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VIA ARDEATINA

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L'ANTICA VIA ARDEATINA

La via Ardeatina, nota come strada provinciale 3/e via Ardeatina, è una delle antiche strade romane, una dei tracciati più antichi, menzionata nel Curiosum Urbis, oltre che da Rufio Festo (storico romano del IV secolo), tra le strade che partivano dalle porte di Roma. 

Creata per collegare Roma al territorio della leggendaria città di Lavinium e di Ardea, che dall’VIII al VI secolo a.c. fu uno dei centri più importanti del Lazio meridionale, grazie alla sua posizione che le consentiva di intrattenere scambi commerciali con Latini, Volsci ed Etruschi, sebbene tra il III e il II secolo a.c. decadde. 

l'Ardeatina si separava dalla via Appia tra il I e II miglio, all'altezza di Porta Ardeatina, presso il tempio di Marte, onde il tratto urbano prendeva il nome di clivus Martis, nel luogo in cui sorge la chiesetta del Quo Vadis, dove la tradizione vuole che sia sorta sul luogo dove Gesù sarebbe apparso a Pietro, in fuga da Roma, per scampare alla persecuzione di Nerone. 

Nella chiesa è conservata una copia della pietra sulla quale si ritengono vi siano le impronte dei piedi di Gesù, che risalirebbero invece ad un antico santuario in cui erano conservate le impronte dei piedi del Dio Apollo. 

Poi la Ardeatina attraversava la valle dell'Almone, si dirigeva verso la costa e saliva le colline di Tor Marancia  (un tempo parte degli Horti flaviani), di Tor Carbone, Cecchignola e Tor di Nona (così chiamata dalla sua posizione al nono miglio da Roma), fino a raggiungere la Solfatara di Pomezia, all'epoca una pozza di acque sulfuree fredde a 15 miglia romane dalla città. 

Si tratta della fonte menzionata da Vitruvio (Fons in Ardeatino) ritenuta simile alle Aquae Albulae; forse anche il sito dell'Oracolo di Faunus descritto da Virgilio, e forse Albunea poteva avere un santuario qui come a Tibur. Dalla Solfarata ad Ardea la strada antica coincide con quella moderna: alla chiesa di Santa Procula, 4 miglia e mezzo da Ardea, attraversa il Rio Torto, probabilmente l'antico Numicius.

 La distanza tra Roma e Ardea è di quasi 39 chilometri, erroneamente riportata da Strabone di 160 stadi (20 miglia romane), mentre Eutropio riportava solo 18 miglia.

CASTRUM INUI

ARDEA GIA' CASTRUM INUI

La città di Ardea dal VIII al VI secolo a.c. fu uno dei centri più importanti del Lazio meridionale, grazie alla sua posizione che le consentiva scambi commerciali con Latini, Volsci ed Etruschi e soprattutto al porto-canale alla foce del fiume Incastro (Castrum Inui).

La distanza tra Roma e Ardea era di circa 39 chilometri; erroneamente riportata da Strabone come 160 stadi (20 miglia romane), mentre Eutropio riporta 18 miglia. Ardea l'antica capitale dei Rutuli, è ricordata da Virgilio e da Ovidio come luogo il cui grande splendore si è spento, dopo la sconfitta da parte di Enea.

«Turno muore. Ardea cade con lui, città fiorente finché visse il suo re. 
Morto Turno, il fuoco dei Troiani la invade e le sue torri brucia e le dorate travi. 
Ma, poi che tutto crollò disfatto ed arso, dal mezzo delle macerie un uccello, 
visto allora per la prima volta, si alza in volo improvvisamente e battendo le ali, 
si scuote di dosso la cenere. Il suo grido, le sue ali di color cenere, 
la sua magrezza, tutto ricorda la città distrutta dai nemici. 
Ed infatti, d'Ardea il nome ancor gli resta. 
Con le penne del suo uccello Ardea piange la sua sorte»

(Ovidio, Metamorfosi, XV.)

La strada che congiungeva Roma con Ardea è menzionata nel "Curiosum Urbis", abbreviazione di  "Curiosum urbis Romae regionum XIIII", un elenco di monumenti suddiviso per regione, per la maggior parte in ordine topografico, e quindi il numero dei vici (quartieri) e delle loro edicole compitali, dei vicomagistri e dei curatores della regione, e ancora delle abitazioni (domus e insulae), dei magazzini (horrea), degli impianti termali (balnea), degli specchi d'acqua (lacus) e dei forni (pistrina).

La via è citata anche da Rufio Festo, funzionario di corte (magister memoriae) e proconsole dell'Africa sotto l'imperatore Valente, tra le strade che partivano dalle porte di Roma, nel "Breviarium rerum gestarum populi Romani", compendio della storia di Roma dalle origini al 364 d.c.

IL TRACCIATO DELLA VIA ARDEATINA
Ardea conobbe il suo massimo sviluppo nel VII secolo a.c., ma decadde tra il III e il II secolo a.c. soprattutto per la crisi economica dei centri laziali, impoveriti dalle guerre puniche e nella successiva guerra contro i Sanniti. 

La città era quasi completamente in abbandono entro l'età imperiale romana, sebbene resti di abitato sopravvivessero fino al V secolo.



I RESTI

La strada che congiungeva Roma con Ardea è menzionata nel "Curiosum Urbis", abbreviazione di  "Curiosum urbis Romae regionum XIIII", un elenco di monumenti suddiviso per regione, per la maggior parte in ordine topografico, e quindi il numero dei vici (quartieri) e delle loro edicole compitali, dei vicomagistri e dei curatores della regione, e ancora delle abitazioni (domus e insulae), dei magazzini (horrea), degli impianti termali (balnea), degli specchi d'acqua (lacus) e dei forni (pistrina).

La via è citata anche da Rufio Festo, funzionario di corte (magister memoriae) e proconsole dell'Africa sotto l'imperatore Valente, tra le strade che partivano dalle porte di Roma, nel "Breviarium rerum gestarum populi Romani", compendio della storia di Roma dalle origini al 364 d.c.

Ardea conobbe il suo massimo sviluppo nel VII secolo a.c., ma decadde tra il III e il II secolo a.c. soprattutto per la crisi economica dei centri laziali, impoveriti dalle guerre puniche e nella successiva guerra contro i Sanniti. La città era quasi completamente in abbandono entro l'età imperiale romana, sebbene resti di abitato sopravvivessero fino al V secolo.



LE VESTIGIA DELLA VIA ARDEATINA

La città conserva alcuni di questi ricordi nell'acropoli, con resti di fortificazioni e mura arcaiche, tracce di templi e una basilica paleocristiana, scoperta recentemente e costruita sui resti di un’antica necropoli pagana.. Recenti scavi hanno poi portato alla scoperta di un importante complesso templare sotto l'acropoli e di strutture portuali alla foce del Fosso dell'Incastro. 

La via conserva anche numerose testimonianze romane come i due monumentali complessi catacombali di Domitilla e San Callisto. Le prime sono della nobile Flavia Domitilla, proprietaria dell’area, e sono considerate, con i loro 15 chilometri di estensione e ben 150.000 sepolture, tra loculi, arcosoli e cubicoli affrescati, le catacombe più estese di Roma.

Ma l’area archeologica che segue la via conserva un’area sacra, con templi e santuari, di cui uno dedicato a Minerva. I ritrovamenti, databili fra il V ed il III secolo a.c., riproducono figure umane a grandezza naturale, ritratte in varie fasi della vita, dalla fanciullezza all’età adulta.

In età medievale, la via Ardeatina restò in uso anche se le località verso cui conduceva caddero in abbandono; fu così che successivamente sorse ai piedi della rocca di Ardea un lazzaretto che ospitava i lebbrosi espulsi da Roma. Le chiese di San Pietro (XII secolo, poi rimaneggiata nel XIX secolo) e di Santa Marina (XII secolo) provano l'esistenza, anche se ridotta,  di questa piccola città nel periodo medievale.

MUSEO DI LAVINIO

PRATICA DI MARE GIA' LAVINIUM

L'attuale paese di Pratica di Mare ospita i resti di Lavinium, centro religioso del periodo arcaico e luogo, secondo l'Eneide, dove l'eroe troiano fuggito dalla città di Troia in Asia Minore, pose fine al suo lungo peregrinare. Qui Enea, avrebbe fondato Lavinium, dando origine alla stirpe dei romani, i discendenti diretti di un manipolo di Troiani sopravvissuti alla terribile guerra iliaca. 

Conosciamo questa guerra dalla narrazione di Omero nell’Iliade, quando, verso la fine dell’età del Bronzo, gli Achei conquistarono e distrussero Troia, per il controllo dello stretto dei Dardanelli, l'antico Ellesponto.


BIBLIO

- Plinio il Vecchio, Naturalis Historia, III -
- Eutropio - Breviarium ab Urbe condita, I -
- Polibio - Storie - III -
- Provincia di Roma, Assessorato alla cultura - La via Ardeatina Laurentina - Progetto VIE - Palombi Editori - 2001 -
- Via Appia, Ardeatina ed Aurelia - Firenze - Leo Samuele Olschki - 1979 -
- Francesco Di Mario - Ardea. La Terra dei Rutuli tra mito e archeologia: alle radici della romanità. Nuovi dati dai recenti scavi archeologici - Soprint. beni archeol. del Lazio - Minist. beni e attività culturali - 2007 -  
- Antonio Nibby - Ardea - Analisi storico-topografico-antiquaria della carta de' Dintorni di Roma -


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