Il nome di questa via è fatto discendere da un'epigrafe dedicata a Quinto Fabio Balbo, indicato come curatore della via Augusta Sallentina. Descritta dal Muratori, questi ne dubitò della veridicità in quanto ai suoi tempi non vi erano prove dell'esistenza della legio II Agrippa e della Via Augusta Sallentina, riportando però che l'epigrafe venne esposta nella città di Lecce da Giovanni Bernardino Tafuri. L'epigrafe venne invece ritenuta autentica dal Galateo e dal Corcia e citata da numerosi altri autori. La dizione odierna utilizzata dagli studiosi per riferirsi alla via è "via Sallentina".
Q. FABIO BALBO V.P. /
IVVIRO I. DIC /
PATR. MUNIC. TUSCUL /
TRIBUN. MILITUM /
LEG. II AGRIP /
CURATORI VIAE /
AUG. SALLENT. /
OB INSIG. IN UNIVERSOS /
CONLATA BENEFICIA /
AD MEMORIAM SEMPIT. /
LUPIENSES HYDRENS. /
ET NERITINI /
PATRONO OPTIMO
in: Ludovico Muratori, Novus Thesaurus Veterum Inscriptionum, Tomo II, Milano, 1740.
IL TRACCIATO DELLA VIA SALLENTINA |
IL PERCORSO
La via Augusta Sallentina è una strada romana che si estende per 283 Km sulla zona costiera di origine messapica, passante lungo il versante ionico della penisola salentina, che collegava Taranto a Otranto passando con i principali centri del Salento, da Vereto a Vaste fino a Otranto: probabilmente voluto come prolungamento della via Appia, su una preesistente strada dei Messapi che congiungeva le loro città più fiorenti.
La via venne usata dal re di Sparta Archidamo III che arrivò in Italia con una flotta e un esercito e combatté contro le popolazioni italiche in aiuto di Taranto, però trovò la morte nel 338 a.c. in battaglia, secondo Plutarco sotto le mura della città di Mendonion (odierna Manduria), proprio nella via Sallentina.
Manduria venne fondata dai Messapi, e porta ancora numerose testimonianze del suo antico passato, tra le quali le mura megalitiche, circondate dai resti del fossato che circondava la città, e la necropoli.
La via Augusta Sallentina è una strada romana che si estende per 283 Km sulla zona costiera di origine messapica, passante lungo il versante ionico della penisola salentina, che collegava Taranto a Otranto passando con i principali centri del Salento, da Vereto a Vaste fino a Otranto: probabilmente voluto come prolungamento della via Appia, su una preesistente strada dei Messapi che congiungeva le loro città più fiorenti.
Città beneficiarie di tale strada furono: Carosino, Fragagnano, Manduria, Avetrana, Nardò, Alezio, Racale, Ugento, Vereto, Castro e Vaste. La via costituiva il naturale prolungamento della via Appia, anche se spesso ci si riferisce a lei come via Traiana.
Era larga almeno 4 metri e lastricata. Sulla Tavola Peutingeriana oltre al tracciato si leggevano anche le distanze in miglia: "Taranto XX Manduris XXIX Neritum" (20 miglia tra Taranto e Manduria e 29 miglia tra Manduria e Nardò). Citata da Plinio e da Strabone, si ritiene giustamente che sia stata inclusa nel sistema postale romano, il "cursus publicus", ma solo alla fine del IV secolo.
LA STORIA
ANTICA VIABILITA' SALENTINA |
Intorno al 266 a.c. entrò a far parte dei domini di Roma assieme agli altri centri messapici del Salento, a seguito della presa di Brindisi.
Durante la discesa di Annibale in Italia, Manduria si schierò tra le città ribelli a Roma e per questo la repressione fu molto dura: le fonti storiche riferiscono della deportazione di migliaia di uomini:
"Quintus Fabius consul oppidum in Sallentinis Manduriam vi cepit. Ibi ad tria milia hominum capta et ceterae praedae aliquantum".
La città venne sconfitta attraverso la stessa via Augusta Sallentina per pera di Quinto Fabio Massimo Verrucoso durante la guerra annibalica nel 209 a.c. e dalla medesima strada passò l'imperatore Vespasiano di ritorno da Alessandria d'Egitto a Roma.
La città venne sconfitta attraverso la stessa via Augusta Sallentina per pera di Quinto Fabio Massimo Verrucoso durante la guerra annibalica nel 209 a.c. e dalla medesima strada passò l'imperatore Vespasiano di ritorno da Alessandria d'Egitto a Roma.
Per Manduria passava la via Traiana Sallentina, la strada romana che iniziava dalla via Appia nei pressi di Taranto, giungeva a Manduria e si dirigeva ad Avetrana, Nardò, Alezio, Ugento per terminare ad Otranto.
Sebbene la via fosse stata profondamente migliorata in epoca traianea, avrebbe perso tuttavia la centralità viaria per diventare influente solamente a livello locale, facendo da collegamento fra il porto di Leuca e la via Appia, che, stando a Strabone, era più comodo, quindi preferibile, rispetto alla corrispondente navigazione di cabotaggio. Dopo la caduta dell'Impero romano la via Sallentina venne pian piano abbandonata a se stessa e, sebbene venisse ancora utilizzata in un primo tempo dai bizantini, col passare del tempo andò in rovina.
BIBLIO
- Giovanni Uggeri - La viabilità romana nel Salento - 1983 -
- LA VIABILITÀ ROMANA NELLA PENISOLA SALENTINA - Associazione Archès - su www.associazionearches.it. - 2017 -
- La viabilità romano-messapica del Salento - Bistrò Charbonnier - 24 settembre 2014 -
- LA VIA SALLENTINA, su www.archeoveglie.eu. - 2017 -
- Antonio Galateo - De Situ Japygiae -
Sebbene la via fosse stata profondamente migliorata in epoca traianea, avrebbe perso tuttavia la centralità viaria per diventare influente solamente a livello locale, facendo da collegamento fra il porto di Leuca e la via Appia, che, stando a Strabone, era più comodo, quindi preferibile, rispetto alla corrispondente navigazione di cabotaggio. Dopo la caduta dell'Impero romano la via Sallentina venne pian piano abbandonata a se stessa e, sebbene venisse ancora utilizzata in un primo tempo dai bizantini, col passare del tempo andò in rovina.
BIBLIO
- Giovanni Uggeri - La viabilità romana nel Salento - 1983 -
- LA VIABILITÀ ROMANA NELLA PENISOLA SALENTINA - Associazione Archès - su www.associazionearches.it. - 2017 -
- La viabilità romano-messapica del Salento - Bistrò Charbonnier - 24 settembre 2014 -
- LA VIA SALLENTINA, su www.archeoveglie.eu. - 2017 -
- Antonio Galateo - De Situ Japygiae -