S. DANIELE E CIRO DI PANOPOLI |
Nome: Ciro di Panopoli, lat. Flavius Taurus Seleucus Cyrus, gre. Kyros Panopolites, ovvero Flavio Tauro Seleuco Ciro
Nascita: Panopoli ...
Morte: ...
Nascita: Panopoli ...
Morte: ...
Professione: poeta, politico e vescovo
Poeta epico, autore di panegirici ed epigrammi, filosofo, amante delle arti, politico e non ultimo vescovo bizantino, Ciro di Panopoli, di origine greca e sostenitore della lingua e della letteratura greca, entrò in contatto con Teodosio grazie all'intercessione dell'imperatrice Atenaide Eudocia, anche lei poetessa, ritenuta santa dalla chiesa cattolica.
Ciro ricoprì contemporaneamente la prefettura al pretorio d’Oriente e la prefettura urbana di Costantinopoli (439-441 d.c.). Come "praefectus urbi" di Costantinopoli nel 426 e fu il primo prefetto ad emanare i suoi editti in greco, e svolse un programma di edificazione che fu il più imponente dai tempi di Costantino I, con l'introduzione dell'illuminazione pubblica, il restauro di edifici abbandonati e l'edificazione di una chiesa alla Madonna Theotókos.
Poeta epico, autore di panegirici ed epigrammi, filosofo, amante delle arti, politico e non ultimo vescovo bizantino, Ciro di Panopoli, di origine greca e sostenitore della lingua e della letteratura greca, entrò in contatto con Teodosio grazie all'intercessione dell'imperatrice Atenaide Eudocia, anche lei poetessa, ritenuta santa dalla chiesa cattolica.
Ciro ricoprì contemporaneamente la prefettura al pretorio d’Oriente e la prefettura urbana di Costantinopoli (439-441 d.c.). Come "praefectus urbi" di Costantinopoli nel 426 e fu il primo prefetto ad emanare i suoi editti in greco, e svolse un programma di edificazione che fu il più imponente dai tempi di Costantino I, con l'introduzione dell'illuminazione pubblica, il restauro di edifici abbandonati e l'edificazione di una chiesa alla Madonna Theotókos.
Ingrandì inoltre il piccolo centro di studi della capitale voluto da Costantino, ammettendo l'insegnamento sia del greco che del latino, con cinque cattedre di greco e solo tre di latino. Tra il 439 e il 441 fu prefetto del pretorio d'Oriente, ruolo che tenne, cosa inconsueta, assieme alla prefettura della città; nel 441 ottenne l'onore del consolato sine collega, anche questo un onore e un potere inusuale.
LA CADUTA
Cadde in disgrazia quando Eudocia si trasferì a Gerusalemme (441 o 442), poiché la gente lo acclamava comparandolo a a Costantino come costruttore: «Costantino costruì la città, ma Ciro l'ha ricostruita», l'imperatore lo mandò in esilio con l'accusa di "Ellenismo", cioè di simpatie per il paganesimo, dato che Panopoli era un centro della cultura greca e pagana.
Naturalmente si disse che l'esorcismo le aveva salvate, e viene anche da chiedersi se lo stilita fosse sceso per l'occasione dalla colonna o fossero salite le sorelle.
Il sacco dei Vandali fu estremamente brutale, da cui il termine vandalismo per indicare un atto di violenza distruttiva e gratuita, ma si narra che Genserico non colpì nè il popolo romano nè sugli edifici, perchè papa Leone I implorò Genserico di non distruggere la città e non uccidere i suoi abitanti.
Ma è una favola tendente a magnificare la figura del Papa per cui Genserico avrebbe acconsentito ma se così fosse stato non avrebbe saccheggiato la città per 14 giorni, molto peggio del Sacco dei Visigoti si Alarico del 410, che durò solo tre giorni. Migliaia di cittadini romani, di ogni età e rango, furono fatti prigionieri e venduti come schiavi dai Vandali. Il resto furono uccisioni, mutilazioni e stupri, e di tutto ciò la colpa fu di Licinia Eudossia.
In seguito Ciro di Panopoli fu perdonato, ma non si specifica di cosa, e la sua fortuna gli fu restituita, e fece opere di carità fino alla sua morte, avvenuta durante il regno di Leone I (460 circa).
Alcuni dei suoi cosiddetti epigrammi (per lo più sono poesiole in esametri) sono conservati nell'Antologia Palatina (VII, 557; IX, 136, 623, 808, 809; XV, 9, 10). La tecnica dei versi segna un primo avviarsi verso la severa tecnica di Nonno, per cui i versi sono squadrati e duri.
DANIELE LO STILITA
Daniele lo Stilita (Samosata, 410 – 490) un santo bizantino, già sacerdote, salì su una colonna a Costantinopoli, per vivere in meditazione, penitenza e preghiera. Il che significa che la gente, o i suoi confratelli (ma non era un frate, era prete, confratelli di che?) gli portavano da mangiare e da bere ai pedi della colonna e gliela mettevano in un cestino che lui tirava su. In cambio lui faceva scendere con una corda un secchio con feci e urina che il popolo svuotava, lavava e che poi veniva tirato su.
Licinia Eudossia, Augusta dell'Impero romano d'Occidente, figlia dell'imperatore d'Oriente Teodosio II e moglie dell'imperatore d'Occidente Valentiniano III. Fu lei a chiamare a Roma il re dei Vandali Genserico, causandone così il terribile saccheggio del 455.
Daniele lo Stilita (Samosata, 410 – 490) un santo bizantino, già sacerdote, salì su una colonna a Costantinopoli, per vivere in meditazione, penitenza e preghiera. Il che significa che la gente, o i suoi confratelli (ma non era un frate, era prete, confratelli di che?) gli portavano da mangiare e da bere ai pedi della colonna e gliela mettevano in un cestino che lui tirava su. In cambio lui faceva scendere con una corda un secchio con feci e urina che il popolo svuotava, lavava e che poi veniva tirato su.
La Chiesa cattolica lo considera un santo, dal Martirologio Romano: "A Costantinopoli, san Daniele, detto Stilita, sacerdote, dopo aver condotto vita monastica, alloggiò sull'alto di una colonna per trentatré anni e tre mesi fino alla morte, imperterrito davanti all'impeto del freddo, del caldo o dei venti."
Ciro ebbe dunque un grande seguito presso il popolo e l'aristocrazia, tanto che Anicio Olibrio, futuro imperatore d'Occidente, in visita a Costantinopoli, volle incontrare Daniele, il quale gli profetizzò la liberazione di Licinia Eudossia, sua suocera, cosa che accadde puntualmente.
LICINIA EUDOSSIA |
LICINIA EUDOSSIA
Il sacco dei Vandali fu estremamente brutale, da cui il termine vandalismo per indicare un atto di violenza distruttiva e gratuita, ma si narra che Genserico non colpì nè il popolo romano nè sugli edifici, perchè papa Leone I implorò Genserico di non distruggere la città e non uccidere i suoi abitanti.
Ma è una favola tendente a magnificare la figura del Papa per cui Genserico avrebbe acconsentito ma se così fosse stato non avrebbe saccheggiato la città per 14 giorni, molto peggio del Sacco dei Visigoti si Alarico del 410, che durò solo tre giorni. Migliaia di cittadini romani, di ogni età e rango, furono fatti prigionieri e venduti come schiavi dai Vandali. Il resto furono uccisioni, mutilazioni e stupri, e di tutto ciò la colpa fu di Licinia Eudossia.
LA MORTE
In seguito Ciro di Panopoli fu perdonato, ma non si specifica di cosa, e la sua fortuna gli fu restituita, e fece opere di carità fino alla sua morte, avvenuta durante il regno di Leone I (460 circa).
Alcuni dei suoi cosiddetti epigrammi (per lo più sono poesiole in esametri) sono conservati nell'Antologia Palatina (VII, 557; IX, 136, 623, 808, 809; XV, 9, 10). La tecnica dei versi segna un primo avviarsi verso la severa tecnica di Nonno, per cui i versi sono squadrati e duri.
ELOGIO DI TEODOSIO II
Ricordi tutte le gesta di Achille,
meno i suoi amori clandestini;
come Teucer, colpisci con l'arco,
ma la tua nascita è immacolata;
hai le dimensioni e le fattezze
meno i suoi amori clandestini;
come Teucer, colpisci con l'arco,
ma la tua nascita è immacolata;
hai le dimensioni e le fattezze
del re dei re, ma il vino non disturba
mai la tua ragione;
per prudenza eguagli l'ingegnoso
per prudenza eguagli l'ingegnoso
Ulisse, ma senza cattivi stratagemmi;
la tua voce ha la dolcezza
la tua voce ha la dolcezza
di quella del vecchio di Pilo,
ma prima di aver vissuto
ma prima di aver vissuto
tre età dell'uomo.
- Laura Mecella - Ciro di Panopoli. Potere politica e poesia alla corte di Teodosio II - Ed. del Prisma - 2020 -
(Ciro di Panopoli)
BIBLIO
- Pieter W. van der Horst - Cyrus: A Forgotten Poet - Grecia e Roma - 2012 -
- Demetrios J. Constantelos - Kyros Panopolites, Rebuilder of Constantinople - Greek, Roman and Byzantine Studies - 1971 -
- Hyppolite Delehaye - Les saints stylites - Bruxelles - Société des Bollandistes - 1923 -
- Barry Baldwin - Cyrus of Panopolis: A Remarkable Sermon and an Unremarkable Poem - Vigiliae Christianae - 1982 -
- Alan Cameron - L'imperatrice e il poeta: paganesimo e politica alla corte di Teodosio II - in John J. Winkler e Gordon Williams, Yale Classical Studies - Cambridge University Press - 1982 -
- Hyppolite Delehaye - Les saints stylites - Bruxelles - Société des Bollandistes - 1923 -
- Barry Baldwin - Cyrus of Panopolis: A Remarkable Sermon and an Unremarkable Poem - Vigiliae Christianae - 1982 -
- Alan Cameron - L'imperatrice e il poeta: paganesimo e politica alla corte di Teodosio II - in John J. Winkler e Gordon Williams, Yale Classical Studies - Cambridge University Press - 1982 -