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CIRTA - COSTANTINA (Algeria)

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Cirta, conosciuta anche con vari altri nomi nell'antichità, è un'antica città dell'attuale Algeria che fu capitale del regno di Numidia e poi romana e bizantina. Cirta era l'antico insediamento berbero e romano poi, corrispondente all'odierna città di Costantina. Città dell'antico regno dei Massili, nella parte orientale della Numidia, era protetta su tre lati dalle profonde gole formate dal torrente Ampsaga (oggi Rhummel).

Cirta era la capitale del regno berbero di Numidia, un importante sito politico, economico e militare a ovest dell'impero mercantile gestito dall'insediamento fenicio di Cartagine a est, nel regno di Siface e quindi di Massinissa, e la sua città portuale strategicamente importante era Russicada. 

Sebbene la Numidia fosse un alleato chiave dell'antica Repubblica romana durante le guerre puniche (264-146 a.c.), Cirta fu soggetta alle invasioni romane durante il II e il I secolo a.c. 

L'ANTICA CIRTA

I NOMI

Il nome punico della città krtn (𐤊𐤓𐤕𐤍, probabilmente pronunciato "Kirthan") dovrebbe probabilmente di una trascrizione punica di un toponimo berbero esistente. Questo fu poi latinizzato come Cirta. Sotto Giulio Cesare l'insediamento sittiano era conosciuto come "Respublica IIII Coloniarum Cirtensium" ma Plinio la conobbe anche come "Cirta Sittianorum" (Cirta dei Sitti). 

Sotto Augusto, nel 27 o 30 a.c., il suo nome divenne "Colonia Julia Juvenalis Honoris et Virtutis Cirta", ridotta per ovvi motivi in  "Cirta Julia", o "Colonia Cirta" o direttamente "Cirta". Questo nome in greco antico divenne: "Κίρτα", romanizzato in Kírta dagli storici Diodoro Siculo, Polibio, Appiano, Cassio Dione e Procopio e dai geografi Tolomeo e Strabone.

Dopo la sua rifondazione come Costantina (in latino: Civitas Constantina Cirtensium) da Costantino il Grande dopo il 312 d.c., Cirta divenne nota come Costantina. In seguito poi alla sua conquista musulmana, prese il nome di "Qusantina".

TRIONFO DI NETTUNO E AMPHITRITE - CIRTA

LA STORIA

Durante la seconda guerra di Roma contro Cartagine, la battaglia di Cirta del 203 a.c. fu una vittoria decisiva per Scipione l'Africano. Il regno rimase un alleato romano indipendente dopo la distruzione di Cartagine durante la III Guerra Punica, giovandosene nei commerci.

Dopo la morte del re Micipsa, nel 118 a.c., scoppiò una guerra civile tra il figlio naturale del re Adherbal e suo figlio adottivo Jugurtha. Adherbal chiese l'aiuto romano e una commissione senatoriale cercò di dividere il regno tra i due eredi. 
VENERE DI CIRTA

Il regno venne diviso con l'arbitrato di Lucio Opimio nel 116 a.c., posto a capo di una commissione senatoriale romana inviata in Numidia per dividere la regione tra Giugurta (160 a.c.-104 a.c.) ed Aderbale (r. 118 a,c. - 112 a.c.).

Opimio venne condannato, su richiesta del popolo romano, nel 109 a.c., per essersi lasciato corrompere da Giugurta, re di Numidia, e morì in povertà assoluta a Dyrrachium, pagando così indirettamente l'assassinio di Gaio Gracco con i suoi 3000 seguaci. Roma perseguì quindi la Guerra Giugurtina contro il suo stato di Numidia per affermare la propria egemonia sulla regione e per garantire la protezione dei suoi cittadini all'estero.

Il regno venne comunque suddiviso tra Giugurta e Aderbale, al quale venne assegnata la parte orientale, con capitale Cirta. Però nel 112 a.c. Giugurta attaccò Aderbale e assediò Cirta, conquistandola e mettendo a morte il rivale e diversi commercianti di origine italica. Ciò dette luogo alla Guerra Giugurtina, combattuta tra i Numidi di Giugurta e la Repubblica Romana, terminata con la cattura e la messa a morte del re numida nel 105 a.c. 

Questa guerra, conclusasi con la gloriosa vittoria di Gaio Mario, lo zio di Giulio Cesare, venne descritta nel Bellum Iugurthinum dallo storico Sallustio (88 a.c. - 34 a.c.). Il regno fu ridotto alla sola parte orientale e mantenne Cirta come capitale, che vene poi abbellita dai sovrani che si succedettero sul trono numida.


Dopo il 46 a.c., con la sconfitta dei pompeiani e del re Giuba I, a loro alleato, ad opera di Cesare nella battaglia di Tapso, il regno numida venne incorporato nella nuova provincia dell'Africa Nova. Cirta fu poi ripopolata con coloni romani da Cesare e Augusto e fu circondata dal territorio autonomo di una "Confederazione di quattro libere città romane" (con Chullu, Rusicade e Milevum). 

Intanto venne concesso a Publio Sittio Nucerinun, mercenario romano che ottenne numerose vittorie in Africa del Nord nello schieramento di Giulio Cesare. il territorio della città di Cirta, da lui stessa conquistata, e di altre tre, raggruppate nella Respublica IIII coloniarum Cirtensium, divenendo governatore della Numidia occidentale. 

Dopo il 44 a.c. Sittio morì, probabilmente nel tentativo di riconquista del regno da parte di Arabione, principe numida figlio di Massinissa, e le colonie furono annesse alla provincia romana, pur mantenendo alcuni privilegi. 

Molti dei discendenti di Sittio si erano stabilmente stanziati in quella città, come attestano diverse lapidi della gens Sittia, e nel I secolo Cirta è ancora citata da Plinio il Vecchio come colonia Cirta Sittianorum. Una vera fondazione coloniale, con il nome di Iulia Iuvenalis Honoris et Virtutis lo divenne però solo sotto Augusto, tra il 36 e il 27 a.c.

Con la riforma dioclezianea del 303, Cirta divenne la capitale della nuova provincia della Numidia Cirtense (Numidia Cirtensis), che però nel 313 venne nuovamente riunita con la Numidia Miliziana (Numidia Militiane) in un'unica provincia di Numidia. Cirta, andata distrutta agli inizi del IV secolo, ma ricostruita sotto Costantino I, rimase la capitale della provincia unificata. Sotto i Bizantini rimase sede del governatore provinciale (dux).

LA VITTORIA

COSTANTINA

Quando Cirta fu ricostruita nel I secolo a.c., i numidi nativi convivevano accanto a rifugiati cartaginesi e mercanti, banchieri, coloni e veterani dell'esercito greci, romani e italiani. Ciò fece sorgere un importante centro d'affari dei possedimenti africani di Roma.

Insieme alle colonie di Rusicade, Milevum e Chullu, Cirta formò la Confederazione Cirtense. I suoi magistrati e l'assemblea municipale erano quelli della confederazione. Cirta amministrava fortificazioni nell'Altopiano e all'estremità settentrionale delle colonie: Castellum Mastarense, Elephantum, Tidditanorum, Cletianis, Thibilis, Sigus e altri.

Nel 27 e 26 a.c.  Augusto divise Cirta in comunità (pagi) separando i Numidi dai Sittiani e altri romani di nuovo insediamento. Così il limes romano era protetto dal Fossatum Africae che si estendeva da Sitifis e Icosium (l'odierna Algeri) fino a Capsa sul Golfo di Gabès e alla fine del II secolo Cirta contava quasi 50.000 abitanti.

Cirta nel 303  era la capitale amministrativa della neonata Numidia Cirtense, una piccola provincia -chiamata da Cirta- creata dall'imperatore Diocleziano nella Numidia romana negli ultimi anni del terzo secolo. La Numidia era divisa in due: Numidia Cirtensis (o Cirtense), con capitello a Cirta, e Numidia Militiana ("Numidia militare"), con capitello alla base legionaria di Lambaesis. 

Intorno al 305, si tenne il Sinodo di Cirta per eleggere un nuovo vescovo Dopo lo scioglimento della sua confederazione di colonie nel IV secolo, Cirta riprese il suo ruolo di capitale nel territorio di Numidia Cirtensis creato sotto Diocleziano: tuttavia, dopo alcuni decenni, l'imperatore Costantino il Grande riunì le due province create nel 303 in una sola, amministrata da Cirta, e ribattezzata Costantina. 


Infatti la città fu distrutta dopo un assedio da Rufius Volusianus, il praefectus praetorio dell'augustus Massenzio; Le forze di Massenzio sconfissero il pretendente imperiale Domizio Alessandro nel 310. Costantino il Grande ebbe la sua vittoria su Massenzio nella battaglia di Ponte Milvio e fece di Costantina la capitale di tutta la Numidia romana. Nel IV secolo esisteva anche una grotta per la pratica del mitraismo.

La città fu distrutta all'inizio del IV secolo e fu ricostruita dall'imperatore romano Costantino il Grande, che diede il nome alla città di nuova costruzione, Costantino. I Vandali danneggiarono Cirta, ma l'imperatore Giustiniano I  

Nel 412 Cirta ospitò un altro importante concilio cristiano, presieduto da sant'Agostino. Secondo Mommsen, Cirta era completamente di lingua latina e cristiana quando i Vandali arrivarono nel 430 la devastarono e la occuparono.

L'imperatore Giustiniano I riconquistò e migliorò la città romana. le mura della città furono rinforzate e la città fu nominata capitale della sua regione con un comandante residente (dux). Cirta fece parte dell'Africa bizantina dal 534 al 697. Diminuì di importanza dopo le invasioni musulmane, ma una piccola comunità continuò nel sito per diversi secoli. Le sue rovine sono ora un sito archeologico.



I RESTI

Quantunque le fonti antiche descrivano diversi monumenti e le potenti mura urbane, data la continuità nello stesso sito della città di Costantina, i resti della città più antica sono piuttosto scarsi, mentre , solo

il Museo nazionale di Cirta, a Costantina, inaugurato nel 1931, ospita i ritrovamenti archeologici cittadini, a partire dalla preistoria.


BIBLIO

- Gaio Sallustio Crispo - Bellum Iugurthinum - XXVI -
- Jacques Heurgon - "Les origines campaniennes de la Confédération cirtéenne" in in Libyca - 1957 - - - François Bertrandy - "L'État de P. Sittius et la région de Cirta - Constantine (Algérie), I siècle a.c. - I siècle d.c." - L'Information historique - 1990 -
- Appiano - Storia romana - XVI -
- Leon Renier - Inscriptions romaines de l'Algerie - Parte I, Provincie de Numidie - Parigi - 1855-1886 -
- Plinio il Vecchio - Naturalis historia -
- Silvia Bullo - Provincia Africa: le città e il territorio dalla caduta di Cartagine a Nerone - Roma - 2002 -


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