VIA DELLA PLATA O DELAPIDATA |
Nel periodo protostorico, in Hispania, con la presenza nel sud della cultura Tartessos, si hanno notizie di una rotta chiamata da alcuni studiosi "Vía del Estaño" (Via dello Stagno), che doveva servire per la circolazione dei metalli. Al sopraggiungere dei Romani divenne una delle vie principali spagnole insieme alla Via Eraclea, che traversava tutto il levante, da Cadice fino ad attraversare i Pirenei. La via Delapidata venne costruita per collegare Merida con Astorga.
Ma la Via dell'argento, nonostante il nome, non fu mai il cammino del commercio dell'argento perchè tale denominazione si deve solo a una confusione fonetica. Durante l'epoca andalusa, questa rotta fu denominata al-Balat (il cammino lastricato), Forse venne collegato il suono a quello della Plata, si che nel 1504 e nel 1507, quando si documenta per la prima volta con Cristoforo Colombo come "la Plata " (l'Argento) e con Antonio de Nebrija come: "via nobilissima: Argentea vulgo dicitur" (via nobilissima che il volgo chiama Argentea). Un'altra ipotesi intende la via delapidata, come «cammino marcato con miliari» (da lapis, «piedra miliaria»).
VIA DELLA PLATA O DELAPIDATA |
LA STRADA ROMANA
La via Delapidata (spagnolo: Via de la Plata) è una strada romana che da sud a nord attraversava la parte occidentale della Spagna, da Mérida ad Astorga. Due millenni dopo, il suo tracciato è servito per progettare il Sentiero del Giro turistico della Via dell'Argento, la strada di Gijón al Porto di Siviglia, e l'autostrada dell'Argento, vie di comunicazione che interessano l'occidente spagnolo.
Quest'ultima via è diventata una rotta turistica-culturale, finanziata istituzionalmente, ma con una grossa polemica, dato che le informazioni storiche, sia da fonti letterarie che archeologiche, evidenziano che il suo percorso si estende solo tra Mérida e Astorga, oggi estesa artificiosamente fino a Gijón al Nord e fino a Siviglia, al sud, dimenticando invece la rotta del nucleo di Astorga, l'unico autentico finale romano della strada.
VIA CONSOLARE O MILITARE
Gli autori spagnoli del XVII e XVIII secolo, come Bernabé Moreno de Vargas, chiamavano la strada "Vía consular" e "Vía militar", convinti che esistesse già in epoca repubblicana, per facilitare i movimenti delle truppe, dato l'interesse dei romani all'esplorazione e conquista del nord peninsulare, come dimostra la loro prima spedizione a Gallaecia nel 137 a.c.
Scrive sui galleci nel I secolo il poeta Silio Italico nel suo "Punicorum" che riguarda appunto la I guerra punica: « La ricca Gallaecia invia la sua gioventù, conoscitrice della divinazione mediante le viscere animali, il volo degli uccelli e le fiamme divine, che urlava canti nella loro lingua nativa o, dopo aver colpito la terra con colpi alternati dei piedi, si dilettava a battere ritmicamente gli scudi sonori»
I callaeci (o galizi) affrontano i romani nel 137 a.c. restandone sconfitti da Decimo Giunio Bruto Albino che riceve dal Senato il titolo di Callaecus per aver punito i suddetti per le incursioni e i saccheggi nella regione lusitana. Durante l'epoca romana, la via si mantenne sia durante la conquista per l'accesso dalla Bética verso il nordest, sia in epoca imperiale.
IL TRACCIATO |
La via è descritta dall'itinerario di Antonino, (Iter ab Emerita Asturicam) come la via che partiva da Augusta Emerita (Mérida), capitale della provincia Lusitania, per finire in Asturica Augusta (Astorga), capitale del Convento Asturicense e una delle principali città della provincia. Nel suo cammino la via attraversava Bedunia (San Martín de Torres), Brigeco (Castro Gonzalo), Ocelo Durii (Villalazán, provincia di Zamora), Salmantica (Salamanca), Cáparra o Norba Caesarina (Cáceres).
Augusta Emerita (Merida), Ad Sorores (Casas de Don Antonio), Castra Caecilia (Caceres el Viejo, insieme a Caceres), Turmulos (Garrovillas de Alconetar), Rusticiana (Galisteo), Capera (Caparra), Caelionicco (Finca de la Vega, Penacaballera), Ad Lippos (Valverde de Valdelacasa), Sentice (Pedrosillo de los Aires), Salmantica (Salamanca), Sabaria o Sibarim (Penausende), Ocelum Durii (Zamora), Vico Aquario (Castrotorafe), Brigaecium (Dehesa de Morales de las Cuevas, Castro Gonzalo, Zamora), Bedunia (San Martín de Torres), Asturica Augusta (Astorga).
IL PELLEGRINAGGIO CRISTIANO
Successivamente, con l'avvento del cristianesimo che avanzava verso sud, la via dell'argento, come unico itinerario della zona occidentale divenne cammino di pellegrinaggio verso Santiago de Compostela da sud, un uso che ancora oggi si mantiene.
Ponte di Alconétar
I resti archeologici di:
- Castra Cecilia en Cáceres.
- Castra Servilia en Cáceres.
- Cuarto Roble en Cáceres.
- El Junquillo en Cáceres.
- Mausoleo de Fuente Buena en Calzada de Valdunciel.
- Ruinas de Cáparra en Guijo de Granadilla.
- Termas romanas en Baños de Montemayor.
- Villa romana de Torreáguila en Montijo.
- Ruinas de Asturica Augusta en Astorga.
Dalla fine del secolo XX, la via dell'argento è oggetto di rivalutazione come uso turistico e culturale, per valorizzare un itinerario con un grande patrimonio storico, artistico, etnografico, culturale e naturale. Infatti, alcuni dei nuclei che attraversa sono dichiarati Patrimonio dell'Umanità, Mérida, Cáceres o Salamanca, e altri, come Zamora o Astorga, contano su un importante patrimonio. Tutto questo lavoro si è concretizzato nell'elaborazione di guide turistiche, itinerari o pagine web come quella presentata dall'Asociación de Pueblos de la Vía de la Plata.
BIBLIO
- J. Gil Montes. «Vía Delapidata» - 2009 -
- Moreno de Vargas, Bernabé. Historia de Mérida ( 1.633).
- Roldán Hervás, J.M. Iter ab Emerita Asturicam: El Camino de la Plata, Salamanca, 1971.
- Río-Miranda Alcón, Jaime. La ciudad romana de Cáparra. La cerámica, 2012.