Nascita: ...
Morte: ... III secolo a.c.
Figlio: Sempronio Bleso
Gens: Sempronia
Console: 253 / 244 a.C.
Quando però si fermarono nel Golfo della Piccola Sirte (lungo la costa sud-orientale della odierna Tunisia), a causa della inesperienza dei piloti, le navi romane si arenarono e poterono riprendere il mare solo al ritorno della marea, dopo aver gettato in mare tutto il bottino accumulato.
Questo disastro li costrinse a tornare in Sicilia, ma durante il viaggio di ritorno ebbero un altro incidente al largo di Capo Palinuro, un promontorio roccioso nella costa della Campania Meridionale, nel Cilento in Provincia di Salerno, dove furono colti da una furiosa tempesta, nella quale affondarono ben 150 navi.
Nonostante questi gravi incidenti, entrambi i consoli ottennero il trionfo per i loro successi in Africa, come riportato dai Fasti consulares. Ora il senato romano era piuttosto severo con i suoi generali che sottoponeva a giudizio se temeva che non avessero svolto il loro compito con valore, competenza e prudenza.
Figuriamoci per aver portato le navi in secca, aver rinunciato al bottino e aver perso 150 navi. Evidentemente solo una parte del bottino andò perduta e la parte rimasta doveva essere di grande valore, specie in metalli preziosi come l'oro, il che faceva prevedere un paese che valeva la pena di conquistare.
Infatti Bleso fu eletto console una seconda volta nel 244 a.c. con Aulo Manlio Torquato Attico, anno in cui fu fondata una nuova colonia nei pressi di Brundisium. Se venne rieletto fu perchè aveva riportato in patria un tesoro, che anzi valeva più delle 150 navi perdute, altrimenti l'avrebbero messo a processo, anche perchè il comandante rispondeva dei suoi luogotenenti e dei suoi piloti, se questi non sapevano pilotare la colpa era sua che non aveva saputo scegliere.
IL FIGLIO DI SEMPRONIO
Nel 211 a.c., Sempronio Bleso, ma secondo molti studiosi il figlio del consolare, che portava lo stesso nome del padre, accusò il pretore Gneo Fulvio Flacco, di fronte al popolo romano, di aver perso la sua armata nella battaglia di Herdonia (212 a.c.), per aver corrotto i suoi soldati con ogni sorta di vizi, prima di darli in pasto al nemico cartaginese.
Aveva affrontato in battaglia Annibale, ma era stato sconfitto e Gneo fu il primo a fuggire dal campo con 200 cavalieri, il resto dello schieramento, respinto e accerchiato, fu fatto a pezzi. Dei 18.000 soldati romani ne sopravvissero solo poco più di 2.000. I nemici poi si impadronirono degli accampamenti. Secondo l'accusa egli avrebbe fatto sì che questi soldati fossero diventati arroganti, turbolenti verso gli alleati, vili ed imbelli di fronte al nemico.
In un primo momento Flacco cercò di addossare la colpa ai soldati, ma ulteriori indagini dimostrarono la sua colpevolezza. Cercò, quindi, di ottenere l'aiuto del fratello, Quinto Fulvio Flacco, che era allora nel pieno della gloria, impegnato nell'assedio di Capua. Alla fine, per evitare la possibile pena di morte in caso di processo, Gneo preferì andare a Tarquinia in esilio volontario.
Risulta un Giulio Sempronio Bleso che fu tribuno consolare nel 211 a.c., ma si pensa trattarsi di suo figlio. Sappiamo poi da Livio che, quando Fulvio Flacco divenne dittatore (fine del 210 a.c.), quest'ultimo, una volta rientrato a Roma, mandò presso l'esercito della provincia d'Etruria il suo legato Sempronio Bleso a sostituire il propretore Gaio Calpurnio, al quale invece affidò il comando del suo esercito a Capua.
Risulta un Giulio Sempronio Bleso che fu tribuno consolare nel 211 a.c., ma si pensa trattarsi di suo figlio. Sappiamo poi da Livio che, quando Fulvio Flacco divenne dittatore (fine del 210 a.c.), quest'ultimo, una volta rientrato a Roma, mandò presso l'esercito della provincia d'Etruria il suo legato Sempronio Bleso a sostituire il propretore Gaio Calpurnio, al quale invece affidò il comando del suo esercito a Capua.
- Appiano di Alessandria, Historia Romana
Polibio, Storie - BUR. Milano, 2001.
Tito Livio, Ab Urbe condita libri
Giovanni Brizzi, Storia di Roma. 1. Dalle origini ad Azio, Bologna, Patron, 1997
Guido Clemente, La guerra annibalica, in Storia Einaudi dei Greci e dei Romani, XIV, Milano
Theodor Mommsen, Storia di Roma antica, vol.II, Milano, Sansoni, 2001
André Piganiol, Le conquiste dei romani, Milano, Il Saggiatore, 1989.
- Damiano Acciarino -The Renaissance Nomenclature of the Fasti Consulares - "Journal of Ancient History and Archaeology" - 2018 -
Polibio, Storie - BUR. Milano, 2001.
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