continuamente; lo istruì a frequentare la chiesa regolarmente, e a onorare le case di preghiera con presenti e tesori. Ella con zelo e con saggezza si impegnò affinché la religione non venisse danneggiata dall'innovazione di dogmi spurii [eresie].»
Era una famiglia di cristiani fanatici, (il padre Teodosio era stato discepolo di Sant’Ambrogio) per cui Pulcheria consacrò la sua verginità al Signore; con un voto sigillato pubblicamente, donò alla Chiesa di S. Sofia, uno splendido altare con iscrizione, inoltre aveva convinto anche le due sorelle a seguire la sua stessa strada.
Conobbe una giovane, venuta a corte per chiedere giustizia a seguito di una vicenda di zii che le avevano sottratto l’eredità paterna. Atenaide era pagana, ma Pulcheria fu colpita dal suo carattere e la capacità di parlare in pubblico e difendere le sue ragioni come un avvocato.
TEODOSIO II |
- Quando Teodosio II salì al trono, nel 414, Pulcheria si ritirò solo formalmente e una volta scelta la moglie per il fratello, la fece convertire, e le fece cambiare il nome in Eudocia.
- Fece poi cacciare da Costantinopoli tutti gli ebrei privandoli di tutti i loro beni.
- Convinse il fratello a dichiarare guerra ai Persiani perché non seguivano la religione cristiana.
L'IMPERATRICE
Pulcheria fu accusata di incesto presso il magistrato Paolino, il patriarca Nestorio le proibì l’ingresso al palazzo vescovile, fece cancellare la sua immagine dipinta sul già ricordato altare votivo e le tolse il permesso, concessale dal suo predecessore Sisinnio, di comunicarsi a Pasqua nel santuario della cattedrale.
Nel 441 scoppiò una guerra fredda fra Pulcheria e il nuovo cubiculario imperiale, (segretario generale del palazzo) Crisafio. ma fu lei e non il cubicolario, a venire allontanata dalla corte.
Nel 450 Teodosio II morì senza eredi, così Crisafio e Pulcheria tornarono a scontrarsi, ma quest'ultima sposò Marciano, generale ben voluto dai barbari al servizio imperiale, facendolo divenire imperatore, a condizione però che il matrimonio non venisse mai consumato, e il generale accettò.
L'eresia di Eutiche, archimandrita greco (378-454), o "monofisismo", in cui si sosteneva che la natura umana di Gesù era assorbita da quella divina e dunque in lui era presente solo la natura divina. Fu dichiarato falso e quindi eretico, affermando nello stesso tempo il "diofisismo", cioè la coesistenza in Gesù Cristo delle due nature, l'umana e la divina. pertanto considerato falso il titolo di "christotokós" (madre di Cristo) attribuito a Maria, che la Chiesa riconosce invece come "theotókos" (madre di Dio).
L'appellativo di "christotokós" le veniva rivolto dai nestoriani, un po' l'opposto dei monofisiti, in quanto nella loro dottrina le nature umana e divina di Gesù Cristo sono del tutto separate e non possono coesistere.
L’Augusta Pulcheria rispose affermativamente, e fu pure coinvolta nella controversia che vide protagonista s. Flaviano patriarca di Costantinopoli, l’eunuco Crisafio, l’egiziano patriarca Anatolio; nel cui contesto avvenne il cosiddetto ‘ladrocinio di Efeso’, l’uccisione dello stesso Flaviano, l’esilio dell’eunuco, il riconoscimento dell’errore da parte di Teodosio II e il richiamo a corte della sorella Pulcheria.
Teodosio II, morì il 28 giugno 450 a 49 anni, e Pulcheria, che aveva ormai 51 anni, introdusse a corte un ufficiale in congedo di 58 anni, il tribuno Marciano e lo sposò dietro la promessa di rispettare la sua verginità, strano perchè la chiesa non riconosceva e non riconosce tutt'oggi il matrimonio non consumato.
Al Concilio, cui partecipavano allora anche i sovrani bizantini, Pulcheria fu acclamata più volte come nuova s. Elena, presente l'imperatore Marciano suo marito. Fra lei e il papa s. Leone Magno, intercorse una fitta corrispondenza, per consolidare le norme del Concilio di Calcedonia e riguardo alle agitazioni monofisite, specie in Palestina, Pulcheria intervenne nel 453 con due lettere dirette ai monaci palestinesi e a s. Bassa e le sue monache.
Ella fece costruire:
- Chiesa dei Quaranta Martiri di Sebaste, in occasione della scoperta delle loro reliquie;
- il Santuario nel palazzo di Daphnè, dedicato a S. Stefano con la reliquia della mano destra del protomartire;
- il meraviglioso atrio di S. Lorenzo per deporvi le reliquie di s. Lorenzo e di s. Agnese e temporaneamente quelle di s. Stefano e di Isaia;
- la Chiesa di s. Mena in Acropoli.
- Dal 449 in poi, con l’appoggio di Marciano, si dedicò alla costruzione dei vari Santuari mariani, essendo devotissima alla Madonna, che venne vista però come una specie di eresia.
LA MORTE
Nel terzo anno del regno di Marciano, l’imperatrice Pulcheria morì nel mese di luglio del 453 e nel suo testamento, redatto da Marciano, ella lasciò tutti i suoi beni ai poveri. Il suo corpo fu sepolto nella Chiesa dei Ss. Apostoli di Costantinopoli.La parte avuta dall’imperatrice nella difesa dell’ortodossia cristiana contro il nascente monofisismo spiega il il titolo di “custode della Fede”, datole sia in Oriente che in Occidente.
BIBLIO
- C. Angelidi - Pulcheria. La castità al potere (399-455) - Milano - Jaca Book - 1996 -
- Charles Diehl - Figure bizantine - introduzione di Silvia Ronchey - Einaudi - 2007 -