DEA TEMI ANTICA AESCULANA |
Aescolanus fu una remota divinità romana, protettrice dei mercanti, preposta alla coniazione delle monete. Pertanto era una divinità che presiedeva alla fabbricazione delle monete di rame, la prima coniazione di monete che sostituiva il baratto fu in realtà in bronzo, e andò dalla fondazione di Roma nel 753 a.c. a tutto il periodo monarchico dal 753 al 509 a.c. e parte del periodo repubblicano, praticamente fino al III secolo a.c.,
- William Boyne - A Manual of Roman Coins: from the earliest period to the extinction of the empire - W. H. Johnston - 1865 -
Edward Allen Sydenham, The Coinage of the Roman Republic, New York, 1952 -
Allora il commercio, precedentemente basato sullo scambio delle pecore (pecus da cui pecunia) non si basava sulla moneta, ma su una specie di baratto o di pseudo monetazione per cui il mezzo di scambio erano gli scarti di lavorazione del bronzo (aes rude), in base al valore e al peso del metallo.
Codesta divinità però (che all'inizio doveva chiamarsi Aesculana), per quanto ora fosse maschile, veniva ancora rappresentata sotto la figura di donna maestosa che si ergeva in piedi con la mano sinistra appoggiala su un'asta e una bilancia nella destra.
E' evidente che il Dio era un tempo una Dea, che l'asta era l'immagine del suo aspetto guerriero e pertanto punitivo in caso di offesa alla legge, e che la bilancia nella destra simboleggiava però il suo aspetto di giustizia, come colei che faceva rispettare la legge. Pertanto la Dea era colei che faceva rispettare l'uso della moneta, uso non facile da instaurare dovendo sostituire il baratto usato fino ad allora.
L'asta era il simbolo dell'arma usata in battaglia, quindi la necessità di combattere per sopravvivere, dove era difficile distinguere la difesa dall'offesa, perchè chi attaccava per primo non era benedetto dagli Dei però più facilmente vinceva.
Pertanto l'antica divinità da un lato combatteva ma dall'altro lato aveva il simbolo della misura e delle giustizia, quindi della continenza in tutte le sue espressioni per non lasciarsi andare agli eccessi. In tal caso garantiva la giusta equivalenza del denaro, una garanzia che doveva essere per forza divina affinchè gli uomini potessero fidarsi.
AESCULANUS SULLA COLONNA DI SINISTRA RAPPRESENTATO IN UNA STAMPA MEDIEVALE |
Quindi una Dea della Guerra ma pure della Giustizia, ovvero colei che rispondeva per giustizia in quanto offesa, per cui conduceva guerre giuste, fatte per difesa e non per smania di potere, ed esercitava la sua giustizia anche in merito all'equità dei commerci e celle monete di scambio. La divinità col tempo divenne maschile in quanto il patriarcato rafforzò sempre di più il potere del maschio, pur conservando i suoi simboli femminili.
Augustine of Hippo (354 - 430), De Civitate Dei 4.21, 28: "Allo stesso modo, infatti, essi presentarono il loro caso ad Escolano, padre di Argentino, perché il denaro di rame (o di bronzo) era entrato in uso per primo e l'argento per ultimo" (nam ideo patrem Argentini Aescolanum posuerunt, quia prius aerea pecunia in usu esse coepit, post argentea).
Esculano, ovvero Aesculanus divenne dunque il Dio delle monete di rame (aes) e padre di Argentino. il Dio delle monete d'argento, visto che alla moneta di rame seguì quella d'argento che non la soppiantò ma solo l'affiancò. La necessità di portare agevolmente grandi valori fece infatti creare una moneta di metallo più prezioso che consentiva perciò di portare meno peso e meno ingombro.
Vedi anche: LISTA DELLE DIVINITA' ROMANE
BIBLIO
- Gian Guido Belloni - La moneta romana. Società, politica, cultura - Firenze - NIS - 1993 -
- Italo Vecchi - Italian Cast Coinage. A descriptive catalogue of the cast coinage of Rome and Italy - Ancient Coins - London - 2013 -
- Alberto Banti - Corpus Nummorum Romanorum. Monetazione repubblicana - Firenze, Banti ed. - 1980 -
- H.A. Seaby, Roman Silver Coins - vol I: Republic to Augustus - Londra - 1989 -
Edward Allen Sydenham, The Coinage of the Roman Republic, New York, 1952 -