GENS SCIPIA |
Nascita: ...
Morte: 212/211 a.c.
Padre: Lucio Cornelio Scipione (Lucius Cornelius L.f. Scipio),
Nonno: Lucio Cornelio Scipione Barbato, censore nel 280 a.c., console nel 276 a.c
Fratello minore: Publio Cornelio Scipione, padre del famoso P. Cornelio Scipione Africano Maggiore.
Figlio: Publio Cornelio Scipione Nasica, console nel 191 a.c., soprannominato Nasica per il naso prominenteFiglia: Megulia, famosa per la sua eccezionale dote, dando origine all'appellativo Megulia Dotata dato a chi era accompagnata da dote cospicua.
Professione: militare e statista romano.
Professione: militare e statista romano.
CARRIERA POLITICA
Il cursus honorum conteneva un insieme sia di cariche politiche che militari, con un'età minima per l'elezione, ed un intervallo minimo per ottenere la carica successiva. La sua carriera fu così brillante
che Gneo Cornelio Scipione Calvo fu nominato console nel 222 a.c. insieme a Marco Claudio Marcello. ambedue incaricati di sconfiggere gli Insubri. Pertanto entrambi i consoli assediarono e conquistarono Mediolanum (Milano), la capitale insubre, ponendo fine alla guerra.
che Gneo Cornelio Scipione Calvo fu nominato console nel 222 a.c. insieme a Marco Claudio Marcello. ambedue incaricati di sconfiggere gli Insubri. Pertanto entrambi i consoli assediarono e conquistarono Mediolanum (Milano), la capitale insubre, ponendo fine alla guerra.
ANNIBALE |
II GUERRA PUNICA
Nella II Guerra Punica venne inviato in Iberia (Spagna) dalla fine del 218, al 212/211 a.c. riportando numerosi successi contro le forze cartaginesi di Asdrubale Giscone e per combattere Asdrubale Barca (245 - 207 a.c.) nella battaglia di Dertosa del 215 a.c..
Livio narra che verso la metà del 218 a.c., il fratello Publio gli affidò la spedizione in Iberia, poiché egli doveva difendere i territori della Gallia cisalpina dall'avanzata di Annibale. Le forze a sua disposizione erano di 60 quinqueremi, due legioni e i corrispettivi reparti di cavalleria, oltre a 14.000 fanti alleati e 1.600 cavalieri.
Gneo partì dalla foce del Rodano e passati i Pirenei, approdò ad Emporion e avanzò dal paese dei Lacetani, alleandoli ai Romani, insieme a tutte le genti del litorale iberico fino al fiume Ebro. A sud dell'Ebro vi era la provincia cartaginese assegnata ad Annone, il quale pose il campo di fronte a quello romano e schierò l'esercito al combattimento. Gneo preferì combattere i due comandanti cartaginesi separatamente, pertanto affrontò Annone.
La prima importante battaglia tra Cartaginesi e Romani ebbe luogo a Cissa, forse Tarraco (Tarragona). Qui i Cartaginesi subirono una pesante sconfitta ad opera di Gneo che rese alleate di Roma tutte le popolazioni che si trovavano a nord dell'Ebro e riuscì a prendere vivi il generale dei Cartaginesi, Annone, e quello degli Iberi, Indibile, sovrano di tutte le regioni interne dell'Iberia.
Così Asdrubale arrivò troppo tardi per aiutare Annone, ma attraversò il fiume e con una forza di 8.000 fanti e 1.000 cavalieri vinse i legionari romani nei pressi di Tarraco e distrusse 25 navi romane, da 60 a sole 35. Quindi si ritirò a fortificare i suoi territori a sud dell'Ebro andando a svernare a Nova Carthago.
Gneo, invece, una volta raggiunta la flotta, lasciò a Tarraco un modesto presidio e andò a svernare a Emporiae, dove distribuì ai soldati il bottino. Allontanatosi Gneo riapparve Asdrubale, il quale non solo spinse la popolazione degli Ilergeti alla defezione, sebbene avessero appena dato in ostaggio ai Romani i propri giovani, ma devastò i campi di tutte le popolazioni alleate dei Romani.
Richiamato Scipione dai quartieri invernali, Asdrubale si rifugiò ancora a sud del fiume Ebro. Gneo allora, cinse d'assedio e conquistò Atanagrum, facendosi pagare un tributo e prendendo ostaggi maggiori della volta precedente.
Poi assediò gli Ausetani, alleati anch'essi dei Cartaginesi. per trenta giorni, uccidendone 12.000 uomini. Alla fine, i Lacetani si arresero per venti talenti d'argento (65 kg circa) e i Romani si ritirarono a Tarraco come nuova base per i quartieri d'inverno.
Richiamato Scipione dai quartieri invernali, Asdrubale si rifugiò ancora a sud del fiume Ebro. Gneo allora, cinse d'assedio e conquistò Atanagrum, facendosi pagare un tributo e prendendo ostaggi maggiori della volta precedente.
Poi assediò gli Ausetani, alleati anch'essi dei Cartaginesi. per trenta giorni, uccidendone 12.000 uomini. Alla fine, i Lacetani si arresero per venti talenti d'argento (65 kg circa) e i Romani si ritirarono a Tarraco come nuova base per i quartieri d'inverno.
LA MORTE IN BATTAGLIA (212/211 a.c.)
Gneo Cornelio Scipione Calvo venne ucciso durante le battaglie del Baetis superiore nel 212 211 a.c. poco dopo la morte di suo fratello minore.
«Cn. Scipionem alii in tumulo primo impetu hostium caesum tradunt, alii cum paucis in propinquam castris turrim perfugisse; hanc igni circumdatam, atque ita, exustis foribus quas nulla moliri potuerant vi captam, omnesque intus cum ipso imperatore occisos. Anno octavo postquam in Hispaniam venerat, Cn. Scipio undetricensimo die post fratris mortem est interfestus.»
«Secondo alcuni, Gneo Scipione restò ucciso sull'altura al primo assalto, secondo altri riparò con pochi in una torre vicina all'accampamento; questa fu circondata con fuochi e così fu presa dopo che ne furono arse le porte contro le quali nessun assalto era valso. E tutti quelli che vi erano furono uccisi col comandante. Così nell'ottavo anno della sua permanenza in Spagna, ventinove giorni dopo il fratello, Gneo Scipione morì.»
(Livio, XXV, 36.13-14.)
Gli ispanici provarono dolore e rimpianto per la perdita dei due generali, soprattutto per Gneo che più a lungo li aveva governati e che prima del fratello aveva guadagnato la loro fiducia, cpn la sua giustizia e moderazione da vero romano.
Gneo Cornelio Scipione Calvo venne ucciso durante le battaglie del Baetis superiore nel 212 211 a.c. poco dopo la morte di suo fratello minore.
«Cn. Scipionem alii in tumulo primo impetu hostium caesum tradunt, alii cum paucis in propinquam castris turrim perfugisse; hanc igni circumdatam, atque ita, exustis foribus quas nulla moliri potuerant vi captam, omnesque intus cum ipso imperatore occisos. Anno octavo postquam in Hispaniam venerat, Cn. Scipio undetricensimo die post fratris mortem est interfestus.»
«Secondo alcuni, Gneo Scipione restò ucciso sull'altura al primo assalto, secondo altri riparò con pochi in una torre vicina all'accampamento; questa fu circondata con fuochi e così fu presa dopo che ne furono arse le porte contro le quali nessun assalto era valso. E tutti quelli che vi erano furono uccisi col comandante. Così nell'ottavo anno della sua permanenza in Spagna, ventinove giorni dopo il fratello, Gneo Scipione morì.»
(Livio, XXV, 36.13-14.)
BIBLIO
- Mario Scandola - Storia di Roma dalla sua fondazione di Tito Livio - ed. BUR - 1991 -
- Appiano di Alessandria - Historia Romana -
- Eutropio - Breviarium ab Urbe condita -
- Polibio - Storie -
- Strabone - Geografia -
- Tito Livio - Ab Urbe condita libri -
- Tito Livio - Periochae -
- Giovanni Brizzi - Scipione e Annibale, la guerra per salvare Roma - Bari-Roma - Laterza - 2007 -
- Mario Scandola - Storia di Roma dalla sua fondazione di Tito Livio - ed. BUR - 1991 -
- Appiano di Alessandria - Historia Romana -
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- Giovanni Brizzi - Scipione e Annibale, la guerra per salvare Roma - Bari-Roma - Laterza - 2007 -