IL GIURAMENTO DEGLI ORAZI |
La gens Horatia (in italiano: gens Orazia) è un'antichissima gens romana, di origine autoctona, di cui fecero parte alcuni personaggi molto famosi. E' sicuramente ricompresa tra le cento gentes originarie ricordate dallo storico Tito Livio che dettero luogo all'aristocrazia romana.
Il grande storico romano Theodor Mommsen pone la gens Horatia tra le più antiche famiglie romane, sopravvissute nei secoli successivi alla fondazione di Roma. Egli desume la remota antichità di questa gens dall'esistenza dell'omonima antica tribù rustica, che comprendeva Aricia nel Lazio, Venosa in Basilicata, Spoleto in Umbria, e Falerii in Etruria.
Secondo alcune fonti il nomen Horatius deriverebbe dall'eroe Horatus, al quale era dedicato un bosco di querce. La gens era certamente di origine latina, anche se c'era qualche incertezza su quando arrivarono a Roma. Una leggenda narra che durante il regno di Tullo Ostilio, il destino dell'antica città di Alba Longa fu deciso da un combattimento tra tre fratelli di quella città e tre di Roma.
ORAZI E CURIAZI
Lo storico Livio afferma che la maggior parte delle fonti testimoniò lo scontro tra gli Orazi provenienti da Roma, e i loro avversari, i Curiazi, da Alba Longa. che vantava addirittura origini troiane. Non era insolito all'epoca sanare le guerre tra tribù limitandole ad una battaglia tra campioni. Trattandosi di pastori ed agricoltori, ben sapevano quanto la morte dei giovani portasse carenza di braccia e quindi fame nelle tribù.
I tre fratelli romani Orazi, durante il regno di Tullo Ostilio si offrirono di sfidare i tre fratelli Curiazi di Alba Longa in un duello che avrebbe deciso la sottomissione dell'una o dell'altra città che li avesse visti vincitori in campo.
La vittoria degli Orazi portò, secondo gli accordi, alla distruzione di Alba Longa ma non dei suoi cittadini, che vennero al contrario accolti in territorio romano con riconoscimento delle sue famiglie nobili a Roma e che vennero accolte come aristocratiche.
La gens Horatia si divise in diversi rami, tra i quali i Pulvilli ed i Barbati. A questa illustre famiglia che ascese 8 volte al consolato appartennero vari personaggi, alcuni forse leggendari, altri storicamente certi.
La gens Horatia si divise in diversi rami, tra i quali i Pulvilli ed i Barbati. A questa illustre famiglia che ascese 8 volte al consolato appartennero vari personaggi, alcuni forse leggendari, altri storicamente certi.
- Orazio Coclite -
che al tempo della guerra contro il re etrusco Porsenna avrebbe difeso da solo il Pons Sublicius, riuscendo a respingere i nemici facendo salva la vita (secondo Tito Livio); mentre per Polibio Orazio Coclite sarebbe invece morto sotto l'impeto dell'esercito etrusco pur distruggendo il ponte romano ed impedendo pertanto l'entrata ai nemici etruschi.
Secondo Plinio il Vecchio
«Nel trattato che Porsenna, dopo la cacciata dei re, dette al popolo romano, troviamo la clausola esplicita di non usare il ferro se non in agricoltura.»
(Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXIV, 39.)
«Nel trattato che Porsenna, dopo la cacciata dei re, dette al popolo romano, troviamo la clausola esplicita di non usare il ferro se non in agricoltura.»
(Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, XXXIV, 39.)
- Marco Orazio Pulvillo -
fu il primo console della repubblica nel 509 a.c. in sostituzione di Publio Valerio Publicola che aiutò a scacciare i Tarquini dalla città. Marcus Horatius Pulvillus, discendeva da Publio Orazio, quello dei tre fratelli Orazii che era sopravvissuto allo scontro con i Curiazi e forse era anche il fratello di Orazio Coclite, l'eroe che salvò o quasi Roma dai Galli.
politico e militare romano del V secolo a.c., due volte console, anche se per il secondo consolato esiste qualche dubbio, visto che Tito Livio cita come console dell'anno Marco Orazio Pulvillo. Nel Consolato nel 477 a.c. insieme con Tito Menenio Agrippa Lanato, il Senato gli affidò la campagna contro i Volsci, mentre il suo collega Tito Menenio, venne inviato contro Veio e a portare aiuto ai Fabii.
Mentre conduceva la campagna contro i Volsci però Orazio dovette tornare in soccorso di Roma, perché i Veienti, dopo aver sconfitto i Fabii nella battaglia del Cremera, avevano sconfitto anche l'esercito condotto da Tito Menenio e si erano accampati sul Gianicolo, da dove partivano per effettuare scorribande sotto le mura di Roma.
Gaio Orazio dopo aver combattuto strenuamente col suo esercito e riportato l'ordine a Roma, vinse i Veienti, prima presso il tempio della Speranza e poi presso Porta Collina. Il popolo e il senato lo apprezzarono e onorarono come dovuto.
Ottenne infatti ancora il Consolato nel 457 a.c. con Quinto Minucio Esquilino Augurino. Le incursioni di Sabini ed Equi nei territori romani, avevano fatto ritrovare la concordia tra patrizi e plebei, che si accordarono per la nomina di 10 tribuni della plebe, 2 per ogni classe, invece dei due eletti fino a quel momento.
A Minuncio fu affidato il compito di contrastare i Sabini, ad Orazio di affrontare gli Equi, che per l'ennesima volta sconfisse sul monte Algido, scacciandoli da Ortona e da Corbione, che fu rasa al suolo per essersi consegnata al nemico.
- Quinto Orazio Flacco (65 a.c. - 8 a.c.) famosissimo poeta e
ORAZIO FLACCO |
console nel 449 con Lucio Valerio Potito, nell'anno successivo al Decemvirato. Secondo alcuni avrebbe provveduto assieme al suo collega alla stesura delle ultime due delle XII tavole, quelle in cui si affermavano i privilegi dei patrizi nei confronti dei plebei; secondo altri invece avrebbe fatto approvare le tre Leggi Valerie Orazie, favorevoli alla plebe.
FINE DEGLI ORAZI
A partire dal IV secolo a.c. non si hanno più notizie della gens Orazia; la presenza del famoso poeta del I secolo a.c. Quinto Orazio Flacco, figlio di un liberto di Venosa, (che trasse quindi il nomen dal suo patrono) attesta l'esistenza di altri Orazi, dei quali tuttavia non è dimostrata la connessione agnatizia con l'antica gens Orazia.
BIBLIO
- Plinio il Vecchio - Naturalis Historia - XI -
- Tito Livio - Ab urbe condita libri -
- Dionigi di Alicarnasso - Antichità romane - Libro V -
- Aurelio Vittore - De Viris Illustribus Romae -
- Ovidio - Fasti -
- Marco Tullio Cicerone - De legibus -
- Marco Tullio Cicerone - De officiis -