GENS SERVILIA |
Nascita: Roma, ...
Morte: ... V secolo a.c.
Padre: Quinto Servilio Prisco
Professione: politico romano
Gens: Servilia
Quinto Servilio discendeva dalla famiglia dei Servilii e fu console per due volte: nel 468 a.c. e nel 466 a.c.; era figlio di Quinto Servilio Prisco, "magister equitum" nel 494 a.c. durante la prima secessione della plebe sotto la dittatura di Manio Valerio Massimo . La sua casata fu originaria di Alba Longa e venne trasferita a Roma ai tempi del re Tullo Ostilio, quando venne distrutta, dopo l'anno 673 a.c.
IL PRIMO CONSOLATO
Nel 468 a.c. Servilio venne eletto console insieme a Tito Quinzio Capitolino Barbato, con i soli voti dei patrizi, perché i plebei si rifiutarono di partecipare allo scrutinio.
A Quinto fu affidata la campagna contro i Sabini che avevano duramente saccheggiato i territori di Crustumerium, arrivando con le loro razzie fin sotto porta Collina, mentre al collega fu affidata la campagna contro i Volsci ed Equi, alleatisi per combattere Roma.
In risposta all'attacco dei Sabini, Quinto Servilio organizzò una spedizione che devastò il territorio sabino, e riportò un bottino ancora maggiore di quello fatto dai Sabini, dando loro una lezione indimenticabile.
Nel 468 a.c. Servilio venne eletto console insieme a Tito Quinzio Capitolino Barbato, con i soli voti dei patrizi, perché i plebei si rifiutarono di partecipare allo scrutinio.
A Quinto fu affidata la campagna contro i Sabini che avevano duramente saccheggiato i territori di Crustumerium, arrivando con le loro razzie fin sotto porta Collina, mentre al collega fu affidata la campagna contro i Volsci ed Equi, alleatisi per combattere Roma.
In risposta all'attacco dei Sabini, Quinto Servilio organizzò una spedizione che devastò il territorio sabino, e riportò un bottino ancora maggiore di quello fatto dai Sabini, dando loro una lezione indimenticabile.
IL SECONDO CONSOLATO
Vista l'abilità mostrata durante il I consolato Servilio nel 466 a.c. venne eletto console per la seconda volta, questa volta con il collega Spurio Postumio Albo Regillense che per ordine del Senato consacrò il tempio di Giove Fidio, sulla collina del Quirinale e il suo nome viene inciso nel tempio.
Inoltre il senato, letto il resoconto di Quinto Fabio Vibulano, il solo maschio della Gens Fabia sfuggito alla morte nella sfortunata campagna dei Fabii contro Veio, secondo il quale gli Equi avrebbero rotto i patti stabiliti appena l'anno prima, inviò i sacerdoti feziali per dichiarar loro guerra.
Gli Equi sembravano addirittura ansiosi di combattere, ma Roma aveva parlato troppo presto e non era ancora pronta a sostenere lo scontro, o perché secondo gli auspici dichiarati dai sacerdoti gli Dei erano contrari, o per le gravi malattie epidemiche che imperversavano nella città e quindi sui combattenti.
Tuttavia, a protezione dei propri alleati Latini, Quinto Servilio venne inviato alla testa di un piccolo esercito con la funzione di presidiare le frontiere con gli Equi. Servilio guidò l'esercito ma quando si trattò di combattere contro gli Equi, il suo esercito rimase vittima di un'epidemia (forse di malaria) e fu costretto a rimanere inattivo. Poi di lui non ci sono più notizie.
BIBLIO
- Dionigi - Antichità romane - Libro IX -
- Tito Livio - Ab urbe condita libri - Libro II -